la parola ai giurati regia di Sidney Lumet USA 1957
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la parola ai giurati (1957)

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locandina del film LA PAROLA AI GIURATI

Titolo Originale: TWELVE ANGRY MEN

RegiaSidney Lumet

InterpretiHenry Fonda, Lee J. Cobb, Ed Begley, E.G. Marshall, Jack Warden, Martin Balsam, John Fiedler, Jack Klugman, Ed Binns, Joseph Sweeney, George Voskovec, Robert Webber

Durata: h 1.36
NazionalitàUSA 1957
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1957

•  Altri film di Sidney Lumet

Trama del film La parola ai giurati

Dodici uomini sono chiusi in camera di consiglioper decidere del destino di un ragazzo ispano-americano accusato di parricidio. Devono raggiungere l'unanimità per mandarlo a morte, e sembra quasi cosa fatto, visto che solo uno dei giurati è contrario al verdetto di colpevolezza...

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Voto Visitatori:   8,86 / 10 (125 voti)8,86Grafico
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Voti e commenti su La parola ai giurati, 125 opinioni inserite

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edmond90  @  21/06/2009 13:38:15
   9½ / 10
Veramente un esordio eccezionale per Lumet.Nonostante l'apparente staticita'il film e'coinvolgentissimo,si viene proiettati nell'aula e si assiste affascinati a questa incalzante indagine sui pregiudizi e sulle debolezze degli 11 giurati ,all'inizio sicurissimi del loro verdetto,condotta da un superbo henry fonda.Bravissimi comunque tutti gli altri attori.Vero capolavoro del fortunato genere giudiziario

alexp79  @  19/06/2009 00:47:34
   8½ / 10
eccellente, lo spettatore sembra seduto con i giurati nella sala tanto è coinvolto....Alcune parti, alcune smorfie degli attori, forse le ho trovate un po, passatemi il termine, semplicistiche....e cmq l'uomo (ma più la donna), rimane il trionfo della soggettività!!!!

Raffa§  @  11/06/2009 16:21:49
   9 / 10
Un bel film, semplice, ben girato e che nonostante degli anni 50 sà tenere ancora incollati allo schermo!

Guardatelo, è un altro film che non può mancare nella videoteca dei grandi appassionati e non!!

JOKER1926  @  10/06/2009 02:32:10
   8 / 10
"La parola ai giurati" di Lumet è una pellicola teoretica che sfocia in complessi dilemmi concettualistici conducenti in idee quasi "razziste" avvolte in una mostruosa successione di preconcetti.

Il regista si supera e confeziona una pellicola sublime, innanzitutto partendo dal piano tecnico c'è da segnalare una grande fotografia, lo spettatore è quasi "integrato" nella famigerata sala; inoltre le suggestive inquadrature vanno a sigillare la magnificenza tecnica; da lodare ovviamente gli attori, su tutti Henry Fonda in una prestazione magistrale.

"La parola ai giurati" presenta una trama eccezionale, a tratti il film sfocia quasi nella pura genialità, pellicola vibrante senza noia che con il tempo attrae sempre di più; i dialoghi perfetti, le accese discussioni, le analisi dei giurati, i pregiudizi dei giurati incrementano ovviamente le già tante positività del film.
Il film è dettagliatissimo, con il tempo, in modo prettamente graduale il giurato (Fonda) "ammalia" le menti degli altri, è l'apoteosi… I concetti empirici di difesa e di accusa riguardo il giovane accusato annebbiano la mente dello spettatore guidandolo sui binari della massima incertezza, della superba ambiguità…
Insomma nella stanza vengono esposti moltissimi concetti, lo spettatore (è un fatto soggettivo ma facoltativo) deve "captare" e (se vogliamo) "giudicare" il ragazzo ma tale processo è molto difficile, quasi impossibile…

Inoltre Lumet con "La parola ai giurati" delinea in modo quasi indiretto le varie personalità degli uomini, insomma il caso del ragazzo è un mezzo imprescindibile per delineare i dubbi e i concetti di pietà e di vita dei giurati, l'ultima scena nella stanza è metafora (vedi fotografia); Lumet risulta essere quasi impeccabile e fa (letteralmente) impazzire il pubblico.

