paranoia (1970)

Umberto Lenzi e Carroll Baker hanno creato il duo giallo. Il loro accoppiamento del 1969 Orgasmo era stato rilasciato a livello internazionale come Paranoia e questo film, noto come Paranoia in Italia, fu ridenominato A Quiet Place to Kill. Questa non è la fine della confusione, poiché l'anno scorso la Severin Films, società di produzione e distribuzione cinematografica americana nota per il ripristino e il rilascio di film cult su DVD e Blu-ray, lo ha pubblicato sul loro cofanetto Lenzi/Baker e la Mondo Macabro (The Wildside of World Cinema), altra società americana, ha anche pubblicato An Ideal Place to Kill, un altro film di Lenzi che potresti anche conoscere come Oasis of Fear (Un posto ideale per uccidere, 1971). Semplificherebbe le cose se usassimo il titolo spagnolo di questo film Una Droga Llamada Helen (A Drug Named Helen)? Carroll Baker interpreta Helen alla guida di un'auto da corsa, la cui vita è al di là di un casino. In quale altro modo puoi spiegare perché ha accettato un invito dalla nuova moglie del suo ex marito, Constance Sauvage, a rimanere nella loro sontuosa casa a Palma di Maiorca? E se Helen e Constance si legassero presto al fatto che odiano entrambe Maurice (Jean Sorel, Il dolce corpo di Deborah) e lo uccidessero durante un viaggio in barca a vela? Certo, essendo questo un giallo, le cose non vanno così bene e Constance finisce per morire in mare. Sua figlia si presenta ed è allora che le cose peggiorano per tutte le persone coinvolte. Questo è un giallo di classe, pieno di lussureggianti riprese e una solida sceneggiatura di Marcello Coscia (The Living Dead at Manchester Morgue), Bruno Di Geronimo (Cosa Avete Fatto A Solange?), Rafael Romero Marchent (il regista di Santo vs Doctor Death) e Marie Claire Solleville (Orgasmo). Il direttore della fototografia di questo film? Nientemeno che lo stesso Aristide Massaccesi, l'uomo dai tanti nomi che più conosciamo come Joe D'Amato. Questo film va a toccare gli incidenti in mare col boma (Maurice usa questo espediente per discolparsi dopo aver volontariamente ucciso la moglie con un pugnale da sub sullo scafo della barca a vela con la complicità della ex moglie). Molti anni più tardi uno studio negli Stati Uniti riconoscerà l'uso improprio del boma come seconda causa principale delle morti in mare. Questo può infatti ferire direttamente gli operatori, può scaraventarli in mare se essi vengono colpiti, e le cime ad esso collegate rappresentano rischi di caduta, scivolamento, traumi cranici o ferite alle mani. Sulle imbarcazioni più grandi, alcuni marinai tendono a salire direttamente sopra al boma per ragioni che possono riguardare la manutenzione o l'installazione di coperture: in tal caso possono verificarsi pericolose cadute. Anche quando si è fermi, vi è comunque rischio per gli occupanti proprio per via del poco spazio. Secondo altri studi tra le cause più frequenti degli incidenti durante la navigazione, anche nelle competizioni sportive, vi è quella degli impatti diretti col boma. Tra le varie riprese suggestive del film, degne di nota anche le sequenze in soggettiva tra le scogliere a strapiombo sul mare con la fuoriserie di Helene che scorrazza impavida tra le curve avvalendosi della sua abilità di (ex, dopo l'incidente all'autodromo di Monza all'inizio del film) pilota di auto da corsa.

Un classico b movie con tutti gli elementi anni '70 cari al genere. Anche se Lenzi esagera con gli zoom ed in alcuni passaggi la tensione è per così dire più artificiale che genuina ( certe semplificazioni della trama sembrano essere messe lì apposta ) la pellicola si lascia guardare senza troppi patemi ed è tenuta a galla dai suoi fascinosi interpreti.

Buon giallozzo erotico b movie che resta un po' banale in tutta la prima parte ma migliora nelle scene finali per distinguersi da tutta la prima parte. Personaggi abbronzati e stereotipati, con la musichina soft-porno che scatta in ogni scena intima, insomma tutti gli ingredienti giusti per un film di questo genere.

Mi aspettavo qualcosa in più da questo giallo di Lenzi.
Parte molto lentamente, nella prima parte non succede nulla e i personaggi vengono presentati un po alla rinfusa.
Poi si capisce quale sarà lo sviluppo del film e diventa un po più avvincente.
Purtroppo a mio parere è stata sbagliata l'ultima parte del film, infatti un paio di scelte diverse avrebbero reso molto più interessante il finale e soprattutto si sarebbe avuto un grandissimo colpo di scena finale.
Così non è stato e quindi si ha la sensazione di qualcosa che poteva essere e non è stato.

L'ambiguità dei personaggi domina lo scenario di Paranoia. Lo scambio dei ruoli, da vittima a carnefice rende il film di Lenzi molto godibile per la buona qualità del plot, anche se non all'altezza del suo precedente film Orgasmo. Rispetto a quest'ultimo, molto più virato al thriller psicologico, Paranoia proprio per la doppiezza dei personaggi ha qualche elemento in comune con il noir.

