Roma anni '60. Massimo giornalista di un rotocalco scandalistico, si trova in mezzo ai vizi e scandali di quella che era definita "la dolce vita" dei divi del momento.
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Se Ladri di biciclette è il film documento di come era l'Italia dopo la guerra, La Dolce Vita è il documento di come era l'Italia nei primi anni del boom economico e di come sarebbe restata (aggiungo io) anche quando il boom è bello che finito. Gli italiani che vengono descritti in questo film sono materialisti, superficiali, vogliono divertirsi a tutti i costi senza ovviamente riuscirci e in fondo malinconici, tristi e vuoti. Chi si accorge di questo decide di porre fine alla propria esistenza, gli altri continuano in questo valzer senza senso. Emblematica la scena in cui la ninfa pura e vergine invita Marcello a uscire da questo mondo senza spiritualità, ma lui semplicemente non sente.... A tratti noioso perchè insiste troppo sul documentario, ma dal valore storico inestimabile.