notorius - l'amante perduta regia di Alfred Hitchcock USA 1946
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notorius - l'amante perduta (1946)

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locandina del film NOTORIUS - L'AMANTE PERDUTA

Titolo Originale: NOTORIOUS

RegiaAlfred Hitchcock

InterpretiIngrid Bergman, Cary Grant, Reinhold Schunzel, Leopoldine Konstantin, Claude Rains, Louis Calhern, Moroni Olsen

Durata: h 1.41
NazionalitàUSA 1946
Generethriller
Al cinema nell'Agosto 1946

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Trama del film Notorius - l'amante perduta

Donna di dubbia moralità è costretta dai servizi segreti USA a sposare a Rio de Janeiro il presunto capo di un'organizzazione neonazista. La salva dalla morte un collega innamorato.

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Voto Visitatori:   8,20 / 10 (76 voti)8,20Grafico
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Voti e commenti su Notorius - l'amante perduta, 76 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Dom Cobb  @  15/07/2018 19:08:09
   5½ / 10
La figlia di una defunta spia nazista viene reclutata forzatamente da un funzionario dei servizi segreti: il suo compito è avvicinare uno dei vecchi amici del padre, guadagnarsi la sua fiducia approfittando di una precedente relazione e scoprire la verità sulle sue attività illegali. A complicare le cose ci si mette però un triangolo amoroso...
Dei prodotti del maestro della suspense realizzati nel corso dei turbolenti anni '40, questo "Notorius" è l'unico a venir considerato parte del pantheon dei grandi capolavori di Hitchcock; si tratta ancora una volta di uno di quei casi in cui la fama e la notorietà (pardon per il gioco di parole) del film in questione mi hanno convinto a sollevare le aspettative in preparazione della visione. Purtroppo, l'entusiasmo per la speranza di ritrovarmi finalmente di fronte a un'opera da poter considerare allo stesso modo della massa si è gradualmente spento nel corso delle due ore di durata, e alla fine sono rimasti soltanto la noia e il disappunto.
Chiariamo subito una cosa, cioè di non trovarci di fronte a un brutto film: con un asso come Hitchcock dietro la macchina da presa è impossibile che ne esca fuori un prodotto anche solo tecnicamente ottimo. E infatti, sotto questo aspetto vi sono numerose piccole chicche che rendono lo stile visivo altamente intrigante, fra lussuose scenografie ed originali idee di fotografia.


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Anche i due interpreti principali se la cavano benissimo: Ingmar Bergman e Cary Grant rappresentano una delle coppie più iconiche della vecchia Hollywood, e questo film ne dimostra ampiamente il motivo. La loro alchimia è fuori discussione ed è la ragione principale per cui il loro rapporto romantico risulta anche solo parzialmente sopportabile.
Perché qui arriviamo alla vera nota dolente del film, che è purtroppo la sceneggiatura: non che siano presenti dei buchi di trama o delle forzature, ma essa compie lo sciagurato errore di concentrarsi fin da subito e fino alla fine per lo più sul lato romantico della vicenda, mettendo completamente da parte il versante thriller e spionistico salvo alcune sporadiche sequenze. Una volta introdotta la storia, il film perde rapidamente interesse sullo svolgimento e la riuscita della missione della protagonista, entrambi affrontati con una notevole dose di superficialità, e invece concede sempre maggiore importanza alla relazione romantica fra i due piccioncini con tanto di terzo incomodo rappresentato da Claude Rains, villain raffinato ma privo di mordente.


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Certo, niente di tutto questo importerebbe più di tanto se i personaggi fossero scritti in modo interessante


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o se la stessa storia d'amore suscitasse un minimo di empatia nello spettatore, ma così non è.


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Di conseguenza, non solo l'interesse dello spettatore nei confronti della vicenda viene inevitabilmente compromesso, ma a peggiorare le cose manca anche la tensione necessaria, visto il modo in cui l'aspetto spionistico viene trascurato.
Personaggi scarsi e flaccida soap opera all'acqua di rose non sono affatto le cose a cui avrei pensato di associare un film come "Notorious", che negli annali noti a tutti viene identificato come una pietra miliare del genere noir. Purtroppo, così è, e a conti fatti questo risulta essere tutt'ora il peggior film di Hitchcock che abbia visto, subito dopo il deplorevole "Rebecca". Un altro nome da aggiungere a una lista di delusioni sempre più lunga...

