la banda casaroli (1962)

Bellissimo ritratto di una banda di disperati che - per noia, ignoranza o disillusione verso la vita e le sue ( presunte ) ingiustizie - gioca a far la guerra incurante del vortice di sciagure che tale scelta inevitabilmente innesca. Ottima costruzione delle situazioni grazie al flashback iniziale, convincenti le prove dei protagonisti capitanati da un Renato Salvatori mai così spregiudicato. Dopo il bel debutto con "La lunga notte del '43" il regista si conferma con un lavoro ancor più maturo del precedente, ancora incentrato su episodi di sangue legati alla sua regione d'origine.

Film molto bello e sopratutto molto intensta la prova di Tomas Milian , simbolo di un Italia confusa dal dopo guerra e dal futuro già perduto.

Mi è piaciuta la ricostruzione dell'atmosfera di quegli anni che il bianco e nero della fotografia colloca in una sorta di limbo in cui una nazione uscita recentemente dalla guerra ancora deve entrare nell'era del boom economico. All'interno di questa transisizione si muovono questi tre personaggi che in un ceerto senso ne riflettono gli umori: chi ancora con la nostalgia del ventennio (Casaroli) chi con l'incertezza di un futuro. E' proprio il carattere istrionico di Casaroli (bravo Salvatori) a determinare la filosofia del volere tutto e subito senza far tanti ragionamenti sul come. Più che una banda criminale organizzata, tre cani arrabbiati alla ricerca dei soldi facili. Una buona conferma dopo l'ottimo esordio di La lunga notte del '43, che prende un fatto di cronaca e ne fa una instantanea di quel periodo.