Trama del film Nemico pubblico n.1 - l'ora della fuga (parte 2)
Il film racconta le spettacolari azioni criminali di Jacques Mesrine che tutti i mass media definirono "il nemico pubblico n. 1" e che la polizia francese non riuscì a catturare fino alla morte.
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La qualità della pellicola e del cast è ovviamente ai livelli della prima parte. Dal punto di vista della trama forse è proprio in questa seconda parte che si poteva sfoltire per arrivare ad un unico film, diciamo che soprattutto nella parte centrale si avverte talvolta un po' di stanchezza, e come sovente accade nelle biografie dei criminali gli aspetti più interessanti sono l'ascesa e il finale.
Finale che in questo caso, pur nella sua lentezza (o forse proprio per questo) e nonostante si sappia tutto fin dall'inizio, raggiunge momenti di buona suspense.
Seguito del primo film ispirato alla vita di Mesrine, racconta del suo ultimo periodo di vita, prima che la polizia francese lo freddasse in un vero e proprio agguato. Cassel funziona egregiamente nel ruolo del gangster, amante della bella vita e sprezzante del pericolo. Meno action rispetto al primo capitolo.
Nella seconda parte del dittico dedicato a Jacques Mesrine viene approfondito il rapporto di sfida continua tra il bandito ed il Commissario Broussard, la sua megalomania mediatica, la sua violenza indiscriminata, l'influenza che certa politica anarchica di sinistra ha avuto sulle sue gesta. Ma tra fughe rocambolesche, sbalzi temporali ed un Vincent Cassel (d'inarrivabile bravura, come nella prima parte ) ingrassato alla bisogna 20 kg è la sequenza finale della cattura di Mesrine ( che si ricongiunge alla scena iniziale del primo film ) a togliere il fiato, costruita impeccabilmente mixando suspense ed azione nonchè unico suggello possibile alla carriera criminale del gangster.
seconda parte della vita di Jacques Mesrine. che posso dire? ancor meglio ( e di molto) della seppur ottima prima parte con sequenze ad alto tasso adrenalinico, dialoghi molto ben curati, attori in parte, e scena finale che da sola vale potrebbe bastare! plauso a Cassel, qui ancora meglio che nel primo film, e non era facile superarsi...
Più azione in questo secondo episodio con un sempre grande Cassel. La storia si fa più interessante e con maggiori risvolti psicologici nei personaggi. Molto avvincente. Da non perdere.
Jacques Mesrine è stato un criminale francese, che tra gli anni '60 e gli anni '70 ha creato da sé la propria leggenda, alimentandola con rapine ad effetto ed imprese sanguinarie.
"L'ora della fuga" è seconda parte di un dittico straordinario, che riprende la trama da dove s'era interrotta, per tornare a narrare le audaci rapine e le rocambolesche evasioni di Mesrine. La parabola ascendente della carriera di Mesrine si va arricchendo di una sorta di manifesto ideologico: il bandito giustifica i propri crimini con l'intenzione di colpire le banche, ritenute le vere artefici di furti ai danni della popolazione. Ma non è tutto: spinto da un ego sempre più incontenibile, Mesrine vorrebbe sposare un'ideologia quasi socio-politica di cui rendersi portavoce; ma questo climax criminale si scontra col limite di un uomo che, essenzialmente, è e resta un bandito, mosso dalla fame di soldi e di brividi e non da reali intenti trascendenti (appunto che gli verrà mosso sia dal complice sia dall'ostaggio sequestrato). Mesrine sbatte così contro il muro dei propri limiti, e si trova ormai perennemente inseguito da forze di polizia degne del "nemico pubblico numero uno" quale ormai è divenuto. A tutto questo, si aggiungono le insistenze della sua compagna Sylvia (un'altra ex prostituta) e un istinto di sopravvivenza, e (come si evince dal titolo) la storia prenderà una piega diversa da quella arrembante vista in precedenza.
