Nel 1750 il capitano Mendoza, mercenario e mercante di schiavi, dopo aver ucciso il fratello in duello, si fa gesuita, va in una missione del Sudamerica, riprende la spada per difenderla da una spedizione militare.
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Decisamente un film potente e di grande spessore narrativo. Si articola in un crescendo di avvenimenti (non so se del tutto credibili, ma non ho abbastanza conoscenze storiche per asserirlo) che hanno un unico denominatore comune, cioè la religione da base culturale per un'educazione di rispetto reciproco e progresso a barbaro pretesto per scatenare l'ingordigia e la sete di potere.
Non mi è piaciuto De Niro, sia il suo personaggio, ambiguo, sgradevole, ma anche la sua recitazione non è secondo me alla sua altezza. Bravissimo Jeremy Irons, come sempre e notevole lo sforzo corale dello spagnolo Joffé nel gestire tante comparse e tanti personaggi.
Magistrali le musiche di Morricone, che dovrebbe ricevere un Oscar un film sì e l'altro anche, come tutto l'impianto dei dialoghi e delle scene d'azione sulle rapide.
Straordinariamente toccante sia la scena finale della processione in cui Irons cammina con il reliquiario insieme ai fedeli (non sono un po' troppo devoti per essere stati fino a poco tempo prima degli aborigeni ? mah!) sotto i colpi delle baionette, e la bambina indios che guarda atterrita la violenza inconsulta degli spagnoli contro il suo popolo.
Il film non stanca mai nonostante le sue due ore esatte e i lunghi spazi senza battute. Nemmeno troppo violento, gli "impressionabili" possono guardarlo tranquillamente.