l'uomo, la donna e la bestia - spell, dolce mattatoio regia di Alberto Cavallone Italia 1977
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l'uomo, la donna e la bestia - spell, dolce mattatoio (1977)

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locandina del film L'UOMO, LA DONNA E LA BESTIA - SPELL, DOLCE MATTATOIO

Titolo Originale: L'UOMO, LA DONNA E LA BESTIA - SPELL, DOLCE MATTATOIO

RegiaAlberto Cavallone

InterpretiJane Avril, Paola Montenero, Martial Boschero, Angela Doria

Durata: h 1.30
NazionalitàItalia 1977
Genereerotico
Al cinema nell'Ottobre 1977

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Trama del film L'uomo, la donna e la bestia - spell, dolce mattatoio

Avventure erotiche di alcuni cittadini in un giorno di festa.

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Voto Visitatori:   7,14 / 10 (18 voti)7,14Grafico
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Voti e commenti su L'uomo, la donna e la bestia - spell, dolce mattatoio, 18 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  31/07/2014 14:57:31
   7½ / 10
Numerosi brandelli di vita quotidiana punteggiano il film di Alberto Cavallone, regista dedito al weird e al surreale che qui, con piglio destabilizzante, porta alla ribalta piccoli e grandi vizi della provincia italiana, ovviamente nascosti dietro il consueto muro eretto sull'integrità morale tanta sbandierata e regolarmente demolita tra le mura domestiche (e non solo).
I vari episodi sono tenuti insieme da un affresco corale all'interno del quale si susseguono feste patronali di ogni tipo, con i vari protagonisti, nonostante la folla soffocante ad attorniarli, fondamentalmente lasciati soli con i loro segreti inconfessabili.
Ne esce un ritratto umano deprimente, in cui i maschi sono fallaci, viziosi e deboli, mentre le donne perennemente confinate in uno stato di insoddisfazione. Non è un caso che la prostituta del paese sia l'unica a seguire serenamente la propria indole, essendo svincolata al di fuori dell'alcova da qualsiasi contratto con il mondo maschile.
Il sesso è elemento centrale, ostentato attraverso nudi e numerose scene di sesso, in cui però l'atto fisico giunge sempre come malsano, frutto di fantasie deviate oppure seguendo impulsi per nulla convenzionali, dove l'istinto animalesco prende il sopravvento sulla dolcezza e il romanticismo.
Il regista porta alla luce la natura bestiale dell'uomo (l'inquadratura dell'occhio del gallo che ogni tanto fa capolino è significativa in questo senso) mentre i personaggi si affannano sullo schermo: c'è l'artista con la moglie folle, il contadino alcolizzato con consorte esasperata, il padre incestuoso, il poliziotto integerrimo solo a parole, il macellaio erotomane e tanti altri; insomma, un quadro tutt'altro che edificante in cui si introduce un elemento salvifico. Un ragazzo dal ruolo non specificato con chiarezza ma capace di catalizzare tutte le morbosità di quel mondo e farsene carico, sino a raggiungere un finale dalle forti sfumature iconoclaste dove il nostro assurge (in una sequenza d'impatto che farà contorcere gli stomaci più deboli) quasi a novello messia.
Opera molto simbolica, in cui l'onirico si interseca di continuo con realtà e fantasia; in questo senso Cavallone guarda a registi come Jodorowsky e Bunuel senza averne l'eleganza e la densità contenutistica, al tempo stesso però racconta con grande acume uno spaccato sociopolitico dell'epoca pur utilizzando metodi decisamente fuori dagli schemi.

lampard8  @  21/06/2013 12:13:36
   7 / 10
Cavallone è uno dei registi più visionari, weird e perversi della storia del cinema italiano. Tutte le sue pellicole(o perlomeno quelle che ho visionato) sono tutte ricoperte da un fitto alone di mistero, da un qualcosa di esoterico, malato, ma al contempo di un innegabile fascino e di impatto emotivo fortissimo.
A differenza di Afrika, che sembra girato abbastanza controvoglia e anche maluccio, Spell dolce mattatoio, aka L'uomo, la donna e la bestia, è girato ottimamente e la fotografia e i dialoghi sono all'altezza.
Il cinema di Alberto Cavallone deve senz'altro molto a Sweet movie, a El Topo e in generale a Jodorowski e Arrabal però ha una sua velleità artistica importante e un'impronta ben definita senz'altro.
Un genio o un folle, questo sta al giudizio di ognuno, però a seconda di come lo si guardi, un rivoluzionario.

