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A metà fra "Angst" e "Taxi driver" il primo lungometraggio di Gaspar Noè è una bomba di brutale nichilismo e odio , 90 minuti intensi ed estremi che metteranno a dura prova i nervi e la mente anche dello spettatore più abituato a questo tipo di pellicole. Il tema principale di "Seul contre tous" è il mal di vivere , e il regista nel suo consueto stile fuori dagli schemi ci conduce nel malessere di quest'uomo fino ai più nascosti recessi della sua personalità , in un continuo monologo fatto di violenza , razzismo , perversione e sofferenza che destabilizza non poco. Oltre alle parole e alle invettive del "Macellaio" l'opera si compone anche di violenza visiva di grande impatto e come nel successivo "Irreversible" Noè non ci risparmia nulla sbattendoci in faccia almeno due scene da dolore fisico ed epidermico , strazianti fino all'eccesso. Ovviamente il regista argentino non è uno sprovveduto e le sue opere non sono mai una gratuita sfilza di nefandezze e il titolo in considerazione non fa eccezione; certo ognuno è libero di interpretare il film a modo suo ma il messaggio del cineasta arriva chiaro anche se non condivisibile al 100% da chiunque. Una pellicola dunque scomoda e non per tutti , che coniuga cattiveria , risentimento e dolcezza (si nel finale ci sarà spazio anche per questo sentimento...per qualche secondo) in un modo unico e personale che conferma la grande vena di questo cineasta sudamericano.