solo dio perdona - only god forgives regia di Nicolas Winding Refn Francia, Danimarca 2013
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solo dio perdona - only god forgives (2013)

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locandina del film SOLO DIO PERDONA - ONLY GOD FORGIVES

Titolo Originale: ONLY GOD FORGIVES

RegiaNicolas Winding Refn

InterpretiRyan Gosling, Luke Evans, Kristin Scott Thomas, Vithaya Pansringarm, Yaya Ying, Tom Burke, Sahajak Boonthanakit

Durata: h 1.42
NazionalitàFrancia, Danimarca 2013
Generethriller
Al cinema nel Maggio 2013

•  Altri film di Nicolas Winding Refn

Trama del film Solo dio perdona - only god forgives

Bangkok. Dieci anni dopo aver ucciso un poliziotto ed aver fatto perdere le sue tracce, Julian (Ryan Gosling) gestisce un club di Thai Boxe come copertura per operazioni di spaccio di droga. Pur rispettato nell’ambiente criminale, vive un momento di depressione e vuoto interiore. Quando suo fratello uccide una prostituta, la polizia si rivolge ad un agente che ha lasciato il lavoro: Chang, noto come l’Angelo della Vendetta. Il quale permette al padre della ragazza di uccidere l’assassino per poi “restaurare” la giustizia tagliando al vecchio la mano destra. A questo punto arriva a Bangkok la madre di Julian (Kristin Scott Thomas), Jenna, capo di una potente organizzazione criminale, per recuperare il cadavere del figlio. E ordina a Julian di trovare il suo assassino e mandarlo all’inferno.

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Voto Visitatori:   6,16 / 10 (88 voti)6,16Grafico
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Voti e commenti su Solo dio perdona - only god forgives, 88 opinioni inserite

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goophex  @  16/01/2023 23:53:00
   6½ / 10
Il voto è quasi esclusivamente rivolto alla sempre eccellente, onirica e surreale regia. Refn come sempre si dimostra tecnicamente ineccepibile ma onestamente trovo le sue storie banali e non basta l'esasperazione delle inquadrature lente più del dovuto per trasformare un film in capolavoro, nonostante una scelta di attori azzeccata e una colonna sonora in perfetta sintonia con le immagini.
Ad oggi continuo a credere che in Drive (un quasi capolavoro) Refn aveva trovato il giusto compromesso tra stile e sperimentazione senza esasperare lo spettatore ma coinvolgendolo emotivamente.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  02/05/2021 17:00:27
   6½ / 10
Refn confeziona una pellicola stilisticamente buona e visivamente molto curata, la sceneggiatura però, che non si capisce bene quanto sia volutamente criptica e quanto confusa, rende il film di una lentezza tanto esasperante da appesantire la visione. Prodotto riuscito a metà.

7219415  @  28/03/2020 12:15:42
   6 / 10
Estetismo estremo ma trama vuota

VincVega  @  24/06/2019 18:48:04
   7½ / 10
Refn dopo il successo di "Drive", non fa la cosa più scontata, ovvero continuare su quel sentiero, invece vira su un prodotto meno facile e palesemente anti-commerciale. Il protagonista Julian cerca in qualche modo l'espiazione dei propri peccati, lui che si ritrova in un mondo criminale che non ha voluto e che per sopravvivere ha dovuto svuotare parte delle proprie emozioni. "Solo Dio Perdona" è onirico, metafisico, visivamente eccezionale, violentissimo, con pochi dialoghi. Ho preferito altro di Refn, ma rimane un ottimo film, scarnificato della trama, asciutto. Gosling ancor più silenzioso e inespressivo di "Drive", perfetto, Scott Thomas bella e brava. Pellicola non per tutti.

Oskarsson88  @  29/04/2019 18:54:11
   8 / 10
Sono d'accordissimo con chi dice che questo film è molto sottovalutato. E Refn davvero delude raramente. Qua ci sono ambientazioni cupe, luci rosse, illuminazioni da interni ambigui e orientaleggianti, pochi dialoghi, ma comunque la trama si sviluppa eccome, e ci sono svariate scene di violenza non eccessive ma fatte benissimo, e il circolo alla fine si chiude. L'atmosfera malata del film, le strade di Bangkok e i personaggi ben riusciti, a me francamente è piaciuto tutto

mauro84  @  13/10/2018 22:52:00
   7 / 10
Film della serata scelto, forse come leggevo poco fa, uno dei film, più sottovalutati degli ultimi anni, bella fotografia. location orientale, trama originale, insolita e ben scritta. Molto violento e cupo. Finale violento, da capire,il titolo ricco di significato.

