la grande bellezza regia di Paolo Sorrentino Italia, Francia 2013
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la grande bellezza (2013)

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locandina del film LA GRANDE BELLEZZA

Titolo Originale: LA GRANDE BELLEZZA

RegiaPaolo Sorrentino

InterpretiToni Servillo, Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Serena Grandi, Vernon Dobtcheff, Isabella Ferrari, Luca Marinelli, Giorgio Pasotti, Giulia Di Quilio, Massimo Popolizio, Giorgia Ferrero, Roberto Herlitzka, Carlo Buccirosso, Pamela Villoresi, Ivan Franek, Stefano Fregni

Durata: h 2.30
NazionalitàItalia, Francia 2013
Generedrammatico
Al cinema nel Maggio 2013

•  Altri film di Paolo Sorrentino

Trama del film La grande bellezza

Dopo "L'apparato umano", l'unico romanzo che ha pubblicato da giovane e che gli ha regalato la notorietà, Jep Gambardella non ha scritto più nulla. È diventato però un giornalista e frequenta spesso l'alta società romana. La sua vita è un susseguirsi di incontri, appuntamenti e celebrazioni eccentriche che lo rendono testimone della crisi della società. Il clima che si respira nella capitale non è infatti più quello di un tempo: potenti, presenzialisti, contesse e immobiliaristi hanno preso il sopravvento, dando il via a un lento ma continuo processo di degrado che trasforma gli uomini in mostri. Durante una calda estate a Jep, ormai cinico e insofferente sessantacinquenne, non resta che pescare nei ricordi e, deluso dal presente, rivivere la sua appassionata e perduta giovinezza, contraddistinta dal ricordo di un innocente amore. Forse per lui è arrivato il momento di cominciare a scrivere qualcosa di nuovo.

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Voto Visitatori:   6,93 / 10 (295 voti)6,93Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
Miglior film straniero
VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR:
Miglior film straniero
Miglior regia (Paolo Sorrentino)Miglior produttore (Nicola Giuliano, Francesca Cima)Migliore attore protagonista (Toni Servillo)Migliore fotografia (Luca Bigazzi)Migliore scenografia (Stefania Cella)Migliori costumi (Daniela Ciancio)Miglior trucco (Maurizio Silvi)Migliori acconciature (Aldo Signoretti)Migliori effetti speciali (Rodolfo Migliari, Luca Della Grotta)
VINCITORE DI 9 PREMI DAVID DI DONATELLO:
Miglior regia (Paolo Sorrentino), Miglior produttore (Nicola Giuliano, Francesca Cima), Migliore attore protagonista (Toni Servillo), Migliore fotografia (Luca Bigazzi), Migliore scenografia (Stefania Cella), Migliori costumi (Daniela Ciancio), Miglior trucco (Maurizio Silvi), Migliori acconciature (Aldo Signoretti), Migliori effetti speciali (Rodolfo Migliari, Luca Della Grotta)
Miglior film straniero
VINCITORE DI 1 PREMIO GOLDEN GLOBE:
Miglior film straniero
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Voti e commenti su La grande bellezza, 295 opinioni inserite

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Beefheart  @  07/02/2014 15:04:58
   6 / 10
Pro e contro.
Scenografie, location, musiche, alcune interpretazioni.
Manierismo, visionarietà gratuita, sceneggiatura frammentata e... vacuità (proprio ciò in cui fallirono prima Flaubert e poi Gambardella)

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR 1819  @  06/02/2014 22:20:45
   9 / 10
Qualità altissima per quest'ultima opera di Sorrentino, uno schiaffo alla solita commedia e al buonismo italiano. Il regista ci accompagna per una Roma sfarzosa fuori e decadente all'interno, set ideale per un paese in crisi d'identità. Cinico e maledettamente bravo Toni Servillo, punta di diamante in un cast all'altezza. Il livello artistico emerge nelle inquadrature, quasi sempre d'effetto, nella sceneggiatura graffiante, nella fotografia minuziosa.
Un capolavoro che mi sento di elogiare con passione.

calso  @  02/02/2014 20:40:09
   7½ / 10
Un quadro di una Roma mondana riuscitissimo e coinvolgente sottolineando il tipico malcostume, se cosi si può definire, italiano...grandissimo Servillo, anche lui avrebbe meritato la candidatura...anzi forse più lui che il film

werther  @  31/01/2014 09:47:12
   7 / 10
I film che hanno un minimo di spessore sono sempre ben graditi, se poi fa da sfondo Roma rischia di diventare di parte il mio giudizio, il quale credo rispecchia anche il senso un pò del film : La Grande Bellezza (Roma), ma solo quella!

Jumpy  @  28/01/2014 22:57:02
   6 / 10
Un grande esercizio di stile, inquadrature e fotografia perfette, Toni Servillo bravissimo come sempre.
Credo anch'io che l'intento del regista sia far capire "dove siamo arrivati" facendo un gran calderone di personaggi, situazioni, tenendo furbamente sullo sfondo la splendida Roma e puntando tutto sulla presentazione, sulla confezione, sull'apparire.
Non posso ignorare però il fatto che il film non mi ha trasmesso nulla, assolutamente nulla.
Sarei tentato di dare un voto ancora più basso per la durata esagerata, ma lasciamo perdere va'.

130300  @  28/01/2014 19:58:04
   10 / 10
facile il commento.. La grande Bellezza!
dialoghi fantastici e chiavi di lettura mai scontate. questo è Cinema

marimito  @  27/01/2014 21:46:40
   8 / 10
Un film daOscar.....Regia strepitosa, fotografia incantevole, interpretazioni di livello.. tema ostico quello del tempo che scorre.. della vita che passa, che si spreca in ciò che è effimero, privo di consistenza ed assolutamente passeggero. Sorrentino riesce ad incantare ancora, complice un Toni Servillo sempre al top, capace di profonde riflessioni e di grandi sorrisi. Meno male che il cinema italiano ha Paolo Sorrentino.

Izivs  @  26/01/2014 11:34:27
   6½ / 10
Un film particolare, con una Roma bellissima e suggestiva e un cast veramente notevole. La solitudine di certe esistenze, bramose di tutto ma, in realtà, possidenti del nulla, porta certamente a riflettere sulla decadenza della nostra era.....Non è certo un film che entusiasma ma è sicuramente un prodotto che si distacca dai filmacci della produzione nostrana.
Personalissimo giudizio.....non certo da oscar quale miglior film straniero.

felliniano  @  24/01/2014 12:30:56
   10 / 10
Per fortuna in Italia non ci sono solo i filmetti di checcozalone e boldi.
Film osannato all'estero, ma in Italia incompreso e denigrato. A mio modo di vedere l'italiano medio oggi non è in grado di capire ed apprezzare film di simile profondità e bellezza estetica.
Parafrasando Nanni Moretti mi sento di dire:"ve lo meritato checcozalone,ve lo meritate".

10 risposte al commento
Ultima risposta 17/02/2014 12.19.13
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Invia una mail all'autore del commento Albertine  @  20/01/2014 18:11:06
   10 / 10
Sorrentino non mi è mai piaciuto, a parte "Il Divo" mi ha sempre lasciata più che indifferente. Ho detestato fino alla nausea "This Must be the Place". Ero partita quindi con molti pregiudizi ma questo film me li ha demoliti uno per uno. Mi ha incantata, non sono un'esperta di tecniche cinematografiche ma credo di poter dire che regia, colonna sonora e scenografia sono strepitose e di gran lunga superiori alla media del cinema italiano odierno. Certo potrebbe essere una rivisitazione della Dolce Vita ma è una rivisitazione comunque originale, personalissima, piena di stile ed aggiornata ai nostri tempi. Gli attori, di cui molti caratteristi, sono bravissimi, scontato dirlo per servillo e verdone ma non per la ferilli che mi ha sorpresa. Scene visivamente ed emotivamente potentissime, per chi ne ha la capacità e la sensibilità, inorridiscono e commuovono all'ennesima potenza sia quelle di bruttezza che quelle di bellezza. Io ci ho visto anche una grande spiritualità che secondo me è il sottotesto di questo film. La Grande Bellezza è una Suora di 104 anni che si trascina in ginocchio lungo una scala sacra.

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Ultima risposta 23/01/2014 21.01.49
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ale0606  @  20/01/2014 17:40:30
   10 / 10
Film straordinario, molto intenso, un capolavoro da gustare minuto per minuto e possibilmente da rivedere. Di questo film va colto ogni attimo perchè ogni dettaglio ha il suo perchè, ogni scena è in contapposizione, ma al tempo stesso in perfetta sintonia con quella precedente, in un susseguirsi di immagini, dialoghi e ricordi che rapiscono lo spettatore, e lo rendono partecipe di un viaggio introspettivo, alla ricerca del senso della vita, ma con il carpe diem oraziano che aleggia in ogni sequenza. Splendide anche le musiche, sempre in perfetta sintonia con le scene e le ambientazioni. Un film da vedere e rivedere.

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Ultima risposta 21/01/2014 13.38.53
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Jim17  @  20/01/2014 17:34:42
   9 / 10
Un trionfo di cinematografia italiana , questo film mi ha fatto rivalutare il mio paese facendomi comprendere quanto sia ricco di storia , arte e cultura . Tutto questo patrimonio dovrebbe essere la maggiore invidia per i paesi esteri . Sorrentino riesce pienamente a raccontarci nel migliore dei modi la vera mondanità , il suo significato ma soprattutto le sue origini , complice anche l'eccezionale Toni Servillo , attore di gran calibro ma soprattutto attore che non ha nulla da invidiare alle prove recitative di altri colleghi hollywodiani. Il genere potrebbe non piacere a tutti , ma chi sa farsi coinvolgere , come me , rimarrà completamente entusiasta e mai annoiato , anzi quasi entrerà in simbiosi con il personaggio "Jep Gambardella". Vedere altri italiani come me che demoliscono un film a cui spetterebbe di diritto l'oscar è davvero triste , mostrando da quanti misantropi siamo circondati.

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Ultima risposta 28/01/2014 15.53.25
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M.R.  @  19/01/2014 20:29:02
   8 / 10
Non capisco così tante critiche nei confronti di questo film. E' così realista e suggestivo e chi dà dei voti così bassi non è abituato a vedere film di qualità come questo film suggestivo e realista, ma anche malinconico e triste. Non deve per forza rappresentare l'italiano ma la miseria e la perdizione umana in generale.

