la seconda notte di nozze regia di Pupi Avati Italia 2005
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la seconda notte di nozze (2005)

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locandina del film LA SECONDA NOTTE DI NOZZE

Titolo Originale: LA SECONDA NOTTE DI NOZZE

RegiaPupi Avati

InterpretiAntonio Albanese, Neri Marcoré, Katia Ricciarelli, Angela Luce, Marisa Merlini, Robert Madison, Tony Santagata, Manuela Morabito

Durata: h 1.43
NazionalitàItalia 2005
Generecommedia
Al cinema nel Novembre 2005

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Trama del film La seconda notte di nozze

Italia, fine della seconda guerra mondiale. La vedova Liliana è costretta a lasciare l'amata città d Bologna insieme a suo figlio Nino, a causa di gravi problemi economici. I due si trasferiscono in Puglia nella masseria del cognato Giordano, fratello del defunto marito di Liliana, che in gioventù era stato perdutamente innamorato di lei. Il loro arrivo porta scompiglio nella vita del fragile Giordano e nella routine della masseria, e risveglia anche antichi dissapori nell'animo delle due vecchie zie del cognato, Suntina e Eugenia, che provano ancora un forte rancore nei confronti della famiglia di Liliana...

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Voto Visitatori:   6,82 / 10 (65 voti)6,82Grafico
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Voti e commenti su La seconda notte di nozze, 65 opinioni inserite

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topsecret  @  28/08/2009 10:58:59
   5 / 10
Personalmente non ci ho trovato nulla di particolare in questo lavoro di Avati, tranne forse la discreta prova di attori come Albanese e Marcorè, che hanno dimostrato di saper passare dai ruoli solitamente comici che ricoprono, ad altri più calibrati. Positiva anche l'interpretazione della Ricciarelli, vista per la prima volta nelle vesti di attrice.
Il resto non mi ha impressionato e ho trovato la storia abbastanza fredda e poco interessante.

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Ultima risposta 28/08/2009 11.28.50
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Lory_noir  @  15/01/2008 23:40:31
   6½ / 10
Il punto forte di questo film sono gli attori: Veronesi ottimo, Marcorè che sa interpretare anche questa parte in maniera geniale, la Merlini superlativa e la Ricciarelli inaspettatamente piacevole.

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Ultima risposta 17/08/2008 11.50.07
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Gruppo REDAZIONE Invia una mail all'autore del commento cash  @  22/07/2007 13:18:20
   6 / 10
film di complicata valutazione; tutta la pellicola è pervasa da un certo senso di impasse, con l'eccezione del personaggio interpretato ottimamente da albanese, l'unico realmente riuscito. Perchè il principale difetto del film sono i personaggi abbozzati che non vanno a parare da nessuna parte. E non è che non sanno dove andare a parare a mo'di metafora dell'uomo smarrito, non sanno proprio che ***** fare.

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Ultima risposta 25/07/2007 11.46.20
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siren  @  11/03/2007 16:58:18
   7 / 10
onestamente:il film si lascia seguire ed ha i suoi pregi,ma l'ha cosa che mi ha preso di più è stata l'interpretazione di Albanese,che ha offuscato tutto il resto.Niente male Neri Marcoré e la Ricciarelli,ma Antonione nostro si merita 10!

6 risposte al commento
Ultima risposta 13/03/2007 21.49.03
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vivi79  @  03/11/2006 14:24:31
   10 / 10
L'interpretazione di Albanees è superba e poi dò il massimo a sto film x' viene citato il mio paese meraviglioso: Giovinazzo

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Ultima risposta 06/12/2006 17.48.10
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principeste1  @  05/01/2006 00:29:51
   2 / 10
é un film che personalmente avrei evitato più che volentieri. Un film per amanti del genere , altrimenti è due palle che non finiscono più! Sono convinto che il film sia fatto bene ecc... ma ragazzi questa in se per se è una storia da ultra 40enni . Gli attori hanno interpretato bene ma resta una palla terribile.Scusate ma è questione di gusti.

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Ultima risposta 09/01/2006 07.48.39
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Invia una mail all'autore del commento bonazzo-rm  @  26/12/2005 03:10:09
   7 / 10
Bel film,spaccato di un Italia del dopoguerra,un po' triste come forse lo erano tutti i nostri nonni,ma realista.Il problema è che il regista è troppo bravo e gli attori sono sue pedine.Non c'è un'interpretazione emotivamente colorata degli attori e in ogni singola scena sivede solo Pupi Avati che magistralmente dirige tutto e tutti alla perfezione,schiacciando la spontaneità della storia.

