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Continuiamo con i film documentari sulle varie stragi ,etniche e non, dei vari regimi dittatoriali. Look of silence decisamente meglio, questo sembra una pallida copia. Ci si sconvolge ancora zappando la terra che riporta alla luce i suoi abitanti dimenticati, nella forma di un bottone,un pezzo di stoffa o un dente. Insomma,poteva essere meglio
Il regista cambogiano dell'Immagine mancante torna a parlare del genocidio del suo popolo ad opera dei Khmer rossi. Una terra che è come un sudario di morte, di anime perdute e di sopravvissuti che disperatamente cercano corpi che non avranno mai più pace. Sacro e profano si mescolano in questo documentario, ma i racconti delle persone che hanno vissuto quegli anni fanno verfamente venire i brividi. Non sempre la spiritualità e racconto orale si miscelano bene. A volte sembra ricalcare il modello di Look of silence e The Act of Killing, ma come nei documentari di Oppenheimer la forza della parola è dirompente.