Memorabile l'entrata in scena di Jep Gambardella.

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Ultima risposta 21/01/2014 01.05.14
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genki91  @  19/01/2014 18:50:35
   8 / 10
Davvero non riesco a digerire tutti questi voti bassi, fra l'altro immotivati per la maggior parte.
Un gran bel film, ottima realizzazione estetica ed estesica, personalmente mi ha incantato.
Poi ci sono da tessere le lodi di Servillo, un attore poliesdrico e completo che avrebbe bisogno di maggior considerazione, specie in un paese come il nostro, in cui da un po' di tempo a questa parte si tende a far uscire più gente bella che brava.
Il film racconta una storia, quella di Jep Gambardella e della sua mondanità che lo caratterizza fin da quando approda a Roma. La storia è intrigante e ottimamente strutturata, sono contento sia in corsa per l'Oscar al miglior film straniero.
Consigliato.

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Ultima risposta 21/01/2014 01.05.32
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sepho  @  19/01/2014 13:10:35
   9 / 10
Quanto mi piace la regia di Sorrentino...sarà anche compiaciuto di se in alcune scene,ma riesce a catturare delle immagini bellissime.La grande bellezza o si ama o si odia,ma a prescindere da questo,è Servillo che meriterebbe l'oscar.

Sorrentino è bravo ad inventare,parte con degli elementi reali e poi crea un contesto quasi onirico,riuscendo a descrivere il vuoto di questi personaggi che danzano in una Roma bella e malinconica.

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Ultima risposta 21/01/2014 01.05.48
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Jigen  @  19/01/2014 11:18:21
   6½ / 10
Ho appena finito di visionare il film, dagli 8 e i 9 fioccati dal web e le impressioni della critica estera, pensavo di essermi perso un filmone d'altri tempi. Invece è la solita parodia di Roma, impreziosita da una splendida fotografia e scenografia e da qualche battuta arguta di Servillo, ottimamente calato nella parte. Tralasciando tanti "difetti", forse dovuti proprio all'argomento trattato. Per me questo film non va oltre il 6,5. Rimango tuttavia stupito dal fatto che possa essere in lizza per un Oscar, ma se nel resto del mondo quest'anno non hanno fatto di meglio ben per noi.

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Ultima risposta 21/01/2014 01.06.26
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TonyStark  @  17/01/2014 13:14:24
   8 / 10
Sorrentino si lascia ispirare dal pessimismo imperante nella "Dolce vita" di Fellini, e ne sforna una specie di seguito, facendoci capire che, a distanza di anni, Roma è rimasta sempre la stessa. Ma sempre così è stata, sin dagli antichi romani, teatro di bellezza infinita e immoralità, mescolarsi di sacro e profano. Jep è un uomo che fluttua, non vive, non ha direzione, non ha scopi ne' passioni, fluttua in questo vortice di bellezza e perdizione che è la città di Roma oggi. "I nostri trenini sono i più belli perché non vanno da nessuna parte". la grande bellezza è un'opera d'arte, e in quanto tale può piacere o non piacere ma non si può negare che arte sia.

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Ultima risposta 21/01/2014 01.07.52
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Trixter  @  16/01/2014 22:58:34
   6½ / 10
Va bene, lo ammetto: probabilmente di cinema non ci capisco nulla. Perchè se un film osannato dal pubblico e dalla critica, vincitore di premi ed aspirante vincitore di altri premi non mi ha fatto impazzire, probabilmente è colpa mia. O forse tutto dipende, semplicemente, da ciò che un fruitore cerca in un film.
La Grande Bellezza è, senza dubbio, una pellicola esteticamente superba: ma, a mio parere, si ferma lì.
Un film, prima di tutto, è una storia: più o meno articolata, ma pur sempre una vicenda che si racconta, che si sente il bisogno di raccontare.
La Grande Bellezza, ahimè, non ha una trama: ecco perchè l'estetica va anche bene, ma per non più di 10-15 minuti. Dopodichè deve subentrare qualcosa, che qui manca clamorosamente. Certo gli attori sono tutti bravi, Servillo stavolta non interpreta un personaggio, lui E' Gambardella.
Inoltre Sorrentino ci racconta la Roma dei tramonti, dei ponti sul Tevere, del Colosseo, del Gianicolo, dell'arte, dei palazzi... una città finta; per chi ci vive, ahimè Roma è la città della sporcizia, dell'arroganza, del traffico, della puzza di piscio alla stazione.
Forse il film è volontariamente vuoto esattamente come la vita dei personaggi, delle feste organizzate dal Gatsby de noantri. Certo, Sorrentino ci regala dei frangenti fantastici: il monologo di Gambardella contro la scrittrice di partito, la recita di Verdone sulla nostalgia, la scena prolungata dal chirurgo estetico... tutte chicche davvero notevoli, ma, appunto, sono frangenti. Perchè Sorrentino regala anche tanta noia ed un ritmo a tratti troppo soporifero. Un film da Oscar? mah non saprei...

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Ultima risposta 21/01/2014 01.08.21
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maitton  @  16/01/2014 22:19:55
   10 / 10
i commenti li lascio a quelli bravi.

lasciatemi solo dire che non sono mai stato cosi'fiero del nostro cinema, cosi'orgoglioso delle mie radici.

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Ultima risposta 18/01/2014 06.35.21
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benzo24  @  16/01/2014 13:24:22
   8 / 10
Ottimo, affascinante esercizio di stile di Sorrentino, con un grandissimo Servillo.

Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  16/01/2014 13:23:15
   8½ / 10
E così dopo una serie di personaggi repellenti (nella quale includiamo anche Il Divo), soggetti sacrificati all'altare di una crescita sperimentatrice di linguaggio cinematografico, una persistente ricerca dello stile più autoriale, e con poco più di 2 lustri di lungometraggi pare esserci arrivato.
Ha già dimostrato con 'Il Divo' di avere un' innata dote nel presentare gli incipit, quei 10 minuti iniziali, da laurea del videoclip, con Servillo sbucare dalla massa danzante sono un antipasto che soddisfa il palato, ma ancora non sai dove voglia arrivare. Occorre fare un passo indietro, a inizio carriera, Sorrentino si era distinto nel cinematografare lo squallore morale del paese, 'L'amico di famiglia' inquadrava il paese dal basso, metteva nello stesso girone dantesco usurai e aspiranti veline, peccanti entrambi di ingordigia venale.
'La Grande Bellezza' è il meno fruibile della sua carriera, è un film praticamente senza trama, si regge su questi scorci di vita raggruppati con armonia, l'effetto malickiano dello staccare la narrazione con immagini di vita, inquadrature casuali, disordinate, come lo sguardo di un turista di fronte alle bancherelle o alle vetrine di un negozio. Imputato di fare del cinema da cartolina, ma in quello l'aveva preceduto Allen l'anno prima con la trasferta a Roma, mostrare il degrado dell'Italia agli italiani mediante la commedia, con personaggi dallo spessore della carta velina, convogliati con clichè da commedia sexy. Sorrentino si traveste da Fellini (tanto caro ad Allen), rimembra la grande tematica viscontiana del decadentismo borghese, palesando come i sogni col tempo son diventate chimere, accoglie lo spettatore in questo trenino da ultimo dell'anno (che come dice il protagonista 'non portano da nessuna parte'), e ci conduce lungo i gironi di una divina commedia, una borghesia nella quale non alberga neanche l' intellettualità che per smascherare la propria vacuità si fa carico di pseudo citazioni filosofiche, e lo fa recuperando una serie di attori lontano anni luce dal suo cinema, Petrolo, la Grandi, Pasotti, la Ferilli, Verdone (imbrigliato diventa un valore aggiunto). Infine, mi stupisce ma non può che farmi piacere vedere del cinema d'autore così apprezzato oltreoceano, loro che non sono mai stati così avvezzi a insignirlo di premi.

ben4  @  04/01/2014 18:06:11
   9 / 10
ho iniziato la visione del film già pronto e felice di scrivere una recensione negativa visto che come tanti odio profondamente tutte le opere pretenziose e saccenti, e questo film a detta di tutti è zeppo di scene pretenziose. (se così si puo dire)
detto questo, quasi a malincuore, devo dire che il film mi è piaciuto davvero molto , è vero che ci sono scene che a parer mio potevano essere evitate, ma alla fine il film mi ha davvero convinto, l'ho trovato un gradino se non due sopra al precedente this must be the place.
penso che per essere visto ed apprezzato si debba guardare oltre alla facciata stilistica del regista che effettivamente a volte (troppe) risulta un po troppo boriosa ed odiosa.
per questo motivo capisco chi non è riuscito a vederlo fino alla fine, forse perche mi sono messo a guardare con poche aspettative (anzi) o forse era solo il mio momento giusto di guardare questo film ma durante la visione sono stato catturato piano piano da questa grande bellezza... non è stato un colpo di fulmine ma un lento avvicinarsi scena dopo scena...
mi sono già dilungato troppo...
il mio consiglio è di guardarlo e di lasciarsi catturare piano e non badare troppo agli eccessi stilistici di sorrentino.

Matteoxr6  @  31/12/2013 00:23:26
   6 / 10
Premetto che se tutti i film italiani degli ultimi tempi fossero su questo livello, allora saremmo a posto.
Tornando alla pellicola, non mi è dispiaciuta: tecnicamente discreta e ben recitata. A tratti però si perde e/o diventa un po' troppo compiaciuta di sé.
Non è il capolavoro declamato, ma merita una visione.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  30/12/2013 14:11:39
   7½ / 10
La promessa italiana per gli Oscar 2014 è sì diretto da dio, ha sì delle sequenze memorabili (soprattutto, aforismi memorabili). Ma, sinceramente, lo stile di Sorrentino arriva quasi a stuccare, nella sua maniera, per quanto si compiace di sé, sin dalla prima sequenza: con quelle avvolgenti carrellate, quelle prospettive alterate, quei movimenti di macchina con cui ti rapisce, dentro il quadro, incessantemente, quasi meccanicamente. Nell'ipnotica rapsodia di questo film, c'è ritmo e sapienza: e se alcune figure o episodi sono probabilmente troppo caricati, molti sono memorabili. Il limite del film non sta dunque nell'apparente inconcludenza del suo esser rapsodico. Anche "La dolce vita", dichiarato riferimento e termine di paragone, era rapsodico. E non vorrei incorrere nell'equivoco per cui, secondo un severo Pasolini, l'affresco di Fellini non era un capolavoro, ma ne "La dolce vita" vi sarebbero stati piuttosto solamente "frammenti di capolavoro".

