my son, my son, what have ye done regia di Werner Herzog USA, Germania 2009
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my son, my son, what have ye done (2009)

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locandina del film MY SON, MY SON, WHAT HAVE YE DONE

Titolo Originale: MY SON, MY SON, WHAT HAVE YE DONE

RegiaWerner Herzog

InterpretiWillem Dafoe, Chloë Sevigny, Brad Dourif, Udo Kier, Michael Peña, Michael Shannon, Irma P. Hall, Grace Zabriskie, James C. Burns, Noel Arthur, Braden Lynch, Candice Coke, Jenn Liu, Julius Morck, Stefan Cap

Durata: h 1.33
NazionalitàUSA, Germania 2009
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 2010

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Trama del film My son, my son, what have ye done

Il detective Havenhurst viene chiamato sulla scena di un crimine. Una donna anziana è stata infilzata con una spada orientale in una casa vicina alla sua abitazione. I sospetti non possono che cadere sul figlio di lei, Brad, che, armato di fucile, afferma di avere con sé due ostaggi. Attraverso le ricostruzioni della fidanzata e di un regista teatrale emerge progressivamente la psicologia del giovane.

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Voto Visitatori:   6,23 / 10 (65 voti)6,23Grafico
Voto Recensore:   8,00 / 10  8,00
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Voti e commenti su My son, my son, what have ye done, 65 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Edgar Allan Poe  @  31/01/2022 19:39:01
   7 / 10
Ho apprezzato questo film, ma effettivamente Herzog, anche in tempi recenti, ha fatto di meglio. Nonostante ciò, comunque, "My son, my son, what have ye done" si difende a mio parere piuttosto bene, e vale sicuramente la visione, visto e considerato che ci ho trovato delle vaghe, vaghissime somiglianze (a livello di tematiche e situazioni, più che altro) con il successivo "Birdman". Insomma, lo consiglierei, purché si sia già visto e apprezzato altro di Herzog in precedenza.

antifan  @  21/05/2017 12:40:35
   6½ / 10
Che dire di questo film? Le premesse erano ben altre, sia per il manico( Herzog- Lynch), sia per il cast, per il soggetto, gli scenari, la colonna sonora ma alla fine ti ritrovi un opera evocativa a tratti, lirica o grottesca in altri, e alla fine dici: "e quindi?". Si perche il film si presenta bene alternando flashback per mostrare anzichè raccontare, ed è interessante la scelta di Herzog di mostrarci solo l'essenziale, lasciando invece ai dialoghi il compito di narrarci le parti più cruente o commerciali. Il film che all'apparenza puo sembrare un thriller è in realtà(o almeno vorrebbe) un dramma psicologico, un indagine sulla mente di un pazzo. Il film però con il passare dei minuti non riesce a essere di più di un semplice tentativo, e onestamente non riesce a svilupparsi. Certo "My son My son" implica molte cose, lascia al non detto o meglio al non mostrato il compito di sedurre o attarre lo spettatore, non sempre però con succeso. Il film somiglia a un tentativo, un'accozzaglia interessante di sequenze di grande fascino che non riescono a fondersi, nonostante sorretta da una colonna sonora all'altezza e un cast di primo ordine, uno su tutti: Michael Shannon, davvero bravo a calarsi nei panni del psicotico quanto enigmatico killer, disturbante a tratti. Peccato che il suo impegno non riesca amigliorare di tanto un opera che non riesce a non essere sconclusionata; per il resto anche gli altri fanno il suo. Dafoe fa il caratterista come gli capita spesso, Grace Zabriski è in parte nel ruolo di madre "Hitchcockiana", Chloe Sevigny idem nel suo(ed è bellina davvero anche se non c'entra questo...). E onestamente da un regista come Herzog, che sfrutta cinematograficamente la natura come pochi, un poco uso dei paesaggi che ha(Messico, Peru, Pakistan)non te l'aspetti. Ma in qualche modo si arriva alla fine(grottesca ma prevedibile), e tutto sommato Herzog lo si riconosce, anche nelle sue opere minori.

Crabbe  @  10/12/2016 16:59:46
   6 / 10
Herzog prova a fare David Lynch.

Risultato?
Un film senza infamia nè lode.

InvictuSteele  @  13/09/2016 23:32:16
   7 / 10
Uno dei film minori del grande Herzog e sinceramente quello dove la sua mano è meno presente, vista l'enorme influenza di un certo David Lynch in fase di produzione. Essendo un Lynchano fedele, a me la pellicola è piaciuta, le atmosfere, i dialoghi, le immagini, mi hanno ricordato i film del mio regista preferito, ma posso capire la delusione provata dai fans di Herzog. Tuttavia un film buono, niente di eccezionale ma neanche superficiale anzi, la psicologia del folle è estremamente curata e approfondita. Pecca nella prevedibilità, arrivando a un finale abbastanza frettoloso, ma è un lavoro che cattura e coinvolge lo spettatore senza risultare pesante. Bello e particolare, la collaborazione tra i due registi è riuscita non è perfetta, relegando questa opera soltanto a un determinato tipo di pubblico.

