shining regia di Stanley Kubrick USA 1980
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shining (1980)

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locandina del film SHINING

Titolo Originale: THE SHINING

RegiaStanley Kubrick

InterpretiJack Nicholson, Shelley Duvall, Danny Lloyd, Scatman Crothers, Philip Stone

Durata: h 2.00
NazionalitàUSA 1980
Generehorror
Tratto dal libro "Shining" di Stephen King
Al cinema nel Febbraio 1980

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Trama del film Shining

Lo scrittore Jack Torrance accetta, assieme alla moglie Wendy ed al figlioletto Danny, di fare da custode invernale ad un hotel deserto, l’Overlook Hotel, dove anni prima un suo predecessore era impazzito ed aveva sterminato la famiglia. L’hotel è attraversato ed abitato da strane presenze ed in esso le leggi spazio temporali sembrano sovvertite. L’isolamento, sommato al fallimento letterario – Jack non ha idee e non riesce a scrivere – faranno impazzire Jack, che tenterà di uccidere la sua famiglia.

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Voti e commenti su Shining, 874 opinioni inserite

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Invia una mail all'autore del commento montypython  @  02/09/2005 11:50:49
   10 / 10
"The Shining", la "luccicanza", quel qualcosa che non tutti hanno, quella "scintilla" che brilla di qualcosa in più: non si sa cosa sia nè come si faccia a possederla, essa è quasi ineffabile, non si può cogliere a d occhio nudo se non per un istante come la scintilla di un raggio di sole su di una lama, ora c'è, ora non si vede più, ma c'è, basta cercarla e quando si trova non vorresti averla più. la "luccicanza", "The Shining" è quel qualcosa in più che Kubrick ha dato al libro del genio dell' horror Stheven king, rendendo il suo film un capolavoro assoluto del cinema di genere. Solo a partire dalla scena iniziale si coglie il genio di Kubrick, è inquietante: una macchina, inquadrata dall'alto, segue una tortuosa strada di montagna con inquietante naturalezza; la scena è apparentemente normale ma c'è già qualcosa di strano, di terribile: la montagna è troppo isolata, essa è come se fosse posata nel vuoto più totale, sembra l'unica cosa tangibile in quel momento persino gli sfondi sembrano fittizzii, l' inquadratura è fittizzia esse sono la scena, o meglio la scenografia, dove qualcosa di superiore ha deciso di mettere in scena qualcosa di orribile e colui che guida l'auto è l'ignaro protagonista di questa demoniaca rappresentazione.Ma c'è qualcos'altro che non va o meglio è una impressione: la macchina sembra essere ferma ed è la strada, la montagna che si muove intorno ad essa, quasi a costringerla ad andare verso il suo destino; la concezione della realtà è ormai ribaltata tutto è il contrario di tutto, tutto è troppo perfetto per essere vero, ma può la realtà essere falsa?La stessa geometricità quasi ossessiva del film ne è una prova: tutto è troppo perfetto, troppo geometrico è quasi innaturale, innaturale quasi quanto l'aspetto esteriore dell'albergo, che appare sbilenco, deformato, surreale, eppure all'interno tutto è perfetto basato su poligoni e linee rette, non c'è nulla fuori posto; ad esempio nella scena in cui il bambino, Danny, gioca con le macchine giocattolo: esse sono disposte sul tappeto seguendo, in maniera fin troppo precisa, i lati degli ottagoni disegnati sullo stesso, a freccia; al centro, esattamente al centro dell'ottagono, delle macchinine, della stanza, seguendo la linea retta disegnata sul tappeto, arriva una pallina gialla come mossa di sua spontanea volontà. Ancora tutte le decorazioni dell'albergo sono geometriche tutto è simmetrico, speculare e questa geometricità diventa ancora più impressionante se inseriamo il tutto nel rettangolo dello schermo, dove il film viene proiettato, ma geometrico è anche il labirinto, è la mente in cui Jack si perde che è geometrica, è il dedalo fatale che porterà Jack alla morte.
