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Ecco una delle più grandi mistificazioni del cinema: spacciato come un horror in realtà questo film (girato in video) è un dramma estremamente lento, con sequenze interminabili tanto che non riesce a creare la tensione per il colpo di scena finale che arriva a forza di inerzia. A dire il vero ci sono alcuni momenti onirici, inquietanti e di tensione ma non riescono a sollevare le sorti di una storia che si perde nella noia. La fotografia, poi, è al limite dell'amatoriale ed anche la regia non è all'altezza. La figura dell'uomo-gufo aveva un grande potenziale per un horror...ma qui è stata del tutto sprecata.
Si ripresentano gli incubi del passato per James dopo essere tornato a Baldurrock House, cupa magione immersa nelle Highlands scozzesi ricevuta in eredità dalla madre di recente defunta. Qui da bambino la sua sanità mentale era stata messa a dura prova da misteriosi fatti, in primis l'apparizione di un inquietante uomo-gufo. Convinto che i suoi ricordi siano da addebitarsi ad una semplice distorsione infantile della realtà, torna in quelle vecchie stanze speranzoso di far luce sulle assillanti e disconnesse immagini che opprimono la sua memoria. Inevitabilmente si ritroverà nuovamente faccia a faccia con le sue paure, dapprima presenti solo nei sogni, poi traboccanti nel mondo reale. Nel frattempo incontra Evie, affascinante ed esuberante supporto nelle sue ricerche. Ghost story di vecchio stampo, molto british, dai tempi compassati miscelata con atavici rituali pagani. Non mancano sensi di colpa e desiderio di vendetta in una trama ben sviluppata nonostante qualche eccessiva reiterazione. Gli esperti di cinema horror non avranno problemi a fornire le risposte esatte ai vari enigmi, ma il fascino della pellicola è ravvisabile nel modo in cui essi vengono portati alla luce e quindi districati. Molto buono l'imprevisto twist capace in un attimo di cambiare le carte in tavola condannando il protagonista ad affrontare i mostri sepolti e a coinvolgere finalmente senza tregua lo spettatore. Urge pazienza ma il tutto merita, come meritevole è il finale, preciso nel dare un senso alla presenza fino a quel punto marginale e piuttosto confusa dell'amico Alan. Davvero bravo alla regia Lawrie Brewster, attento nel far risaltare interni spartani sottilmente inquietanti alternati con una natura suggestiva e respingente al tempo stesso. Il montaggio è eccellente, mentre gli effetti speciali pagano relativamente dazio alla ridotta disposizione di mezzi, anche se l'antropomorfa creatura -con maschera simile al killer di "Deliria"- rischia qualche caduta di stile soprattutto per via delle "perle di saggezza" di cui si fa carico. "Lord of tears" è un film molto particolare, lento nel mettersi in moto e con qualche innegabile difettuccio a partire da un protagonista (Euan Douglas) non proprio sbalorditivo; allo stesso tempo offre un'esperienza insolita, in cui la definizione del contesto ambientale e dei caratteri prevale di netto sull'azione.
Dalle premesse è un horror interessante, dalla storia che rievoca i vecchi horror gotici a cui si tenta di dare, non riuscendoci pienamente, uno sviluppo più incentrato sulla potenza visiva delle immagini con una fotografia che alterna colori caldi ad altre sequenze più oniriche dove la fotografia è desatura dai colori fino ad arrivare ad un quasi bianco e nero dal taglio decisamente espressionista. Tecnicamente non sarebbe male considerando che è un prodotto low budget, pecca però di una certa ridondanza nella trama, nel senso che è presente una volontà di curare bene i personaggi, di dargli una certa sostanza e profondità ma a discapito di un ritmo molto statico che nella prima parte si fa sentire. La presenza scenica del Signore delle lacrime è abbastanza inquietante, favorita non tanto dai dialoghi ma dal tono di voce baritonale che rende perfettamente l'aspetto sinistro. Qualche piccola perplessità sull'attore protagonista, che comunque è un esordiente, solo che purtroppo ha una voce stridula quando urla che induce più alla risata che ad aumentare la tensione. Qualche buona cosa c'è, ma non mi ha soddisfatto pienamente.
Bruttissimo horror inglese diretto da Lawrie Brewster nel 2013. La trama tutto sommato non sarebbe neanche male ma viene sviluppata in modo molto lento e terribilmente noioso,inoltre non riesce mai a trasmettere tensione e paura. Molto mediocre la regia,poco convincente anche la recitazione. Buonissima invece l'ambientazione (unico aspetto positivo del film),cupa ed inquietante come poche altre. Una palla colossale,da evitare assolutamente.
Sarò schietto: una palla micidiale. Lentissimo..noioso..vorrebbe infondere angoscia ed inquietudine portando avanti una sorta di mistero che collega strani incubi ed apparizioni del protagonista con la casa che ha ereditato. Tuttavia il risultato è pessimo..soprattutto la già citata lentezza è il colpo finale che abbassa il livello del film a punteggi imbarazzanti. Anche gli attori debbo dire che non mi sono affatto piaciuti. Unica nota di merito l'ambientazione..ma è troppo poco per farne un film anche solo guardabile.