l'occhio che uccide regia di Michael Powell Gran Bretagna 1960
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l'occhio che uccide (1960)

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locandina del film L'OCCHIO CHE UCCIDE

Titolo Originale: PEEPING TOM

RegiaMichael Powell

InterpretiKarlheinz Böhm, Anna Massey, Moira Shearer, Esmond Knight

Durata: h 1.49
NazionalitàGran Bretagna 1960
Generethriller
Al cinema nel Settembre 1960

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Trama del film L'occhio che uccide

Il cineoperatore Mark Lewis uccide una serie di ragazze con una strana arma montata sulla cinepresa. Il rituale prevede che le vittime si vedano allo specchio nell'attimo in cui muoiono. Le ragioni della sua perversione sono da rintracciare nella sua infanzia, sconvolta dalle abitudini sadiche del padre che lo utilizzava come cavia per esperimenti psicologici.

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Voto Visitatori:   8,41 / 10 (58 voti)8,41Grafico
Voto Recensore:   8,50 / 10  8,50
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Voti e commenti su L'occhio che uccide, 58 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR strange_river  @  19/08/2010 20:33:51
   7½ / 10
Voyeuristico.

2 risposte al commento
Ultima risposta 20/08/2010 11.56.44
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Invia una mail all'autore del commento Ødiø Pµrø  @  17/08/2010 21:22:44
   7 / 10
Infatti, l'enorme importanza è già stata evidenziata e le analisi orto-iconoclastiche son state fatte, quindi andiamo al sodo: molto interessante per quanto torbido, perverso, morboso e malato sia, difficile restare impassibili di fronte al vittirnefice Lewis. Anche grazie all'ottima interpretazione di Böhm.

Scoptofilia ftw \m/ (cit.)

7 risposte al commento
Ultima risposta 21/08/2010 16.02.28
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edmond90  @  20/07/2010 09:13:21
   9½ / 10
Penso che la grandissima importanza culturale di questo film sia stata già ampiamente e dettagliatamente analizzata dagli utenti che mi precedono.Posso solo confermare la meraviglia e l'inquietudine che l'occhio che uccide mi hanno provocato,veramente un pugno nello stomaco.Non oso immaginare lo shock per gli spettatori dell'epoca,ma francamente mi stupisce non poco l'assurda ottusità della critica di allora che bollò "Peeping Tom" addirittura come spazzatura.

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Ultima risposta 20/07/2010 10.02.48
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Invia una mail all'autore del commento baskettaro00  @  03/01/2010 10:46:40
   9 / 10
Capolavoro del genere senza contestazione alcuna.
Powell realizza un'opera in bilico tra il thriller psicologico e il giallo che andava tanto in voga in quegli anni,riuscendoci perfettamente in ambedue i campi.
Mai una trama ha saputo così coinvolgermi come è successo per questo"L'occhio che uccide";La recitazione a mio parere è ottima,soprattutto l'interprete principale che ho trovato molto nella parte.
Molti contesteranno il fatto che l'assassino si scopre fin da subito,ma a me l'idea è parsa fantastica.
L'appassionato ringrazia:9 pieno.

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Ultima risposta 03/01/2010 14.28.14
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Invia una mail all'autore del commento wega  @  03/12/2009 10:11:51
   10 / 10
Capolavoro assoluto di Michael Powell. Il voyerismo per Hitchcock era sotteso alla intensità della curiosità con cui si spierebbe un omicidio, la stessa con la quale si guarderebbe da una finestra una persona che rovista in un cassetto. "Powell continua dove Hitchcock si è fermato". Il parallelismo col Genio della suspense calza a pennello, ma da "Rear Window" però. Powell riprende il concetto di voyer per farne un film - a maggior ragione come opera ultima - che è una riflessione metacinematografica sull' Arte e sul Cinema. Se Jeff è un curioso annoiato, Mark Lewis (assistente, che vorrebbe dirigere un film) è un perverso entomologo che studia le reazioni delle proprie vittime per (ri)prenderle, cogliendone il "vero poetico" (eh sì lessi Manzoni anch' io se c' ho capito qualcosa); Mark è già un regista a tutti gli effetti. Lo specchio, il doppio (l' omicidio della controfigura in una location "reale" di una scena scena che si ha da fare), l' inquadratura nell' inquadratura sono tutti elementi che elevano esponenzialmente le tematiche principali sottoponendole a più chiavi di lettura e possibili interpretazioni. Non ultima la classica sottile linea di demarcazione che separa la realtà dalla fantasia, o la madre cieca, che tende a negare il concetto stesso di voyerismo. Tecnicamente ineccepibile, "L' Occhio che Uccide" vanta una perfetta costruzione della suspense con un montaggio metacinematograficamente funzionale alla storia: le sequenze di tensione sono montate principalmente nella saletta di casa per visionare i filmati, che per una major corrisponderebbe proprio alla sala di montaggio.