Tutte le lodi intessute per il primo capitolo potrebbero benissimo ripetersi per questa seconda parte. La regia mantiene alti livelli di qualità e il cast offre interpretazioni più che brillanti. In primis un eccellente Cassel, egualmente intenso sia nelle vivaci scene d'azione sia nei frangenti dedicati ad una più approfondita analisi del personaggio. Ottimi comprimari sono Ludivine Sagnier (bella, dolce e sensuale nei panni di Sylvia), Mathieu Amalric (il compare Francois Besse) e Olivier Gourmet (il tenace commissario Broussard).
Leggermente inferiore alla prima parte: forse perché rallenta il passo per farsi più analitico, forse perché culmina in un finale già noto perché per scelta narrato nella prima parte. Per il resto, valgono le stesse considerazioni: azione e coinvolgimento altissimi, per un film cruento, intenso, emozionante, convincente. Imperdibile (a maggior ragione, ovviamente, per chi ha già visto "L'istinto di morte").
Seconda parte più d'azione e concentrata sul solo Mesrine. Pur risultando alla lunga ripetitivo non ci si annoia e si resta ammaliati da questo noir francese realistico e che ha il coraggio di mostrare l'uomo Mesrine in tutte le sue contraddizioni come già la prima parte aveva anticipato: un uomo che ne "L'ora della fuga" è ormai in pieno delirio di onnipotenza, un vero nemico pubblico capace di evadere e farla in barba a chiunque con uno sprezzo del pericolo impressionante. Emblematica la scena finale in tal senso quando
Mesrine viene crivellato di colpi prima e dopo, e nonostante tutto ancora gli si tolgono le armi con circospezione e timore quasi rimarcando una sorta di invulnerabilità.
In conclusione e tirando le somme, un progetto coinvolgente e pieno di adrenalina, lontano da qualsiasi forma di banalizzazione o pateticità. Ho preferito la prima parte però, seppur di poco.
Seconda parte di "Nemico Pubblico n. 1", leggermente inferiore alla prima per ritmo e caratterizzazione del personaggio. Il merito principale di questo film è di aver ritratto Mesrine in maniera umana, con tutte le sue contraddizioni e idiosincrasie, evitando di mitizzare un personaggio che nulla ha di eroico.
probabilmente la stanchezza nel guardarlo tutto di un fiato, mi ha fatto apprezzare leggermente meno questa seconda parte rispetto alla prima; inoltre diventa un po' troppo dispersivo, la lunghezza totale non paga in termini di funzionalità della storia. comunque il livello generale è più che buono.
Ancora piu' bello del primo, cassel è fenomenale,sembra davvero nato x fare il criminale *_* Ma la cosa + sconvolgente è pensare che un uomo del genere sia esistito x davvero e che per anni si sia preso gioco di quegli sbirri maledetti,i quali poi x frustrazioni hanno dovuto x forza sparargli a tradimento, l'unica cosa in cui sono davvero bravi da sempre !! Mezzo voto in + per ludvine sagnier....UNA DEA di infinita bellezza :Q
Ancora meglio della prima parte.. il finale è lento ma crea un ottima suspence, rimani con il cuore in gola! stupende tutte quante le scene, ottimo lavoro della regia è molto fedele alla storia vera poi se ci mettono la sagnier nel film.... :P
Ancor meglio della prima parte perchè non deve spiegare nulla (già fatto) e quindi si concentra tutto sull'action e sulla formidabile figura di Mesrine...
Un gran film che mostra Vincent Cassel in tutto il suo talento e la sua bravura nel travestimento. Mai scontato, mai banale, procede spedito e nonostante la durata non risulta mai lento. Una corsa continua tra rapine, fughe, inseguimenti e sparatorie, senza mai scadere in eccessi di violenza. Un film da vedere.
La seconda parte per me è migliore. Richet si concentra maggiormente sulle scene d'azione, alzando molto il ritmo rispetto alla prima parte. Se nel capitolo precedente la presenza di molti comprimari e, di conseguenza l'approfondimento dei singoli personaggi, rallentavano molto il film, in questa seconda parte Mesrine è protagonista pressochè totale. Le figure di contorno sono appena tratteggiate e la pellicola, seppur più lunga, è più scorrevole rispetto alla prima parte.