Invia una mail all'autore del commento luca986  @  25/01/2013 15:26:58
   6½ / 10
L'ultima mezzora non mi ha convinto, resta un film interessante da vedere. Secondo me è stato leggermente influenzato da Sweet movie.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  04/10/2012 20:59:33
   7½ / 10
Spell non un film facile da analizzare perchè è estremamente stratificato da un impianto di base neorealista in cui il surrealismo di Cavallone fain un certo senso saltare gli schemi. Una piccola comunità unita nel pubblico della festa paesana contrapposta alla angosciante solitudine dei molti personaggi che la costellano. Il sesso è una delle chiavi per capire meglio il significato o uno dei significati del film: non è mai rappresentato in una maniera liberatoria o gioiosa, è al contrario vissuto in maniera malata e perversa, mercificato da una società che ha perso ogni costante di riferimento, di ideali e valori che distrugge il diverso o il non omologato. Personaggi maschili simili ad animali in calore, personaggi femminili frustrate ed insoddisfatte. Pur nelle sue imperfezioni, è una pellicola a cui è certamente difficile rimanere indifferenti.

Oskarsson88  @  19/07/2012 17:33:28
   6½ / 10
buone le atmosfere e le immagini suggestive, che nonostante talvolta siano un po' eccessive, non scendono praticamente mai nel trash facile, però manca un po' di sostanza al film, nel senso che resta nel complesso un po' futile, nonostante possa avere mille significati.

sweetyy  @  15/06/2012 16:32:51
   7 / 10
Primo film (e sicuramente non ultimo) di Cavallone che ho visto.
Allucinato, folle, duro e Poco digeribile...

lupin 3  @  25/05/2012 14:45:27
   7½ / 10
Bravo Alberto Cavallone, buon film.
Non perdetevi dello stesso regista Blue Movie.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  23/02/2012 00:13:24
   7½ / 10
Ero perplesso prima della visione: su Cavallone ne ho lette tante, la gente si divide tra chi lo considera genio o mediocre regista di serie B. Come al solito la verità sta nel mezzo (forse).
Spell, forse il suo film più conosciuto e apprezzato insieme a Blue Movie e Maldoror (introvabile e perduto, ma diventato leggenda) è un bel film che per fortuna non si perde nei cliché del cinema erotico anni '70 italiano.
Pur ripetendosi e risultando alla lunga stancante è certo che alcune immagini siano di una potenza surrealista e visionaria dirompente, immagini non facili da dimenticare per la loro fascinazione come quella del famigerato occhio vaginale (rimando bunueliano distorto nel messaggio sessuale?) o l'atto di coprofagia nel finale.
Sesso dappertutto quindi e in tutte le sue forme, specie le più aberranti, fino a far nascere un rigetto nello spettatore ma anche un irresistibile tentazione di continuare a guardare: incesti, macellai con quarti di bue, coprofagia, comunisti incalliti e sullo sfondo la festa di un paesino provinciale sotto ritmi orgiastici. Non è difficile scorgere nel microcosmo provinciale uno spaccato più ampio, estendibile a tutta l'Italia; Cavallone d'altronde da quel che si reperisce era un uomo di vasta cultura e questo è un film non adatto a tutti i palati. Chi lo vede troverà somiglianze impressionanti con Jodorowsky, Arrabal e leggermente Bunuel ma senza la classe di questi ultimi. Eppure con un senso del cinema come rottura altrettanto dirompente ed estremo.
Un regista tutto da scoprire, per la prima volta. E magari da ritrovare...

