magdalene regia di Peter Mullan Gran Bretagna 2002
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magdalene (2002)

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locandina del film MAGDALENE

Titolo Originale: THE MAGDALENE SISTERS

RegiaPeter Mullan

InterpretiGeraldine McEwan, Nora Jane-Noone, Annie-Marie Duff, Eileen Walsh

Durata: h 1.59
NazionalitàGran Bretagna 2002
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 2002

•  Altri film di Peter Mullan

Trama del film Magdalene

Irlanda 1964. Le ragazze "colpevoli di avere peccato" venivano mandate dalle famiglie in istituti religiosi, le Magdalene, dove, per "espiare" erano costrette a lavare biancheria per 365 giorni all'anno, non pagate, umiliate e maltrattate. L'ultima di queste Magdalene, apparentemente conventi, in realtà vere e proprie lavanderie industriali, è stata chiusa nel 1996.

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Voto Visitatori:   7,87 / 10 (101 voti)7,87Grafico
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Voti e commenti su Magdalene, 101 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Niko.g  @  24/07/2012 15:07:34
   5 / 10
"Ho voluto fare questo film soprattutto perché, da cattolico quale sono, sentivo il bisogno di pormi domande sulla natura dell'oppressione di una Chiesa che non differisce troppo dai talebani, che istiga alla crudeltà anziché alla compassione, trascinando la società in una spirale di follia collettiva".
(Peter Mullan)


Lungi da me l'idea di voler fare una recensione del film, sprovvisto come sono di stelletta qualificante.
Penso però sia necessario evidenziare alcuni aspetti, praticamente trascurati e snobbati dalla critica, perché ritengo questo film profondamente scorretto per limitarmi a poche righe di commento. A partire dalle dichiarazioni del regista, che fanno bene intendere sotto quale pressa ideologica il film sia stato sottoposto (Chiesa = talebani).

Per cominciare dico che sarebbe fuorviante giudicare sull'onda dell'emotività, un film di denuncia come questo, senza considerare il contesto storico a cui fa riferimento e le conseguenti implicazioni sulla realtà che si prefigge di raccontare.
Le case Magdalene infatti, erano innanzitutto riformatori giudiziari gestiti da religiosi sotto il controllo di ispettori dello Stato, che imponevano ai responsabili molta rigidità. Per molto tempo quei riformatori hanno rappresentato l'unica alternativa di riabilitazione sociale, in un contesto generale piagato dalla prostituzione, dalla povertà, dalla delinquenza e dallo sfruttamento minorile, da cui spesso provenivano le ragazze. Inoltre, la rigida impostazione educativa, ai nostri occhi ripugnante e anacronistica, era di prassi ovunque, inserita anch'essa in un preciso periodo storico, non solo in Irlanda. Pene corporali, punizioni, inginocchiamenti in pubblico, bacchettate sulle mani, erano considerate normali un po' ovunque, dai college inglesi fino alle scuole italiane: considerazioni da cui non si può prescindere, se si vuole evitare di cadere nel vortice della demagogia cinematografica.

Altro aspetto da considerare è che, pur essendo la maggior parte delle ragazze composta da giovanissime, condannate dai tribunali minorili per reati penali (e sottolineo penali), Mullan non vi fa alcun cenno, concentrandosi solo sulla minoranza di quei casi in cui le ragazze erano inviate su richiesta esplicita dei genitori, dando così allo spettatore una visione distorta della funzione che realmente svolgevano quegli istituti.
Purtroppo, come accade in tutte le prigioni o istituti similari, compresi anche educandati laici, statali e riformatori di tutto il mondo, anche qui vi furono abusi e violenze psicologiche. Certo, è vergognoso e deprecabile che queste siano state praticate da coloro che avrebbero dovuto dare l'esempio opposto, conformandosi all'insegnamento di Cristo. Tuttavia, il riduzionismo accusatorio attuato da Mullan e il tentativo di estremizzare, rappresentando le suore come veri e propri capi nazisti, non sono accettabili.

Mullan, ha caratterizzato tutte le suore allo stesso modo, mostrandole malefiche e sadiche, privandole anche di un solo briciolo di umanità, senza avere l'onestà intellettuale di renderle "persone" e senza inserire, al limite, una figura religiosa di contrasto, coerente con la propria vocazione, per dare una leale connotazione di credibilità al film, che nulla avrebbe tolto alla denuncia di fondo. Se non altro, sarebbe stata una giusta forma di rispetto, da parte di un regista che si autodichiara cattolico, nei confronti di quelle tante suore che non hanno mai disonorato il loro abito, operando rettamente all'interno delle case Magdalene.
Come se non bastasse, l'unico prete dell'istituto è un depravato. I genitori di Rose, dal canto loro, sono ridotti ad automi lobotomizzati dall'occhio vitreo.
Le uniche persone dotate di sensibilità e di umanità? La risposta è scontata.
In sostanza, Mullan mi è parso perfettamente inserito nella scia di quell'odio ideologico, tipico degli anticlericali, che spesso ha alimentato vere e proprie leggende, divenute poi tragedie a spese di molti religiosi (basti ricordare il caso di suor Nora Wall, il "mostro d'Irlanda").

