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Se non sbaglio (non ho letto il libro) questo film ha un finale diverso rispetto al romanzo di Durrenmatt, e ne tradisce le aspettative. Non ho modo di verificarlo, ma devo dire che, a parte l'ottima interpretazione della Bergman e di Paolo Stoppa (l'amico del protagonista, forse l'unico "vero") il film è di un demagogismo e populismo imbarazzanti. Mi è rimasto impresso solo il fatto che, nel momento del maggior bisogno, tutte le persone possono voltarti le spalle (come accade a Quinn, che comunque è davvero insopportabile nel suo servilismo bonario)