Ryan Gosling, top attore, interpretazione di gran qualità
(il resto tante comparse, che si prendon il loro spazio dovuto, spiccano il fascino orientale delle attrici!)

La regia, curata da Refn, già affermato, scrive un altra pagina del suo palmars cinematografico, lo fa bene, obiettivo centrato, titolo e tutto molto impegnativo, cupo e buio e violento. Un gran tris sotto il lato montaggio, fotografia e location orientale.

Un ottimo thriller a cui bisogna da spazio. Film meritevole di visione.


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jek93  @  08/10/2018 23:03:32
   8½ / 10
Film carico di significato, con una straordinaria fotografia, una trama scritta, interpretata e diretta in modo quasi unico: Only God Forgives è probabilmente uno dei film più sottovalutati di sempre.

antoeboli  @  16/02/2017 19:03:46
   8 / 10
In barba ai criticoni dell epoca , si è un film molto riflessivo e non adatto a tutti , specie perchè si discosta del tutto dal magnifico Drive , ma anche perchè non si può che annoverarlo tra quelle pellicole definite opere d arte in movimento (o anche statiche viste alcune scene).
Refn gira con la solita maestria , quello che è un prodotto made in Usa , con collegamenti però al cinema asiatico.
Ambientato in una thailandia nel bel mezzo di combattimenti di Muay thai e faide personali , viene descritto come un affondo nella psiche del personaggio di Gosling , enigmatico quanto basta e del tutto silenzioso , quasi che ci si dimentica sia lui il protagonista principale.
Fotografia top , ma con Refn , guardando anche the neon demon ci si abitua subito , e riprese impeccabili , fanno di questo un prodotto poco longevo , ma non per questo qualcuno può risultare pesantino e lento .
A distogliere lo sguardo dalla regia tediosa , Refn ci ha infilato un bel pò di buon gore e scene crude prese dai migliori film asiatici anni 70' con un cattivo che ci si ricorda di lui anche se non ha la solita 'maschera' da perfido antagonista(che poi sarà difficile definirlo antagonista )
Alcune scene sono perfino disturbanti ,fino a farsi l abitudine .
Non è un film per tutti ma andrebbe visto se amate il cinema di Refn .

Filman  @  23/01/2017 16:15:32
   7½ / 10
Lo spirito espressionista che si avverte guardando dall'inizio alla fine ONLY GOD FORGIVES rappresenta la forza cinematografica del film stesso, sprigionata da una regia ipnotica, sapientemente trattenuta, e di grande gusto estetico, pur presentata spesso come stilizzazione referenziale che finisce per saturare i contenuti in un esercizio di stile tipologicamente interpretativo, che offre messaggi audiovisivi non esattamente eccezionali nel riassunto del turbamento mentale del protagonista, principalmente d'origine sessuale. Ciò che colpisce nell'affascinante esperimento di Nicolas Winding Refn non è il dare esemplarità con un racconto anti-naturalistico ad un tema primordiale molto più interessante e instaurato in uno storytelling accademico, obbiettivo mancato, ma la capacità di intraprendere un lungometraggio a partire da una semplice immagine, come dettato dal forma mentis dell'autore, e guidare una storia interamente in un canale stilistico fatto di vivida essenza musicale e cromatica.

mainoz  @  20/07/2016 14:16:18
   6 / 10
E' un film molto strano, tecnicamente valido, bei piani sequenza, belle atmosfere. E' carente nei dialoghi ridotti al minimo indispensabile e nella sceneggiatura, risulta molto crudo e ricco di violenza. Trama semplice, il tema e' l'abusata classica "vendetta". Strizza l'occhio a Kill Bill, solite Kitane da fighi e quant'altro. Qui addirittura troviamo un poliziotto esperto di spade e arti marziali! Ricorda per certi aspetti anche il Lynchiano "Strade Perdute", i salti spazio-temporali, la mano di Gosling nell'oscurita' mi ha ricordato una scena di Bill Pullman in "Strade Perdute". Gosling e'il personaggio principale, in un ruolo totalmente diverso da quelli che lo hanno reso famoso, mi riferisco ad esempio ad uno dei ruoli che lo ha lanciato verso il successo ormai una quindicina di anni fa quando interpretava il giovane snob, presuntuoso e ribelle di " Formula per un delitto"assieme a Micheal Pitt. Qui invece interpreta un ragazzo debole e invidioso della personalità del fratello maggiore. A mio avviso avrei curato maggiormente i dialoghi, anche perche' Gosling di talento ne ha da vendere cosi' come la Thomas.