1 risposta al commento
Ultima risposta 20/09/2018 03.08.22
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Enzo001  @  24/01/2009 18:40:04
   10 / 10
Capolavoro assoluto raffinatissimo ed elegantissimo, travolge con sequenze da capogiro, movimenti di macchina divini, atmosfere trasognate quanto inquietanti e suspence tesa e sottile come la lama d'un rasoio.
Una perla unica e inestimabile.

2 risposte al commento
Ultima risposta 24/01/2009 18.48.23
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Gruppo REDAZIONE amterme63  @  21/11/2008 21:34:13
   7 / 10
Sinceramente mi è parso uno dei film meno riusciti di Hitchcock. Si fanno sentire troppo, secondo me, le convenzioni filmiche hollywoodiane dell’epoca. E’ vero che Hitchcock non se n’è mai preoccupato più di tanto; addirittura spesso le ha considerate come una specie di sfida per dimostrare che il modo in cui si scenografa, riprende, interpreta o monta un film, l’effetto che si riproduce tramite i meccanismi tecnici, è infinitamente più importante della storia esteriore che viene raccontata. In questo caso, purtroppo, la sfida non viene vinta in pieno. Infatti solo nella seconda parte del film Hitchcock riesce a creare scene emozionanti e a far scattare nello spettatore lo spasimo per la sorte dei personaggi. Mancano quasi totalmente gli inserti ironici che riuscivano a vivacizzare e a rendere più umana la storia. Non ci sono nemmeno profondi o sentiti dibattiti etici e le figure “cattive” sono scialbe e convenzionali, non hanno la forza o il fascino di tanti cattivi dei film passati.
Quel che domina è la convenzionalità amorosa e etica dell’epoca, che stranamente ricorda la cultura aristocratica. Ad esempio la storia ruota intorno a due personaggi (uno maschile e uno femminile) a cui viene dato un rilievo particolare, vengono trattati in maniera speciale, quasi idealizzati. Sono tolti dal contesto quotidiano e normale e assurti quasi a icone. Prima di tutto sono belli e di belle maniere, quasi sempre in ordine, mai scomposti. La cinepresa li blandisce di continuo con splendidi primi piani per lo più con effetto flou. Il contesto sociale è quello delle alte sfere. Di loro, del loro passato, si sa ben poco; tutto passa in secondo piano rispetto ai sentimenti nobili che esprimono: amore e onore patriottico. E’ proprio il contrasto fra questi due sentimenti il vero nucleo ideale del film, guarda caso lo stesso della letteratura cortese del Medioevo o delle tragedie di Corneille.
Mi ha sempre sorpreso in questi film come i due protagonisti riescano sempre ad innamorarsi fin dai primi istanti con un colpo di fulmine, come se fosse un’affinità elettiva fra gente speciale e non qualcosa che si sviluppa lentamente da scambio di essenze interiori. E’ un amore molto stilizzato e che deve passare obbligatoriamente in prove ardue, per lo più esteriori (equivoci, tentazioni) e soprattutto essere messo alla prova dal richiamo dell’onore e del dovere, l’altra stella polare del mondo aristocratico.
La prima parte scorre in lunghi dialoghi e scene convenzionali. A parte le immagini da cartolina, non ci si accorge minimamente di essere a Miami o in Brasile. Per fortuna a metà film, a partire dal ricevimento, si ha un guizzo drammatico che mette in moto finalmente la storia. Adesso ci appassioniamo e stiamo in ansia per le sorti della protagonista. Per il resto la storia ricalca il modello di “Il prigioniero di Amsterdam”, ma in maniera assai inferiore rispetto a quel film.
In fin dei conti Hitchcock non si sente a proprio agio in questo tipo di rappresentazione sociale. Infatti nel film domina come un senso di claustrofobia e di atmosfera chiusa e cupa con tutti quei freddi e lussuosi interni. La scena finale serve quasi a condanna e rifiuto di un tale mondo, almeno nei suoi aspetti estremi. Anche se non sbandierato ai 4 venti, si intuisce che alla fine vince il mondo accennato nella prima scena, quello della libertà di godersi la vita e di fare a meno delle convenzioni.
Una menzione speciale va a Ingrid Bergman che con la sua interpretazione regge l’intero film. Anche in ruoli così convenzionali riesce sempre a farci sentire tanta umanità e spontaneità. Poi c’è la tecnica superlativa di Hitchcock che anche in questo film ha modo di mettersi in evidenza in splendide scene (vedi commenti sotto).