Invia una mail all'autore del commento INAMOTO89  @  30/11/2011 23:49:47
   7½ / 10
Surreale e surrealista opera di CAvallone di difficilissima comprensione ma di sicuro impatto visivo !!
L'ho trovato fortemente erotico come film, perfino nelle scene + malate mi è parso davvero arrapante e alcune scene restano davvero impresse in quanto a genialita'

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PEr il resto difficile dare un giudizio oggettivo, mi ha ricordato molto sweet movie con una spruzzata di jodorowsi e bunuel ma molto meno intellettualoide, puo' essere catalogato indistintamente come genialata o come porcata, pero' a me ha incuriosito e se qualcuno volesse dirmi 2 paroline in + su quest opera sarei molto felice di ascoltarlo :)

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  28/11/2011 18:36:02
   7 / 10
Si tratta di un film molto singolare, ambiguo e difficile da commentare. Non si sa bene se prenderlo come un'opera artistica di rappresentazione e riflessione, oppure se si tratta di un film che cerca solamente di eccitare la curiosità e la morbosità dello spettatore. La mia impressione è che questo film sia un'opera molto interessante e con diversi spunti di riflessione, anche se a volte indugia su scene e immagini con il preciso scopo di eccitare la sensibilità erotica (più che spirituale) dello spettatore. Questo aspetto in sé non è un difetto, solo che secondo me non si fonde bene con la parte intellettuale. In ogni caso ci troviamo di fronte ad un film che vale la pena sicuramente guardare.
Il protagonista del film è l'ambiente chiuso e ristretto della provincia italiana (non è chiaro in quale parte d'Italia sia ambientato), di cui vengono disvelati tutti i retroscena morbosi, proibiti e violenti. Ne viene fuori un'opera in cui sul banco degli imputati c'è sia l'ipocrisia, l'esteriorità, i vizi nascosti della gente perbene, che la pretesa intellettuale di dare libero sfogo a tutti gli istinti dell'animo umano (anzi di considerarlo salutare). Comunque il quadro non è ben chiaro, ci sono diverse sfumature o contraddizioni, l'ambiguità intellettuale nuoce molto al film. In ogni caso è un prezioso documento dello smarrimento intellettuale tipico della fine degli anni '70.
Il film non si focalizza su di un protagonista o di una storia, ma procede con montaggio alternato (tipo Nashville) su diversi personaggi e diverse vicende, il tutto sullo sfondo di una festa paesana, con i suoi riti quasi pagani e la sua carnalità. Fra una scena e l'altra un occhio di gallo in primissimo piano ci ricorda la bestialità alla base del comportamento istintivo di tutti le persone rappresentate (da qui il titolo: "l'uomo, la donna, la bestia"). Altra caratteristica basilare è il voluto mescolarsi di realtà e fantasia nelle immagini, con il preciso scopo di confondere lo spettatore, di mettergli il dubbio su ciò che è vero e ciò che immaginato, nonché mettere in evidenza come la fantasia (spesso molto morbosa) abbia un ruolo determinante nel comportamento di ciascuno.
Da metà film in poi appare un personaggio misterioso, molto ambiguo, difficile da collocare (è un "angelo"? è un catalizzatore positivo o negativo?). Il suo intervento contribuisce in qualche maniera a sciogliere i nodi delle diverse vicende (quella finale in maniera molto difficile da decifrare, ed è anche la più "forte").
Su tutto domina l'immaginario surrealista. Il film è allo stesso tempo una celebrazione (si usa a piene mani la sua estetica) e una condanna del surrealismo (il personaggio del comunista idealista intellettuale è quello peggio trattato nel film). Del resto anche il sesso viene in una certa maniera celebrato (viene mostrato in maniera aperta e morbosa) e allo stesso tempo condannato (è per lo più animalesco, puramente fisico, uno sfogo di istinti repressi che può portare alla [auto]distruzione). In un certo senso porta quasi al disgusto per il sesso.
Dipende un po' dai punti di vista o dalle sensibilità. A me è rimasto impresso, comunque.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  06/09/2011 18:09:03
   7½ / 10
Definirlo erotico è davvero riduttivo, ricorda, con le dovute distanze, Buñuel o Fellini.
Realizzato con pochi spiccioli è comunque curato e offre un ottimo ritratto di una provincia morbosa. Il ragazzo che arriva a creare scompiglio e accoppiarsi con varie donne del luogo ricorda molto 'Teorema' di Pasolini.
In definitiva è un buon film, con spunti interessanti, purtroppo dimenticato.