Mildhouse  @  17/06/2016 23:20:39
   7½ / 10
Dei film di questo regista che ho avuto modo di visionare trovo che questo per ora sia il migliore, anche perchè diversamente da Valhalla Rising non l'ho trovato discontinuo nel ritmo ed è anche più profondo di un Drive.
La storia è ricca di suspance e mistero che si svela lentamente ed efficacemente , inoltre gli spunti visivi che hanno reso famoso Refn sono qui sfruttati al massimo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  20/01/2016 11:16:14
   8 / 10
Piacevolmente spiazzante, è questo il primo aggettivo che viene in mente guardando "Solo D.io perdona", ultima fatica dell'accoppiata Refn/Gosling, qui lontanissima dalle atmosfere di "Drive". Non dico che ci si trovi in zona "Valhalla Rising" ma poco ci manca; tra spaccio di droga, prostitute minorenni e l'arte marziale dal muay thay finiamo in una suburra thailandese in cui si dipana un revenge movie decisamente sui generis. Intermezzi onirici punteggiano una narrazione in apparenza elementare in cui la ragione è bandita, vittime e oppressori si scambiano di ruolo messi in moto da un fatto di sangue inspiegabile.
Ovvero, alla base di tutto, un efferato omicidio, il colpevole punito secondo una visione barbara, quasi biblica oserei dire. Quindi l'ira funesta di una madre che vuole abbeverarsi alla fonte della vendetta. Toni da tragedia greca con annesso complesso edipico tra antieroi sconfitti e malinconici, incapaci di emozionarsi limitandosi ad un'impassibilità inquietante, rigidi come marionette su un proscenio dominato da un deus ex machina (la formidabile Kristin Scott Thomas) che è unico elemento in cui l'emozione sembra prevalere sull'abulia.
Regia da urlo (stupendi i campi lunghi) e avvolgente utilizzo del colore (rosso e blu a dominare), sintomatici di quanto Refn curi ogni dettaglio con pazienza certosina sino alla composizione di un quadro vivente di pregiatissima fattura.
Violenza frontale e studio maniacale dell'inquadratura fanno di Refn un regista che evidentemente degli allori se ne sbatte, con buona pace dell'eccellente "Drive" che è sicuramente il film grazie al quale ha raggiunto le grandi platee. Il regista danese però è altro, basti pensare ad alcuni dei suoi precedenti lavori. Il suo è un percorso più audace e complesso, addirittura anarchico nelle scontate logiche da botteghino quando rovina i connotati al bel Gosling, alimentando altro orrore tra le donzelle.
Refn pone un altro importante tassello sulla via della sua personalissima consacrazione, dedicando il tutto al nume tutelare Alejandro Jodorowsky.

AMERICANFREE  @  26/12/2015 17:41:34
   7 / 10
Bel film, mi aspettavo una media migliore,ha una bella trama forse un finale troppo risolutivo lo penalizza nel voto complesso.Ottima recitazione,risulta inferiore a Drive che lo reputo migliore sotto tutti i punti di vista.Lo consiglio

ZanoDenis  @  24/02/2015 15:15:41
   6½ / 10
É un film molto particolare, con Refn ho un rapporto agrodolce, quello che é considerato come uno dei suoi migliori film, cioe Drive non riesco a digerirlo, mentre la saga di Pusher l'ho apprezzata abbastanza. Ora veniamo a questo suo ultimo film "Solo dio perdona" é uno dei film in cui i commenti e le opinioni in proposito sono praticamente divise, da chi lo esalta a capolavoro a chi lo liquida come un film noioso, io sto abbastanza nel mezzo: é un film senza dubbio di valore, ma dire capolavoro mi sembra esagerato, ha i suoi pregi, ma certamente non é per tutti, il ritmo lento, i dialoghi scarnissimi, riprese allungate, e una narrazione poco didascalica ne fanno un prodotto di abbastanza difficile comprensione e di una certa pesantezza.
Sicuramente tecnicamente é ottimo, le inquadrature, sempre simmetriche, i movimenti di camera, che assecondano il ritmo del film, lenti e ordinati, la fotografia che propone un uso del colore in modo espressivo, nel film prevale il rosso, che probabilmente rappresenta la passione, i sentimenti, ma anche la furia vendicativa e il pericolo, tutti temi che prevarranno nel film.
Narrativamente, siamo di fronte ad un prodotto abbastanza ambiguo, si il ritmo é lento, silenzioso, ma spesso e volentieri cambia di botto, sfociando in scene di una violenza cruda assurda, sorprendendo e stupendo lo spettatore, in perfetto stile Refn.
Il tema della vendetta accoppiato alla cruda violenza non é nuovo (basti pensare alla trilogia della vendetta di park chan wook, o comunque a molti film simili che spopolano) e forse qui il film paga un po la mancanza di originalitá, tematica ovviamente, di certo non stilistica!
Vi é anche la furbizia di avere una durata abbastanza breve, in modo da non sfinire lo spettatore con sequenze appartentemente interminabili, proprio per questo il film non paga, o almeno paga in maniera molto limitata il ritmo molto basso.
Su Gosling é un caso, non so esprimermi, é abbastanza monoespressivo qui (un po come in Drive) ma riesce a caratterizzare abbastanza discretamente il suo personaggio, che risulta ambiguo e interessante, come un po tutti i personaggi in gioco, a partire dalla madre arrivano al poliziotto/giustiziere
Certamente é da apprezzare lo spirito di Refn, la sua autorialitá e voglia di uscire dagli schemi, tuttavia non lo ritengo un capolavoro, anzi direi che manca abbastanza.