76mm  @  26/01/2016 15:00:45
   6½ / 10
Visti i nomi coinvolti era lecito avere aspettative altissime su questo film che invece è una mezza delusione.
Oggettivamente non è brutto e il protagonista è fenomenale ma le due forti personalità stilistiche di Herzog e Lynch non trovano secondo me la giusta amalgama per creare il capolavoro che avrebbe potuto essere, visto anche il cast stellare coinvolto nell'operazione.
Ho letto alcuni commenti che affermavano che la mano di Lynch si vede poco e sono rimasto un po' perplesso: secondo me alcune sequenze sono talmente lynchiane che stento a credere che non le abbia dirette lui stesso, per esempio tutte quelle dove appaiono Grace Zabriskie e Brad Dourif.



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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  21/02/2013 18:36:10
   7½ / 10
Un film davvero geniale e molto molto interessante di Herzog (con la collaborazione di Lynch) ma con troppa carne al fuoco, troppa metafora, e troppe divagazioni fuori-pista. Un pò meta-cinema, ma quando si sofferma sulla spiritualità e sul senso del teatro o del recital della vita, diventa vagamente insopportabile. Resta il fatto che tutta la prima parte, con la figura materna i fenicotteri rosa e gli struzzi (riproposti verso l'epilogo) è splendida

Badu D. Lynch  @  08/02/2013 12:05:33
   9 / 10
A parer mio è il film più sottovalutato di Werner Herzog.

E' un film che ti lascia dentro delle fortissime e impalpabili suggestioni. E' poesia.. Poesia ermetica e intimistica.. Anche i pazzi hanno cominciato da piccoli..

dano  @  07/01/2013 11:29:42
   7½ / 10
Molto interessante, fotografia magnifica.
Se volete vedere il classico film con una trama chiara e scorrevole, lasciate perdere. Se cercate un'esperienza poetica, disturbante e a tratti geniale, non ve lo fate scappare.

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-Uskebasi-  @  28/08/2012 00:48:58
   6½ / 10
Quello che ho visto è una meravigliosa fotografia che fa da sfondo alla grande regia di Herzog con influenze lynchane.
E' interessante che sia ispirato ad una storia vera, il problema è che quando finisce non ti lascia un granché. Tra piccoli e grandi attori dai volti suggestivi, tra bellissime inquadrature che seguono barattoli che rotolano, tra misteriose voci di altrettanto misteriosi Farouk, tra galli giganti fenicotteri e struzzi, tra teatro e Perù, tra madri oppressive trafitte da spade, tra storie narrate da fidanzate e amici, tra palle e amore regalati a sconosciuti, tra tutto questo non si riesce più di tanto ad entrare nella testa di Brad. E' tutto legato in una maniera non convincente e poco interessante.
A vederlo tutto, o metà, per poi farselo raccontare (come ha fatto il Cecca che dormiva), non credo ci sia differenza.

Shannon, tu sei un grande attore, non andare ad interpretare solo personaggi pazzi o ti contatteranno solo per quelli, è il 4° su 4 che vedo.
E ci credo, con quella faccia...

lupin 3  @  16/04/2012 13:42:37
   6½ / 10
Questo film è uno scherzo...non scherzo!

1 risposta al commento
Ultima risposta 16/04/2012 15.20.45
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marimito  @  18/01/2012 23:13:30
   7½ / 10
L'analisi di Brad attraverso gli occhi di Herzog.. l'attenzione ai dettagli dell'anima.. al dato esperenziale ed empirico prima che a quello mentale.. che del primo è solo una semplice conseguenza.. il mondo dentro Brad che lotta e si difende da quello al di fuori di lui da cui però dipende. Assolutamente un film da vedere.

Invia una mail all'autore del commento INAMOTO89  @  14/01/2012 01:41:05
   6 / 10
Stilisticamente è impeccabile ma mi aspettavo ,non dico di piu', ma un film diverso. Parte bene creando un clima di mistero e inquietudine ma poi man mano che si prosegue non succede nulla , il film non inquieta come dovrebbe e molte cose sembrano non avere un senso preciso.

ste 10  @  22/10/2011 02:10:21
   6 / 10
Mah...particolare è l'aggettivo giusto; la noia è tanta sinceramente però c'è un qualcosa che mantiene l'atmosfera a livelli accettabili, comunque non totalmente convincente

