natale sul nilo regia di Neri Parenti Italia 2002
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natale sul nilo (2002)

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locandina del film NATALE SUL NILO

Titolo Originale: NATALE SUL NILO

RegiaNeri Parenti

InterpretiChristian De Sica, Massimo Boldi, Enzo Salvi, Biagio Izzo, Massimiliano Cavallari , Bruno Arena

Durata: h 1.47
NazionalitàItalia 2002
Generecommedia
Al cinema nel Dicembre 2002

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Trama del film Natale sul nilo

Enrico Ombroni, un generale dei Carabinieri, vedovo, assillato da un problema familiare per lui drammatico: sua figlia quindicenne, Lorella, vuole diventare "letterina" e, come naturale conseguenza, sposare un calciatore. Una tragedia! Il generale spera che le sospirate vacanze di Natale in Egitto siano l’occasione per una tregua momentanea. Ma si illude. La sfortuna vuole che le "famigerate" letterine siano proprio le ospiti d'onore della crociera su cui si imbarcano...

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Voti e commenti su Natale sul nilo, 589 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  22/02/2005 01:43:54
   5 / 10
(Un voto? Dipende dai punti di vista, ma quando si scende - e accade parecchio - opterei per lo O)
Neve bianca, fin troppa, mi ricorda di stare a casa, il momento giusto per affittare il dvd suddetto e magari sdoganare la celebre coppia... Fatto? Ok
1) Analogie e motivazioni di un fenomeno - Il cinema fatto in casa (o in tv?), simpaticamente anarchico nei confronti della funzione accademica della settima arte, un vero e proprio coup de foudre (e di stile, perchè qui non ce n'è) che sfonda i parametri bambineschi dello spettatore comune. Volendo essere magnanimo, non è che le commedie di Vianello e Tognazzi fossero meglio, magari meno blande sì, ma l'avanspettacolo a volte tocca livelli di guardia indecorosi. Eppure Non avere uno script, giocare sull'improvvisazione, banalizzare ogni cosa, diventa un'autentica rivendicazione al diritto di Non fare cinema. E lo spettatore non si aspetta certo che lo sia
2) Bignami - Se penso ai Monty python allora mi gioco la testa - come Boldi e de Sica - che le vie della comicità sono infinite.
"vacanze al Nilo", insomma, non è altro che una serie di sketch - a volte giocata nel paradosso (e a tratti funziona) altrove risaputi, volgari, praticamente impellenti nella commedia italiana più deleteria (il Boldi che deve andare in ritirata come in un'episodio di anni 90, la solita tigre già vista in un film di Villaggio). Metti insieme le cose, confezioni un prodotto trash che spesso non regge le due ore (gli ultimi venti minuti sono davvero una porcheria solenne) e mescoli il tutto con sapiente ma anche distrattissimo dosaggio di imbarazzanti alchimie. Ovviamente parlare di montaggio e cose del genere in un film come questo è quasi una bestemmia: le comparse che in certi momenti non sono altro che spettatori (abitanti) incuriositi dalla troupe italiana che gira un film (un film?) apposta per prendere per il **** i musulmani, la dice lunga
Eppure non è tanto semplice: una fuga (vacanza) dal Cinema Puro o Impuro che sia non fa altro che citare più o meno volontariamente tutto il cinema che vorrebbe annientare, a colpi di pala, di rocce pericolanti, di scureggie e (oh vate della sopravvivenza) di piscia... L'escremento a singolare alibi per una vaga parodia del signore degli anelli (i fichi d'india, il binomio fortunato/s****to) o il "mi avete rotto il biiip" di tutta la fallocrazia da curva sud dell'italiano-tipo, impotente, gradasso e associato giustamente più alle velleità gastronomiche (o intestinali) che al rinascimento
La verità è che non di parodia si tratta, ma di caricatura: quantomai grossolana a tratti, altrove - sorpresa - decisamente acuta e irriverente Anche per questo chi riconosce indubbie doti telefotogeniche al duo e la capacità di filtrare nel linguaggio l'oscena incoltura del linguaggio sociale-televisivo non puo' non parlare di capolavoro. Un capolavoro trash, ma non è il caso di riaffiorare certi paletti. Sdoganarli? In parte. Ma solo per non correre il rischio di prenderli sul serio, solo perchè esisterà sempre gente che si dichiara "fiera" del trash, e nondimeno disposto ad amarlo alla follia