"La parola ai giurati" è un incommensurabile tragitto nella psiche umana, nei pregiudizi degli uomini; Lumet inoltre inserisce delle cruciali metafore come la pioggia siglando a tratti la perfezione; "La parola ai giurati" è un inno di denuncia contro la superficialità umana e Lumet cerca di indirizzare l'uomo verso la luce fatta da ragionevolezza, speranza e fiducia nel prossimo… Opera della concezione …

9 risposte al commento
Ultima risposta 25/06/2009 00.19.22
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#Lou  @  04/06/2009 17:57:29
   9 / 10
Semplicemente geniale.
Sono rimasta sbalordita.
Da vedere assolutamente.
Non so che altro aggiungere.

16 risposte al commento
Ultima risposta 05/06/2009 09.39.18
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LoSpaccone  @  03/03/2009 17:37:33
   9 / 10
Capolavoro del cinema, non servono molte parole, tutti dovrebbero vederlo!

fragolina51  @  13/02/2009 21:43:22
   9 / 10
Grande l'esordio di Lumet, per me è il suo miglior film

inferiore  @  02/02/2009 20:20:48
   10 / 10
Geniale esordio alle regia di Lumet. Un ora e mezza di svolgimento, mai un attimo di tregua.
Un capolavoro di sceneggiatura e interpretazioni MAGNIFICHE, mai visti dodici attori equivalersi. Una sola location, una stanza, una dozzina di persone messe a decidere della vita o della morte di un ragazzo accusato dell'omicidio del padre, dialoghi magnifici.
La regia di Lumet è magistrale nel seguire da vicino il serrato dibattito che si tiene nella stanza e, man mano che si avvicina all'epilogo, stringe sempre di più sui protagonisti. Primi piani, carrellate, mai in un puro esercizio di stile.
''Twelve angry men'' è un film che non sente il passare del tempo e non lo sentirà, sempre avvincente e teso, ti fa sentire il tredicesimo giurato.
Invita a riflettere sul sistema giudiziario, elogio ancora una volta i dialoghi brillanti.
Unica pecca è la prevedibilità, ma non importa se sotto tutti gli altri aspetti è perfetto!
Più che un film contro la pena di morte una riflessione sulla responsabilità della giustizia e sul ragionevole dubbio.
Imperdibile.

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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  20/12/2008 13:50:36
   9 / 10
Film a dir poco bellissimo: rinchiusi dentro una stanza 12 uomini arrabbiati devono decidere il futuro di un ragazzo accusato di omicidio.
Proprio come accadde per "Nodo alla gola" anche qui la staticità dello sfondo non è assolutamente deficitaria per lo svolgimento dell'intera vicenda: non ci sono punti morti, non ci si annoia praticamente mai e più scorrono i minuti più ci si appassiona e ci si identifica in quella tesa atmosfera.
Ogni singolo giurato è protagonista, nessuno prevale sugli altri, ognuno con la propria personalità e le proprie ragioni: una ballata recitativa perfetta.

Inoltre la regia è sublime e nulla ha da invidiare al già citato "Rope", solo che qui si tratta del primo vero lungometraggio di Lumet (anche se aveva già avuto tantissime esperienze registiche).

Come la razionalità può distruggere qualsiasi pregiudizio. Imperdibile.

Max78  @  12/12/2008 21:35:53
   9½ / 10
Magnetico legal movie che mette in discussione la fragilità del sistema giudiziario americano.
Colpevole, non colpevole, non è tanto questo il problema, il nocciolo della questione è quanto un giurato sia in grado di valutare un caso a mente libera senza farsi condizionare da esperienze personali,
umori e preconcetti, decidendo così della vita altrui.
Aspetti psicologici, valori etici e morali che seppur datati è sempre bene rinfrescarli.
E si ritorna al Fritz Lang di M; "Chi sei tu che vuoi giudicarmi!".

Dimenticavo di elogiare i 12 giurati, nessuno degli attori domina la scena prevaricando sugli altri, se non per esigenza di copione. Una prova corale dosata perfettamente e diretta magistralmente da LUmet.

