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Ci troviamo di fronte ad un contesto dove la violenza viene esplicata i due modi: uno stesso tipo di crimine perpetrato da due bande diverse. L'una capeggiata dal volto borgataro di Franco Citti, quindi la malavita comune che malgrado tutto non è portata a travalicare determinati codici, l'altra da corrispondenti giovani e ricchi pariolini in cui la violenza é vissuta come un gesto gratuito fine a se stesso, che riporta tristemente alle figure, quelle purtroppo reali, dei massacratori del Circeo. Non è il primo film poliziesco di quel periodo che porta dentro di sè quell'avvenimento crudo, segno dell'enorme eco che ha avuto a quel tempo. Prova ne sia la lunga scena dello stupro, proprio per associare le figure fittizie del film a quelle reali della cronaca. Ricchi e annoiati oppure poveri e disperati con la polizia a sbrigliare il bandolo della matassa e capeggiata da un Bozzuffi convincente nel ruolo del commissario Carli. Certo fa un po' sorridere un giovanissimo Merolone doppiato in italiano con la erre moscia.
Sottovalutato ma intrigante poliziottesco firmato da Marino Girolami, qui accreditato con lo pseudonimo di Franco Martinelli. Durante una rapina la giovane Carol viene assassinata, dopo lunghe ricerche la polizia individua i sospetti ma non può arrestarli, a causa di un sistema corrotto in cui chi sguazza nel denaro può tranquillamente comprasi l'impunità. Mentre il padre della vittima da pacato borghese si trasforma in una sorta di angelo della vendetta, viene messo in evidenza, e in buon anticipo sui tempi, il malessere giovanile di cui sono vittima anche le classi più agiate e di cui tanto si è parlato in questi ultimi anni. In questo caso l'insospettabile banda di giovinastri dei Parioli fa il paio con quella di borgata, ma Girolami sembra avere una propria idea di moralità criminale, elevando quella dei "poveracci" a meno belluina e tutto sommato regolata da codici interni come rimarcato da alcuni dialoghi e da uan scena di stupro tristemente debitrice al massacro del Circeo. La trama è ben articolata, tra momenti action ed altri dedicati alla pura inchiesta, la pellicola non mostra quasi mai il fianco a particolari critiche, sfruttando bene un sottotesto "impegnato" degno di riflessione. Fa un po' sorridere semmai vedere il famigerato Valerio Merola nei panni di un giovanissimo rampollo con tanto di erre moscia, mentre in generale la recitazione è accettabile seppur Anthony Steffen nei panni del papà vendicativo non convinca granchè. Meglio Marcel Bozzuffi che pur esulando dall'impronta muscolare di alcuni "colleghi" (vedi Merli, Merenda e compagnia bella), si guadagna la pagnotta con una presenza meno manesca ma sicuramente ben caratterizzata. Un buon prodotto di genere in cui non possono mancare i tipici inseguimenti e pure una buona dose di violenza che raggiunge l'apice splatter con la morte del "Biondo".