Il Libanese, il Freddo, il Dandi, sono i capi della banda della Magliana, che per 15 anni ha sparso il terrore in Italia. Durante questo periodo, attraverso tutte le vicende italiane come il terrorismo degli anni '80 e Mani Pulite, il commissario Scialoja si mette alla caccia della banda.
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Film monumentale, un cast tutto italiano che non teme alcun paragone d'oltreoceano e una regia davvero brillante. La colonna sonora, seppur non ricercatissima, trasporta il grande pubblico e non solo i cultori del genere. Un "padrino" senza stucchevoli fronzoli di sorta, una storia di ragazzi che scelgono di non crescere dovendo timbrare il cartellino, con le dolorose, condannabili e tragiche conseguenze. Inizia quasi per gioco il tutto, fino al cruento colpo di scena che sorprende la banda di ladruncoli e noi spettatori
Libanese che uccide il barone, compiendo il balzo dalle bravate alla definitiva scelta della malavita.
. Poco a poco l'epopea della scalata al potere, le dinamiche d'amore e d'odio, la ricerca di giustizia e la sete di vendetta, il puro gusto di compiere il proprio lavoro, sia che sia acciuffare un criminale o ingannare la gIUSTIZIA, il puro disgusto per ciò che si è diventati e che non si riesce a cancellare, l'amore vero, l'amore disposto al sacrificio. Il film ha anche il merito, trattato con le pinze, da lontano, come succede effettivamente nella realtà, di denunciare gli intrighi, il marcio, la profondità di una politica dietro i paraventi, di un tacito consenso che spesso si trasforma in ordine diretto, di una macchiavellica ragnatela che dovrebbe difendere la democrazia dal pericolo di crollare, ragnatela che in realtà si tesse nella difesa di interessi privati. Nonostante la mole trattata il film scorre velocissimo, piacevole, romantico, romanzato, sublime e orrido. Un breve flash sulla nostra italia che spero attirerà altre luci, altri bagliori, che spero brilleranno della stessa bravura.