Gruppo COLLABORATORI julian  @  28/11/2008 22:21:22
   8½ / 10
Uno dei capisaldi del genere giudiziario, fondamentale.
12 uomini seduti intorno a un tavolo, in un'afosa giornata estiva, sono chiamati a deliberare sulla sorte di un giovane: hanno in potere la vita e la morte.
Ancora una volta è centrale il potere della parola: la parola può fare miracoli, in questo caso può restituire la vita ad una persona già condannata.
Il film scorre tra scontri dialettici epocali e interpretazioni appassionanti quali quelle di Fonda e Cobb.
Lo so che può sembrare un genere monotono e con poche alternative, ma il giudiziario mi inizia a piacere sempre di più, credo stia diventando uno dei miei preferiti...

Macs  @  18/10/2008 22:39:27
   7½ / 10
E' un buon film, che sicuramente va visto. Le interpretazioni sono eccellenti, il ritmo è ottimo e il film incalza lo spettatore tenendolo incollato. Non griderei però al capolavoro, e la media dei voti mi sembra eccessiva. Il motivo? Perchè Henry Fonda ha buon gioco nella sua opera di instillare il dubbio, solo grazie al fatto che il dibattimento in aula è stato quanto di più ridicolo e disastroso cui si potesse assistere. Il processo è stato completamente lacunoso, le obiezioni che muove Fonda sono quasi tutte ovvie. Egli ha buon gioco proprio perchè fa leva su queste incredibili lacune. Voglio sperare che i processi veri, nella realtà, siano condotti in maniera ben più professionale.

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Ultima risposta 12/11/2008 23.39.19
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Invia una mail all'autore del commento Marla Singer  @  24/09/2008 12:11:31
   9½ / 10
Se si tiene conto del fatto che è un film d'esordio secondo me merita quel mezzo voto in più.
Un film sensazionale, ad un certo punto sei il tredicesimo "uomo arrabbiato", riesce a coinvolgere come pochi altri film.
Un capolavoro con ottimi interpreti.

Liberty Valance  @  17/09/2008 17:53:39
   9 / 10
Film da vedere e rivedere.Una delle migliori interpretazione di Fonda, ma anche gli altri 11 angry men sono eccezzionali

xxxgabryxxx0840  @  07/09/2008 16:44:46
   8½ / 10
Eccellente pellicola di Lumet. Tutto si svolge praticamente all'interno di una stanza (in questo simile al "Delitto Perfetto" di Hitchcock). 12 giurati caratterizzati psicologicamente alla perfezione, dai quali dipenderà la vitadi un diciottenne appena processato. Molto bello

Invia una mail all'autore del commento wega  @  22/08/2008 12:19:15
   9 / 10
Il più Premingeriano dei film di Lumet: non verremmo mai a conoscenza dell'innocenza o della colpevolezza del processato, ma il regista, attraverso 12 personaggi ognuno caratterizzato diversamente dall'altro, mostra l'ambiguità della verità e della realtà percipita e percebibile.
Straordinario come sempre l'uso dello spazio, praticamente un unico interno, e di straordinaria forza espressiva i primi piani ed il taglio dell'inquadratura degli stessi; ad un certo punto si suda pure con loro. Grandissima schiera di attori.

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Ultima risposta 07/09/2008 18.24.53
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Andre85  @  06/08/2008 00:00:12
   9 / 10
forse il miglior film di lumet e dei legal movie
claustrofobico quanto mai si raggiungono picchi emotivi senza pari

Gruppo COLLABORATORI antoniuccio  @  31/07/2008 21:24:53
   10 / 10
Non a caso il titolo originale è "Dodici uomini arrabbiati", poiché tutto il film è giocato in camera di consiglio dove appunto i giurati devono decidere la sorte di un ragazzo non bianco. A prevalere sembra essere il pregiudizio e quindi sembra tutto facile, ma un solo uomo dei dodici ha un dubbio. Il cosiddetto "ragionevole" dubbio che non gli dà quella sicurezza nell'esprimere il suo voto. Con il volto limpido di Henry Fonda, quell'unico giurato inizia con un saggio stillicidio a rompere il pregiudizio di un giurato dopo l'altro e induce ognuno a riflettere. Nel frattempo, un caldo soffocante che man mano prende forma, colore e odore sui personaggi, il tempo che sembra non riprendere a trascorrere e la rabbia per aver invano pensato che quel consiglio potesse risolversi in un lampo, agguantano i giurati in un vortice litigioso al punto da evocare lati inconfessabili e sepolti di ciascuno.
Una camera di consiglio che diventa l'inferno, poi un purgatorio, scandito da una pioggia invocata e tardiva e infine, al verdetto raggiunto, la pace dei sensi, ritrovata nella quiete dopo la tempesta.
Ben giocato su inquadrature molto strette e primissimi piani che accentano le reciproche affermazioni e argomentazioni sul voto, il film è ricco di ottimi interpreti. Henry Fonda, il cui sguardo particolarmente enfatizzato e paurosamente uguale a quello di Jane, esprime tutta la limpidezza di un cuore puro, vale a dire il solo che può esprimere un giudizio, eppure il solo che ha anche - e direi perfino - il dubbio di esprimerlo. Non a caso è vestito in completo bianco, quasi a sottolinearne la purezza.
Da segnalare, invece, la performance di Lee J. Cobb, l'ultimo giurato a decidere, e il mai dimenticato "nonno" del celeberrimo "I quattro cavalieri dell'Apocalisse".