Beefheart  @  19/09/2011 10:21:10
   8 / 10
Anche io "temevo" un'eccessiva presenza Lynchiana ad inquinare il lavoro di Herzog e invece non è successo (se non in brevissime e sporadiche sequenze che non inficiano il prodotto). Non che David Lynch mi dispiaccia, intendiamoci, ma è che Herzog è uno dei miei registi preferiti in assoluto e dunque più la sua opera è integrale, più il mio spirito ne beneficia.
Anche in questo caso infatti ho goduto di immagini, colori, luci, suoni ed atmosfere al 99% Werner Herzog. Il restante 1% concediamolo volentieri al misuratissimo apporto del suddetto produttore.
Herzog non è mai facile, ammiccante o concicliante e non lo è nemmeno a 'sto giro; trattasi invece di un puro fuoriclasse del disagio che esprime praticamente sempre con indiscutibile efficacia.
A lui vanno anche i complimenti per la scelta di Michael Shannon ad interpretare alla perfezione il delirante ruolo protagonista.
In definitiva buono il cast, buona la recitazione, buono il soggetto, la sceneggiatura, buono tutto.
Consigliato agli amanti del genere (genere "Herzog") e un po meno a tutti gli altri.

addicted  @  10/09/2011 01:30:44
   10 / 10
Dispiace che di fronte ad un opera del genere si presti troppa attenzione a scovare legami con i film di Lynch, solo perché il suo nome appare nei titoli di testa.
Dimenticate Lynch e godetevi Herzog.
Goduria cinematografica dall'inizio alla fine. Il buon tedesco è sempre stato così: mentre tutti cercano di mettere a nudo lo scheletro tematico e concettuale delle sue opere, lui si dedica anima e corpo a fare solo ed esclusivamente grande cinema. Certo, non che manchino i contenuti: la tragedia greca, la sublime e disperata lotta di un eroe visionario e folle. Immaginate Kinski alle prese con un personaggio così...
Ma alla fine quello che colpisce, quasi fino a commuovere, è la bellezza assoluta di ogni sequenza. Una carrellata di autentiche creazioni poetiche...
Un film formidabile. Herzog è in fondo semplice e chiaro. L'arte deve essere una consolazione per sopportare la vita. Anche oggi, nonostante tutto, è possibile la bellezza.
Lynch ed Herzog. Stessa statura. Ma non vedo collaborazione. Per fortuna questo è interamente il film di un autore solo.

Constantine  @  28/06/2011 19:25:16
   8 / 10
Herzog incotra Lynch solo a metà, infatti il primo artista al secondo concede solo citazioni ma il loro non sembra affatto un connubio. Resta la storia di Brad, uomo dalla sensibilità accentuata, represso dalla madre e dal mondo nel quale è costretto a vivere, che prova a dare un senso alla sua irrequietezza, una risposta alle sue domande. Domande che nè la fidanzata nè l'istruttore amico possono comprendere, perchè non se le pongono a loro volta. Brad pian piano perde il contatto con la realtà fino al tragico matricidio da cui scaturisce la narrazione. Un film che oltre ad essere un lento e faticoso viaggio sulle tracce della follia è anche un racconto sulla diversità, sull'estraniamento; un uomo come Brad riesce a scorgere quello che gli altri decidono di ignorare e non riesce più a scendere a patti con se stesso. Ottimo tutto il cast, a girare un pochettino peggio sono le parti ambientate nel rpesente. Perfetto Shannon. Giusto alla fine Herzog regala un finale alla speranza, che fa un pò a pugni con il resto, de gustibus.

"Perchè tutti mi stanno guardando?"

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  14/02/2011 12:00:08
   8 / 10
Dalla tragedia greca, Hybris, il desiderio di superare i limiti dell'esistenza, dove Brad è l'eroe, che colpevole di questa arroganza, è condannato all'angoscia e alla sofferenza. Ma ribaltando il concetto di colpa: l'uomo che soffre prova a superare questa condizione ingiusta, e si fa folle.
Il mondo per Brad diventa un grande teatro, centro di discussione e di rito, luogo di purificazione. Ogni posto può diventare quello giusto, e ogni cosa, da una spada a degli occhiali, da una palla da basket a dei cuscini, un oggetto sacro; e due fenicotteri "sono le mie aquile travestite". Serve però la catarsi, che il pubblico s'immedesimi e provi terrore. Serve, dunque, l'atto centrale, per cui tutti gli altri sono stati preparazione: attraverso il matricidio, egli lancia, in qualche modo il suo grido agli dei: i monti mi guardano, dice, e le nuvole, e tutto il mondo mi guarda.

