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Sullo stesso livello di "Città Violenta", Sollima confeziona un bel noir italiano, in stile "Tony Arzenta" di Tessari e "Milano Calibro 9" di Di Leo, con delle ambientazioni milanesi valide e suggestive e un buon cast, che si avvale della strepitosa accoppiata: Reed-Testi, entrambi doppiati da due ottimi voci, quali quella di Pino Locchi per il primo e quella di Pino Colizzi per il secondo. Non male è lo svolgimento della storia, con una prima parte perfetta, ricca di suspence e ben girata, tralasciando alcuni cliché tipici del cinema di Sollima (l'omicidio in Francia, i siciliani che stendono il maresciallo, l'organizzazione misteriosa che vuol favorire l'evasione di Milo Ruiz); dalla seconda in poi, il film comincia a perder punti inevitabilmente, data la figura invadente e banalissima del rockettaro anni '70 e dato il cambio continuo di genere: da noir si passa al 'road movie', per giungere infine alla 'denuncia politica', solito modo di far riferimento alla realtà, prolisso al massimo, già presente in "Faccia a Faccia", western deludentissimo con Volontè e Milian protagonisti. Se Sollima voleva criticare la politica dell'epoca, perché non si è limitato a girare un film 'politico', imitando Damiani con "Il Giorno della Civetta" e Rosi con "Cadaveri Eccellenti"? In ogni caso, opinioni a parte, "Revolver" resta un film gradevole, scorrevolissimo ed anche abbastanza avvincente, che sicuramente si classifica in una delle migliori opere di Sollima, assieme a "Città Violenta". Per quel che mi riguarda, come del resto lo stesso "Violent City", già votato precedentemente, poteva uscire molto più interessante: invece, forse per la sceneggiatura, forse per la regia, ci sono delle cose che non funzionano, ma il risultato è comunque più che apprezzabile.