al_pacino  @  29/07/2008 20:18:06
   7½ / 10
Bella l'idea di base con l'aggiunta di grandissimi attori e splendidi piani sequenza

popoviasproni  @  23/07/2008 07:32:18
   8½ / 10
Sceneggiatura perfetta.
Ipnotico e carico di contenuti ... avanguardistico ... dialoghi brillanti.
Interpretazioni magistrali ... mai sopra le righe.
Un semplice e costruttivo legal thriller.

Invia una mail all'autore del commento Clint Eastwood  @  20/07/2008 19:48:42
   10 / 10
" è difficile mantenere i pregiudizi personali al di fuori di queste cose e quando questo accade il pregiudizio offusca sempre la verità.
Io non so quale sia la verità e immagino che nessuno di noi lo saprà mai.
Nove di noi ora sembrano ritenere che l'acusato sia innocente ma stiamo solo basandoci sulle delle probabilità ... possiamo
sbagliarci. Stiamo forse cercando di lasciare libero un colpevole ... non so, nessuno può saperlo. C'è in noi un ragionevole dubbio
e cio è d'importanza capitale nel nostro sistema nessuna giuria può condannare un uomo se non è più che certa e noi nove non
comprediamo come voi tre siate ancora così sicuri. " (Henry Fonda)
Per me questo film è un capolavoro, non ti da pace per tutta la durata del film, è tutto perfetto. Film Consigliatissimo.

Phelps  @  15/07/2008 19:48:55
   10 / 10
Scorre tutto alla perfezione..ti incolla allo schermo.superlativo..

Simmetria84  @  14/07/2008 21:20:35
   9½ / 10
Film atipico ma geniale, pungente, critico ed estremamente intelligente.
Splendido chiunque dovrebbe vederlo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Blutarski  @  10/07/2008 13:58:53
   10 / 10
Uno dei più importanti film mai realizzati. La parola ai giurati che di sicuro non rende il titolo americano che è sicuramente molto più significativo, è un film perfetto, che oltre a rompere gli schemi cinematografici classici del suo tempo producendo un effetto di magnetismo unico, offre uno spaccato di un controverso sistema giudiziario e una riflessione profonda sulla cultura di quel tempo. Dodici uomini arrabbiati sono la frustrazione di un popolo giustizialista, che cerca sempre il colpevole e il capro espiatorio riversando tutta la frustrazione di uno dei decenni socialmente più assurdi dello scorso secolo. Non è solo un film contro la pena di morte o il razzismo o il sistema giudiziario inadeguato (o adeguato nella misura in cui è composta la società, perchè di essa ne è un riflesso), è anche un film sugli anni '50, quella cultura fatta di buonismi effimeri, di predicozzi morali e tanta tanta rabbia repressa, contraria alla 'ragione' e propensa all'ignoranza. E Lumet si diverte da matti a sviscerare sarcasticamente tutto ciò mettendola spesso alla berlina.

Film attualissimo come gran parte dei film di Lumet, un regista profetico, intellettuale unico e senza tempo in grado di avviare tutt'altro che sterili riflessioni sociali, culturali e politiche, ma di andare sempre al nocciolo dei problemi spesso portandoli alle estreme conseguenze. Questa è a parer mio una chiave di lettura di tutta la sua filmografia e cioè il fatto di portare sempre alla ribalta dei casi limite per mettere in discussione il mondo in cui viviamo e aprirci gli occhi (mi riferisco ad esempio a Network così come Quel pomeriggio di un giorno da cani o Serpico o il sottovalutato Power, ma ce ne sono tanti altri).