Il limite del film di Sorrentino, che non mi appare il suo capolavoro, sta piuttosto nell'attenersi a un personaggio centrale mediocre, oltre che immobile, cui l'autore vuole bene come sempre con i suoi protagonisti, ma, stavolta, molto più bene di quanto meriti. Diversamente da quanto faceva Fellini con Marcello, Sorrentino è troppo bonario con il suo Jep Gambardella. Jep non è affatto diverso dalla mediocrità di cui si circonda. Non si salva neanche un po', è co-responsabile. Non basta la sua graffiante ironia da Oscar Wilde dei giorni nostri. Anzi, tutta la sua consapevolezza, in realtà anziché distinguerlo in meglio, come invece Sorrentino ci fa credere, lo rende semmai più colpevole degli altri. Della propria ignavia, innanzitutto.

La società descritta da Sorrentino non è poi la nostra società, ma una sua sezione solamente. E' l'élite bobo e radicl chic di una Roma affondata nel suo splendido marciume, da cui Sorrentino è troppo affascinato per accorgersi che questo spaccato sociale non funziona come parte per il tutto. Non rappresenta l'Italia del nostro tempo. "La grande bellezza" va allora circoscritto al ritratto, di squisito espressionismo, di una città Eterna nel suo putrido, ossimorico splendore. Oggi come ieri, e come secoli fa probabilmente. Un ritratto, quindi, non universale, come un capolavoro dovrebbe essere. Per giunta, un ritratto manierato, e a tratti persino indulgente.

Elmatty  @  29/12/2013 22:12:11
   7 / 10
Il livello tecnico della pellicola è ineccepibile.
Il problema di questo film è che è stato pubblicizzato come un capolavoro assoluto, addirittura come un film che potrebbe eguagliare una pellicola di Federico Fellini, quando in verità non è nessuno delle due.
Certo, il film dimostra molto bene della decadenza di un tipo di società fatta di persone vuote e aggrappate ad un filo a cose frivole, inserita in una Roma che espone la sua bellezza ma inquadrata in modo che sembri un qualcosa che decade anche lei, come le persone raccontate della pellicola.
In ogni caso è un film abbastanza pesante, fatto da momenti quasi introvabili nel panorama cinematografo italiano, a quelli inutili e tirati per le lunghe.
Un opera riuscita a metà, di cui una parte che sfiora il capolavoro e l'altra che può competere con i film più noiosi mai visti.

Saifer  @  28/12/2013 15:36:33
   9 / 10
Eccellente, regia sublime, fotografia mozzafiato, ogni fotogramma potrebbe essere preso, inserito in una cornice e appeso come quadro. aiutato dal setting di una Roma più bella che mai. Servillo maestoso, film da gustare.

Invia una mail all'autore del commento marco986  @  28/12/2013 13:20:17
   6½ / 10
Film interessante (ma non un capolavoro!)di Sorrentino.
Molto bravi Servillo,Verdone e Buccirosso

Azrael  @  24/12/2013 15:13:54
   7 / 10
Film in qualche modo radicale, che spacca nettamente il pubblico.
Si, Sorrentino ci regala un affresco dell'Italia degli ultimi anni, un'Italia dove si balla, si spende e si spande..ma dove poi inevitabilmente arriva il conto da pagare.
Tra esistenze fantasmatiche e un cupio dissolvi, il regista napoletano mette al fuoco tante carne, forse un po' troppa. Eccessiva e' infatti la durata, due ore e mezza sono davvero troppe per non cadere nel barocco, nel ridondante, nello stucchevole. Forse sottrarre almeno 30/40 minuti dal minutaggio finale, avrebbe aiutato a far si che La Grande Bellezza assumesse un po' più di consistenza, che la qualità risaltasse sulla fuffa - ma in fondo che non sia anche questo un effetto voluto dal regista ?, rendere il film un'espressione materiale della vita di Gep: piccole perle immerse in tonnellate di vuoto.
Detto ciò, il mio giudizio e' positivo, salvo alcune riserve sopra elencate. C'è quell'esistenzialismo tipico dello stile di Sorrentino, c'è quel senso di tempo perduto ormai irrecuperabile. Eppure c'è un nuovo sentimento di ottimismo che rende il finale meno cupo e più versato al cambiamento, al riscatto del protagonista - un recupero che può essere raggiunto anche da questa Italia; tornare alle radici, capire come eravamo prima di questo Grande Sonno, potrebbe essere la chiave.

Strix  @  24/12/2013 04:01:24
   7½ / 10
Inutile spendere parole sulla regia, sulle interpretazioni, sulle musiche, sulla fotografia, ecc. : Sorrentino nei suoi lavori ci ha abituati a un lato tecnico sempre ineccepibile; è il resto che pecca: la storia non si capisce dove voglia andare a parare, alcuni momenti sono completamente inutili e potevano essere tagliati. Come tutti gli altri film del regista, LGB ne continua i pregi poc'anzi elencati ma anche il solito difetto: la lentezza. Una lentezza talvolta ingiustificata. Nel complesso resta una gran bella opera, che però alla lunga stanca. Da vedere una volta sola.

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tarax  @  13/12/2013 01:10:15
   9 / 10
Signore e signori, ci tenevo molto a vedere e commentare questo nuovo lavoro di Paolo Sorrentino, uno dei più bravi registi Italiani in circolazione (se non il migliore), un regista che film dopo film è (quasi) riuscito a farmi stare tranquillo su una cosa: il film sarà più o meno bello, ma almeno sarà sicuramente interessante! De "La Grande Bellezza"se n'è parlato (nel bene e nel male) moltissimo, un film che rappresenterà l'Italia agli oscar 2013 e che ci ricorda che nel nostro paese è ancora possibile fare un Film con la "F" maiuscola se si ha coraggio di fare certe scelte che, per rigor di logica, non potranno accontentare tutto il pubblico italiano (pazienza), ma che sicuramente danno una sferzata di energia all'agonizzante cinema italiano, un po' come un fagiolo di Balzar, chi ha visto l'anime giapponese "Dragon Ball" capirà.
Dopo questa breve introduzione parliamo del film:
Il film comincia (tralasciando i primissimi minuti) mostrando i festeggiamenti per il compleanno dell'amico di tutti, il grande ed unico Jep Gambardella (Toni Servillo), uno scrittore sessantacinquenne famoso per aver pubblicato un solo romanzo: "L'apparato Umano" scritto quarant'anni prima. Dopo aver ottenuto il successo realizza il suo sogno, trasferirsi nella capitale dove oltre a fare il giornalista a tempo perso ed attendere l'ispirazione per un nuovo potenziale romanzo, comincia a condurre una vita mondana all'insegna di festini notturni , in cui si riunisce con vari personaggi, amici della Roma bene, tra cui Romano (Carlo Verdone) un vecchio amico ed autore teatrale un po' sfigato sfruttato da una donna a cui Romano fa la corte da tempo immemore senza mai essere ricambiato; Lello (Carlo Buccirosso), commerciante di giocattoli dalla dialettica sciolta ed arrapamento cronico, che ogni sera sbava su una donna diversa mormorando sibillino durante la danza: "te chiavass!"; Viola (Pamela Villoresi), ricca borghese con figlio mentalmente instabile annesso; Stefania (Galatea Ranzi), scrittrice cinquantenne arrivata a pubblicare 11 romanzi grazie alla "vicinanza" con il capo del partito (non si specifica quale), infine Dadina (Cristina Aubry), la caporedattrice nana del giornale per cui Jep saltuariamente scrive. Gente ricca e nullafacente a cui piace ballare, "fare trenini" , tirare cocaina e fare le sei di mattina parlando di argomenti vacui e superficiali, totalmente avulsi dalla realtà odierna. Tutti chiedono a Jep quando scriverà il prossimo capolavoro e lui, disilluso, durante un ennesimo festino a casa sua, confidandosi alla cameriera afferma lapidario:" Ma l'hai vista sta gente? Sta fauna? Questa è la mia vita, non è niente, Flaubert voleva scrivere un romanzo sul niente e non c'è riuscito, ci posso riuscire io?!?!". Questa dichiarazione vale tutto il film…
Dopo aver saputo da un amico che la sua prima fidanzata è morta, lasciando un diario in cui c'è scritto che lo ha sempre amato, Jep comincia a vedere la vita sotto un altro punto di vista, ponendosi domande mai poste prima e chiedendosi se è davvero felice. Da quel momento incontrerà vari personaggi: dalla spogliarellista quarantenne (Sabrina Ferilli) all'illusionista Arturo che fa scomparire le giraffe (Vernon Dortcheff) , personaggi più o meno surreali, che lo porteranno ad una evoluzione personale e (forse) definitiva.
La regia di Sorrentino è assolutamente perfetta e curata maniacalmente in ogni dettaglio , il film scorre bene pur avendo qualche momento di lentezza nella seconda parte, niente di grave comunque. L'ottima fotografia del fido Luca Bigazzi ci mostra una Roma splendida e onirica, quasi felliniana, così carismatica da rivaleggiare con Jep per il ruolo di protagonista. La sceneggiatura e i dialoghi sono il pezzo forte di questo film, vi innamorerete delle elucubrazioni filosofiche di Jep ed il modo in cui intrattiene i suoi amici e spesso li "smonta" con eleganza, la scena del terrazzo in cui Jep in 2 minuti manda K.O verbale Stefania è spassosa e M-a-g-i-s-t-r-a-l-e. La colonna sonora di Lele Marchitelli, che alterna brani festaioli e leggeri ad altri solenni e rilassanti è azzeccatissima e dà quel tocco in più d'eleganza alla pellicola, il che non guasta.
Le interpretazioni di TUTTI gli attori sono sopra la media, spicca su tutti l'ormai affidabilissimo Toni Servillo (miglior attore italiano per me), che con la sua mimica facciale e la sua voce serafica e pacata, leggermente dialettale riesce a incarnare perfettamente il personaggio eccentrico di Jep Gambardella donandogli un carisma e un fascino che mi fa affermare tranquillamente che ci ricorderemo di questo personaggio anche tra 50 anni. Quando un attore riesce a non farti immaginare il suo personaggio interpretato da qualunque altro attore… beh, vuol dire che ha centrato l'obiettivo e l'attore ed il personaggio si fondono in un unico essere. Carlo Verdone si dimostra sempre all'altezza della situazione anche interpretando un ruolo minore, il suo personaggio (Romano) è forse atipico rispetto agli altri "amici" di Jep, lui almeno un cuore ce l'ha! Una bontà innata (forse troppa), dei sentimenti puntualmente mai ricambiati che lo porteranno a una delusione cocente verso Roma, capendo che forse la città eterna gli ha più tolto rispetto a quello che gli ha dato. Da segnalare anche una buonissima interpretazione di Sabrina Ferilli nel ruolo di una spogliarellista quarantenne (Ramona) che lavora in un locale gestito da suo padre, amico di Jep. Il padre odia vedere la figlia ancora fare questo lavoro alla sua età e soprattutto non capisce dove finiscano tutti i suoi introiti, tanto che in una stupenda conversazione Jep gli chiede: " Ma che compra la droga ?" e la risposta è : "Ma magari! Almeno avremmo n'interesse in comune!" . Ramona è una bella donna, ma diffidente verso gli uomini perché durante la sua vita nessuno di loro ha voluto altro da lei che il suo corpo. Jep invece nutre una certa "curiosità umana" verso di lei e questo la coglie davvero impreparata. Da segnalare anche la presenza del cardinale Bellucci (Roberto Herlitzka) che pensa più a cucinare e (soprattutto) ad illustrare le ricette ed i suoi manicaretti ai suoi ospiti, preoccupandosi più della loro pancia che della loro anima; critica da parte di Sorrentino ad una chiesa moderna troppo assente e troppo lontana dal proprio ruolo originario, assorbita anch'essa da una mondanità esagerata e sbagliata.
In conclusione non posso che invitare TUTTI, nessuno escluso, a vedere e rivedere questo splendido film di Paolo Sorrentino, affresco (purtroppo) reale di una città e di una popolazione moderna in avanzato disfacimento psicofisico. Potrà piacervi, potrà non piacervi, ma un opera di questo tipo DEVE essere visionata senza sé e senza ma.