Certo, è chiaro come Brad non sia davvero l'eroe di una tragedia greca: è il figlio depresso di una madre opprimente, che lascia la sua palla su un albero, al bordo di una strada, perché venga a raccoglierla un bimbo sereno. Ma in quella follia Herzog, come aveva fatto altre volte, come nel bellissimo "Grizzly man", ne sa osservare le ombre, l'ombre illuminate, il buio della mente, la stanza buia che spiega meglio i quartieri assolati, il rosa dei fenicotteri, il rosso del sangue.
Per tematiche, più complesso di quanto possa sembrare, è un suo film a tutti gli effetti; seppure si noti qualche sfumatura Lynchiana nelle atmosfere visive (due visionarietà che s'incontrano), nel racconto psicologico, in una certa teatralità patetica nuova per Herzog, ma senza che tutto ciò ne alteri la sostanza, a mio parere.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  12/02/2011 15:06:42
   8 / 10
Poco da dire, grande film di Herzog con evidenti citazioni al cinema di David Lynch.
Una storia all'apparenza banale, per un film che di banale non ha nulla.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  11/01/2011 22:41:04
   8 / 10
Grande film. Herzog scrive e dirige una torbida discesa negli inferi della pazzia. Il regista non è nuovo a trattare questo difficile tema e in questo caso lo fa, si in modo complesso, ma a mio avviso benissimo. Coadiuvato da un grande cast (la Zabriskie mi mette i brividi ad ogni sguardo) su tutti Shannon (ancora una volta molto molto bravo a districarsi in un personaggio folle), Herzog firma una pellicola difficile ma molto molto affascinante. Metafora della mente umana.

benzo24  @  09/12/2010 17:21:59
   9½ / 10
altro grande film di herzog ed ennesimo suo film sulla pazzia. si sente anche la presenza di lynch, e questo è un valore aggiunto, inoltre il cast e i dialoghi sono superbi. Shannon da oscar e brad dourif anche di più.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  02/12/2010 23:10:01
   8 / 10
E' un viaggio dentro la follia di un uomo, toccato da quella stessa natura in cui era passato il precedente Aguirre furore di Dio. Un evento scatenante che trasforma Brad in un profeta con una missione da compiere: il nuovo Oreste che deve chiudere il cerchio con una maledizione millenaria. Lynch lo ha prodotto, Herzog lo ha diretto, un incontro tra due grandi registi che mettono su pellicola diversi elementi ben amalgamati in un esperimento riuscito. Volendo sintetizzare al massimo, una tragedia con un Aguirre in mezzo alle villette anonime di Velluto blu.

TheGame  @  04/11/2010 22:05:06
   6½ / 10
Dopo kinski, Herzog imita Lynch, giocando in questo ruolo e rendendo omaggio al collega e, per l'occasione, produttore. Nella frenesia della citazione si cade troppo spesso nel deja-vu autocompiaciuto e viene spiegato anche troppo... Divertente e brillante, anche se malcelato, modo per vendere ad un certo pubblico un film d'autore.

Tom24  @  01/11/2010 20:39:08
   8 / 10
Bellissimo! Cupo e statico, intrigante e pazzissimo, tanto da diventare divertente!!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  01/11/2010 16:17:04
   6 / 10
Herzog miscelato a Lynch funziona solo a tratti.
Questa storia torbida retta molto bene da Shannon ha due tipologie di livelli narrativi: il primo è lineare la storia di un folle matricida, il secondo è architettato su flashback con stile di cronaca (alla lunga stancanti).
Herzog non entra a fondo nella follia umana non tenta di scandagliare i segreti più inconcepibili per questo il film è piuttosto diretto e a tratti semplicistico. Inoltre non tutti i personaggi hanno una caraterizzazione all'altezza del ruolo.
Le troppe citazioni appesantiscono un po' la visione.

TheLegend  @  24/10/2010 02:27:59
   7 / 10
Un buon film anche se mi aspettavo di meglio da questi registi(anche se uno solo in veste di produttore).
A mio parere il cinema di Lynch non è poi così tanto presente.
Sicuramente un film che va visto.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  22/10/2010 16:55:32
   6½ / 10
La continua citazione rappresenta il problema fondamentale della pellicola: Herzog gioca a fare Lynch prendendo in prestito Grace Zabriskie, più una storia torbida vagamente ispirata a un matricidio che poco ha a che fare con il suo cinema, più un copia e incolla di atmosfere lynchiane varie e assortite, capaci di regalare un brivido all'inizio ma archiviabili del giro di una mezz'ora a causa di un effetto deja-vù insopportabile.
Inutile dire che tutto mi sarei aspettato tranne che una banalissima quanto mortificante narrazione in flaschback: 10 minuti per raccontarci il fatto e poi via con una cronaca giornaliera che evita miseramente di addentrarsi nelle mente malata del protagonista assumendo i tratti di un film d'inchiesta. Un inchiesta che porta ben presto alla saturazione, causa la gran quantità di informzioni, avvenimenti, gesti e frasi - spesso inutili - raccolte e ammassate nel corso dell'opera.
Non nego il fascino disturbante e straniente di alcuni momenti, ne salvo altri in cui il cinema di Herzog fuoriesce forte e chiaro staccando finalmente la spina dalla "storia" , ma il film non mi ha convinto fino in fondo. Forse a causa delle troppe aspettative che riponevo in esso.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  21/10/2010 22:16:58
   8 / 10
Esperimento da vedere,non solo per il nome del produttore (unico a credere nel progetto) ma perché Herzog qui fa il furbone e mischia il suo stile con quello di Lynch,tanto da risultare camaleontico in alcuni tratti (i migliori,quelli più fuori di testa). D'altronde fare un horror senza sangue né effettacci sanguinolenti ma mantenendo un filo sottile di tensione sottopelle per tutta la durata del film è roba da autori esperti e Herzog lo è.
A modo suo My son può essere visto anche come omaggio a Lynch,l'utilizzo di suoi attori feticcio come Grace Zabriskie lo conferma (pure Dafoe rientra nella categoria in quanto ci ha lavorato in Cuore selvaggio),alcune scene surreali e estranianti si rifanno certamente alla visione lynchiana. Però sarebbe errore madornale pensarlo come un film di Lynch,difatti questo è Herzog allo stato puro che trova un punto di contatto con il regista di Missoula. E di punti in comune già ne avevano in passato se pensiamo ai nani che hanno cominciato da piccoli o che fanno i ballerini,alla follia esplicita e insensata di molti passaggi. Splendide alcune sequenze,un pò meno altre in cui si perde di interesse. Ma vedere gli attori immobili che guardano fisso in camera fa un certo effetto. Noi,spettatori chiamati in causa,spettatori di una pazzia sempre più incomprensibile che riesce ad investirci in questa maniera (con sei paia d'occhi dritti in camera) volenti o nolenti. Siamo chiamati ad un coinvolgimento in questa maniera assurda.