Sensazionale Fonda, non ci sono parole per descrivere la sua bravura, anche gli altri attori meritano ma lui è un grandissimo qui. Del resto il film si svolge tutto in una stanza e quindi i dialoghi sono curatissimi.

Uno dei film più belli in assoluto che abbia mai visto.

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  09/07/2008 13:45:50
   9 / 10
Un vero e proprio gioiello questo film di Sidney Lumet. In poco più di un'ora e mezza il regista riesce a rappresentare diverse tipologie umane, creando una sorta di "summa" della società occidentale -analizzata sotto diverse prospettive, dalla quale poi si prende lo spunto per una profonda riflessione sulla natura dell'uomo.
Dodici giurati, chiusi camera di consiglio, devono decidere della sorte di un giovane imputato accusato di parricidio. Il quadro che emerge dal raffronto delle varie opinioni si configura da un lato avvilente, in quanto mette in luce la mentalità ottusa e retrograda di una società che, per quanto avanzata, si manifesta tuttavia schiacciata dal peso dei pregiudizi classisti; e dall'altro più indulgente nel momento in cui dimostra come i pensieri e i comportamenti palesemente iniqui siano spesso il frutto non di una natura umana ontologicamente meschina, bensì di traumatiche esperienze di vita pregresse. Ed è proprio su questo punto che si incardina l'analisi ("psico-sociologica") del giurato impersonato da Henry Fonda: il modo in cui si giudica una persona difficilmente si presenta come obiettivo, atteso che esso risulta condizionato e inficiato da elementi di carattere sia psicologico sia "pregiudiziale", i quali determinano una distorsione della realtà portando il soggetto a vedere il male dove ve ne è e viceversa. Detta analisi, caldeggiata scrupolosamente e puntigliosamente dal suo sostenitore, instillerà poco alla volta nei diversi giurati, dai meno convinti ai più coriacei, il ragionevole dubbio fino ad ingenerare in essi il ribaltamento del proprio punto di vista. Ciò che inizialmente appare fermo e incontrovertibile si sgretolerà lentamente, lasciando spazio soltanto ai dubbi e alle incertezze e soprattutto ad una importante presa di coscienza: niente è come appare superficialmente; ogni vicenda umana va soppesata e scrutata attentamente e cercando di mondare il proprio punto di vista da qualsiasi sovrastruttura che ne costituisca una potenziale alterazione.
Un legal-movie esemplare, nel quale la sostanza del tema di fondo è accompagnata da una impeccabile forma registica (fatta di tempi e movimenti mirati) tesa a evidenziare il conflitto interiore che tratto tratto prende piede nei vari protagonisti, le cui caratterizzazioni sono altresì esaltate dalla scelta di ambientare interamente il film all'interno di uno spazio chiuso.

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  03/07/2008 18:24:16
   9 / 10
Stupendo ed imperdibile esordio di Lumet.
Un film appartenente al filone processuale-giudiziario dall'ambientazione unica e per questo claustrofobica e decisamente efficace. Incredibile la capacità di questo regista di mantenere accesa l'attenzione dello spettatore per l'intera durata, non esiste un attimo di noia né un secondo per distrarsi.
Il cast è eccellente a partire da colui che incarna il vero "dubbio", ossia Fonda, per poi passare ad uno sbraitante e fenomenale Cobb, così come incredibili sono gli altri 10 protagonisti.
Da vedere.

aiemmdv  @  15/06/2008 19:12:51
   10 / 10
Per quanto il film sia ambientato tutto in una sola stanza, si riesce sempre a mantenere viva l'attenzione dello spettatore grazie a dibattiti brillanti che vanno ben alidilà del processo stesso abbracciando argomenti di alto contenuto moralistico.
E' giusto che la giustizia si affidi alla pura e semplice abilità degli avvocati?
Di quali prove ci si può fidare se perfino un testimone oculare può cadere in errore?
Le angolazioni della realtà sono molteplici e quindi soggettive, personali: E' possibile determinare in un processo la realtà dei fatti senza alcun dubbio?