Questa perfezione esasperata dell'albergo (fra l'altro anche il nome dice tutto: "overlook" guardare oltre) ci dà l'impressione che tutto sia preparato a tavolino, da quella presenza demoniaca, di cui si parlava all'inizio, presenza che Kubrick riesce sempre a rendere vera, presente, appunto: grazie alle sue inquadrature riesce sempre a dare l'impressione di questo alone misterioso che continua a seguirci: le scene in cui la camera insegue Danny sul triciclo ne sono una prova; esse sono sempre rasoterra, procedono sempre in linea retta, ma sbandando un pò, come se la camera fosse appunto l'angoscia, la paura, questo spirito maligno che ci segue,e noi ignari della sua presenza recitiamo la nostra parte su questa scena maledetta. Inqudrature perfette nella loro imperfezione, zoom che appaiono quasi amatoriali, rendono l’idea di questa presenza inquietante. Le inquadrature con la steadycam sono una innovazione geniale e perfettamente funzionali allo scopo del regista: esse sono traballanti, oscillano a destra e a sinistra proprio a sottolineare l’inquietudine, la mancanza di razionalità che ha preso Jack. Il modo in cui viene resa la pazzia di Jack è geniale: la celebre scena del “mattino ha l’oro in bocca”, frase ripetuta centinaia e migliaia di volte in decine di disposizioni diverse sui fogli del manoscritto di Jack è l’esempio più esemplificativo, ma gran parte del merito è dovuto alla fantastica interpretazione di Nicholson che con le sue espressioni terrificanti riesce a rendere in maniera ottimale la pazzia del suo personaggio; di contro sono rimaste impresse nella storia del cinema le espressioni spaventate a morte della moglie di Jack così come quelle misteriose e inquietanti di Danny.
Impressionante e prolettica, la scena in cui Jack guarda con occhi spiritati il modellino del labirinto e al centro si vedono le figure del figlio e della moglie: la sua mente ha già cominciato a perdersi in quel labirinto; è il preludio a qualcosa di terribile: la nostra mente è un labirinto in cui è facile perdersi e da cui è difficile uscire e la pazzia è il perdersi in questo dedalo e la pazzia può portare alla morte in questo labirinto, ma come uscirne da questa mente? la risposta ce la dà lo stesso Danny: è la ragione, l'astuzia che può sconfiggere la nostra stessa mente, trappola mortale, per chi l'astuzia l'aveva soppiantata con la pazzia come Jack; Jack che una volta persa la ragione e quindi la sua stessa natura umana, si imbrutisce, perde completamente la sua umanità: arranca, si trascina con le gambe, grida come un ossesso sempre le stesse cose, si affida solo all'istinto e ai sensi; Jack non è più un uomo senza la ragione, è qualcosa di amorfo, uno strumento di morte, non capace di pensare, ma solo di agire fino al compimento del suo compito: uccidere. Ma sarà lui a morire nella sua stessa mente, perso, si accascia a terra e si lascia completamente andare, in balia del labirinto della sua mente, che aveva sconfitto la pazzia, congelandola nell'espressione vuota di Jack, intrappolata nel ghiaccio.
La pazzia di Jack lo degenera, lo fa involvere. Infatti diventa un ragazzino che sembra giocare a nascondino, si diverte invece che con I giocattoli, con le vite umane ed è forse questo infantilismo assassino che rende la pazzia di Shining così paurosa, perchè non ci aspetteremmo mai che un bambino possa prendere una accetta ed ucciderci, anche se è un bambino solo a livello psicologico, perchè va contro ogni logica umana.
Ma “the Shining” è un film che va in linea retta e così dalla terrificante immagine di Jack intrappolato nel ghiaccio la camera passa all’albergo e poi all’interno nella stanza dove sono appese tutte le fotografie di momenti gloriosi passati dell’ overlook: in una di queste vi è una moltitudine di gente e tra queste il custode dell’ Overlook, proprio lui Jack, ma la data della foto è troppo vecchia per essere qualcosa di recente: Jack è sempre stato il custode dell’albergo, è stato Mr Gredy, è stato ognuno dei custodi dell’albergo, jack è sempre stato quella forza demoniaca che all’inizio del film appariva come qualcosa di estraneo a lui, non è mai stata la vittima, ne è stato il burattinaio, o meglio è stato la marionetta di questa terreficante vicenda e forse c’era qualcuno che ne manovrava I fili, ma chi è? Il finale ci lascia nell’inquietante dubbio, con la camera fissa sulla fotografia sul viso sorridente di Jack, in un ultima inquietante inquadratura…o forse basterebbe saper guardare oltre come il nome dell’albergo, quasi a prenderci un pò in giro, ci invitava a fare.

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Ultima risposta 30/12/2005 00.19.45
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