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Ultima risposta 28/11/2011 08.28.57
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Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  03/06/2008 11:47:41
   8 / 10
Altro film esemplare del maestro Hitchcock sia per tensione emotiva che per tecnica.
"Notorius" si incentra sul dramma di una storia d’amore avversata da un passato che non appartiene ad Helena, ma di cui ella deve scontare il fio delle gravi colpe che pesano sul padre defunto; avversata da uno Stato che, pur di raggiungere i suoi scopi, calpesta le vite delle persone di cui si serve considerandole dei semplici strumenti utili alla causa; ma soprattutto avversata dall’incapacità dei due amanti di abbandonarsi al proprio reciproco sentimento sacrificando il dovere, la Patria. A questo fa da contraltare il dramma del personaggio negativo di Alexander, il quale ci viene mostrato disarmato di fronte alla potenza di un amore non corrisposto, e in tutto il suo essere succube di una madre dispotica (probabilmente in questo rapporto c’è già “in nuce” l’idea che sarà alla base di “Psyco”) e di un’organizzazione criminale dalla quale non c’è possibilità di fuga. Egli, nonostante le terribili azioni di cui si è macchiato, suscita alla fine la pietà dello spettatore che, nella sequenza conclusiva, lo vede completamente privo di difese e in balia dei suoi efferati colleghi.
Tutto ciò viene accompagnato da uno stile registico come al solito impeccabile e innovativo. Come non ricordare quello strepitoso controcampo obliquo dato dallo sguardo di Helena riversa sul letto; o ancora l’immagine sfuocata di Alexander Sebastian e di sua madre data dalla vista annebbiata della stessa Melena per l’effetto del veleno; ma soprattutto quell’indimenticabile inquadratura in movimento che scorre da Devlin alla sua amante, ripresi guancia a guancia in un appassionato abbraccio, soffermandosi prima sulle parole dell’uno poi su quelle dell’altra. E’ quasi superfluo, invece, rimarcare la bellezza della sequenza della chiave, diventata un vero e proprio cult del repertorio di Hitchcock.
Una curiosità: la IG Farben, cioè l’industria chimica per cui lavora nella finzione filmica il personaggio di Alexandere Sebastian, è realmente esistita, ed è tristemente nota per essersi messa al servizio del regime nazista producendo Zyklon B, ossia il gas usato nei campi di sterminio. Oggi, della IG Farben rimane quel colosso societario che opera col nome di Bayer.

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Ultima risposta 04/09/2009 00.33.09
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Gruppo COLLABORATORI paul  @  24/06/2006 11:04:52
   7 / 10
Non è il mio Hitchcock preferito, ma comunque un film molto carino. Come scrive Emans, più una storia d'amore che un noir.

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Ultima risposta 03/03/2008 12.30.06
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Dick  @  14/06/2006 14:09:34
   9 / 10
Un film che avrebbe da insegnare molto a tante noiate spionistiche di oggi.
Grant anche quì in grande spolvero dimostra la sua vessatilità ai film seri e la Bergman nella parte della donna malinconica costretta a fare un certo lavoro per amore ed a sposare un tipo di uomo così si comporta egregiamente.
Non mancano i momenti di tensione come nella scena della cantina o in quella delle chiavi. Il finale alquanto crudo però. Un pò mi è dispiaciuto per Rains.

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Ultima risposta 23/06/2014 16.05.51
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