Un vero e proprio capolavoro.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  28/05/2008 21:22:30
   8½ / 10
Un capolavoro del genere cinematografico dedicato ai tribunali.
Lumet dimostra grande sapienza tecnica e contenutistica. Ambienta l’evento in un’unica stanza, ma le sole parole aprono finestre su mondi innumerevoli. Gli spunti di riflessione sono numerosi e ottimi, l’analisi è lucida e perfettamente sicura di sé. Il personaggio di Fonda (maestoso in una parte tutt’altro che facile, ma va riconosciuto che Cobb quasi lo supera. Bravissimi comunque tutti) è il soggetto-agente, ma non perde credibilità, anzi ne acquista. Non è un personaggio costruito, artificioso, retorico. È una persona normale su cui si concentra però l’evidente intento critico del regista. Da vedere assolutamente, la vicenda è ambientata così bene che non solo la si sente sentimentalmente (indignazione) e intellettualmente (il problema sociale), ma anche fisicamente (il caldo, la tensione etc…).

Cliff72  @  24/03/2008 10:16:29
   8½ / 10
Non credo sia stato facile per Lumet girare un intero film in una fredda stanza di un tribunale....senza cadere mai nella noia o in momenti di stanca molto probabili.....ma grazie ad una regia impeccabile, ad un cast eccellente e soprattutto ad una scenneggietura straordinaria caratterizzata da dialoghi intelligenti e sempre vivaci, questo grande regista è riuscito a confezionare un classico anni '50, che, secondo me, è ancora attuale e che fa riflettere.
Senza dubbio un grande film che, nonostante si svolga in un' unica ambientazione, mi è risultato avvincente e pieno di spunti interessanti sui cui riflettere.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  18/02/2008 13:51:27
   8 / 10
L'esordio di Sidney Lumet si svolge in una singola stanza di un tribunale dove 12 giurati devono decidere della sorte di un imputato. Un compito sulla carta improbo, ma la brillantezza dei dialoghi sempre coinvolgenti, una sceneggiatura di ferro e 12 interpreti pienamente all'altezza (non solo Henry Fonda, da citare almeno Lee J. Cobb, Jack Warden, E.G. Marshall e Martin Balsam), donano al film la statura di vero e proprio classico del cinema.

Jumpy  @  18/02/2008 12:23:52
   10 / 10
Uno dei capolavori del cinema, sublime l'interpretazione di Henry Fonda, geniale il regista per aver reso vivido e coinvolgente un film girato in un unico interno.

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quaker  @  30/06/2007 00:10:20
   9 / 10
Rivisto stanotte dopo poco meno di 40 anni. Eppure lo ricordavo tutto. Opera veramente fuori del comune: regia da manuale (per un esordiente) interpretazioni oggi forse un po' enfatiche, ma per il cinema di allora memorabili, Grande la sceneggiatura. Prodotto da Henry Fonda, uno degli attori liberal della Hollywood appena uscita dal maccartismo.
Guardatelo appena potete.

iosper  @  19/04/2007 13:50:01
   8½ / 10
Essere in grado di portare avanti una storia che si svolge in un'unica stanza senza stancare significa avere delle qualità fuori dal comune.
Le inquadrature via via più strette contribuiscono ad accrescere l'ansia dello spettatore.

Mpo1  @  10/03/2007 00:43:47
   9 / 10
Film d'esordio del regista Sidney Lumet e probabilmente la sua opera migliore (insieme a "Quel pomeriggio di un giorno da cani"). La storia si svolge tutta in una stanza, quella in cui i dodici giurati devono decidere la sorte di un giovane accusato di omicidio. Grandissima la sceneggiatura, che riesce a mantenere l'interesse e la tensione per tutta la durata del film e disegna perfettamente dodici personaggi ben caratterizzati. Altro che gli insopportabili legal thriller di anni più recenti! Questo è un classico da vedere per constatare come con poco si possano fare grandi film. E i temi che tratta (i problemi del sistema giudiziario, i pregiudizi, la superficialità delle persone) sono ancora attuali.