C'è la natura,ci sono tanti fenicotteri ora veri,disegnati,finti,ma sono dappertutto. Ci sono gli struzzi. C'è il teatro. C'è la semplice rappresentazione agghiacciante di una follia che non ha bisogno di essere spiegata in flashback o psicologia spicciola,ma di essere vista e seguita passo passo. Un enorme baratro oscuro in cui tutti i detective,le fidanzate e i teatranti sono solo figure di passaggio messi di fronte al vero attore principale di questa terribile tragedia con la t maiuscola.
L'incontro con il vero Brad nella realtà ha turbato profondamente Herzog ma sembra di intravedere una sorta di pietismo nei suoi confronti da tanti dettagli,non ultimo il finale. Forse è l'incompreso più estraniato e difficile di Herzog,non il folle conquistatore che va verso l'autodistruzione per la ricerca di una gloria assurda,né un folle buono il cui desiderio è portare l'arte nelle foreste. Herzog questo personaggio forse non lo ha capito fino in fondo,per questo lo ha turbato,evidentemente la lunghezza d'onda era distante anni luce. Enigma per lui e pure per gli spettatori rimane tale,di conseguenza. C'è probabilmente il fallimento glorioso perché possiamo parlare di gloria anche se il gesto,l'unica pazzia sana di Brad,porta un bambino a giocare.
Spesso si ha la sensazione di assistere ad un esercizio stilistico fine a sé stesso,fatto per compiacere un certo tipo di pubblico ma che inevitabilmente non ci riesce. Meno male però che quasi tutto il film viaggi su binari di qualità altissima.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  19/10/2010 15:34:01
   7 / 10
Ispirato a una storia vera l'attesissimo connubio tra fuoriclasse di razza,Herzog (regia) e Lynch (produzione),entusiasma solo a tratti.
La trama è impostata su una duplice alternanza narrativa,quella cardine, per nulla contorta,con un folle omicida asserragliato in casa dopo aver ammazzato la madre e quella più ermetica in flashback, con informazioni riguardanti il passato dei protagonisti,combinata a squarci onirici,dialoghi farneticanti e sequenze in apparente disarmonia con il nucleo sostanziale.
Gli attributi distintivi dei due registi si colgono e affascinano con discontinuità,scambiandosi in un gioco stravagante in grado di turbare ma anche di inaridirsi rapidamente.
Michael Shannon regna in scena ,la sua follia sembra tangibile,rigurgitata da un caos interiore che fa a pugni con la peritura meticolosità di un mondo dove tutto sembra essere perfetto.Herzog scandaglia l'intricata natura della mente umana incoraggiando molteplici chiavi di lettura come cause sobillanti.Le più inconfutabili si annidano nel rapporto con una madre asfissiante,nel dolore della perdita di alcuni amici e in esaltati convincimenti religiosi ;supponibili influenze di un disagio che prorompe aggravato da una rappresentazione teatrale che istiga il matricida all'immedesimazione.
Molto insistita e sofisticata la colonna sonora,come consuetudine pezzo forte di entrambi i registi,in questo caso più riconducibile all'operato di Herzog.
Oltre a quello di Shannon sono numerosi i volti inquietanti presenti.Dafoe ,Kier e Sevigny (c'è anche Grace Zabriskie) per un cast importante,anche se a spiccare tra le seconde linee è il solo Brad Dourif, nei panni di un retrogrado allevatore di volatili.Purtroppo i personaggi sono un contorno poco graffiante all'interno di un film curioso ma non così sbalorditivo,spesso impelagato tra le maglie di una storia riuscita nella drammatica ricostruzione dell'omicidio ma anche prigioniera di un autocitazionismo più obbligato che necessario.