L'interpretazione di tutto il cast, grazie all'efficace metodo di Ken Loach, è notevole per qualità e intensità, così come il ritmo narrativo che non perde un colpo. Bellissime soprattutto le sequenze finali, di grande impatto visivo.
Lo avrei giudicato un buon film se Mullan avesse mantenuto il controllo di sé, evitando eccessi grotteschi e disonesti, se mi avesse fatto capire che al di là degli abusi, quei metodi educativi avevano un fine rieducativo e non certo di sadica umiliazione e repressione come il film racconta e che le violenze non erano mali endemici dei cattolici ma anche di atei, anglicani e calvinisti. Abusi che, allora come oggi, sono metastasi di un cancro sociale (altro che Chiesa talebana), di cui si sono macchiate anche le laicissime e progressiste scuole tedesche Odenwald, vanto delle classi sessantottine, dove si teorizza che insegnare è sbagliato, che la disciplina non serve e che non c'è differenza tra adulti e bambini e dove si sono compiuti abusi e violenze "che superano la nostra capacità di immaginazione" (Margarita Kaufmann, preside).

Ovviamente, trattandosi di invettive contro la Chiesa cattolica, ritenuta responsabile diretta di tutti i mali, il film venne subito acclamato dalla critica compiacente e furono praticamente nulle le accuse di fanatismo anticlericale al regista, fatta eccezione per qualche mosca bianca (come Valerio Riva, componente del consiglio di amministrazione della Biennale: "Voglio spiegazioni su come si è arrivati a questo risultato. Il mio dissenso è netto, e non parlo da cattolico. Il film di Mullan fa della propaganda scorretta").
L'esatto contrario accadde invece a Mel Gibson, accusato di fanatismo religioso, addirittura di antisemitismo, per il suo The Passion. Nel caso di Magdalene, invece, gli eccessi vanno bene alla critica. Anzi, più ce ne sono meglio è, si capisce. Perché quando oggetto del tiro a segno è una suora o un prete deviato, ci si può sbizzarrire senza freni inibitori, mostrando eccessi e ridicole caricature che possano condurre lo spettatore sprovveduto a condannare l'istituzione cattolica tout court (dopo il film sarà infatti difficile restituire alla memoria le gesta di quei missionari cattolici integralisti che partendo dall'Irlanda, fondarono parrocchie, scuole, università, cliniche e ospedali nelle zone povere dell'Africa, dell'America, dell'Australia e di mezza Europa).

Per finire, è interessante notare come anche Mullan, similmente a Martin Scorsese ai tempi del suo pseudo-Cristo, durante l'uscita del film abbia avuto particolare premura di garantire la sua cattolicità (solo per il fatto di essere battezzato?), raccogliendo i plausi dei cattolici di facciata che confondono il fanatismo anticlericale con la denuncia sociale.
Faccio mio, a tal proposito, il pensiero di Vittorio Messori, riportato dal Corriere della Sera in merito al film: "Sarebbe tempo che anche i cattolici mettessero in piedi ciò che gli ebrei, giustamente, hanno creato da tempo: una Anti-defamation League che rivendichi i diritti della verità e la dignità delle persone. A cominciare da quelle suore (di sadismo e depravazione da pasoliniana Salò) esse pure femmine, ma che non rientrano nei proclami (e nella sensibilità, aggiungo io) del regista scozzese (e marxista, aggiungo io): «ho voluto denunciare la violenza imposta alle donne, a tutte le donne».
Tranne a quelle, s'intende, che hanno una croce sul petto".

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  16/07/2012 15:41:28
   9½ / 10
Spoiler presenti.

