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Parte incautamente come una sorta di giallo, e diventa una simbolica meditazione sulla debolezza umana e sulla sua impotenza temporale. Se qualcuno vuole farsi incrinare i testicoli, è servito: Jancso ha sempre utilizzato gli elementi della terra (acqua terra fuoco) per raccontare il cinema in veste allegorica e filosofica, compresi i rituali di abluzione (coreografici, e a dire il vero visivamente affascinanti) ma lo ha fatto per 35 anni. Se una volta il suo cinema poteva avere una sua ragione d'essere (v. i disperati di Sandor) oggi è solo tedioso, spocchioso, inutilmente agiografico, ridondante e narcisista. Film che ho odiato profondamente