Alla vigilia della Seconda guerra mondiale, una vedova inglese assume un archeologo autodidatta per effettuare scavi nella sua proprietà e fa un'incredibile scoperta.
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"The dig" (of the grave) Il regista ha manipolato la vicenda reale in un'unica direzione: Edith Pretty era coinvolta nello spiritualismo, e da ciò s'è inventato la classica manfrina sulla presunta immortalità o eternità dell'amore. Romanticismi falsificati di sana pianta, come quello fra i due protagonisti, fra Peggy Piggott and Rory (un personaggio fittizio), e sui motivi della passione di Basil per l'archeologia (si legga https://www.historyvshollywood.com/reelfaces/the-dig/). A dispetto di questo, il film mantiene dalla prima scena, con Finnies ingobbito sott'il peso dell'età e della fatica, con la struggente colonna sonora e la fotografia desaturata, l'alone opposto d'una caducità beckettiana: tutti falliamo, ogni singolo giorno.