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Ultima risposta 07/01/2006 14.58.54
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patt  @  13/12/2005 11:44:45
   6½ / 10
.. non ha stonature, tutto ben costruito e rappresentato.
ma è proprio questo..troppo misurato e composto da apparire quasi come una rappresentazione teatrale che non dà spazio alle emozioni dello spettatore.

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Ultima risposta 22/12/2005 00.16.02
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Gruppo REDAZIONE maremare  @  12/12/2005 10:16:31
   9 / 10
Era dai tempi di 'Una gita in campagna' che non ammiravo un Avati così in forma.
Tutto è misurato, calibrato, in questo film e se a volte si eccede nell'uso ridondante della musica o nella 'fellinizzazione' di certi personaggi minori, ciò risulta irrilevante al cospetto di una ottima sceneggiatura.
A ben vedere è anche una metafora dell'Italia del dopoguerra, un'Italia pu.ttana, piena di figli di buonadonna, pronti a pugnalarti alle spalle per un tozzo di pane. E' come se Avati volesse indicare la sua personalissima strada ai confusi, agli irrisolti: è il cinema, è l'arte che può trasformare le pulsioni primitive in parole d'amore, distogliere il ladro dall'entrare in politica. E' coltivare 'candidamente' il nostro giardino, fregandocene dei pregiudizi, che fa sentire vivi.
Un film su tre bellissime figure di sconfitti, figli di un'Italia sconfitta e pu.ttana (Katia Ricciarelli non ricorda, forse, le immagini iconografiche della fanciulla Italia?). Tre personagggi a cui Avati dedica tutto il suo amore, accompagnandoli con cura durante il percorso. Tre interpretazioni strepitose per un film dove si ride e ci si commuove, senza vivere mai alcun momento di noia.
Una vera commedia all'italiana, genere oramai in estinzione.
Da mettere sotto teca.

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Ultima risposta 18/12/2005 00.05.13
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norah  @  05/12/2005 12:31:13
   7 / 10
Pupi Avati con la sua delicatezza riesce sempre a commuovermi;certo, la mano si riconosce lontano un miglio,lo stile è inconfondibile e a qualcuno(facciamo a molti,và) potrà sembrare ripetitivo.
Questo film non racconta assolutamente nulla di nuovo,ma lo racconta egregiamente.Avati è bravissimo nel farci rivivere il nostro passato,nel riproporci quella capacità di arrangiarsi tutta italiana,che nel dopoguerra ha raggiunto il suo apice:impicci,imbrogli,pacchi, doppi pacchi e contropaccotti.
Il tutto accompagnato da una fotografia splendida e da un cast insolito ma brillante,nessuno escluso.

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Ultima risposta 12/12/2005 21.43.08
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Lus85  @  25/11/2005 09:35:22
   4 / 10
Il voto non è più basso solo grazie all'interpretazione di Antonio Albanese, che è perfetto nella rappresentazione del folle innamorato e che si rivela adatto anche a ruoli non comici. Positiva anche la Ricciarelli. Il film nel suo complesso non ha nulla di originale e presenta momenti di estrema pesantezza; per non parlare del finale che ti lascia un senso di incompiutezza enorme. Sembra che erano finiti i soldi per terminare il film. Un consiglio: rimanete a casa a leggere un buon libro (ma anche se non è buono!!!)

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Ultima risposta 10/12/2005 16.07.22
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Gruppo COLLABORATORI martina74  @  23/11/2005 10:49:57
   6 / 10
Sei e mezzo.

C'è qualcosa che non convince in Avati: da anni reitera sempre lo stesso copione, anche se le storie che raccinta sono diverse. Ha una "firma" immediatamente riconoscibile, ma che lo rende ripetitivo.
Anche stavolta non si fa eccezione: il film, girato con mano lieve, assomma momenti di tenerezza e delicatezza a tratti un po' noiosi e lenti.
Concordo, tuttavia, nel definire eccezionale la prova di Antonio Albanese, l'unico personaggio "vero" del film, trattato da tutti come un malato di mente e reso vittima di uno sfruttamento che non riesce, comunque, a cancellare la sua bontà e il candore con cui guarda il mondo.

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Ultima risposta 23/11/2005 14.47.41
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Invia una mail all'autore del commento fragen  @  22/11/2005 23:01:09
   9 / 10
Dedicato a tutti i bambini che hanno fatto una grande luce; così termina questo bellissimo film di Pupi Avati, l'ennesimo film in cui viene fuori la classe del nostro grande regista.
Un film che si basa sui ricordi di infanzia di Pupi, seguendo la linea conduttrice di altri suoi bellissimi film precedenti.