L'ho trovato migliore del primo episodio, più avvincente e con personaggi meglio caratterizzati. La cosa migliore resta la recitazione di Vincent Cassel.
"Tu sei romantica, amica delle nuvole…" cantava Tony Dallara. L'animo opposto dell'imprendibile Jacques Mesrine, sentimentale dissidente: fugge dalla famiglia, ingravida una donna spagnola e poi la picchia, rapina, uccide barbaramente, seduce con astuzia le prime femmes che incontra, va in prigione. Mosso da un grande ego, Mesrine fu scaltro a costruire la propria mitologia, condizionando i media e deformandosi in un Robin Hood a suo modo contro il sistema. Occhi irrequieti, attraversati con vitalità da quel cocktail di autocompiacimento e indisciplina, il superbandito protagonista della malavita tra i '60 e i '70 è interpretato al meglio da Vincent Cassel, il quale presta volto e corpo trasformandosi nelle molteplici identità delle quali il criminale si servì per tentare di sfuggire alla cattura.
In appoggio a questa bella performance attoriale, l'appassionante montaggio spaziato voluto dall'abile regista Richet, il quale splitta lo schermo diverse volte permettendosi anche tempi di ripresa fuori sincrono. Nel film ci sono passione e angoscia, nuance che virano verso il "polar", esagerazioni e guasconate. Ci si trova immersi nella giungla accanto a Cassel, senza principi ne' morale. Nemmeno nei carceri di massima sicurezza il ladruncolo "impara" il rispetto che lui stesso pretende tanto. Comunque non importa: tutto scivola sull'epidermide da elefante di Jacques. "Non, rien de rien, non je ne regrette rien…".
Resta il fastidio del rumore di fondo delle news accostate alle vicende narrate. Qual è il senso di far comparire i comunicati dell'affare Moro alla tv, per poi riprenderne il filo sul sottofinale con l'intenzione di Jacques di andare a Milano per incontrare le Brigate Rosse? Più che di collera sovversiva, si dovrebbe parlare di odio personale. Raccontare le vicende dell'uomo più ricercato di Francia avrebbe voluto dire anche soffermarsi di più a evidenziare il tempo storico di un paese diviso tra gli imbarazzi della guerra d'Algeria e gli assetti polizieschi di 20 anni dopo.
L' "Ennemi public n. 1" è un continuo alternarsi vorticoso dell'eterno gioco fra guardie e ladri. E allora non ci si dovrebbe prendere il disturbo a mettere in scena una storia vera, bensì a presentarla così com'è, senza filtri, senza nomi, date, riferimenti. Perché tutto è già romanzato di per se', la storia ha i crismi per supportare una sceneggiatura visti i molteplici (e spesso simili) accadimenti: rapina ardimentosa sino al masochismo, ammazzamenti, arresto, fuga temeraria, scop.ata. E poi via da capo, per la modesta durata di circa 4 ore. Sintesi, signori. Sintesi.
Migliore del primo episodio, al quale sembra sia stato dato il compito di introdurre i personaggi e il contesto, e dal quale sembra distaccarsi in parte anche per lo stile. Più avvincente e spettacolare, un pò più attento alle sfumature caratteriali del protagonista e meno perso in situazioni e descrizioni dettate dai clichè del genere. Cassel è sicuramente la cosa migliore di entrambi gli episodi.
Secondo capitolo intenso come il primo. Per chi adora questo genere di film e questi personaggi un film da vedere assolutamente! Grande Cassel grande ricostruzione storica! Nel primo capitolo mi aveva colpito, registicamente, soprattutto la parte iniziale, in questo secondo capitolo molto bello il finale che tiene in tensione e dimostra un regista da tenere senza dubbio sott'occhio. Piccola pecca per la colonna sonora ma in fondo è la linea che ha scelto di seguire il regista...