3 risposte al commento
Ultima risposta 24/10/2010 01.41.50
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Gruppo COLLABORATORI Zero00  @  19/10/2010 10:19:07
   8 / 10
Quando due grandi si incontrano, di solito, fanno scintille. Quando i due grandi sono questi qui, poi, prepariamoci a vedere i fuochi d'artificio. Non perchè sia un capolavoro questo "My Son, My Son..." ma perchè capita raramente di vedere prodotti a basso costo dalla cura tanto certosina e dall'anima così grande.

Prendi un nano, ad esempio, gli struzzi e lo sguardo allucinato di un uomo (Brad McCullum) che si rivela l'anima oscura del protagonista di "Into The Wild". Mettiamoci accanto un Dafoe, detective perfetto ma inutile, e una madre come Grace Zabriskie, direttamente dal set di IE. Qui c'è Lynch che incontra Herzog, ragazzi, poche chiacchiere.

Il risultato è un viaggio nella mente di un pazzo, un viaggio che però non vuole trovare un senso alla pazzia ma semplicemente descriverne un percorso.
Il risultato è un film inquietante, costruito su una classica struttura a flashback e senza una sola goccia di sangue.
Peccato solo che la coesione non sia eccelsa e che alla fine si rischi il gioco fine a se stesso. Un gioco affascinante, ovvio.

Fa sempre piacere vedere film come questo. E ringraziamo, una volta tanto, la distribuzione che ha deciso di non fare danni traducendo un titolo che in italiano sarebbe stato ridicolo.

Estonia  @  17/10/2010 12:00:53
   8 / 10
Ottimo connubio tra due forme espressive, due modi di intendere il cinema (quello di Herzog e quello di Lynch nelle vesti di produttore) così in sintonia da completarsi vicendevolmente, in questo caso anche grazie all'istrionica interpretazione di Michael Shannon.
Ciò che qui l'individuo herzoghiano si trova ad dover affrontare non è tanto il fascino estremo e pericoloso della natura, peraltro ben presente nella potenza delle cascate peruviane, quanto il quotidiano rapporto con un mondo i cui parametri gli sono ormai estranei, con una realtà già di per sé priva di equilibrio e di logica, ma soprattutto con la presenza inquietante e opprimente della madre. Il parallelo con la tragedia greca ha la funzione di illustrare il doppio binario tra la reale e destabilizzante follia e la sua rappresentazione, in cui Brad si muove tormentato da un'ossessione religiosa che ne acuisce la sensibilità alienata.
La dimensione straniante di certi dettagli e di certe inquadrature reca in sé un'impronta nettamente lynchiana.
Gli improvvisi ralenti, la carrellata raso terra sul barattolo che rotola fuori dal garage, i fenicotteri rosa, alcune inquadrature fisse, bloccate per una serie di lunghissimi secondi, il tunnel di vetro sulla scala mobile sono intuizioni di straordinaria suggestione. Così come la colonna sonora sempre sottilmente ipnotica.
La struttura narrativa costruita sui numerosi flashback rivela progressivamente il percorso interiore e l'intenzione minacciosa e autoliberatoria di un gesto ‘teatrale' e simbolicamente rituale. Una sciabola è la risposta alla sua voce interiore, per rimettere ordine nel disordine paranoico o per perdersi inesorabilmente.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  17/10/2010 10:12:05
   7 / 10
C'è poco Lynch e molto Herzog in questo film, sono presenti tutte le tematiche del regista tedesco mentre a parte qualche breve riferimento il cinema Lynchiano resta solo citato in modo molto generico.

Detto questo, nel merito My Son è una pellicola molto interessante, sebbene non innovativa e nulla aggiunge alle tematiche care a Herzog.
E' un film che si lascia seguire, un low budget interessante e a tratti magnetico, condito da splendide interpretazioni ma anche da alcune incongruenze, come il comportamente della fidanzata.
Il problema del film è si rivolge a un pubblico di appassionati che conoscono a menadito il cinema di questi due grandi cineasti e di conseguenza la sensazione di già visto difficilmente va via.