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pardossi  @  10/12/2013 22:19:14
   6½ / 10
Tre pregi Regia eccellente, musica ottima, Servillo favoloso, tre contro sigarette, momenti lenti, durata, uno di quei film per cui sono contento di averlo visto ma che non rivedrei.

The BluBus  @  10/12/2013 13:23:25
   8½ / 10
Molto molto bene.

Lavezzi78  @  08/12/2013 12:12:17
   6½ / 10
Dei film di Sorrentino, questo è decisamente quello che mi è piaciuto meno......Servillo è straordinario come sempre, ma il film è troppo lento.....Ci sono momenti in cui il film sembra stia spiccando il volo, altri di assoluta piattezza!...troppo lungo!

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Ultima risposta 09/12/2013 15.41.55
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drobny85  @  03/12/2013 23:19:18
   9 / 10
Un plauso a Paolo Sorrentino, l'introduzione del personaggio di Jep Gambardella è davvero sublime, a mia memoria, la migliore mai vista.
"La grande bellezza" è un ritratto intimo e personale della vita di questo giornalista -ex scrittore- che vive in uno stato di misantropia e respira a pieni polmoni, ogni notte, lo squallore e il degrado umano dell'ambiente che lo circonda.
Oltre un'attenta regia, questa pellicola si distingue per una sceneggiatura di prim'ordine e una fotografia impreziosita da una Roma semplicemente meravigliosa.
Ritengo giusto e doveroso che questa pellicola sia in lizza al Premio Oscar per il miglior film in lingua non inglese.

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Hyogonosuke  @  03/12/2013 20:23:59
   7 / 10
Regia stupenda, interpretazione del protagonista da oscar.
Tuttavia il film risulta ad intermittenza alternando momenti di gran cinema, dove viene mostrata tutta la decadenza della Roma-bene, a momenti lenti, innutili e forzati.

marcodinamo  @  27/11/2013 00:10:14
   8 / 10
Splendido, con la sorpresissima Ferilli!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR alexava  @  13/11/2013 11:29:55
   8 / 10
Considerate il fatto che sono così tifoso di Sorrentino che probabilmente non sono del tutto imparziale nel giudizio del film.
Nonostante questo, Il film è ottimo.
Ma proprio senza ombra di dubbio. la Regia di Sorrentino è arrivata ad un livello di maturità che gli permette di tenere le scene sempre limpide e leggibili, nonostante movimenti molto audaci di macchina e la fotografia è semplicemente uno dei punti più alti mai toccati da un regista italiano. Le interpretazioni sono meravigliose ma Toni Servillo è da Oscar, lo dico senza la minima traccia di dubbio.

Passiamo alla sceneggiatura e alla trama.

Qui ammetto che qualcosina ha scricchiolato. Come Must be the place è fortissimamente incentrata su di un solo personaggio e ne assume consapevolmente il carattere. Quindi è una sceneggiatura un po' fredda e disillusa. Molto sognante ma cinica e realista. Ma assume un tono mooooooooooooooooolto leeeeeeeeentooooo....... Quindi bisogna essere preparati ad un film del genere.
Per dire, se cercate divertimento o intrattenimento, lasciate perdere.
Bisogna lasciarsi cullare dalla grande bellezza di questa pellicola senza pensieri e senza fretta.
A mio parere tira un filo troppo la corda. Il film si conclude un attimo prima che cominciasse seriamente ad annoiare.

Nonostante questo, è una storia molto attuale che offre moltissimi spunti di riflessione narrata con un grandissima sensibilità artistica.

Consigliato. Da vedere preferibilmente il primo giorno di vacanze. Quando non c'hai caz.zi per la testa, insomma.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  13/11/2013 10:37:56
   7 / 10
La vacuità dei salotti romani sembra aver fagocitato da tempo ogni estro creativo di Jep Gambardella. L' ex enfant prodige della letteratura italiana vive adagiato sugli allori conquistati col suo primo ed unico romanzo, pubblicato ormai quarant'anni prima.
Una vita spesa di notte tra feste in tributo all'idiozia e futili chiaccherate in lussuosi salotti; da ciò nasce l'unica certezza di Jep, ingranaggio di quel ributtante circo ed al tempo stesso in grado di comprenderne la pochezza. Gli fa difetto il sacro fuoco, spento da un'indolenza che lo coccola nei rassicuranti confini di un tran-tran talmente rigido da non permettergli sentimenti di passione all'infuori di quelli provati, una vita fa, per Elisa.
Il solito grande Toni Servillo interpreta alla perfezione l'arguto regnante adeguatosi alla dabbenaggine del suo popolo, non privo di quell'umanità che emana quando incrocia persone che non siano le solite figurine monodimensionali fatte di ipocrisie e labile apparenza. L'amicizia con l'ingenuo Romano e la curiosità verso la burrosa Ramona (molto bravi sia Verdone che, incredibilmente, la Ferilli) indica che sotto la cenere qualcosa ancora cova.
Eccessivo e sovraccarico l'ultimo film di Paolo Sorrentino sembra essere un monumento fastoso con qualcosa di sgraziato; lascia perplessi ed ammaliati al tempo stesso. La confezione è artificiosa, fin troppo studiata nel minimo dettaglio, ogni inquadratura è sublime ed esagerata. Altrettanto ricercati la splendida fotografia ed il montaggio, la tecnica quindi si adegua a quel mondo ingannevole con risultati spiazzanti, forse perchè il troppo nausea pur se apparecchiato mirabilmente.
Sottilmente esibita l'ironia, tramite maliziose sentenze che delimitano bene il buco nero in cui la mondanità romana è precipitata da tempo. Un microcosmo di pochi eletti ravvivato dal vivace eloquio di Jep, sempre lucido e compiaciuto nel bearsi illuso di non esser assuefatto a quel modus vivendi. Per poi accorgersi però, che quell'esistenza leggera, gli ha consumato ogni sogno, ogni aspettativa, lasciandogli ormai pochi spazi da doversi sfruttare al massimo.
Ma il destino lo attende al varco e la nostalgia lo divora; nel frattempo Sorrentino continua imperterrito nei suoi arabeschi fatti di scene frammentarie, di inserti improvvisi, di momenti surreali, di religione che a contatto con la libidine capitolina è ridotta a una parata di vip in abito talare.
Film ambizioso a dir poco "La grande bellezza", a tratti colpisce nel segno, spesso cede ad una pesantezza derivante da un senso di compiacimento palese che sembra sfociare in qualcosa di non perfettamente compiuto. Non lascia indifferenti comunque, e quel moto di malinconia verso il passato che non c'è più (o forse non c'è mai stato) è impossibile da non condividere.

Ch.Chaplin  @  06/11/2013 13:58:02
   10 / 10
E' da anni che non vedevo un film italiano così meraviglioso. Mi è piaciuto tutto in questa epopea della Dolce Vita 2000s style. Interpreti ottimi (si regge su Servillo) e movimenti di macchina da capogiro (in tutti i sensi).. una meraviglia ad ogni colpo d'occhio. Curato nei dettagli, rappresenta il vuoto dell'esistenza di una noblesse decaduta e fuori dal mondo reale. Una metafora dei poteri forti/occulti e dei nostri politici, sia di destra che di sinistra, che si sono abituati a vivere sopra le possibilità dell'essere umano medio.

vale1984  @  04/11/2013 12:43:17
   7 / 10
il film alterna una bellissima fotografia e dei concetti molto profondi a momenti un pochino lenti...la filosofia di fondo è molto bella e ben raccontata, servillo è strepitoso ma nonostante ciò c'è qualcosa che non convince fino in fondo. Mi è piaciuto molto e l'ho trovato particolare ma nonostante ciò c'è qualcosa che mi ha deluso.