, il cui personaggio mi era piaciuto molto. In compenso, molto ben caratterizzati i personaggi interpretati da Gérard Lanvin e da Mathieu Amalric. Forsa una scena erotoca di troppo (lunga e poco significativa), ma nel complesso il film è godibile. Ottimo finale. Cassel di nuovo perfetto, calato nella parte (anche fisicamente parlando) in maniera egregia!
Ho preferito questa seconda parte alla prima, sceneggiatura più snella e coinvolgente. Notevole la tensione nel concitato finale, si riesce a percepire quanto fosse temuto da tutti gli agenti di polizia Mesrine.
l'ho trovato davvero un bel film, ottima la ricostruzione del periodo dagli anni 60 a fine 70, ben rappresentato il personaggio di Mesrine, grande prov di V. Cassel.
pellicola sotto certi aspetti più coinvolgente della prima parte, poichè narra meticolosamente le "imprese" del nostro. i rapimenti e la scelleratezza maniaco-politica, devono essere inquadrate in una personalità la cui piccola logica era comunque presente all'interno di un ideologia. violento e spiccatamente francesizzante, questo gangster movie è impregnato di quelle scene in cui il malvivente " s c ooo p" con la topa di turno mentre nell'altra stanza l'amico guarda il telegiornale, in un'eccitante delirio di sensi, in una tensione in cui l'uomo consapevole della realtà reclusiva cerca di bruciare e rubare ogni istante alla vita. da vedere!
Dopo il bellissimo “Nemico pubblico N.1 L’istinto di morte” la stessa regia (Jean-François Richet) propone il continuo cinematografico della spericolata e spettacolare vita di Jacques Mesrine. (Dunque le aspettative non sono assolutamente deluse!)
Innanzitutto bisogna dire che questo “omaggio” al gangster francese e’ un gran bel prodotto sul piano cinematografico, insomma ottima fotografia, grandi gli attori (da lodare nuovamente Vincent Cassel, giocoforza lo spettatore si affezionerà a questo attore in un stato di forma eccezionale!). La pellicola e’ praticamente un’esplosione di emozione e di drammaticità (insomma come la prima, anzi…), Personalmente Ritegno “L’ora della fuga” superiore (non di molto ovviamente) alla prima, in questa seconda pellicola oggettivamente c’e’ molta più azione, inoltre non mancheranno le solite scene di comicità nera che non possono non essere apprezzate, in conclusione da segnalare il ritmo del film molto frenetico, la noia e’ un miraggio!
Il finale inoltre (seppur reso noto in parte già dalla prima pellicola ) e’ davvero sensazionale e le scene conclusive certificano l’importanza, la potenza e la pericolosità di questo Geniale uomo di nome Mesrine che viene trucidato dalla polizia come in un agguato di Mafia!
“Nemico pubblico N.1” e’ dunque un grande prodotto degli ultimi tempi, tantissime le scene da annoverare come quella (delirante) del giudice che viene preso sottosequestro dal criminale francese e altre come quelle del vecchio miliardario (comicità e prepotenza!) consiglio palese e’ di vedere le due pellicole in rapida successione per poter apprezzare nitidamente le prodezze di un gangster che fra scopate, soldi e complici avrebbe potuto cambiare le regole della società del tempo…
Meglio della prima parte: tralasciata infatti la gran mole di informazioni che bisognava necessariamente dare nel film precedente qui il piglio è decisamente diverso. Più azione, meno situazioni forzate, più introspezione di Mesrine.
Bello, non conoscevo la sua storia quindi mi sono ben informato dopo averlo visto e devo dire che quell'uomo era veramente un fenomeno...