davil  @  05/03/2007 11:07:58
   9 / 10
bellissimo nella sua semplicità, chi ama il cinema non può prescinderne

vivolamiavita  @  23/01/2007 12:19:03
   9 / 10
Incredibile! io ho solo 21 anni e questo è il primo film in bianco e nero che vedo. Purtroppo per una questione di pregiudizi solitamente scarto a priori i film un po' troppo vecchi, ma questa volta mi sono fatto prendere dai vostri voti e mi son deciso a fare questo sacrificio.
Ora sono qui a commentare un film che secondo me, altro che sacrificio, bisogna assolutamente vedere.
12 bravissimi attori in 12 diversi atteggiamenti, tutti diversi tra loro ma tutti estremamente realistici, e poi certi ragionamenti che a starci dietro mi è venuta la pelle d'oca. Non credevo che fosse possibile dare un 9 ad un film che si svolge in un'unica stanza, e invece è proprio quello spazio ristretto, quell'aria claustrofobica, il sudore dei protagonisti, che ci fa capire che il valore della vita di un uomo, anche se sconosciuto, deve andare al di là dei pregiudizi personali, "non è giusto che non se ne debba neanche discutere", soprattutto se poi la discussione che ne verrà fuori, sarà così incredibile!

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Invia una mail all'autore del commento domeXna79  @  20/12/2006 20:42:22
   8½ / 10
Grande film del filone drammatico-giudiziario targato Sidney Lumet.
"La parola ai giurati" che devono decidere sulla colpevolezza o meno di un giovanissimo presunto assassino, in un complesso tavolo di discussione sono chiamati ad abbandonare ogni possibile pregiudizio personale che inevitabilmente ci si porta dentro, per approdare, in maniera convincente, ad un verdetto unanime ..ricco di suspance, il film poggia prevalentemente sulla contrapposizione delle diverse personalità che costituiscono il corpo giudicante, caratteri che si frappongono per diverse ragioni (sociali, culturali, generazionali), ma che alla fine riusciranno a giungere ad una soluzione.
L’alternanza di toni, la continua e diversa ricostruzione dei fatti, riescono a coinvolgere sin dalle prime battute, pur se l’impalcatura narrativa è tutta concentrata all’interno della camera di consiglio (un ambientazione volutamente claustrofobia) ..encomiabile è perfettamente sviluppato l’apologo democratico (quale vero confronto di idee) che sottende l’intera pellicola, sviscerato in diverse forme, tutte assolutamente incisive, come l’iniziale prima votazione a scrutinio segreto, adottato quale strumento indispensabile per palesare le incertezze del secondo giurato, che aprirà poi le porte all’acceso dibattito.
Un grande cast sorregge al meglio il difficile compito di recitare senza pause, tra tutti il grande Henry Fonda (impeccabile nei panni del mite e riflessivo ) ..superba la regia di Sidney Lumet, con la sua capacità di scrutare i volti dei protagonisti (a volte in una leggere penombra) nelle loro diverse angolazioni, per rilevarne infine le singole fragilità.
Film che stimola una attenta riflessione sul sistema giudiziario e sul quello democratico ..imperdibile!

Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  10/11/2006 12:07:00
   8½ / 10
Capolavoro di sceneggiatura e regia. Un'opera unica, tutta girata in una stanza, ma con dialoghi eccellenti e ricca di "scene alla francese", infatti lo sceneggiatore R. Rose aveva capito benissimo che per girare una scena non c'è bisogno di cambiare stanza e quindi fa interagire i personaggi tra di loro (come nel teatro francese) creando scene stupende e un film non noioso. La messa in scena è perfetta così come la regia (Kowalsky nel suo commento ha già detto tutto).
Alcune situazioni forse sono un pò prevedibili, ma nel complesso è un film straordinario.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  01/10/2006 08:33:05
   8½ / 10
"Il punto era se seguire le limitazioni e non dilatare la sceneggiatura televisiva originaria, oppure se operare un'apertura.
Decidemmo di restringerla ulteriormente dal punto di vista visivo.
Mano a mano che il film procedeva scelsi di usare lenti a piu' alta lunghezza focale così da chiudere il soffitto sulle teste, le pareti sul tavolo dei giurati.
Li rinchiusi in uno spazio sempre piu' piccolo al fine di accrescere il senso claustofobico della situazione. Ci volle una grande tecnica. Insieme al direttore della fotografia Boris Kaufman elaborai un tipo particolare di luce. Il pubblico, grazie a D.io, non si è accorto di tutto cio'. Ma lentamente nel film quella stanza diventa sempre piu' piccola" (cfr. Sidney Lumet)

