non toccare la donna bianca regia di Marco Ferreri Francia, Italia 1974
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non toccare la donna bianca (1974)

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locandina del film NON TOCCARE LA DONNA BIANCA

Titolo Originale: TOUCHE PAS À LA FEMME BLANCHE

RegiaMarco Ferreri

InterpretiMarcello Mastroianni, Catherine Deneuve, Ugo Tognazzi

Durata: h 1.48
NazionalitàFrancia, Italia 1974
Generegrottesco
Al cinema nel Marzo 1974

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Trama del film Non toccare la donna bianca

Le ruspe demoliscono il quartiere popolare di Parigi di Les Halles. La fossa che rimane si trasforma in una specie di Little Big Horn, il mitico luogo della pianura americana dove il generale Custer venne assediato, vinto e infine trucidato dai Sioux di Toro Seduto. Anche nel cuore di Parigi il Settimo Cavalleria sembra messo alle strette.

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Voto Visitatori:   6,50 / 10 (11 voti)6,50Grafico
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Voti e commenti su Non toccare la donna bianca, 11 opinioni inserite

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topsecret  @  25/11/2022 13:59:25
   6 / 10
Alcune scene strappano un sorriso, altre sono piuttosto violente, il resto è una surreale presa per i fondelli.
Cast di primo piano, autore di interpretazioni volutamente sopra le righe, a volte funzionali altre meno.
Nulla di cui vantarsi di aver visto.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  21/04/2021 18:52:56
   7½ / 10
Pellicola surreale, grottesca. Ferreri mette in scena una parodia della battaglia di Little Big Horn nella Parigi anni '70, dove l'enorme buca de Les Halles diviene un polveroso far west metaforico, teatro dello scontro tra i potenti e gli emargini, gli ultimi, gli esclusi.
Grande cast e sempre grande Ferreri.

DarkRareMirko  @  23/03/2014 01:33:45
   7½ / 10
Un Ferreri di buon livello, anche se lontano dai vertici de L'udienza e La grande abbuffata.

Film strano, parodistico, coraggioso, che mescola satira e western.

Molte cose sono simboliche e chiaro appare che il tutto è improntato al solito scontro potenti vs proletari, ma c'è anche da dire che a volte il ritmo appare ferraginoso e lento, con qualche punta di noia.

Bella la Deneuve, volutamente fastidioso Villaggio, irriconoscibile Piccoli, ma comunque tutti bravi (il cast è ottimo).

Lascia un pò basiti come film per stranezze e modi di comunicazione (passato e presente che si incontrano, dialoghi, l'aver voluto ricreare questo tipo di temi a Parigi, atmosfera fastidiosa e strana come solo il grande regista sa ricreare), ma l'originalità è elevata.

Però, mi aspettavo di più sinceramente.

