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smarrito l'effetto sorpresa della scenografia,che tanto ci colpì in dogville,ci si concentra immediatamente sulla trama e sullo svolgimento,in attesa degli eventi.manderlay,comincia dove dogville finisce e il cambio di sembianze dei protagonisti non è esattamente un aspetto positivo.grande era stato il cameo di james caan e stupefacente la prova della sottomessa e umiliata kidman,in un gioco al massacro della bella che ci ha visti partecipare con grande trasporto.in un percorso inverso a dogville,grace inizia da dominatrice illuminata agnelloforme,spiegando e imponendo le regole della democrazia,senza se e senza ma,con pugno di ferro e ansia manipolatrice,con fervore giustizialista e totale mancanza di collegialità,nonostante l'iinvenzione di una specie di parlamento.l'ipocrisia insita nella democrazia,e la speranza di creare un mondo migliore a qualunque costo,nella ottusa sicurezza di essere benedetti nel giusto,è un fortissimo parallelo con l'america di oggi.manderlay,è in effetti,un film molto piu' politicamente attuale del suo predecessore,con una sorta di scadimento finale nell'esplicitazione del nocciolo del film.in un percorso ad ostacoli verso una società piu' giusta,le constatazioni della miserrima natura degli umani sono molteplici,siano essi buoni o cattivi...è una questione di "materiale",cioè di cio' che ci compone..e non è un materiale nobile,anzi!si cerca di incanalarlo dolcemente in direzione produttiva,con sacrificio e magari anche in presunta buona fede,ma niente fà girare bene il mondo quanto il pugno di ferro!al quale grace deve ricorrere suo malgrado per continuare il cammino verso la verità.nella sua invasata ricerca del giusto,dimentica le istanze degli inferiori che instrada,ne mortifica le aspettative servendogliene una dotazione precotta,e talvolta ne esalta(fraintendendo enormemente)gli aspetti positivi.che delusione per la povera grace,incarnare la legge e vendicare la comunità dalle malefatte della terribile vecchietta.che tristezza,accorgersi della brutalità della comunità,e doverla assecondare per ragione di stato nel perseguire l'obiettivo ultimo.e quanto è triste il ritratto della donna,quella che da molti è intesa come la speranza per l'umanita,che sfoga in un crescendo sadico fisico e mentale,tutta la sua rabbia per la delusione d'amore(nonostante l'appagamento del prurito),causatale dall'inferiore al quale si era concessa..dal tradimento personale,nasce la sete di vendetta e la presa di coscienza dell'ineluttabile natura dell'umanità..dove non arrivo'il cervello,potè il cuore.il finale,sconvolgente,pone l'interrogativo:siamo o diventiamo?