notte e nebbia regia di Alain Resnais Francia 1956
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notte e nebbia (1956)

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locandina del film NOTTE E NEBBIA

Titolo Originale: NUIT ET BROUILLARD

RegiaAlain Resnais

Interpreti: -

Durata: h 0.32
NazionalitàFrancia 1956
Generedocumentario
Al cinema nel Gennaio 1962

•  Altri film di Alain Resnais

Trama del film Notte e nebbia

Il film ricostruisce i crimini commessi dai nazisti nei campi di concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale. Tutti i protagonisti si dichiarano innocenti: di chi è allora la colpa di questi crimini?

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Voto Visitatori:   8,86 / 10 (14 voti)8,86Grafico
Voto Recensore:   9,50 / 10  9,50
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Voti e commenti su Notte e nebbia, 14 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  29/07/2020 12:38:10
   8½ / 10
Dopo anni si silenzi e dubbi ecco arrivare uno dei primi sguardi allucinanti su cio' che accadeva davvero all'interno dei campi di concentramento nazista.
Il breve documentario di Resnais non ci risparmia nulla e gia' all'epoca invita a non dimenticare quanto accaduto, fin dove si puo' spingere l'uomo.
Ottima l'idea di evitare di puntare il dito verso un colpevole e anche quello di non definire mai "Ebrei" solamente le vittime.
Solo solo uomini contro altri uomini.
Da far vedere nelle scuole.

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  09/06/2020 00:13:56
   9 / 10
In una mezz'ora asciuttissima questo non-documentario (tra il primi sul tema, a 10 anni dalla fine del conflitto) trasmette il vero orrore dei campi di concentramento nazisti, raccontati dalle parole di un sopravvissuto, tramite immagini di repertorio a volte insopportabili. Da vedere e basta.

TheLegend  @  01/02/2018 13:14:54
   8 / 10
Documentario di importanza storica sulle atrocità della Seconda Guerra Mondiale.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  31/01/2018 22:10:04
   9½ / 10
Un documentario fondamentale dal punto di vista storico. Bianco e nero delle immagini di repertorio e le riprese a colori. Rispettivamente l'orrore nel suo massimo e perverso fulgore e le rovine di quell'orrore, residui spettrali della crudeltà umana. Straordinario per intensità emotiva e per la capacità di lasciare il segno dopo la sua visione.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Zazzauser  @  26/12/2012 21:39:18
   9 / 10
Il primo, più importante, più coraggioso, più potente documentario sui campi di concentramento, girato a soli 10 anni di distanza dalla fine della Guerra.
Straordinaria la sceneggiatura di Jean Cayrol, poeta francese egli stesso reduce dell'internamento nel campo di Mathausen-Gusen, che si esprime con un commento fuori campo tristemente efficace nel raccontare gli orrori della deportazione e dello sterminio: un fenomeno - vuole a ragione sottolineare Resnais - che fu ben più di un genocidio, ma una vera e propria follia criminale contro l'Umanità. Troppo spesso si tende ad identificare la storia delle stragi naziste dei lager con quella della persecuzione degli Ebrei, e di proposito non si parla mai di Shoah o di Olocausto.
Il confronto fra presente e passato emerge sempre con forza, e alle carrellate della cinepresa che riprende una realtà odierna finalmente tornata a colori, si alternano le terribili immagini in bianco e nero dell'epoca. Ma l'apparente lontananza di quei tempi è solo un'illusione.
"La Guerre s'est assoupi, un oeil toujours ouvert. Il y a nous qui regardons sincèrement ces ruines comme si le vieux monstre concentrationnaire était mort sous les décombres, qui feignons de reprendre espoir devant cette image qui s'éloigne, comme si on guérissait de la peste concentrationnaire, nous qui feignons de croire que tout cela est d'un seul temps et d'un seul pays, et qui ne pensons pas à regarder autour de nous, et qui n'entendons pas qu'on crie sans fin."
E' Impossibile restare indifferenti di fronte a questo monito finale. Un grido contro il negazionismo, un urlo disperato a mantenere viva la memoria, a non dimenticare, a non lasciare che Notte e Nebbia offuschino di nuovo i nostri occhi e le nostre menti, lasciando che la Storia si possa ripetere.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  03/01/2011 22:32:54
   8½ / 10
"I fori d'aerazione non trattenevano le grida."

Agghiacciante documentario di Resnais che condensa in 30 minuti un fiume di immagini di impatto emotivo sconvolgente perché sconvolgente è l'argomento trattato. E nonostante la follia dell'olocausto sia stata analizzata più e più volte con film,programmi tv,documentari questo lavoro è diverso; musiche sempre più dolci e che quasi stonano con ciò che si vede,voce fredda e che si limita a descrivere con essenzialità,immagini altrettanto essenziali e che non possono non turbare nel profondo. Resnais lo dice senza mai giudicare,implicitamente: noi lo abbiamo reso possibile,noi lo abbiamo fatto. Non è difficile capire chi è il responsabile. Ma come è stata possibile una cosa del genere e fino a dove possiamo arrivare?

Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  28/12/2009 15:56:49
   8 / 10
Se ne vedono pochi di documentari così, e proprio come i più grandi fautori di tali atrocità si professavano innocenti, anche Resnais non punta il dito contro nessuno.
Ci mostra quelle immagini, ci lascia giudicare, siamo noi che dovremo poi esserne consapevoli, abbandonare le nostre speranze che tutto sia finito, perché come dice Resnais tutto ciò non appartiene ad una sola epoca e ad un solo paese.

"Il campo è un villaggio abbandonato ma ancora pieno di minaccia"

Gruppo STAFF, Moderatore Lot  @  21/12/2009 21:46:20
   8½ / 10
Probabilmente l'essenza di fiumi di documentarismo sull'argomento.
Perfetto nella sua intensità, andrà a distillarsi nei primi rarefatti, ipnotici minuti del successivo e definitivo hiroshima mon amour.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  20/12/2009 11:51:03
   9½ / 10
"Notte" come terrore, come dimenticanza, come il terribile olocausto che straripò dal centro dell'Europa; "Nebbia" come l'appannarsi dei ricordi, come il disorientamento dei colpevoli e degli innocenti, come i vapori delle camere a gas.
"Nacht und Nebel", con questa espressione venivano contrassegnati i prigionieri.

Vedi recensione

bulldog  @  21/09/2009 23:39:27
   8 / 10
Un documentario storico di Resnais sulle atrocità naziste.

Un ritratto di ghiaccio per riflettere sulla crudeltà dell'uomo.
Da brividi.

Tuonato  @  26/06/2009 18:22:48
   8½ / 10
Ieri: "La folla dei presi sul fatto dei presi per errore dei presi per caso si mette in marcia verso i campi".

Documentario asciutto sulla follia dei campi di concentramento.
Per vedere coi propri occhi e immaginare neanche la metà di ciò che è stato.

Oggi: "La guerra è assopita, dorme con un occhio solo... da qualche parte in mezzo a noi nascono e vivono i nuovi aguzzini, le spie di domani. Noi guardiamo queste rovine come se il mostro fosse morto sotto le macerie, fingiamo di riprendere speranza... come se questa peste non possa più colpirci solo perchè tutto ciò è appartenuto ad una sola epoca e ad un solo paese e non pensiamo invece a guardare intorno a noi perchè sentiremmo ancora quelle grida senza fine e riconosceremo l'assassino che ci è seduto accanto".

Gruppo COLLABORATORI Marco Iafrate  @  11/12/2008 22:19:06
   10 / 10
E' fondamentale non confondere il carattere divulgativo di un normale documentario sugli orrori dei campi di concentramento, con questo straordinario film, se di pugno allo stomaco si tratta non è tanto per le immagini devastanti alle quali si assiste, ( l'assuefazione all'orrore ormai non ce la toglie più nessuno ) quanto il modo magistrale in cui ci vengono mostrate.
La struttura dell'opera si basa sul funzionamento dei campi di sterminio tedeschi procedendo in modo cronologico: si inizia con la costruzione dei campi per passare alle deportazioni; dalla vita che i poveri deportati conducono nel loro interno: lavoro, cibo, umiliazioni, mutilazioni, esperimenti; allo sterminio: camere a gas, forni crematori; concludendo con la liberazione dei superstiti ed il processo ai responsabili.
Resnais alterna sequenze a colori ( dove la macchina da presa esplora i campi ormai abbandonati coperti di vegetazione ed immersi in un silenzio spettrale ) con sequenze in bianco e nero ( immagini di repertorio che ci immergono nell'orrore dei campi "vissuti" ). Questa alternanza, tra il silenzio del presente e l'orribile "rumore" del passato e tra la dolcezza del colore dei prati in fiore e l'atrocità del bianco e nero, è il punto di forza del film; un continuo oscillare di emozioni, di profonda riflessione, di indignazione, di impotenza.
la voce fuori campo che ci accompagna durante tutto il film commenta le immagini in modo pacato, quasi a non voler disturbare la triste memoria del passato, quasi a voler rispettare quella che è stata un' agghiacciante realtà, una realtà sospesa nel tempo, un oblio che ha soltanto un responsabile, l'essere umano.

Invia una mail all'autore del commento angel__  @  03/05/2008 02:42:24
   10 / 10
silenzio. e basta.

everyray  @  13/03/2008 03:45:20
   9 / 10
Assolutamente ben fatto,è stato uno dei primissimi documentari fatti sui campi di concentramento nazisti..non può far altro che smuovere le coscienze di chiunque lo guardi,è come un pugno nello stomaco!

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