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Francesco Genovese

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Ultima risposta 13/12/2005 23.29.13
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Gruppo REDAZIONE Pasionaria  @  20/11/2005 09:14:14
   7 / 10
Pupi Avati è un regista che di solito non apprezzo, l'ultimo suo film visto, "Il cuore altrove", mi deluse e non poco. Questo, al contrario, mi ha positivamente sorpreso per la bella storia, raccontata con delicatezza e con un'intensità inusitata. Una storia d'altri tempi, abbozzata e mai approfondita, avvolta da un sentimento di tenerezza, accennato, silenzioso, che traspare appena dalle drammatiche storie famigliari del dopoguerra. Albanese ci offre una grande prova, senza tradire quel suo singolare modo d'interpretare, anzi qui lo realizza pienamente. Anche Marcorè sa caratterizzare bene un personaggio antipatico, viscido, scomodo. Incredibile l'esordio della Ricciarelli che, con la sua recitazione naturale e spontanea, risulta convincente.
Per finire una nota di merito al regista per l'attenta ricerca di ambienti, costumi, oggetti. Ci offre un preciso ma poetico affresco dell'Italia del dopoguerra.

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Ultima risposta 30/11/2005 15.20.41
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Gruppo STAFF, Moderatore Kater  @  14/11/2005 13:40:48
   7 / 10
Viene da dire: il solito Avati. Dal punto di vista dello stile e dei contenuti questo fim non riserva certo sorprese ma nemmeno delusioni. Più che altro mi ha lasciato, come tutti gli ultimi suoi film, una sensazione di incompiutezza.
L'interpretazione di Albanese però è veramente grande, tenerissimo nella parte di Giacomo, del quale fa trasparire tutta la fragilità ma anche la determinazione. Già citata da kow, splendida la scena in cui Giacomo si ferma per paura, anche se io l'ho letta più come la paura di "perdere" qualche cosa di così intensamente sognato nel momento in cui il sogno si realizza.
Brava e credibile la Ricciarelli.

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Ultima risposta 20/11/2005 09.18.13
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  12/11/2005 21:38:49
   7 / 10
Avati affonda da secoli (?) nella nostalgia, i ricordi delle origini contadini, la famiglia patriarcale, il sapore genuino della polenta e delle grandi abbuffate per gli anniversari, i matrimoni, i compleanni. C'era un tempo... un tempo in cui tutto questo, e in anni di carenza e difficoltà, tutto questo accadeva veramente. La gente si amava anche se la morale imponeva le sue regole. Avati si riconosce, da sempre: c'è chi lo trova insopportabile e chi plaude alla sua tutto sommato prevedibile, poesia, C'è anche un Avati di culto che ha realizzato alcune delle piu' strabilianti opere horror-.fantastiche italiane ("la casa dalle finestre che ridono", "Zeder", "Magnificat") che è anche quello che preferisco. Se il manierismo fa spesso capolino nel suo cinema, è colpa della sua dipendenza. Tutto sommato questo film non è così esauriente, i luoghi comuni si sprecano, (il voto vero sarebbe un 6/7) ma si segnala per la prova maiuscola di almeno una parte del cast. Su tutti, un melanconico, affettuoso, stralunato Antonio Albanese la cui interpretazione del "problematico" Giordano non sarà facilmente dimenticata. Altra sorpresa, una Ricciarelli lontana dai fasti di Puccini e Verdi, splendidamente dimessa e davvero credibile nei panni della popolana Liliana (è nata una stella nel nuovo cinema italiano?). Per il resto, qualche macchietta di troppo (cfr il redivivo Santagata che impersona un popolare attore degli anni trenta dall'esistenza un po' viveur) nulla toglie comunque alla briosità di un film innoquo, ma divertente e capace anche di qualche tenera sfumatura intelligente: su tutti, il personaggio di Giordano, esca e cavia per disinnescare le bombe, specialmente in un'unica grande scena: quando si ferma per paura (o forse per coraggio) e vede tutto il limite della propria esistenza sacrificato alla maldicenza e all'ottusa intolleranza del mondo circostante. Anche nell'eden di aromi culinari e umili riti affettivi del tempo che fu, un Puro di spirito puo' percepire il segno della propria sofferenza

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Ultima risposta 21/12/2005 18.09.50
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