Scriveva Frank McCourt: "un'infanzia infelice irlandese è peggio di un'infanzia infelice qualunque, e un'infanzia infelice irlandese e cattolica è peggio ancora."
Si è detto di tutto e di più su Peter Mullan e sulla validità delle sue fonti. Capricci inutili, il cinema non deve e non può mostrare la realtà, può solo suggerirla, denunciarla, stilizzarla raccontando una storia. Allo spettatore basta la consapevolezza che ciò che vede sia esistito, sia potuto esistere o potrebbe esistere. Riguardo agli atroci metodi educativi delle Case Magdalene non c'è negazione che tenga, si veda magari il documentario "Sex in a cold climate". C'è chi letteralmente ha scontato la morte vivendo.
Il film inizia sulle note di "The well below the valley" , ballata dal testo cupo e piuttosto scabroso, con non troppo velati riferimenti a padri che sono anche nonni o zii dei propri figli. L' ultimo verso è significativo: "Ma il Signore lassù può salvare la mia anima dall'inferno".
Sono quattro le ragazze dell'istituto su cui viene focalizzato lo sguardo.
Margaret, figura esile ed occhi grandi, è stata violentata dal cugino. E' così terrorizzata che preferisce la permanenza nella prigione ad un'occasione di libertà che, forse, ha il prezzo di un altro stupro. Esce poi dal collegio grazie all'aiuto tardivo del fratello, per lei un uomo vigliacco, come gli altri incrociati nella vita.
Bernadette, bella e ammiccante, è disposta a tutto pur di scappare via. Suo è l'occhio azzurro ed eroico impastato di sangue, suoi i capelli neri sciolti al vento nella sua ultima comparsa sullo schermo (un fotogramma splendido). Il bacio di Bernadette sulla fronte della vecchia internata è un momento di commozione infinita.
Rose, accusata di maternità oscena e dunque privata del figlio, è docile ma fortemente motivata. Evade insieme a Bernadette. La fuga naturalmente tarda ad arrivare, il coraggio è dovuto nutrirsi di una lunga attonita disperazione.
Crispina, anche lei madre illegittima, è una mente problematica. Il prete approfitta della sua ingenuità e abusa di lei ripetutamente, finché un guizzo di lucidità le permette di additare il carnefice: "Tu non sei un uomo di Dio" . Crispina diventa una presenza gravosa, viene rinchiusa in un manicomio e lì inizia a morire lentamente.
"Magdalene" mi ha fatto venire i conati di vomito. Mullan instilla nello schifo una tale dolcezza che il senso di disgusto ne esce rinforzato.

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  29/07/2007 19:00:02
   8 / 10
Storia di ragazze perdute ed espulse dalla società bigotta e retrograda dell'Irlanda. Dove ci sarebbe bisogno di carità, compassione e misericordia è presente sopraffazione, abuso, disperazione e repressione. In un film di ambientazione carceraria sarebbe più comprensibile tutto ciò, ma trovandoci di fronte ad istituti nati e gestiti nel nome di D.I.O & c., un certo motto di disgusto è più che lecito.
Mullan dirige un ottimo film di denuncia sincero ed appassionato, magari non un capolavoro, ma degno di essere rivisto di tanto in tanto. Rinfrescare la memoria non fa mai male.

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frangipani79  @  03/01/2007 12:08:41
   8½ / 10
Girato con una crudezza impressionante dal contestatissimo Peter Mullan, a Venezia come ovunque lui vada, con The Magdalene Sisters si merita pienamente il leone d'oro facendo un salto di qualità anche dal suo eccellente Orphans quadri-premiato a Venezia '98.

Partendo dal presupposto livore anticlericale del regista/attore, non dobbiamo comunque farci fuorviare da esso, perché quello doveva essere l'estremo puritanesimo di un paese quasi teocratico. Mullan spartisce, infatti, le colpe abbastanza su tutti e due i fronti, dalle arcigne suore alle libertine "sorelle".

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Il film, tra l'altro, si basa sulle vere testimonianze delle 3 ragazze, oggi adulte o decedute (il film si svolge dal 1964 fino a circa il 68) ed è ancora più realistico. Le attrici sono un po' più grandi dell'età che avrebbero dovuto avere (a parte Bernadette che comunque dimostra più anni dei suoi 18), ma sono bravissime. Un po' meno convincenti le suore, (quasi belle se avete notato!) e non abbastanza "cattive". Ci volevano dei visi più squadrati, sguardi più severi.

Peccaminoso e anti-religioso, ma lo stesso intrigante.

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Caio  @  19/12/2005 14:12:46
   7½ / 10
Bello bello, molto brave le attrici, soprattutto la moretta!! A volte forse si calca un pò la mano sulla cattiveria delle suore, che vengono dipinte come dei veri e propri demoni dell'inferno, ma il film strappa emozioni e lacrimucce...con furbizia!

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wight  @  24/10/2004 23:27:36
   1 / 10
Film assolutamente non obbiettivo. Ecco cosa è il fanatismo laico!