Cassel è un grande attore. Il personaggio sembra surreale, da tanto che è violento e divertente al tempo stesso. Buon ritmo per un film d'azione. La trama è tipo poliziesco, mescolato ad un genere un po documentaresco... molto bella la tensione delle scene finali... mi hanno tenuto con il fiato sospeso... non succedeva da molto
Sinceramente?Uno dei migliori film action degli ultimi anni assieme al terzo capitolo di Bourne.Il regista e il protagonista qui si superano...le evasioni e gli scontri a fuoco sono a dir poco strepitosi.L'ascesa di Mesrine nel primo capitolo.Qui ne inizia uno invece dove il nostro personaggio si smarrisce e pian piano perde il controllo del suo potere di gangster rivoluzionario. Io darei 9 anche solo per la realizzazione del"gran finale",studiato a regola d'arte e ricco di attesa. Ragazzi,unite i 2 film..siamo di fronte ad un ottima confezione esplosiva e intensa,con un Cassel che lascia il segno.Avete lasciato per strada il Nemico Pubblico N.1,non fatevelo scappare..
Di sicuro è un bel film, sulla vita di un bandito famoso. Purtroppo il regista toglie la sorpresa (a chi non conosceva la storia) di far vedere fin dall'inizio come si sarebbe conclusa. Il film si presenta un puzzle di tutto quello che è accaduto a Mesrine e nel mondo intorno a lui (eventi storici tipo il caso Moro, Brigate Rosse, etc). Penso che ci sia poca profondità in questo film, del resto è classificato come un film di AZIONE e non DRAMMATICO, quindi viene valorizzata l'azione alla profondità dei personaggi. Cassell è stato un ottimo interprete del personaggio, penso che senza lui, non sarebbe stato il successo che comunque il film ha ottenuto.
Il secondo capitolo conferma l'ottima fattura del progetto, concentrandosi stavolta più che altro sul Mesrine politico, fino alla banda Baader e alle Brigate Rosse, citando anche l'omicidio dell'on. le Aldo Moro. L'unica pecca appare la scena conclusiva,registicamente macchinosa e non in grado di creare eccessiva suspence.
Le vicissitudini di Jacques Mesrine,alias nemico pubblico numero uno della Francia,si concludono lasciando la sensazione che qualcosa di meglio si sarebbe potuto fare.Questa volta non è la ricchezza di eventi,non sempre ben amalgamati ,a rendere imperfetto il quadro d’insieme ma come già accadeva nella prima parte è la definizione frettolosa del personaggio a non convincere.Va però ammesso che questa volta il lavoro svolto sulla figura di Mesrine è più accurato,inoltre la trama scorre con maggiore fluidità rispettando i vari incastri narrativi.E’ innegabile che i difetti però non manchino,determinati,ed è giusto specificarlo, più dall’esigenza di mettere in mostra la miriade di eventi che costellarono la vita del gangster che da un’incapacità professionale degli autori. Mesrine appare prigioniero del proprio personaggio egocentrico ed istrionico,troppo semplificato in una dimensione presumibilmente di gran lunga più complessa.Soprattutto il cambio di registro,con delirio di onnipotenza annesso che ne determinerà la fine, pare un po’ troppo diretto, privato di quelle motivazioni basilari al fine di giustificare una così radicale trasformazione. Richet è comunque efficace nell’illustrare le scene più adrenaliniche,con una regia nervosa ed un montaggio serrato tiene alta la tensione,rimodernando il polar francese ed il poliziottesco all’italiana,tratteggiando così una cornice estremamente curata e quindi verosimile. Cassel è ancora una volta l’anima del film,ingrassato e spesso sopra le righe è autore di una grande performance in grado di ridurre i personaggi che entrano ed escono dalla sua vita in un contorno poco appetibile. Non era facile realizzare un’opera così arzigogolata e ricca di sfumature,bisogna dare atto a Richet di averci provato con grande determinazione e di essere riuscito a ricreare con buon mestiere un’epoca di piombo di cui Mesrine fu tra gli indiscussi portavoce.
Questo è decisamente più riuscito, sembra quasi girato da un'altro regista... Innanzitutto non è solo una patchwork disarticolato della vita di Mesrine: gli episodi chiave sono ben delineati e c'è spazio anche per la psicologia del personaggio. La conferma viene proprio dal trasformista Cassell, in grado di dare il meritato tributo alle imprese del "nemico pubblico n° 1": veramente strepitoso e, a mio parere, già degno di far parte della cinquina come miglior attore protagonista.