forzalube  @  17/10/2010 02:58:20
   6½ / 10
Il mistero di cui si parla sulla locandina rimane e come spesso capita ad Herzog non si capisce bene dove voglia andare a parare.
Alcune sequenze sono suggestive, altre più noiose. Nel complesso film difficile da valutare e mi tengo nel mezzo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  15/10/2010 11:47:48
   6½ / 10
...che dire? Appena avevo letto nella copertina „David Lynch presents" mi sono subito fiondato a noleggiarlo... e vedendo che la regia era di Herzog era un motivo in più per vederlo.
Sì. È un thriller carino, visionario alla Lynch e riflessivo alla Herzog (quindi su questo punto non possiamo rimanere delusi). Il cast stellare poi è un'altra sorpresa, mi sono stupito di vedere così tanti bravi attori in un'unica squadra. E per una volta viene lasciato il titolo originale, per di più lungo, anche nella distribuzione italiana. Oh, sembrava un film d'autore coi fiocchi. Ed è per questo che una puntina di delusione rimane: e' un classico thriller hollywoodiano! Beh, classico classico no, però basta scavare un po' al di sotto della superficie e si scopre che l'andamento del film è hollywoodiano al 100%. Quindi è vedibile, soprattutto grazie ad alcuni momenti ispirati, poi sarebbe da interpretare meglio, però non c'è l'impressione di aver assistito ad un gran film. E poi, a dirla tutta, i vari dialoghi non-sense del killer sembrano prendere un pochino per il cul0 gli spettatori.

sempre  @  11/10/2010 21:07:37
   6½ / 10
Spero che la storia degli ostaggi non sia stata pensata dagli autori del film come un colpo di scena, altrimenti si tratterebbe di un insulto all'intelligenza degli spettatori.
Il film manca di suspance.
Il protagonista principale è un po' macchiettistico, una sorta di maschera...
Interessante invece la figura della madre, maschera essa stessa, ma più convincente.
Si tratta comunque di un film sufficientemente originale, da collocarsi al di sopra della media di quelli ospitati nei multisala.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  25/09/2010 20:19:13
   7 / 10
Ecco come affrontare nel modo giusto una trama classica che non porta spunti originali nello scorrere della vicenda!
Tutto viene svelato fin dalle prime sequenze:chi muore,chi uccide,con quale arma...resta solo il perche!
Su questo "perche" indagheranno un detective e due amici del ricercato!
Piu' Herzog che Lynch dietro la macchina da presa,si vivono buoni momenti di cinema ma anche dei prolissi dialoghi che rallentano l'attenzione!
Buono

F1L0  @  23/09/2010 01:45:48
   7 / 10
sinceramenTe mi aspettavo qualcosa In più dall'accoppiata lynch-herzog, il film è piaceVOlissimo nella prima parte, buona caratterizzazione dei personaGgi e ottimo cast, nella seconda parte rallenta, si "perde" un po', compLice forse una trama non fra le mIgliOri; i riferimenti a lynch sono chiari e continui durante tutta la pellicola (e questo può essere un punto a favore o a sfavore a seconda dei punti di vista)
il solo e unico elemento narrativo è quello che ci porta all'esplorazione della mente del protagonista, BEn interpretato da un michael shaNnon in grandE spolvero, sicuramente da vedere.



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lampard8  @  22/09/2010 13:43:13
   8 / 10
Disturbato e disturbante trip della premiata ditta Herzog-Lynch( a mio parere i due migliori registi viventi).
Ne esce una pellicola particolarissima, un mix delle suggestioni/ossessioni dei due cineasti, un crogiuolo di argomenti e situation a loro familiari( i nani cari a Herzog e già trattati da lui in "Anche i nani hanno cominciato da piccoli", la mamma di Brad che sembra uscita da Twin Peaks).

Il resto è già stato detto, è un film particolarissimo e lento in molti frangenti ma a chi piace il buon Cinema non può esimersi dal vederlo. La regia è da orgasmo, ma chevvelodicoaffà.

Invia una mail all'autore del commento logical  @  14/09/2010 23:50:37
   6 / 10
Herzog finge di essere Lynch, trova una trama morbosina ma la persegue senza impegno, è banale per l'America figuriamoci per noi, ci aggiunge un po' di tragedia greca stile High School e prova a saturare nei toni del rosa, dai bicchieri alla veranda, dai fenicotteri ai cuscini, una trama che non lo convince.
Ma perchè vorrà fare l'americano? per soldi? spero di sì, non vorrei che volesse dimostrare di potere anche essere 'normale', visto che per fortuna proprio non ne è capace.
I momenti in cui può finalmente staccare dalla 'storia' sono, come sempre, i migliori.
L'allevamento degli struzzi, i racconti della supergallina, il nano e il minicavallo, il mercato mongolo, la scultura per portare in terra il paradiso sono il motivo per sopportare un telefilm recitato con reverenza da tre big sprecati in un furgone "senza nemmeno offrirgli un caffè".
Herzog, come tutte le primedonne, si fa aspettare e poi aspettare e poi aspettare...