Odoacre71  @  01/11/2013 22:27:48
   7 / 10
Alterna momenti di grande cinema ad altri di noia, ma vale la pena vederlo. Nostalgia e amarezza la fanno da padrone, non l'ho trovato molto leggero... ma forse dipende dal mio stato d'animo costantemente sotto i tacchi. Brava anche la Ferilli, incredibilmente

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Blutarski  @  27/10/2013 14:28:20
   7½ / 10
C'è ancora spazio per la sensibilità? È quello che implicitamente Jep Gambardella e per il suo tramite Sorrentino stesso si chiedono disperatamente. La citazione de À la recherche du temps perdu è fin troppo esplicativa sull'obiettivo principale de La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino: un'agiografia del tempo cinematografico (e artistico in genere) perduto, dei santi del cinema, della letteratura e dell'arte e del loro pelligrinaggio personale verso la grande bellezza, l'idea di costante e a volte dolorosa (le immagini della santa allo stremo che si avvinghia alla rampa di scale che conduce alla cappella) ascesa verso il bello, la tensione costante verso i rari momenti di perfezione della vita. A un certo punto del film mi ha colpito la frase di Verdone, a conclusione della piece teatrale, ovvero perchè non ci può essere più spazio per la nostalgia? Perchè i nostri tempi la respingono? Il film ricco di artifizi retorici, citazioni e ricami di tempi letterari e cinematografici che furono, prende spunto per la sua riflessione dal perfetto affresco che Sorrentino fa dell'arte contemporanea, un coacervo effettivamente ridicolo di personaggi inconcludenti che trovano la loro vocazione artistica e prosperano nella continua negazione dell'arte stessa, in una patetica autoreferenzialità. A ben vedere però non c'è una così netta cesura, i nostri tempi sono figli dei tempi passati. Più che la nostalgia mi sarei aspettato una presa di posizione da Sorrentino. Bisogna spiegare perchè tre tagli sulla tela di Fontana o una colata di cemente di Burri, sono a ben vedere arte contemporanea e di concetto, mentre una ragazza che batte violentamente la testa contro una colonna non lo è. C'è qualcosa di non detto, solo accennato tra le righe forse per la vergogna stessa della contraddizione o peggio incoerenza del dirlo in un film che vuole prepotentemente urlare la propria autorialità, ovvero: l'arte è forse morta? E credo che sia questo il vero difetto di questo film che pur stilisticamente perfetto si rifiuta di rispondere a questa domanda, un rifiuto che sembra piuttosto una negazione. Perchè diciamola tutta, il film sembra fin troppo echeggiare Otto e mezzo di Fellini, sembra volersi cristalizzare in un passato a cui non appartiene per poi far dire, in maniera abbastanza ipocrita e falsa, a Jep Gambardella "è meraviglioso il futuro". No, il futuro è piuttosto cupo, frantumato, poco originale, dove tutto ciò che conta sono i "15 minuti di celebrità" di Warhol che è stato uno dei primi a capire la stagnazione dell'arte, un futuro la cui prevedibilità è spezzata solo dalla morte, è la continuazione di quel "blablabla" sotto il quale si manifesta realmente la vita. Se non per questo, perchè allora tutti i personaggi sembrano afflitti dalla domanda: Gambardella, perchè hai smesso di scrivere?

peppe87  @  27/10/2013 02:29:26
   7½ / 10
livello altissimo, anche le pause e i momenti morti sono magnetici..
servillo se era americano aveva nel salotto di casa 3-4 oscar..
ma non è il capolavoro che alcuni invocano..

Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento stefano76  @  27/10/2013 00:17:58
   10 / 10
Affresco magistrale che cristallizza emozioni, pensieri e sentimenti in un apparentemente caotico vortice di personaggi vacui. Un uomo ormai vecchio, che ha vissuto la sua vita nella nullità, una Roma splendidamente fotografata e raffigurata, dove sotto la superficie della fauna disperata che la popola, ancora si scorge una grande bellezza, che riempie i vuoti del nulla ed erompe con la potenza delle splendide immagini di Sorrentino. Difficile riuscire a raccontare un film come questo. Si termina la visione riconciliandosi col cinema. Capolavoro.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  25/10/2013 16:06:09
   7½ / 10
Film ambizioso. Esteticamente incantevole.
Una Roma incantata abitata da personaggi surreali e grotteschi.
Bellissima fotografia, ottima prova dei protagonisti; grandioso come sempre Servillo, ottimo Verdone.
Anche la regia è impeccabile, così come le musiche.
La sceneggiatura è l'unica nota dolente del film, troppo volatile ed impalpabile.

paoloaretino  @  24/10/2013 11:32:16
   10 / 10
Come al solito Servillo ci regala delle pellicole che non hanno pari, dei film particolare e di un intensità fuori dal comune. Inizio molto forte perchè si contrappone la morte all'indifferenza generale delle persone Diciamo che questo è un film completo in tutto perchè come prima cosa vuol rappresentare la limitatezza la meschinità la vanità e il vuoto dell'essere umano...in particolare nel film dei salotti buoni di Roma ma che rappresenta tutta la società di oggi..... Per me Sorrentino in questo film è stato un genio perchè ha espresso in maniera perfetta le atmofere della magica Roma, i tempi lunghi che possono sembrare noiosi ma che rappresentano il mondo che lui vuole descrivere, le grandiose visioni notturne...i dialoghi particolari ecc ecc insomma il tutto creato ad arte creato con un senso preciso e mai scontato. In pratica il film rappresenta il degrado della nostra società e dell'essere umano in generale.Grandissimo Tony Servillo...una fotografia umana...un intensità che riempie lo schermo anche nei suoi silenzi....un personaggio da brivido...il suo distacco a tutto ciò che gli capita e la sua vita costruita per diventare il re della mondanità sempre al centro dell'attenzione ma che dentro di se ha una grandissima solitudine......questo suo essere però lo circonda di persone vuote borgatari in cerca di successo *******lle che gli stanno intorno solo per diventare qualcuno e fare soldi ma niente di vero e reale...tutti personaggi-marionette e che lui tende i fili di tutti....c'è un coacevo di personaggi squallidi cme il politico e il magistrato corrotti e la solita droga che in questi ambienti è sempre il piatto forte di ogni serata..usata credo proprio per scacciare dalla mente la nullità delle persone che se si rendessero conto di quello che sono si ucciderebbero....Emblematico e fortissimo il personaggio di Maria....anche questo da brivido....una santa circondata da persone viscide e schifose che non ci incastrano nulla con il suo essere.....la sua semplicità e la sua scelta di vivere la vita con e tra i poveri fa contrasto nella scena con il cardinale che arriva con la Rolls Royce e con il fatto che trova scomodo dormire nell hotel più lussuoso e caro di Roma....la scena piu bella credetemi è quella con gli uccelli....mamma mia io sono rimasto a bocca aperta...e li ti si deve smuovere qualcosa dentro......davvero un plauso a Sorrentino e per questa sua idea geniale....poi quando toni servillo gli chiede il perchè mangia le radici e lei gli risponde " perchè nella vita bisogna trovare le nostre radici" ni è preso un brivido. Altra scena di un intensità fuori dal comune è quando gli cadono le ciabatte....io credo che sia stata una trovata da oscar perchè il suo silenzio durante tutta la cena non significa che non ascoltasse i dialoghi vuoti ed insignificanti dei commensali e la caduta della ciabatta crea uno stacco fortissimo che deve toccare l'animo umano(cosi l'ho interpretato io). passando ai personaggi oltre a Servillo che lo trovo da oscar devo dire che veramente ma veramente bravi sono stati Verdone e la Ferilli....lei in particolare magnifica....un film che si muove come si muovono le ballerine di danza....tutto mezzo sospeso ed in equilibrio precario.
Un film assolutamente da non perdere credetemi e che vi lascia dentro tante cose.....tante le sappiamo ma in questo film Sorrentino ha avuto il coraggio di metterle in scena.....di far vedere a tutti la pochezza delle persone nobili che si riempiono la testa di cavolate e rendendosi ridicoli con feste che non hanno nulla di festa ma che rappresentano il vuoto della loro vita....forse per questo motivo ha ricevuto molte critiche...proprio da quel mondo che si crede tanto potente ma che alla fine è meno che polvere........



Scuderia2  @  19/10/2013 11:41:09
   8½ / 10
Non deve essere stato facile realizzare un film sul nulla.
Il nulla dei Salotti Romani di oggi.
Dove, in onore della bellezza che fu, si aggirano aspiranti starlette,starlette sfasciate e vari neo arricchitti pseudo nobili.
E dove regna Jep Gambardella,Decimo Re di Roma (7+Falcao+Totti),scrittore che ha ballato una sola estate,ora giornalista che balla tutte le notti.
Pista da ballo,piste clamorose,in attesa che a Roma si faccia davvero un GP.
Che spettacolo sarebbe da quella terrazza!
Servillo impera.
La Ferilli divaneggia.
Sorrentino divineggia.
Anche il Vaticano ne esce scherzato:ormai la fila mistica la si fa dal chirurgo plastico.Subito Santo.
E' una baracconata destinata a non durare,i rimpianti e la solitudine stanno svegliando Jep.

Far l'amore
We no speak americano
Discoteca

Le terrificanti tracce dance che accompagnano questo deragliamento umano.
Perfette.

SO' BELLI I TRENINI CHE FACCIAMO ALLE NOSTRE FESTE
SO' I PIU' BELLI DI TUTTA ROMA
SO' BELLI
SO' BELLI PERCHE' NON VANNO DA NESSUNA PARTE

Questo è il Nuovo Impero Romano.
Signori,in carrozza,si parte.
Coraggio.

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Ultima risposta 19/01/2014 21.49.35
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guidox  @  13/10/2013 00:42:26
   6 / 10
Sorrentino è bravo e lo sa...e questo sta diventando un problema, perchè si nota sempre di più un autocompiacimento che si esaurisce in se stesso, con tanti orpelli che fanno tanto forma e poca sostanza.
eppure gli attori sono diretti alla perfezione e tra l'altro rendono benissimo (discorso a parte per Servillo che da solo ormai regge con le sue interpretazioni anche film non eccelsi elevandoli a qualità notevole).
il quarto d'ora iniziale, lo svolgersi della festa, è un piccolo riassunto del film: un bello che stucca.
ok, te lo puoi permettere perchè sei veramente in gamba, ma dopo un po' ci si attende un cambio di passo, per diventare da bravo a grande.
occasione non del tutto sfruttata, ci si perde nei dettagli quando per me c'è qualcosa che non funziona a livello più generale.