Ciaby  @  20/11/2009 20:53:40
   10 / 10
Uno dei più grandi capolavori del cinema italiano, insieme a "Salò", "L'Avventura", "Blow Up" e "Ultimo Tango A Parigi".
Paradossalmente e stupidamente sconosciuto, "Spell" è un meraviglioso pezzo d'arte che rimane impresso.
Prendete Bunuel, Fellini, il surrealismo più estremo e centrifugate con un feroce gusto per il sesso e l'erotismo più violento, per il cinema alto ed intellettuale (ma non intellettualoide).
Ne esce un inspiegabile gioiello, schifosamente dimenticato: segno di un'Italia sempre più deprimente dal punto di vista cinematografico.

Perchè in Italia non esistono più film così?
Perchè esiste Moccia e i suoi quattordici amore. Ecco perchè!

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esther76  @  07/04/2008 15:12:41
   8½ / 10
Cinema libero come non se ne fa più in italia, pieno di scene memorabili e di un miscuglio incredibile tra sequenze 'rubate' ( la processione; la festa del paese) e deliri derivati da Bataille.

Marenco  @  13/12/2007 16:33:07
   6½ / 10
Calma, calma, calma. Non tiriamo fuori Bunuel e Fellini, non bestemmiamo. Con tutto il rispetto per le opinioni di chi mi precede, io non parlerei di capolavoro. Cavallone è stato un regista piuttosto insolito e sfortunato del panorama "meteoritico" italiano degli anni '70. Veniva dai "caroselli", ma conosceva il mestiere.
Questo film è un'operazione insolita ispirata a certi testi letterari che neanche ricordo. Cavallone voleva descrivere il meccanismo liberatorio provinciale durante le feste patronali. In pratica durante queste feste tutti gli istinti repressi dei cittadini venivano fuori. Assistiamo così a quattro o cinque storie che si intersecano: un macellaio che penetra un quarto di bue, un padre incestuoso che mette incinta la figlia, un prete equivoco, la moglie di un comunista che da' i numeri, la moglie gelosa di un contadino ubriacone che si concede al primo che capita.
Il film è sulla falsariga di "Salò" però qualche volta strizza l'occhio al noleggio, mettendo qua e là un pò di fica e tette... All'epoca il pubblico pipparolo ci andava a nozze. La trasgressione era per i popolani solo questa. Eppure Cavallone aveva delle idee, voleva andare a fondo nella questione. Non è stato capito, comunque la possibilità di riscoprirlo in dvd e' di per se' un miracolo..

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Ultima risposta 30/01/2008 01.28.40
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Sanjuro  @  14/11/2007 11:36:04
   10 / 10
Se vi capita a tiro: compratelo subito.! Innanzitutto direi che i paragoni più efficaci siano con il cinema di Bunuel e Fellini, ovviamente è tutto ridimensionato alla amatorialità e agli scenari rozzi e bucolici di un piccolo paesino italiano. Qui tutto è scandito dalle figure forti della polizia e della chiesa, da un erotismo morboso, da ideologie vacillanti e da un senso di putrefazione e torbido onnipresente.. Il microcosmo è analizzato con la lente di ingrandimento del surreale, vola sulle apparenze e le facciate pulite ritagliate dal cattolicesimo. Con "Spell" entriamo dentro i loculi di mariti ubriachi, mogli inappagate sessualmente, tradimenti, impotenza e nichilismo cosmico. Un erotico nerissimo meticciato con Bunuel, critica sociale, forti tinte filosofiche, tragedia greca e pulp d' avanguardia. Cioè che rende questa pellicola unica è la sua purissima libertà e l' ibridazione tra generi mai imparentati prima tra loro. Pare quasi che per Cavallone siano solo gli organi sessuali a dittatoreggiare sul più intimo comportamento umano, quasi una sorta di riaffermazione darwiniana in chiave cinematografica. Ma un film del genere più lo analizzi e più lo sfumi, perchè gli imput di una pellicola simile sono talmente tanti e variegati da poter scrivere un libro. Per me: Capolavoro.

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