Come voto complessivo mi sento di dare un 7 per un buon film che poteva essere un cult con una prima parte all'altezza della seconda.
Decisamente migliore della parte prima, maggiormente curata la sceneggiatura e l'introspezione rispetto alla prima parte. Consigliato, ovviamente, a chi ha visto il primo...
Finalmente è uscito anche il due e devo dire che l'attesa mi ha ripagato, infatti secondo me è meglio del primo, più verosimile e avvincente non annoia e trasmette molto bene l'aria di quei tristi tempi, anche secondo me i finali devono essere in fondo al film mai all'inizio, ma questa è la mia opinione, grande Vincent mi piace sempre di più è un ottimo attore.
Per quanto la prima parte del dittico di Richet mi aveva parzialmente deluso - dalla regia al cast, passando per una sceneggiatura incapace di coinvolgere fino in fondo - L'ora di fuga sfiora assolutamente il capolavoro...e un'inversione di marcia di questo tipo, anche nelle più ottimistiche previsioni, per quanto mi riguarda non era immaginabile.
La storia parte lanciata verso gli anni 70, tra fughe al cardipalma, compagni di viaggio coinvolti in azioni sempre più rocambolesche, materiali di repertorio (servizi televisivi, stampa e radio) e un mucchio di riferimenti agli avvenimenti storici di quel periodo (da Moro passando per Pinochet e le Brigate Rosse), capaci di allargare il quadro complessivo da semplice biografia criminale (vedi il primo anonimo e noioso capitolo) a vero e propio affresco sociale, garantendo un coinvolgimento totalmente assente nell'istinto di morte.
La pellicola scava scrupolosamente nei dilemmi interiori e nell'ideologia distorta del protagonista, convinto di essere un vero e propio rivoluzionario amato dal popolo, ma continuamente messo in discussione dai vari compagni di viaggio che crescono all'interno della sua parabola criminale. E in tutto questo Cassel si conferma come uno dei migliori attori in circolazione, per una prova attoriale ancor più marcata rispetto al primo capitolo.
Migliora senza alcun dubbio il cast (vedi soprattutto Mathieu Amalric e Ludivine Sagnier, entrambi straordinari), calano i punti morti, cresce a dismisura la tensione e l'ultimo quarto d'ora vale da solo almeno un piao di visioni: la ricostruzione degli eventi in cui Mesrine venne letteralmente trucidato in mezzo la strada, non risparmia alcun particolare e giunge come un vero e propio pugno nello stomaco.
spettacolare propio come il primo film......ricco di azione......trama ben fitta......poi il solito VINCENT CASSEL che merita i pieni voti come attore......consigliatissimo lo dovete vedere........il finale è molto crudo e spietato!!!!!!
In questa seconda parte ho trovato la visione meno dispersiva, con un regia ed un montaggio più risoluti...
conoscendo ormai la personalità e la vita di Mesrin (pronunciatelo Merin sennò si altera il tipo!) ormai rimangono solo da mostrare un po' di rapine spettacolari, qualche evasione, un sequestro di persona, le nuove "amicizie" coi terroristi e po' di omicidi a profusione!!!
Pellicola piuttosto "action" ma con un' ottima contestualizzazione temporale, il tutto gravita intorno ad un ottimo Cassel, veramente dentro la parte.
COMMENTO PUBBLICO N.1 : L'ORA DI VOTO Il protanista interpretato da Cassel e' sempre riuscito . Carismatico, spiritoso, ama i bambini, le donne, i mass media. Meno violenza, piu comicita. Il regista e' bravo a riprodurre lo spririto degli anni 70. Cmq, un eroe e antieroe va eliminato dal sistema, una volta chi si ribella.
Un eroe spontaneo che agisce per conto suo non e' conveniente a nessuno.