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Ultima risposta 14/10/2013 19.30.20
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alex25  @  12/10/2013 14:18:10
   7 / 10
Senza dubbio la fotografia e la regia sono molto ricercate, a volte troppo, ma comunque un bello spettacolo visivo. Per il resto film abbastanza piatto e triste, probabilmente in tema con la Roma di oggi. Vecchie figure benestanti che cercano a ogni modo di restare in scena, in una Roma cupa e decadente. Pungenti quei pochi secondi in cui Jep passeggiando davanti ai locali vede arabi, sceicchi, cinesi in veste business.
Purtroppo per molti versi la realtà.
Molto bravi Servillo e Ferilli.

golosone  @  12/10/2013 01:25:23
   8½ / 10
La prima volta purtroppo l'ho visto interrompendo la visione in diverse parti e riprendendo nei giorni successivi, e forse distratto, non ne ero rimasto particolarmente colpito. Ma avevo intuito che avrei dovuto guardarlo una seconda volta per poter essere più oggettivo nei commenti.
L'ho fatto, e ne sono rimasto estasiato.
I riferimenti all'arte felliniana ci sono tutti, ma mi preme sottolineare di aver intravisto dei tratti dell'opera di Terrence Malick, specie nelle musiche, in certi cambi di scena improvvisi, o nel mare sul soffitto, o ancora nelle perle di saggezza della voce di Jep fuori campo.
Questo film è crepuscolare, e ne rimarrà colpito solo chi nel crepuscolo c'è già entrato, per un motivo o per un altro, ed è assalito dal dolce-amaro abbraccio della nostalgia.
E' incredibile come Sorrentino riesca a scaraventare lo spettatore nel cuore di temi universali e complessi, come lo sconforto di fronte alla morte, il conflitto tra temporale e spirituale nella Chiesa, la resa dell'uomo all'inesorabile scorrere del tempo testimoniata dalla decadenza di certa aristocrazia. Tutto ciò semplicemente sfiorando tali temi con le perle di saggezza di Jep, o con conversazioni apparentemente surreali o superficiali di personaggi felliniani.
Una nota di merito particolare alle musiche, potenti, penetranti, persistenti, angoscianti al momento giusto.
Un film superbo.

TheLegend  @  11/10/2013 16:06:42
   8 / 10
Sorrentino torna grande e ci regala questo affresco sulla vita.

farfy  @  10/10/2013 23:00:07
   9 / 10
Questo film non si merita un voto al di sotto dell'8, anche per chi non apprezza il genere. Spesso, nel sentirlo descrivere, ho sentito la parola "pretenzioso". E' una pellicola elegantissima, che si guarda, si ascolta, si deglutisce, si assimila.
E' un teatro rarefatto e mostruoso di personaggi così assurdi e immorali, da essere reali.
Il protagonista, un grandissimo Toni servillo, è un personaggio intelligente e mondano che diviene fragile e "umano" solo di fronte alla morte. Forse avverte il suo arrivo e non comprende quello che ha ottenuto o quello che si è perso.
Alcune frasi si accollano alla pelle come un tatuaggio, sono impossibili da dimenticare.

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Ultima risposta 14/10/2013 12.32.28
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piripippi  @  10/10/2013 22:46:59
   9 / 10
un film difficile ma bellissimo, triste ,ironico , drammatico , farsesco. la mondanità come motivo itinerante della tristezza umana. un film che può non essere capito. lo stile di sorrentino è questo e non esiste vie di mezzo. tutti gli attori sono stati bravi ma servillo mi ha lasciato senza parole, davvero straordinario. non andrà alla notte degli oscar perche sarà selezionato un fil sud coreano o polacco ma per me è meraviglioso

leonida94  @  06/10/2013 20:23:50
   8 / 10
Un film che ha la sua importanza.
Sorrentino si prende i suoi (lunghi) tempi, per descrivere, senza troppa fretta, la sua GRANDE BELLEZZA.
E che cos'è questa grande bellezza ?
In una sua intervista dice che lui ha voluto mostrare la fatica di vivere, in tutte le forme. Detto ciò e visto il film, è più chiaro e distinto il sottile filo che unisce tutte le maschere (una quantità mostruosa) che durante il film vorticano intorno alla figura del "troppo annoiato dalla vita" Jeb Gambardella (il nome si meriterebbe un voto a parte).

Potrei dilungari ad analizzare le singole figure e cosa mi hanno trasmesso, ma penso che sia inutile, anche perchè è una visione molto soggettiva.

Ci tengo solo a dire che forse il film dovrebbe solamente essere ammirato e gustato per quello che è. Senza cercare di trovare enormi concetti metafisici/politici/sociali. Solo un dipinto di alcuni aspetti umani, che bene o male ci accomunano tutti. Solo un ritratto della pochezza e della grandiosità (vedi la Santa) umana. Solo piccoli momenti magici, alternati repentinamente a momenti di pura sehnsucht.

Larry Filmaiolo  @  06/10/2013 19:49:25
   6½ / 10
Esteticamente impeccabile

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER e forte della straordinaria, assoluta (come sempre) prova attoriale di Servillo, rimane un film a metà dove come in ogni opera di Sorrentino da me visionata manca quel benedetto arrosto in mezzo a colonne di fumo-profumo. me ne basterebbe pure 'na fetta sola eh, ma che non sia una sottospecie di ridicolo anticlericalismo o mero gusto dello scandalo para religioso incul minch filosofico pseudo felliniano. sia chiaro, il film sa essere divertente, per questo e per farsi un'idea secondo il sottoscritto VA VISTO

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Ultima risposta 06/10/2013 22.02.27
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BrundleFly  @  30/09/2013 18:49:30
   7 / 10
Il film è tecnicamente magnifico, quasi da non sembrare italiano: movimenti di camera elaborati, ottima fotografia e grande cura dei dettagli. Serrentino mostra una Roma contemporanea quasi magica, frequentata dall'alta società, che sembra far dimenticare la crisi e la povertà in cui versa l'Italia di questi ultimi anni.
Peccato che la trama quasi inesistente non potrà mai, almeno per me, elevarlo a "capolavoro".

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Ultima risposta 02/10/2013 11.56.16
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fiesta  @  28/09/2013 12:49:58
   6 / 10
Qualcuno ha convinto Sorrentino che oltre ad essere un buon tecnico della macchina è anche profondo e addirittura potrebbe essere capace di insegnarci qualcosa. Io invece nei due suoi ultimi film vedo solo i tanti soldi spesi e la pochezza di fondo. Il protagonista chiede ad un'artista alla quale deve fare una intervista: "Che cos'è una vibrazione?" tacciandola di essere fumosa. E' la stessa domanda che farei a Sorrentino: "Mi spieghi i rallenty, la serie infinita di inquadrature per una singola scena, i flashback, le massime, l'intreccio di cinque storie diverse rigorosamente solo accennate, la giraffa e i cigni, il mago e la santa, mi spieghi in sintesi cosa per lei vuol dire artista?". Sono sicuro che mi risponderebbe:" Dovevo fare un film alla Dolce Vita molto lungo ma purtroppo non ho niente da dire. A parte qualche sketch simpatico e la bellezza di Roma tutto ciò che mi resta è la regia,quindi preferisco sempre mettere un'inquadratura in più per mostrare quanto sia bravo. Alla fine volevo dire qualcosa di importante ma senza prendermi tanto sul serio,solo che mi prendo così tanto seriamente che anche quando mi prendo poco seriamente non posso fare a meno di essere pretenzioso."
Ha fatto tesoro di ciò che erano i suoi limiti che inizialmente accettavo pensando che un giorno li avrebbe superati. Ora proprio non mi piace più. Carlo Verdone e Carlo Buccirosso le uniche note positive e poi il talento innato per la regia.

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Ultima risposta 06/10/2013 19.51.34
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Invia una mail all'autore del commento XanaX  @  01/09/2013 17:13:53
   8 / 10
Sorrentino e Servillo... che coppia!
Spessore, emozioni, profonde riflessioni...

ozrecsehc  @  29/08/2013 15:52:13
   8 / 10
è un film per pochi, e di quei pochi solo alcuni possono goderne appieno, fortunatamente, o sfortunatamente, le coincidenze mi hanno fatto incontrare questo film nel momento giusto

sandrone65  @  25/07/2013 23:47:50
   9 / 10
Che dire? Che grazie a registi come Sorrentino e Tornatore il cinema italiano non è morto

-Uskebasi-  @  08/07/2013 20:39:23
   8 / 10
Perché non ce ne sono 10 di Sorrentino in Italia...
Non so che dire...
Un inizio così folgorante non mi era mai capitato.
Un ingresso in scena migliore non riesco nemmeno ad immaginarlo, e la cosa grave è che non so il perché. Jep Gambardella si volta sorridendo e ballando in un delirio trash, ed io ho la pella d'oca e il becco aperto. Perché!?

Senza dubbio il film più ambizioso del talentuoso regista italiano, ma non per questo il migliore.
Si può morire al cospetto della grande bellezza di Roma, o al contrario vi si può vagare all'interno come un fantasma o sguazzarci come un'ottavo Re, recitando in un pacchiano teatrino di marionette, sempre alla ricerca di qualcosa che non arriverà mai. Jep dice che non ha più tempo per le cose che non vuole fare, e in un attimo se n'è già andato. Per trovare la grande bellezza forse occorre tornare indietro, a quando ancora l'anima era incontaminata, e un gesto o uno sguardo significavano davvero qualcosa. Perché le radici sono importanti.

Sorrentino è l'emblema dell'eleganza cinematografica. Le sue inquadrature sono sontuose, metà dei suoi personaggi però risultano indecifrabili, così come alcune sequenze presenti spesso nelle sue opere. Ambuguità o inutilità?
E' talmente superiore che mi dà la sensazione di non volerlo palesare. E' sottile, troppo sottile, lo considero un difetto. Dovrebbe colpire in faccia tutti quando è il momento, diventando leggermente più esplicito. E' un po' come se Messi avesse 0 gol in carriera, per alcuni sarebbe comunque il più forte, anche per me, ma perché non farne 400?
Comunque mi accontento ampiamente di quello che è, sbavando per la grazia con cui dirige e accettando i suoi correggibili difetti.
Il dispiacere più grande è un altro: abbiamo in casa uno dei più grandi attori di sempre, ed il mondo non lo riconoscerà mai.