Todesengel  @  07/07/2014 22:44:18
   10 / 10
Il più bel film di Refn . Capolavoro

GianniArshavin  @  02/06/2014 11:36:24
   6½ / 10
Molto più simile a "Valhalla rising" che a "Drive" , l'ultimo film di Refn è quanto di più ermetico e personale il regista potesse concepire al di la della confezioni a tratti ingannevole.
Ambientato in una Bangkok notturna e sporca , la storia vede come protagonista Julien (un buon Gosling) ,uomo rifugiatosi in Thailandia per scappare da una serie di rimorsi che lo tormentano e per allontanarsi dalla madre/padrona verso la quale prova un latente complesso di Edipo. Con lui verso l'Asia partirà anche il fratello Bill , e proprio per causa di quest'ultimo la famiglia di Julien si troverà coinvolta in una guerra di sangue contro un misterioso giustiziere che si aggira per le strade buie della città.
Un po Lynch e un po Jodorowsky , il regista danese rischia tutto con "Solo Dio perdona" abbandonando in toto quanto visto in "Drive" (ad esclusione dell'attore) per dare vita ad un'opera personale , minimalista , simbolica all'ennesima potenza.
Cosi come il precedente One-Eye , Julien è un uomo dilaniato dai sensi di colpa per qualcosa che riguarda il suo vissuto e per questo cerca , in un modo tutto particolare , la sua purificazione malgrado i forti complessi verso i propri familiari. Spesso il giovane verrà colto da visioni oniriche francamente giustificabili ma non sfruttate bene dall'autore , e a conti fatti sembrano messe li più per un vezzo estetico che per una reale necessità.
Da approfondire i significati simbolici intrinsechi della figura del giustiziere notturno , affascinante vigilante dal peculiare senso di giustizia ; molto ben strutturato anche il personaggio della madre , che a dispetto dell'antagonista risulta più quadrato e meno vago , cosa sicuramente apprezzabile in questa pellicola dove la maggior parte degli elementi sono lasciati nell'astrattezza.
Refn come detto rischia tutto dopo il successo commerciale e se il coraggio è da premiare assolutamente il prodotto finale non lo è del tutto: i contenuti ci sono , la fotografia è eccelsa e gli attori girano bene , ma la trama è troppo vaga ed allegorica e questo rischia di confondere , anche perché spesso la sensazione di vedere un mero esercizio di stile spacciato per altro è alta.
Troppi i momenti sconnessi , e il filo logico che collega tutti gli avvenimenti narrati sovente si spezza inesorabilmente , fra silenzi perpetui e scoppi di violenza improvvisa.
Il titolo si riprende sul finale , indovinato nonostante Refn continui a non scoprire per niente le carte. Ottime anche alcune sequenze , in primis quelle dove il regista dimostra di saper inscenare la violenza come pochi altri.
Nel complesso "Solo Dio perdona" è un lavoro difficile e complesso , ovviamente non per tutti e soprattutto non per quelli in cerca di un nuovo "Drive". Merita certamente una visione (forse anche 2-3) e ha i suoi innegabili pregi , ma al momento non sono riuscito a trovare il colpo da maestro che lo elevi a livelli superiori.

