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E' emozionante scoprire i colori di Bergman, un po' come ascoltare la voce di Chaplin per la prima volta. Una novità che alimenta un sentimento di straniamento, insieme all'autocitazione ("La vergogna") e ai commenti degli stessi attori sui propri personaggi. Tutto è concesso, purché la verità dell'opera ne risulti svilita. Come a ribadire che l'unica verità che conti davvero è quella della vita, pur nella sua inevitabile mortificazione. Quel che resta per un raccontare sincero è la passione degli uomini.