Piccola battona romana è derubata e quasi ammazzata da un rispettabile impiegato cui ha affidato tutti i suoi risparmi nella speranza di farsi sposare e rifarsi una vita.
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I film di Fellini non andrebbero mai visti una sola volta ma andrebbero rivisti e rivissuti per apprenderne il pieno potenziale, la magia quasi sussurrata che sprigionano, le sfumature dei personaggi che descrivono. Detto questo mi tocca andare in controtendenza con il mio pensiero e recensire dopo un'unica visione un film che probabilmente si meriterebbe, per i motivi sopra descritti, un voto ben più alto. La storia ( o sarebbe meglio dire la vita ) di questa ingenua battona fa ridere e piangere insieme, è concentrica e ben strutturata, è tragica ma attraversata da un filo di speranza indomita che fa bene al morale ed al cuore; la Masina dal canto suo la interpreta come meglio non si potrebbe, lavorando nel solco di un altro suo personaggio dai tratti similari come quello di Gelsomina de "La strada". L'incontro con un benefattore alle grotte, la scena dell'ipnotizzatore ed il prefinale è cinema allo stato puro, però che pesantezza i dialoghi sempre strillati e quasi esclusivamente in romanesco ( dialetto che per altro adoro ), sono arrivato alla fine un pò provato. Esclusivamente per questo motivo non credo che rivedrò questo film in tempi brevi.