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baskettaro00  @  09/04/2012 22:29:11
   6½ / 10
film sopra le righe,quando nel finale vira verso il western diventa pesantuccio,tuttavia mastroianni e la bellezza delle deneuve risollevan le sorti d'un film poco più che sufficiente.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  26/03/2012 18:09:20
   6½ / 10
Non è uno dei migliori film di Ferreri. E' sicuramente uno dei più divertenti, ma sconfina molto spesso nel demenziale, non saprei se in maniera voluta o meno. E' una trovata grandiosa ambientare le vicende di Little Big Horn nell'epoca attuale e gli anacronismi temporali sono ad ogni modo molto utili per creare quei parallelismi fra passato e futuro. Penso che poche volte il western classico alla Ford sia stato "massacrato" a tale livello.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  22/07/2010 22:16:12
   6 / 10
Un film strano e difficile da giudicare. Lo stile è grottesco e paradossale e ha per argomento la politica, cosa piuttosto strana per un film di Ferreri. L’aspetto del film che disorienta di più è l’incoerenza temporale, cioè la mescolanza di presente e passato, tanto da far diventare a volte la storia qualcosa di assurdo e sconcertante. In realtà tutto è voluto e studiato per creare paralleli e rimandi a circostanze e fatti ben conosciuti al pubblico dell’epoca (la lotta fra classe operaia e borghesia).
La scena iniziale è quella che colpisce e sorprende di più ed è forse la scena-chiave del film, l’unica decisamente attuale. Un gruppo di signori incravattati (si capisce che sono pezzi grossi del potere, visti però in maniera ironica e sarcastica) si preoccupa della corruzione della società da parte dei meridionali, degli straccioni, di chi è socialmente “pericoloso” e ne progetta lo sterminio fisico e culturale, con evidente parallelo con l’ideologia nazista. A questo elenco basterebbe aggiungere i clandestini e gli extracomunitaria ecco fatto che la scena diventa di stringente attualità. Questo fa capire che l’atteggiamento fondamentale di certe frange (piuttosto consistenti) della borghesia non è per niente cambiato dal 1974 (o se si vuole dal nazismo) ad oggi.
A questo punto, con evidente anacronismo, il film diventa una rievocazione simbolica dell’episodio della sconfitta del Generale Custer da parte di Cavallo Pazzo. Il parallelo stilistico è quello con il teatro moderno di avanguardia, in cui si usa spesso trasporre in tempi moderni dei fatti passati. Solo che qui i personaggi conservano per lo più gli abiti e gli usi antichi, complicando così la rappresentazione. Tanto più che il film è girato nella Parigi moderna, fra il Pantheon e gli scavi delle vecchie Halles.
L’intenso sarcastico e grottesco è comunque bene in evidenza. Come dire: non prendete la cosa troppo sul serio, è una specie di gioco, una fantasia. Certo il significato ideologico è evidente ed è pure netta la condanna di un certo atteggiamento ideologico e politico. Custer, gli altri generali, la signora ipocrita interpretata da Catherine Deneuve, tutti passano per militaristi, reazionari, materialisti, perbenisti, egoisti, ipocriti, superficiali, insomma il peggio della borghesia. L’apparire ogni tanto della foto di Nixon in bella evidenza aggancia questo atteggiamento con precisi fatti storici dell’epoca.
Anche il ritratto che viene fatto degli Indiani (ricordate gli indiani metropolitani?) è un evidente parallelo con la lotta operaia di quegli anni (le facce degli indiani sembrano quelle di operai meridionali o di giovani contestatori). L’evidente intellettualizzazione di Cavallo Pazzo, il suo continuo ripetere “solo con il collettivo si vince”, rimanda esplicitamente ai gruppi di estrema sinistra, molto attivi all’epoca.
Con questo non vuol dire che Ferreri abbandoni la borghesia, semplicemente come in tutti i suoi film passati, ne riproduce in maniera grottesca e paradossale le inquietudini e le forti contraddizioni. Anche in questo caso il film di Ferreri è lo specchio fedele delle turbe borghesi nel periodo 1974-1975, in cui per un attimo sembrò che la borghesia italiana si stesse per buttare nelle braccia di Berlinguer (se l’avesse fatto la storia italiana sarebbe cambiata – secondo me in meglio).
Ferreri ama usare i soliti attori. Qui, Mas*****nni, Piccoli, Tognazzi e la Deneuve se la cavano abbastanza bene. L’unico personaggio che stona completamente è quello interpretato da Paolo Villaggio. Sinceramente poteva essere eliminato e la storia non cambiava.
Come documento dello spirito di un epoca il film può essere interessante, ma l’interesse in pratica si ferma qui.

Invia una mail all'autore del commento Gualty  @  04/07/2007 21:16:45
   9 / 10
Geniale la scelta di ambientare la battaglia di little big horn a Parigi, il contasto tra la città europea e le truppe americane del far west, tra i pellirossa e i quartieri periferici e popolari varrebbe da solo l'intero film, ricco di chicce grottesche e dissacranti il mito del progresso

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER.
Ottima la recitazione, prevedibile dato il cast d'eccezione.
Credo che il film sia ricco di citazioni, molte frasi isolate non si spiegherebbero altrimenti, ma in generale è sia scorrevole che pungente.

PetaloScarlatto  @  21/05/2007 21:33:48
   9½ / 10
Originale, grottesco, pomposo... Eccellente... Una pellicola sconosciuta, ma, davvero, un'ottima pellicola... Grandi attori...

Ferreri è sempre Ferreri...

Geniale!!!!

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