Con queste parole Lumet commenta questo suo straordinario esordio cinematografico, un classico del cinema giudiziario, e inaugura una serie di opere (ripensandoci, è uno dei primi registi americani ad usare questa tecnica) girate interamente in una stanza, come un "teatro filmato" (pensiamo anche al bellissimo"Lungo viaggio verso la notte").
Anche negli esterni, la sua tecnica non si discosta di molto: persone che vivono nello spazio ristretto di un quartiere ("uno sguardo sul ponte") o nell'incubo monolitico di una metropoli ("il principe della città" il suo film piu' ambizioso).
Forse "la parola ai giurati" è oggi un po' datato, ma conserva intatto il suo incredibile fascino: alla cura tecnica prevale una sorta di distruzione reattiva dei giurati, consci delle proprie scelte influenzate dalla loro vita quotidiana (straordinario in tal senso Martin Balsam, il "colpevolista").
In un certo senso è un'allegoria: mentre si decide il destino di un uomo, l'espiazione vera, la condanna, è di chi deve prendere una decisione tanto determinante e difficile per il reato altrui.
Un vero e proprio capofila e antisegnano del genere

2 risposte al commento
Ultima risposta 01/10/2006 20.03.12
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Brohymn  @  22/08/2006 08:57:13
   9½ / 10
Veramente eccezionale.

Film ambientato tutto in una stanza, dove la sola azione è data dai dialoghi (e scontri) fra i personaggi. Vi assicuro però che essa non cala mai.

E' straordinario come sia un film innovativo benchè sia del '57 e sia l'esordio cinematografico di Lumet.
La storia è molto semplice, ma allo stesso tempo ben congeniata. Infatti ha una cadenza costante e non c'è nessuna sbavatura.

Lo consoglio viamente!

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T3NAX86  @  27/04/2006 05:18:25
   7½ / 10
la dimostrazione che per fare un bel film non servono poi grandi mezzi,scenografie,effetti speciali ma neppure storie troppo complicate e mirabolanti.

1 ora e 30 min girata sempre nella stessa stanza,nonostante ciò il ritmo e la suspence non calano mai...

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  12/09/2005 09:55:04
   9 / 10
Grandissimo esordio di Sidney Lumet, giustamente riconosciuta come una delle opere prime più folgoranti del cinema americano.
"La parola ai giurati" rimane tutt'oggi uno dei migliori esempi di dramma giudiziario, che racconta una storia particolarmente originale, e che mette in primo piano non il processo vero e proprio ma le decisioni di una giuria.
Lumet dirige benissimo un cast di 12 attori, che sono in realtà 12 psicologie l'una diversa dall'altra (dipinte magistralmente da sceneggiatore e regista), tutto in una stanza, mantenedo comunque altissima la tensione per un'ora e trenta ed essendo sempre estremamente affascinante.
Già all'esordio Lumet lancia la sua idea di cinema che deve sempre essere di impegno sociale e deve mandare un messaggio chiaro, senza mai essere fine a se stesso. Il regista mette in primo piano il razzismo e l'ipocrisia della classe media americana, ma fa anche una critica al sistema giudiziario americano, sempre travolto e viziato da pregiudizi.

"La parola ai giurati" è un film interessantissimo, da avere e da vedere, e tra l'altro interpretato da un cast superbo, guidato da un grande attore come Henry Fonda (anche produttore) e da un bravissimo Lee J. Cobb.


dragonfly  @  18/12/2004 18:12:36
   10 / 10
Eccezionale esordio alla regia del giovane Lumet. Un film veramente all'avanguardia, dalla grande fotografia (l'illuminazione è veramente notevole) e ritmo. Intrappolante. I dodici attori sono tutti dei mostri di bravura.

Gruppo COLLABORATORI Invia una mail all'autore del commento paul  @  16/11/2004 15:04:27
   10 / 10
Capolavoro con la C maiuscola. Girato interamente in una stanza (tranne 2 minuti all'inizio e altrettanti alla fine), un film che fa forza su di una grande interpretazione dei protagonisti che non sminuisce mai la tensione. L'associazione di idee fra gli uomini è più importante della conoscenza reciproca (i 12 giurati non sanno nemmeno i loro nomi). Attenzione: da non confondere con quella ciofeca di rifacimento degli anni '90. Imperdibile per chi ama il cinema.

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