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the saint  @  08/07/2013 16:15:13
   8 / 10
Indubbiamente una ottima sorpresa,

non di facile lettura alla prima visione!

ciò che sicuramente colpisce è la fotografia , in questo sorrentino è bravo! ma il vero punto di forza del film per me è solo uno: il grande TONI SERVILLO, lo fa lui il film (come nel Divo )

adrmb  @  08/07/2013 00:35:33
   7½ / 10
A me personalmente è piaciuto abbastanza.
Trovo abbia una fotografia e regia superbe. Insomma sul lato tecnico veramente ineccepibile. Questo a mio parere è il suo punto di maggior forza, oltre, naturalmente la strepitosa interpretazione di Servillo, nonostante tutti gli attori mi siano piaciuti.
Alcune scene le ho trovate profonde, cariche di simboli, fortemente stimolanti al ragionamento. Altre, ahimé, che magari comparivano improvvisamente e senza alcun nesso logico con quanto mostrato precedentemente, non le ho pienamente comprese (ecco, avrei bisogno di più visioni: non è assolutamente un film immediato o commerciale).
Ecco, ritengo che Sorrentino potesse curare maggiormente la struttura: capisco che tutte le scene presenti non siano casuali e si facciano portatrici di un profondo significato: ma l'assenza di una rigida struttura narrativa (alla fine è tutto un miscuglio di eventi abbastanza diversi tra loro nei quali l'unica costante è il protagonista) mi ha fatto apparire il film a tratti antipatico.

Però assolutamente promosso, a mio parere migliore di 'This must be the place'.

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karmakoma  @  03/07/2013 11:48:56
   9 / 10
Inizia con la Morte, nell'indifferenza piu' totale di una Roma estiva, vuota e turistica, a tratti estiva ma pur sempre sacra, accompagnati da atmosfere che ben ricordano le strade perdute di Lynch. L'arte? esposta nell'indifferenza della "misera natura umana" : esiste ed e' ovunque ma solitaria, chiusa a chiave, nascosta, lontana dagli occhi sensibili, anche se Lei e' sempre li ad osservare, o semplicemente viene "sfruttata" e non ammirata, per venire incontro alle velleita umane (una bimba esprime tutto l'odio che ha per non poter esser normale o "veterinaria" schiaffeggiando la vita a suon di pittura; "Occhi di fanciulli attraverso gli sfarzi dei cortili Romani, persi nella superficiale religiosita' imposta"; "Chi sei tu Jeb? No, tu non sei Nessuno..." mero giudizio di una ragazzina dai bassifondi di una cripta che gli ricorda il Vero, come vera e' l'arte che puo' giudicare e non farsi giudicare;).
Tanti blah blah blah, per coprire la noia, e la paura della Morte che c'e' sempre dopo la vita...e quindi? Semplice per uscire dal circolo della mediocrita' e' bene esser consci di poter far proprie le radici nelle quali siamo cresciuti, o meglio, le radici del nostro passato, ma cio' risulta possibile solo dopo anni o decenni di sensazioni, esperienze, e vacue perdite di tempo: "Perche' mangio radici? Perche' sono importanti")
Il passato e' importante e spesso si dimentica, o si maschera, perche' si diventa troppo velocemente grandi, disillusi, e distratti, dal troppo, dal materiale, dal nulla ma un buon amico deve poter "far sentire l'altro ogni tanto ancora bambino" vero Jeppino? Una nana infondo chi e' se non una privilegiata visto che potra' sempre osservare la realta' con gli occhi del fanciullo?
E poi la tragedia della morte, sempre presente e ricorrente (prende i pazzi, i vuoti, ma anche le persone valevoli) viene "citata" per mandarci piccoli segnali ricordandoci che il tempo non e' certo affare divino ma dimensione umana e come tale avra' un termine per tutti, e andrebbe usato con giudizio, invece che sprecato inesorabilmente.
Credo che Sorrentino ci abbia regalato una piccola "epopea" dell'umanita' senza parlarci troppo di Roma ma scegliendo quella citta', forse, perche', quando svuotata dai cittadini locali, diventa citta' del mondo, dove tutti vanno e vengono, citta' attorno alla quale hanno girato millenni di storia dell'umanita, espressasi in mille forme d'arte, dove il tempo si percepisce tra una vita e una morte, tralatro che serve solo a ricordarci quanto siamo piccoli difronte al flusso della vita stessa e quanto stupidamente indifferenti rimaniamo di fronte al suo scorrer via, come gia' ricordato, ("Se tu non capisci non significa che non ci sia nessun altro che non possa capire...");
Dove il suono dei gabbiani ricorda il mare, e la sua liberta', ma ce lo ricorda solo visto che il mare non esiste a Roma ed e' semmai dentro di noi, o su un soffitto, in pieno contrasto con la gabbia della vita onnipresente, vacua ("La Fessa" o gli euro chiesti dai conti Colonna per Partecipare alla festa) e noiosa o stucchevole ("L'odore delle case dei vecchi"), "Epopea" oscura dove le albe e i tramonti si percepiscono appena sembrando di poter viver sempre all'oscuro di tutto, nel velato torpore notturno (L'effetto della droga svanito, il down del sonno da serata, il troppi cocktails bevuti, Morfeo che aleggia, perche' anche lui ci ricorda che la Morte ci chiude gli occhi).
E poi i personaggi, tutti mondani, tutti superficialotti, e tutti intimamente falliti e gia' morti, anche se non sanno di esserlo. E' la fine...o forse no? dove sta la grande bellezza? Jep comprende...
Io ne ho trovate tante, ma sta a voi scoprirle...di certo il finale e' tutt'altro che drammatico e triste ma anzi, e' tremendamente umano, e positivo!
Finisce con al Vita.

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Ultima risposta 14/10/2013 17.06.41
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Axel  @  30/06/2013 17:14:44
   9 / 10
Bellissimo film del 2013. Il cinema italiano non è morto, grazie Sorrentino! Ingiusti i paragoni con Fellini. E' come se volessimo paragonare la (bellessima) musica sacra moderna del film a Mozart. Paragone impossibile (e paragone iperbolico :) ), ma è ancora musica capace di risvegliare emozioni. E l'arte di questo secolo, di questo nuovo millennio, è ancora arte!!

Invia una mail all'autore del commento Dante  @  24/06/2013 23:57:40
   9½ / 10
Bellissimo, una poesia fatta a film da ammirare e contemplare più volte.

Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  24/06/2013 22:04:14
   6½ / 10
Molto atteso. Ed era da molto che un regista italiano venisse aspettato al varco di un'opera che - nelle intenzioni - doveva essere la sua definitiva consacrazione. E mi dispiace non aver apprezzato a pieno l'ultimo Sorrentino; mi tocca stare in disparte dalla grande acclamazione per sottolineare le carenze strutturali e la poca profondità di personaggi sopra le righe, ma in definitiva, programmatici al limite dello stereotipo.

Certo la regia è intensa, e sono molte le sequenze memorabili; e se Sorrentino cerca uno sguardo ad ogni inquadratura, non ha la genialità narrativa (e l'occhio) di quel Fellini che spesso ricorda e cita.

Da vedere in ogni caso.

kako  @  23/06/2013 20:59:28
   8½ / 10
a me ha affascinato e colpito moltissimo. Vorrei rivederlo per coglierne ogni sfumatura e per apprezzarne in maniera ancora più approfondita il senso. Un film sul decadentismo della nostra società, in una Roma splendida ma marcia nello squarcio di società borghese qui analizzata e messa a nudo, in maniera sicuramente iperbolica e surreale, ma molto verosimile. Certe scene sono geniali e dall'impatto eccezionale, la lunghezza forse un po' eccessiva, ma non inficia questo trattato sociologico fatto di immagini che rapiscono e di episodi che restano impressi nella mente. Le musiche sono perfette in ogni occasione, cosi come sono ottimi gli attori, a partire da un magistrale Servillo, accompagnato comunque da validissime interpretazioni degli altri attori. Sicuramente un film visionario e particolare, quasi lynchiano per certi versi, sicuramente non apprezzabile da tutti, ma per me una granfissima pellicola, coraggiosa e sferzante. Regia curatissima, e fotografia ottima, dialoghi interessanti e ben realizzati, personaggi definiti nel loro carattere. Un piacere per occhi e mente. Non potrà convincere tutti, ma va sicuramente visto, è un'esperienza.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Egobrain  @  19/06/2013 15:39:35
   9 / 10
"La Grande Bellezza" c'è sempre, e non c'è mai.
Roma è l'involucro di un contenuto alto-borghese decadente e malato.
La città eterna cela tanta bellezza ma Jep Gambardella non riesce a trovarla e non fa chissà quale sforzo per andargli in contro.
Egli è un viveur notturno che vive nell'accidia di un esistenza vuota e insignificante.
La notte nasconde il fascino barocco di una città che è mito. La notte del protagonista rincorre la luce di un giorno che egli stesso non vedrà, e la bellezza rimarrà soltanto per chi saprà coglierne l'essenza, come il fotografo giapponese nella prima scena del film.

Chapeau per Sorrentino. Era tanto che non uscivo dalla sala di un cinema cosi colpito. O forse l'ultima volta era per "This Must Be The Place"?

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Ultima risposta 20/06/2013 04.23.26
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Gruppo COLLABORATORI paul  @  19/06/2013 01:06:01
   6½ / 10
Sorrentino rimane il più grande regista vivente, anche quando firma un film sul nulla. L'idea di decadenza di Roma nel particolare e la società in generale ci sta, così come il senso di inquietudine che pervade la pellicola. Ma tutto sa di già visto, il sacro che richiama alla Dolce vita felliniana ed alla voglia di sacro che cerca il protagonista si fondono con una serie di virtuosismi inutili del bravo Bigazzi. Tutto alla fine si regge sulle spalle dell'immenso Servillo.