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Invia una mail all'autore del commento Claudio  @  06/09/2003 14:49:30
   9 / 10
Gran bel film, se si pensa che si tratta di fatti realmente accaduti poi....Meritava il leone d'oro, in faccia a tutti i cattolici di allora e di oggi che tendono a minimizzare quanto accaduto. Davvero sopra le righe l'attrice che interpreta Gerardine.... Ps Ho come preso d'antipatia il Vaticano, che insiste nel ribadire la natura falsa del film.

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Enrico  @  03/09/2003 11:10:08
   3 / 10
un film a tratti interessante, ma pellicola generalmente scadente dove vengono messi in ballo personaggi piatti o stereotipi visti e rivisti... molto più profondo un film di Pierino con Alvaro Vitali.

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Cristiano  @  09/07/2003 12:35:01
   1 / 10
0 per realismo, come si fa a trattare l'Irlanda degli anni 60 come un incrocio tra l'Iran di Khomeini e la Germania di Hitler? Escluse le protagoniste i personaggi sono un incrocio tra robot e ritardati mentali: un offesa volgare alla chiesa e al popolo irlandese.

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Esagerati  @  10/06/2003 19:28:32
   3 / 10
Come fate a votare 10 per un film come questo? Volete dire che non avete mai visto niente di meglio? E' vero che il film è bello e meriterebbe 7, ma voto 3 per portare la media ad un valore "realistico".

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Ultima risposta 10/06/2003 19.30.16
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hoppppp  @  21/05/2003 17:41:48
   4 / 10
una noia mortale che ,visto ricordante la mia infanzia, mi fa vomit.......

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Ultima risposta 20/06/2006 01.27.31
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Benx  @  26/02/2003 15:43:04
   9 / 10
Ottimo. Una pagina di storia che non conoscevo.

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Ultima risposta 20/06/2003 20.24.30
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Raptus  @  14/02/2003 19:18:10
   3 / 10
Potrebbe essere tutto successo veramente e la cosa mi rincrescerebbe davvero. (Soprattutto per quella povera **** della protagonista) Ma mi viene da pensare: a quando un film sulle torture inflitte tutt'oggi alle donne musulmane? Non capirò mai perchè i crimini vengano denunciati solo da una parte. Perchè non un film che parli dell'infibulazione, della lapidazione per le adultere, delle numerose cicatrici lasciate sulla pelle dalla frusta del FANATISMO MUSULMANO, quello sì oggi attuale e pericolo. No, invece si cercano gli scandali della Chiesa Cattolica (sempre che un convento di monache pazze rappresenti tutta la Chiesa...) in un paesino irlandese. Non c'è da preoccuparsi i cattolici cattivoni stanno scomparendo. Di musulmani ce ne sono un miliardo. Vedremo le nostre femministe come staranno bene col burka! P.S. A mio avviso film come questi vengono prodotti, più che per una vera denuncia, per soddisfare le bramosie represse di tanti pervertiti. L'incasso è assicurato.

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Ultima risposta 06/01/2008 18.00.45
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leone  @  11/02/2003 14:58:44
   2 / 10
noioso

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Ultima risposta 27/09/2003 12.58.47
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Invia una mail all'autore del commento lorenzo  @  28/01/2003 23:49:17
   9 / 10
ho visto il film ieri sera e ancora mi "tormenta"!
Davvero un capolavoro ricco di spunti di riflessione e capace di catalizzare l'attenzione dall'inizio alla fine.
Grandiosa l'interpretazione del cast.
Meritatissimo leone d'oro.


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Ultima risposta 20/02/2003 11.05.04
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leo  @  04/01/2003 17:16:18
   10 / 10
ce ne fossero di film cosi'. Non e' assolutamente anticattolico, sicuramente anticlericale ed io lo sono di piu' dopo avere conosciuto questa storia (come se ce ne fosse stato bisogno)

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Ultima risposta 20/02/2003 11.09.58
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Invia una mail all'autore del commento bruno  @  31/10/2002 10:43:33
   7 / 10
Il Peter Mullan sceneggiatore perde il confronto diretto con il Mullan regista. Il film è ben sttrutturato: buona trama, intensa recitazione, dialogo e tema triste e amaro. Toccante. Il film però risulta poco curato da punto di vista grafico-visivo. L'immagine non è ben nitida , a tratti sgrana, Mullan non emula il maestro Loach. Un' opera è completa quando l'aspetto visivo e quello tematico s'intersecano con pura maestria, ecco perchè il film non raggiunge il grado di capolavoro; Kubrick curava i suoi film sotto ogni aspetto: il capolavoro era routine. il Mullan regista sembra aver fretta di maturare, il Mullan sceneggiatore è già nell'era della saggezza.

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Ultima risposta 05/06/2003 14.56.05
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