Davvero un buon thriller questo di Lenzi.
Personaggi torbidi e colpi di scena rendono la storia avvincente. Da vedere.

Buona ambientazione, bravi attori, ma Lenzi ha fatto di meglio.

E' il migliore della trilogia thrilling inaugurata da Lenzi con "Orgasmo" (che in realtà avrebbe dovuto intitolarsi proprio "Paranoia", ma poi i distibutori ci hanno ficcato malamente il naso) e terminata con "Così dolce... così perversa", tutti con Carroll Baker protagonista. Se gli elementi utilizzati sono quelli classici del giallo erotico (tradimenti, ricatti, eredità, triangoli), la sceneggiatura brillante e articolata riesce a riproporli con indubbio gusto, mantenedo sempre la suspense a buoni livelli fino ad un epilogo con salto mortale carpiato di macchinosa ingegnosità. Affascinante e molto ben fatto, con due interpreti dall'affiatamento bollente. Notevole anche la Proclemer, insolitamente partecipe in un film di genere.

Il migliore della trilogia sexy-thriller.
Da riscoprire.

Davvero un signor thriller questo di Lenzi.trama intricatissima ma interessante e piena di colpi di scena.un thriller corposo,mai banale o piatto,con un buon livello di suspance e un finale abbastanza spiazzante.una trovata originale e senza dubbio innovativa per il genere.
da reperire al più presto.

Giallo dall'avvio compassato che prende quota grazie ad un ottimo intrigo ricco di colpi di scena e repentini capovolgimenti.Lenzi nonostante una sceneggiatura ingarbugliata non perde mai la trebisonda ed allestisce un ragguardevole prodotto purtroppo dimenticato dai più.Praticamente privo di clamorosi buchi narrativi è il terzo ed ultimo capitolo della trilogia sexy-thriller,così definita dall'autore stesso,comprendente anche "Orgasmo" e "Così dolce…così perversa" ,tutti con Carrol Baker protagonista.
Ottima la definizione psicologica dei personaggi mossi da un'ambiguità morale e sessuale che li rende tutt'altro che affabili.Cinici ed ambiziosi,mostrano senza problemi il lato più vile dell'essere umano pur di raggiungere i loro scopi.Gli incastri sono perfetti e le scelte narrative spesso spiazzano lo spettatore,rare situazioni appaiono invece intuibili, ma Lenzi le rende comunque coinvolgenti tramite una messa in scena molto accurata ed ad un'esposizione priva di esagerazioni.Grande attenzione è posta anche nella definizione e nell'utilizzo della maggior parte dei personaggi secondari,pedine utilissime allo scacchiere progettato da Lenzi,vere fonti paranoiche,come da titolo,che faranno precipitare i protagonisti in uno status angoscioso destinato a prorompere in un finale d'impatto.Non manca qualche tocco soft-erotico garantito da allusione saffiche e da un paio di nudi della Baker(sinceramente non memorabili).
Appassionante e morboso rappresenta sicuramente uno dei vertici artistici raggiunti dal regista toscano.

Un giallo complesso questo di Umberto Lenzi, ricco di colpi di scena e capovolgimenti di situazioni. Intricato al punto giusto, ci regala l'ambientazione esotica di Palma di Maiorca con un ottima sceneggiatura e delle altrettanto ottime interpretazioni. Lenzi si diverte a mescolare piu' volte le carte in tavola seguendo il filone delle altre due opere -Orgasmo- e -Cosi' dolce...cosi' perversa- ma qui secondo me si fa' tutto piu' interessante perche' c'e' piu' ritmo ed anche una natura dei personaggi piu' originale e meglio descritta, compresi i non protagonisti. E' ovvio che come tutti i gialli made in Italy dell'epoca, ci sono gli intrecci da fotoromanzo, un po' di eros, le mitiche bottiglie di J&B sparse sul set ma anche un fortissimo glam anni 60, comprese le ottime musiche. Il risultato? Secondo me e' un magnifico film, tutto da riscoprire e valido anche per i non appassionati del genere.

In tutto e per tutto d'accordo con il commento precedente; davvero un signor thriller da parte di Lenzi, capace di dare la biada anche a titoli blasonati di Dario Argento.

Come film fà poi parte di una trilogia, formata da Orgasmo (anche questo film è in certi ambiti conosciuto come Paranoia, quindi state attenti!) e Così dolce...così perversa.

Regia perfetta, fotografia molto curata, bravi e belle interpreti, trama molto interessante e, seppur incasinata, mai macchinosa nè difficile da comprendere.

Da non perdere.

La storia è quella di Hellen (Carroll Baker) , che viene stranamente invitata dalla nuova moglie (Anna Proclemer) dell'ex marito a trascorrere un periodo di vacanze a Palma di Maiorca. Qui la situazione si fa intrigante...
Davvero una piccola perla questo thriller italiano del '70. Dopo un inizio un po' lento, la storia assume dei risvolti sempre più interessanti, grazie anche all'alternarsi di colpi di scena inaspettati. Se guardate attentamente la casa di Jungle Julia in Grind House, vi accorgerete che Tarantino ha omaggiato questa pellicola mostrando la locandina su una parete. Piacevole sorpresa!