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Ultima risposta 13/12/2009 20.51.35
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  16/09/2009 20:12:28
   7½ / 10
Ci sono parole che piacciono un sacco a chi commenta e prova a farlo ad un certo livello, come ad esempio: “Voyeurismo”. Allora, venuti a conoscenza dell’espressione e aggiunta al proprio vocabolario, non si aspetta altro che una pellicola adatta dove sfoggiarla. Ecco qui “L’occhio che uccide” di Powell, l’occasione è propizia, non ci penso su due volte, e comincio il mio commento con questo vocabolo:

Voyeurismo

Poi mi accorgo che praticamente lo hanno usato già tutti, ma non fa niente; e cerco un accostamento da fare con un altro grande regista, qualcuno che ancora non ha menzionato nessuno, un nome nuovo insomma, e mi viene in mente:

Hitchcock.

Bello spirito d’osservazione. A sto punto meglio deviare l’argomentazione su elementi tecnici. Ops, non ho mai fatto scuola cinema, rischierei la figuraccia. E’ conveniente non provarci. Magari divagare: ma m’informo, se mai me lo fossi scordato, che odio profondamente le divagazioni. Eppure lo sto facendo.
Divagare intendo, non informarmi, che di me sto già abbastanza informato.
Rileggo. Una vera schifezza. Un sacco di termini e non sono riuscito a piazzare come si deve il mio amatissimo “Voyeurismo”. Di rifare non ne ho voglia. Quel che fatto è fatto. Sono conscio che il commento riguardava un thriller dai risvolti psicologici inquietanti, che poteva suggerire una valanga di acute riflessioni sulla perversione e via dicendo, e che invece s’è limitato a questa frase davvero originale:

Un film sul Voyeurismo, che riporta a Hitchcock. Che soddisfazione!

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Ultima risposta 08/01/2010 08.26.56
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Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  03/10/2008 15:06:54
   8½ / 10
Formidabile esempio di thriller psicologico e metacinematografico, in cui il "fagocitante" è anche il "fagocitato" secondo il perverso gioco dello "sguardo nello sguardo".
Opera imprescindibile di Michael Powell, cui è seguita una numerosa serie di epigoni.

Vedi recensione.

