In Texas, un detective della sezione omicidi unisce le sue forze a un poliziotto arrivato da New York per indagare su un omicidio avvenuto nella sua contea e che sembra connesso a una serie di crimini irrisolti avvenuti tutti in Texas.
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E così la figlia di Mann, dopo aver vissuto i set del padre, ne segue le orme. Le paludi della morte è la prova che come opera prima non è di certo malaccio. Lento, ma abbastanza scorrevole, anche se la suspance non viene mantenuta ad altissimi livelli. Putroppo non vien sviluppato nessun altro aspetto, malgrado i vari tentativi di costruirci qualcosa attorno, e la storia si ben narrata. La sensazione è quella di seguire una storia qualunque di poliziotti che fanno le loro indagini. Poco caratteristico, a cui si può soprasseredere visto l'autenticità dei fatti, ma rimane troppo freddo e distaccato. In verità s'intuisce che vorrebbe puntare in alto, costruendo una sorta di spessore, ma il risultato è come pompare aria in un palloncino bucato. Ricorda il più piacevole "In the electric mist", in cui tema e location sono simili, ma sostenuti in miglior modo. Personalmente Micheal Mann mi piace parecchio, ma spero che in futuro la signorina Mann superi "il maestro". Inoltre avrebbero la possibilità di combinare l'esperienza e la carica giovanile, o in altri modi, le riflessioni di fondo e l'adrenalina (anche se il vecchio non l'ha mai fatta mancare). Però sarebbe un duo da sfruttare.