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Film onirico, misterioso, trasognato, immerso in un'atmosfera quasi magica, dominata da una natura testimone muta del passaggio dell'essere umano. Fotografia da applausi di Russel Boyd (che lavorerà spesso con Weir) e colonna sonora che, passando dal flauto di pan, alla musica classica a delle composizioni originali di Bruce Smeaton (il tema di pianoforte deve parecchio all' attacco di "firth of fifth" dei Genesis), contribuisce in maniera determinante all' inquietudine in cui è immerso il film.