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Ultima risposta 22/10/2009 10.34.58
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JOKER1926  @  03/07/2008 13:31:54
   7 / 10
"L'occhio che uccide" è un film in piccolissima parte sopravvalutato, Michael Powell confeziona una pellicola particolare con una grande trama e purtroppo con un ritmo molto lento...
La fotografia è buona, gli attori recitano bene ma in linea di massima c'è pochissima tensione e la dinamica del film è abbastanza semplice...
Le vittime saranno tutte donne (classico dei film trhiller)...
L'assassino uccide le sue vittime e le riprende con una cinepresa, questa "tattica" del killer è quindi a dir poco particolare, inedita (siamo nel lontano 1960...) ma comunque visionando la pellicola si capisce facilmente perchè l'assassino è "ossessionato" dal macchinario...
Film con poco sangue, pellicola "Old Style" che presenta diverse analogie con "Sei donne per L'assassino" ...
Infatti le vittime sono sempre donne ed esse sono parte "integrante" del film, ovvero le vittime sono sempre presenti sulla scena e l'assassino le "studia" quotidianamente, il killer infatti è a stretto contatto con le sue future vittime...
Anche gli ambienti, i luoghi "artistici" sono simili a quelli di "Sei donne per l'assassino", ma in questo ultimo film la dinamica è più complessa e il ritmo è superiore.
"L'occhio che uccide" quindi è un film discreto, da notare (e da lodare) i vari dialoghi della pellicola...
Bella la parte del film in cui il nostro protagonista (ovvero il Killer) fa visionare alla giovane ragazza i video "misteriosi" del padre( noto biologo...)…
Da questi video "scientifici" il killer prende "spunto" o meglio la sua voglia di uccidere, il suo cinismo, la sua freddezza omicida è in strettissimo rapporto con questi video ...
Il tutto sarà chiaro dopo una visione totale del film, la parte finale della pellicola è ben fatta e la morte del killer è abbastanza particolare...
"L'occhio che uccide" è sicuramente un film innovativo (riferito all'epoca!), Michael Powell riporta nel suo lavoro cinematografico tecnica e idee...
Infatti queste magnifiche idee verranno in seguito copiate e ovviamente elaborate da altri registi...
Nessun regista prima di Michael Powell aveva avuto l'"idea" di "intrappolare" la morte su un nastro...
Infatti il killer nel film è un uomo con evidenti problemi mentali (ma ovviamente in pubblico è una persona impeccabile) e cerca di "studiare" la morte, ovvero vuole "imbalsamare", immortalare questa paura "universale"...
Le vittime saranno le prime ad "assaggiare" il "volto" della paura...
Sono concezioni profonde che possono essere capite, e di conseguenza apprezzate solo dopo un'accurata visione del film...
Bisogna "penetrare " nella mente del killer (che a sua volta è stato influenzato dal padre) e capire la sua "tattica"...
Quindi il film è un mix di idee innovative, futuristiche e di particolarità...
La pellicola comunque è orfana di tensione e di splatter...
Ma ovviamente siamo nel lontano 1960 e quindi è inutile "pretendere" questi ingredienti che con il tempo sono diventati i punti principali, cardini, fondamentali di un buon film trhiller/horror...

La paura è un incubo, essa deve essere "abbattuta", (secondo la concezione del killer) bisogna guardare in "faccia" la paura…
Essa è un "fenomeno", deve essere "studiata", capita, accettata…
Bisogna "convivere" con essa…
Il più delle volte questo problema "universale", ovvero la paura fa rima con morte...

4 risposte al commento
Ultima risposta 22/10/2009 10.39.29
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  19/01/2007 21:27:10
   10 / 10
Immagine come proiezione di morte, di crescita e di follia.
Il capolavoro di Powell è ancora oggi un film destinato a dividere e sconvolgere gli animi sensibili, proiettando (attraverso quello che è forse uno degli ultimi grandi espedienti tecnici della storia del cinema) la dimensione dell'angoscia in una vicenda dove è opportuno citare la psicanalisi e il tema della schizofrenia.
Le ossessioni di Powell diventano anche le nostre: le sequenze in cui Mark Lewis uccide e filma le sue vittime sembrano acutizzarsi al punto che diventiamo noi spettatori "anche" le sue vittime.
La parabola allucinata del cineoperatore mentalmente provato sembra l'ultima volontà dell'artista di uccidere il Cinema, la sua stessa Arte.
Abbastanza risibili i paragoni con Psycho, anche se il film è girato nello stesso anno le due pellicole sono distanti sotto molti punti di vista.
Uno dei piu' grandi film di sempre, scandaloso che non esista ancora una copia in dvd

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Ultima risposta 24/01/2008 14.34.10
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  05/10/2005 20:52:23
   10 / 10
C'è poco da dire.
"L'occhio che uccide" è l'assoluto capolavoro di Michael Powell (senza Emeric Pressburger), un saggio indimenticabile sul cinema e sul vouyerismo cinematografico.
Avantissimo coi tempi, scottante per la tematica, all'epoca provocò in Inghilterra un forte scandalo per la sua radicalità.
E' forse da confrontare con "la finestra sul cortile" di Hitchcock, e più recentemente con moltissimi film che toccano la tematica.
Prima fra tutti la Bigelow negli anni '90, nel suo splendido "Strange days".

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Ultima risposta 09/09/2006 09.05.29
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