4 risposte al commento
Ultima risposta 22/10/2010 00.15.24
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Rask  @  14/09/2010 13:13:17
   7 / 10
La vera storia di Mark Yavorsky, colpevole di matricidio, dichiarato insano di mente, che Herzog incontrò personalmente e definì "evidentemente un uomo pazzo e pericoloso". Nelle intenzioni non c'è quindi nessuna apologia estetica della follia, come sostiene qualcuno, ma solo una sua rappresentazione angosciosa. Nelle parole di Herzog, My Son sarebbe "a horror film without the blood, chainsaws and gore, but with a strange, anonymous fear creeping up in you".
Effettivamente l'anonymous fear creeping in me c'è stata, causa una struttura alienante, che invece di immergersi completamente nella mente psicotica del protagonista, illude con una via narrativa classica, lineare con flashback, e la destabilizza con allucinazioni lynchane e sequenze metafilmiche. La fusione di cervelli Lynch-Herzog è potente e si sente soprattutto sulle singole sequenze, alcune altamente suggestive.
Quello che mortifica vagamente l'esperimento è una sensazione di deja-vù per i lynchofili, che riconosceranno troppi stilemi collaudati; si potrebbe avvertire una specie di perdita di fascino per iterazione. Dalla signora-incubo di INLAND EMPIRE, ai soliti nani, alla musica etnica pervasiva. Sembrano elementi stilistici di importazione, più che tratti unici di un'opera singola. Questo, più una certa vaga percezione di inconsistenza nel tutto, come se mancasse una chiave di volta, o un senso compiuto che non sia autoreferenziale e puramente edonista, da trip usa e getta. Persino in INLAND EMPIRE, forse il punto 0 dell'arte cinematografica (o almeno il suo momento di massima astrazione), c'era la sensazione di consistenza strutturale di un viaggio in una gerarchia di livelli e meta-livelli. Qui manca l'elemento di fondazione.
Rimane un'esperienza disturbante, forse più debole del previsto, ma consigliata.

6 risposte al commento
Ultima risposta 14/09/2010 15.42.38
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR williamdollace  @  14/09/2010 10:36:57
   8½ / 10
"Brad McCullum: Open your eyes, look! This is the river, this is reality!"

carriebess  @  08/09/2010 18:01:55
   9 / 10
In questo film si respirano tutti gli elementi e gli ambienti caratteristici dei due grandi registi, quindi non può che essere un perfetto capolavoro.
Flashback, atmosfere oniriche, tragedia greca...c'è davvero di tutto.
La ciliegina sulla torta è la straordinaria interpretazione del protagonista.

bulldog  @  10/07/2010 00:37:44
   9 / 10
Bellissimo.
Una intricata, complessissima e variegata contaminazione tra il cinema di Werner Herzog e quello di David Lynch.
Un connubio spettacolare, non mi sento di aggiungere altro.

Michael Shannon è un fenomeno, i miei inchini a costui.

10 risposte al commento
Ultima risposta 11/09/2010 16.07.02
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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  07/09/2009 21:26:25
   8½ / 10
Herzog + Lynch = grande cinema. Herzog di diverte a fare Lynch, a scovare dentro la mente malata del suo personaggio, a inquadrarlo in primi piani inquietanti, a spiare il fascino di culture a noi estranee. Ma è anche Lynch che produce Herzog, quella cittadina all'apparenza felice e colorata, quei fantastici paesaggi nascosti in mezzo alla foresta, gli animali selvaggi nel loro habitat naturale.
C'è veramente tutto dei due registi in un film che ha la stessa struttura narrativa di "Quarto potere" di Welles.

Brad uccide la madre e si barrica in casa con due ostaggi. La polizia si precipita sul posto e attraverso le testimonianze di diversi personaggi a lui vicini si ripercorre l'esperienza malata del ragazzo, dal suo viaggio misterioso in Perù sino a pochi momenti prima del fattaccio.
Con flashback più o meno brevi riusciamo dunque a farci un'idea di quello che è accaduto al magnifico Shannon, accompagnati da una colonna sonora etnica e molto suggestiva e scene girate magistralmente (la camminata sulle scale mobili, il rafting, la pièce teatrale).
Se nel "Cattivo tenente" mancava la componente religiosa, qui invece la fa quasi da padrona, insieme alla tragedia greca (l'Orestea per la precisione) e la mitologia.
Herzog si addentra in una storia che gli appartiene poco ma riesce comunque a darle la sua impronta inconfondibile. Peccato poi che a tratti si tralascino le motivazioni di Brad e della sua pazzia per dedicarsi maggiormente a scene di grande impatto visivo e recitativo ma non troppo funzionali.

Da segnalare la presenza di Grace Zabriskie nel ruolo della madre, inquietante come nell'incubo INLAND EMPIRE, un controllato Dafoe e una strepitosa Sevigny.
Non mancano anche tante scene oniriche: su tutte quella con protagonista un nano (avrà cominciato da piccolo o sarà il famoso inquilino della stanza rossa?).

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Ultima risposta 16/09/2009 08.58.06
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