3) La fiera demenziale delle vanità - Gigioneggia il De Sica figlio come piace al mondo borghese che si concede un solo film l'anno (proprio questo) tra una vacanza a Cortina e l'altra. Un miracolo, l'omologazione favorisce certi strani incontri: il coattone ignorante, la famigliola italiana teledipendente e Marta Marzotto, l'ultrà analfabeta e il conte donà delle rose con la moglie guardano lo stesso film ridono dello stesso film e si compiacciono. Forse è davvero un capolavoro: affan**** i parametri sociali, al diavolo le convenzioni e le tante illecite forme di potere e ingiustizia, rassicuriamoci che qui, al Nilo (o in chiunque altro posto Vanzina o Parenti possono portarci) le barriere imposte sono del tutto cancellate. E, soprattutto, si ride. Ma si ride veramente?
Talvolta moltissimo, altre ancora avrei voglia di impalare al più vicino albero i produttori del film. Siamo italiani o no? E allora via con una sequela ininterrotta di sputi e rutti sulla cucina egiziana tipo "noi solo sappiamo far da mangiare, mica questi selvaggi talebani che si fanno il **** per prepararci qualcosa di nostro gradimento", e non dimentichiamoci che al Nilo si va per vacanza, non per cultura (agghiacciante la banalizzazione della piramide di Cheope, che troverà i nostri insegnanti di scuola recidivi davanti a un parametro tanto vacuo di indecenza), tantomeno per un popolo che, guardacaso, quando non è travestito da kafiah è il "solito selvaggio integralista puro-armato di sciabola e fanatismo religioso Più che giusto: veniamo noi con questa troupe a insegnare a questi arabi come si vive. Già come si vive? Si vive con l'adulterio come forma di passiva funzione democratica alla crisi di coppia, alla donna che mercenariamente "te la da" - neanche fosse Brad Pitt De Sica ha la fregna sottomano - e al concetto di famiglia che non sa rispecchiarsi - e quando mai? - al segno dei tempi. Via dunque i libri di scuola (ti insegnano solo a scoprire qualcosa sull'egitto per esempio) e vai con letterine e veline in tv... Sposeranno un calciatore e potranno sempre dire di non essere solo un corpo e due tette, un giorno (ma quanto serve? a poco, davvero).
Eppure strapiace la pura ambizione della figlia di Boldi (un volto notevole, quello di Lucrezia Piaggio, almeno recita veramente una parte) sopraffatta dall'effimero mondo che rappresenta un losco figuro cui, a parte il romanesco coatto che esibisce, non affideresti davvero mai tua figlia, mentre è debole e didascalica l'ambizione negata dallo stesso padre Boldi che "voleva essere i Pooh" (allora è meglio cambiare mestiere dico io, almeno per rispetto al nostro/mio senso musicale). Indimenticabile, davvero, la figura dell'appuntato Saltalaquaglia, compresso nel sudore e nella sua faticosa lealtà, decisamente un Rizzo in gran forma che suscita realmente tenerezza e risate liberatorie (fra l'altro è un clichè, quello suo, molto popolare anche nella letteratura europea, ma è talmente azzeccato da non farci più caso) e un Boldi spesso irresistibile (o irreprensibile?) tra paterno dissenso e vocazione ahinoi alla farsa pecoreccia. In questo divario, funziona come una puntata di Love Boat, una volta scesi dalla nave tutto ritorna quasi come prima, e arrivederci alla prossima puntata. si esibisce un solo passaporto: l'importante è non provare a pensar(ci)e. Peccato solo che nel gioco tra serietà e alluppaggine (Pieraccioni docet), tra il precotto quasi umano e il forno a microonde (riciclo del cibo dell'anno scorso) non si riesca bene a cominciare nè, peggio, a finire. L'italiano ficaiolo e galletto rappresentato da De Sica ("Ciula" guardacaso), o l'uniforme indigente del Boldi (uno sfotto' una tantum amabile al rigor mortis del servizio sociale) servono perfettamente allo scopo. Qualche risata, due o tre momenti irresistibili, e tanta ciociaria organizzata ai fini del souk per il nostro fine, scoreggione, campanilismo. Vissero tutti felici e contenti.

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Ultima risposta 25/02/2005 12.14.49
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