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Ultima risposta 19/06/2013 09.51.48
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Tuonato  @  18/06/2013 16:25:32
   6 / 10
<<Cercavo la grande bellezza, non l'ho trovata>>

E invece l'avevamo sotto il naso. Quella di Roma, magnetico fascino eterno. Sorrentino ce la propone dall'antipasto al dolce, regalandoci meravigliose - anche meno note per gli stessi romani - panoramiche. Una città però contaminata dalla mediocrità dei personaggi - questo il contrasto - che la vivono quotidianamente, moderni - quanto tristemente attempati - vitelloni in cerca di una Via Veneto ormai estinta da tempo.
Così prende vita un carosello di persone colorate eppure grigie, dinamiche ma inconcludenti.
'La grande bellezza' a me non è piaciuto granché. Visioni psichedeliche e fotografia promosse, ma le inutili lungaggini e la resa delle comparse sono le note più negative.
Anche Servillo m'è parso avulso, fuori gioco stavolta. E non è riuscito ad essere il solito "uomo in più".

djciko  @  18/06/2013 01:51:54
   6 / 10
Il film, anche se in qualche modo cattura, è pesante, presuntuoso e prolisso. E non parla altro che di piccoli spettacoli per nascondere la decadenza. Credo comunque che nella sua malriuscita complessità, riuscirà a trarre in inganno quelli che ci vorranno per forza vedere qualcosa.
Comunque, la cosa piu' triste del film rimane senza dubbio Serena Grandi ;)

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento mkmonti  @  16/06/2013 15:14:34
   7½ / 10
Di certo "La grande bellezza" non può definirsi la migliore pellicola di Sorrentino, ma nella sua imperfezione è comunque un film da vedere e rivedere, simbolo di un cinema italiano oramai quasi scomparso, con alcuni buchi di sceneggiatura, alcuni personaggi quali la Ferilli assolutamente superflui, ma con l'ennesima prova di una straordinario Servillo ed un ritratto della Capitale e della società italiana impietoso ma necessario. A mio avviso Sorrentino promosso a pieni voti.

biribiri  @  12/06/2013 13:19:36
   7 / 10
E' un film molto intimo, dunque ho trovato difficile godermelo appieno al cinema, con continui brusii di sottofondo ed immotivati schiamazzi della gente. Penso sia uno di quei film da vedere a casa e possibilmente da soli, senza alcuna distrazione intorno, almeno per quanto mi riguarda. Il messaggio generale che l'autore vuole trasmettere, il cambiamento del protagonista, detto in parole povere, e' abbastanza evidente ed e' espresso tramite scene visivamente belle, di impatto, girate impeccabilmente. Non e' un film da prendere alla leggera, e se non si ha la giusta predisposizione e concentrazione meglio lasciar perdere, perché potrebbe risultare eccessivamente lento e a tratti incomprensibile. Lo rivedrò sicuramente.

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Ultima risposta 15/06/2013 09.08.32
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venetoplus  @  11/06/2013 11:23:31
   9 / 10
La domanda è: quanti Donatello? quanti Ciak d'oro? entrerà nel lotto finale per l'Oscar quale migliore film straniero? (pleonastico che sia il candidato italiano..)
Semplicemente Magnifico.. Poesia allo stato puro! Chapeau Paolo, chapeau..

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Ultima risposta 08/03/2014 13.38.53
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Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  09/06/2013 21:52:07
   7 / 10
Questo film ha la pecca enorme di venire (molto) dopo Fellini. Ed è talmente "Dolce Vita" da sembrare superfluo. Certo, è ancora più violento in certe sue immagini di squallore, così come nei richiami della morte e del fallimento, da non passare con leggerezza. Però il tema è quello, è ripetuto dall'inizio alla fine, e proprio non aggiunge nulla a quel che aveva già detto Fellini. In più ci sono vari momenti "mah!" che lasciano un po'interdetti. Bene fotografia, musica, ambientazioni, attori... insomma, sarebbe anche un gran film se non fosse che gira in tondo e va poco lontano.

Manticora  @  08/06/2013 18:13:31
   10 / 10
Un film leggermente inferiore a The must be the place, il luogo e i personaggi sono corali, rispetto al precedente film, ma l'interezza della storia è assolutamente originale, è alla Sorrentino. Nessuna velleità di "copiare" 8 e mezzo e lo stile felliniano, semmai aleggia uno stile, omaggiato alla dolce vita, ma che il regista trasfonde nei personaggi, concentrandosi sulle loro vite esteriori, lasciando da parte la politica. Toni Servillo è ancora una volta a ragione maschera cinematografica tragicomica che si muove nell'universo sorrentiniano a suo agio. Un film che senza di lui avrebbe perso molto, invece si rispecchia nel grande attore, che ne è l'anima, ma non da solo. Attori pensati per dare il loro contributo alla coralità della pellicola danno il massimo senza limiti, tra decadenza, nullafacenza, ricchezza, povertà e qualunquismo. Carlo Verdone, poco riconoscibile, semitragico, ma originale, che vive all'ombra di Gepy-Servillo il quale lo coccola sentitamente come suo agente mancato(non scrive nulla di letterario da 40 anni).
Carlo Buccirosso, fedifrago, macchietta umana affamato di scopata godereccia.
Giorgio Pasotti in un ruolo minore, poco incisivo (praticamente non l'ho notato)
Iaia Forte forte e prerompente, che si sciroppa le feste, ma senza partecipazione, Isabella Ferrari, splendida cinquantenne, avventura di una notte, Greg nel ruolo del mercante d'arte, Roberto Herliska, cardinale un pò demode che discetta di coniglio alla cacciatora, infine Sabrina Ferrilli, Ramona la spogliarellista, che vive, ma non per i soldi, per fare lo spogliarello artistico.
In questo mondo si muove il re della mondanità, Servillo-Gepy, vestito in maniera inoppuntabile ed elegante, immancabile sigaretta fà ciò che odia fare, divertirsi, dopo il suo 65 compleanno. Cercando la bellezza di un amore passato, di quando era un ragazzo, guardando il mare in un soffitto e cercando curiosità ed amicizia. Ma la grande bellezza è tutta intorno a lui nel bene e nel male, tra gelosie, invidie, stupidità, e indifferenza. "siamo passati ormai, nella consapevolezza di non valere più niente, " chiosa con l'amica battagliera ma arrogante che rivendica di aver scritto 11 liberi e di essere stata partecipe e politicizzata negli anni 70. La critica lascia il posto alla noia, perchè il tempo passato non si può recuperare, come la santa, suo malgrado macchina da esibizioni per il potere ecclesiastico, ma che si trascina senza considerare nient'altro che la povertà, perchè quella si vive, non si racconta..
Colonna sonora bellissima, ambientazioni romane che fanno parte della storia nella loro interezza, tutto per distillare un film potentemente fuori contesto, niente facilonerie, furbate e strizzatine d'occhio, soltanto un capolavoro che inneggia alla vita e a quello che comporta.

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Ultima risposta 16/06/2013 17.03.40
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  08/06/2013 11:25:09
   9 / 10
Vedi Recensione

giuliowi  @  08/06/2013 11:12:45
   7 / 10
Il film è molto complesso e non di semplice comprensione, come un po' tutti i film di Sorrentino.
Inizia con un ritmo frenetico, quasi fastidioso dove le immagini di una festa si sovrappongono violentemente a ritmo di musica mentre la fine dell'opera sarà caratterizzata da un ritmo pacato e lento, quasi celestiale, probabilmente per sottolineare un cambiamento, un inizio di un nuovo persorso che parte dalle origini e che tralascia tutto il rumore che spesso caratterizza una vita all'apparenza movimentata ma eternamente vuota, quasi a sottolineare la maestosità della fede che può portare ognuno di noi ad un percorso nuovo, alla riflessione, alla ripartenza, all'ispirazione o semplicemente all'illusione. E' alla fine del film che l'autore decide di ricominciare a scrivere.

Tutt la prima parte del film il protagonista vive la sua vita in maniera passiva con sguardi e pensieri sempre proiettati al passato (il racconto della prima esperienza sessuale, delle opere scritte da giovane, di quello che si era in passato). Anche il cinismo presente nel carattere del personaggio principale dimostra un disagio e la sottile intolleranza che spesso le persone benestanti e annoiate possidono nel loro dna caratteriale e manifestano la cattiveria con estrema educazione, la stessa che nasconde una capacità psicologica di ferire le persone più deboli, la stessa che li mette in mostra e che evidenzia l'egocentrismo dell'essere umano.
Persino al funerale si manifestano dei comportamenti pieni di egocentrismo: la scelta del vestito, il saluto davanti agli occhi di tutta la platea ai familiari della vittima, il pianto durante il trasporto della bara, tutti comportamenti poco naturali e studiati per poter rimanere al centro dell'attenzione, per dimostrare al mondo di essere sempre in prima fila.

L'arroganza delle persone ricche che vivono di opere d'arte astratte, che spesso hanno la lingua troppo lunga e conoscono poco il ritengo perchè abiutate a dare una spiegazione a tutto, abituate ad avere sempre ragione, a permettersi le cose con facilità, perchè annoiate, perchè gelose, perchè lontane dal vero senso della realtà che accumuna le persone comuni, quelle che lavorano con sacrificio per arrivare a fine mese, ad esempio.
Le feste a ritmo di musica dance con alcol e cocaina, feste che sembrano riempire la vita di allegria ma che invece sottolineano il vuoto presente in certe vite, fatte di apparenza, vuote come è vuoto quello che lasciano.

Il protagonista, Servillo, ad un certo punto quando si trova sdraiato con il personaggio incarnato dalla Ferilli, chiede: "lo vedi il mare sul soffitto?". La ricerca passiva attorno alle proprie mura di qualcosa lontana, di qualcosa di grande, di qualcosa che è sempre presente e che è reale.

Il protagonista ad un certo punto del film si accorge davvero di essere solo e si percepisce la paura accompagnata da un senso di ricerca, camminare per Roma la notte per incontrare vecchie amicizie, girovagare nel vuoto del presente, sentirsi abbandonato quando persino l'amico "sfigato" incarnato da Carlo Verdone decide di andarsene. Rimanere da solo in compagnia di una giraffa che addirittura scompare.
I dialoghi del film sono molto belli e i significati che si possono dare alla storia sono molteplici.
Un film difficile ma pieno di spunti di riflessione, un film che nel bene o nel male crea un brusio, un film amaro, con poco zucchero, un film notturno che non dona felicità ma che fa pensare e parlare.
Sicuramente un opera d'arte riuscita.

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Ultima risposta 08/06/2013 18.00.37
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Lory_noir  @  08/06/2013 00:45:03
   7½ / 10
Mi ha ricordato a tratti Fellini a tratti Lynch. il grande talento di questo film è dare moltissimi spunti di riflessione e discussione, lasciando aperte alcune scene. La parte tecnica è magistrale, niente da dire. Non do un voto eccessivamente alto perché, sebbene mi sia piaciuto, e mi abbia fatto molto riflettere, la voluta ampollosità con cui è raccontata la vicenda per gusto personale non mi fa urlare di gioia.

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