LaCalamita  @  01/06/2014 04:39:28
   10 / 10
Ho avuto bisogno di più visioni per capire meglio Solo Dio perdona, film nettamente più completo e bello rispetto a Drive, ma me ne sono reso conto solo dopo...

Quello di refn è un cinema potentissimo: già grandioso per come è realizzato, in solo dio perdona ci vedo anche un cerchio perfetto col finale.
Il film anche se spesso appare "allucinato" lascia pochissimo al caso, ma ripeto con una sola visione non è semplice orientarsi, almeno quanto il protagonista

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Ultima risposta 07/07/2014 22.41.49
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Azrael  @  17/12/2013 01:52:50
   6½ / 10
Refn si conferma essere un bravo manierista, anche se forse aspirerebbe ad essere un autore.
Il punto e' che visivamente l'impianto sembra mutuato dal Lars Von Trier de L'elemento del crimine, da certi spezzoni lynchani.. E sembra quasi di rivedere Fear X (sempre dello stesso Refn).
Riguardo la trama, il regista danese ci consegna come al solito il suo pacchetto a base di ermetismo e filosofia. Può piacere, ma dopo un po' può diventare gratuito.
Una pellicola inoltre che si farà ricordare per la massiccia dose di violenza che a tratti rasenta esplicitamente lo splatter.
Non è un film che mi sento di bocciare, non lo meriterebbe. Ma non mi sento neppure di esaltarlo.

Sestri Potente  @  08/12/2013 22:46:31
   7 / 10
La trama sembrerebbe presagire a un film tipicamente d'azione, ricco di combattimenti e sangue, considerando anche una location come la Thailandia.
Niente di più sbagliato! "Only God Forgives" è un pugno nello stomaco, un film duro, violento, e molto, forse troppo, ermetico.
Silenzio assordante, sguardi taglienti, luci e ombre.
Refn libera tutta la sua ossessione per il simbolismo, in questo caso le mani del protagonista che fungono quasi da catalizzatore per la vicenda narrata.
Si tratta quindi di un film pesante, non facile da seguire proprio a causa di una staticità portata all'esasperazione: persino la colonna sonora ne risente, cosa che ad esempio non è accaduta nel cugino "Drive", che considero leggermente migliore di questo.
Refn, comunque, dimostra di essere uno dei registi emergenti migliori del momento.

2 risposte al commento
Ultima risposta 15/12/2013 13.12.29
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Larry Filmaiolo  @  08/12/2013 10:50:12
   9 / 10
Refn è Refn. Lui è le sue ossessioni, i suoi sogni(deliri?), la sua arte, il suo senso dell'immagine e della narrazione. Il suo sempiterno calarci nella quotidianità del male. Del resto, a lui non frega un *****, e posso dirlo?quando vedo un film così, neppure a me.

nick fury  @  19/11/2013 23:02:23
   6 / 10
cattivo e scorretto.
Forse un pò troppo pretenzioso.
Si lascia guardare e si fa ricordare

Febrisio  @  02/11/2013 09:39:12
   7½ / 10
Il dopo "Drive" è, inaspettatamente, un ritorno verso una pellicola perlopiù personale. Sfruttando la popolarità acquisita, Refn mostra ciò che avrebbe fatica a raggiungere gli scaffali del mainstream. Anche se, bisogna ammetterlo, se non fosse arrivato, ne saremmo andati alla ricerca, e per questo tipo di spettatore amante di un cinema meno visibile, sarebbe stata una scoperta più positiva.

Only God FOrgives riprende il "nuovo"(?) feticcio di Refn, in una storia che malgrado abbia un contesto reale, si distacca in una sorta di simbolismo onirico, ossessionato da arti, mani, combattimenti e forse vita. Peccato per alcuni passaggi, peccato per quel poliziotto che cammina mummificato, peccato per alcune espressioni di Gosling, che era meglio stesse monoespressivo. Nel complesso ne esce un cinema di ottima atmosfera, che a lungo andare non annoia per niente, ma che non sa, o meglio ancora, non vuole, dirigere lo spettatore verso il prevedibile, ne lo stereotipo. Le spiegazioni, non troppo profonde, ci son tutte quante per lo spettatore più attivo, rappresentando in Gosling un piccolo eroe; non lo etichettiamo come tale, ma nemmeno il tipico antieroe. È decadente, antimorale, perdente a vita, seppur l'unico che combatte a mani nude. Bel personaggio, che non si prende tutta la scena, rimando quasi marginale, seppure ne è il protagonista. È un convenzionale che lascia spiazzati, per la maggior parte delusi e spaesati, privo di grandi pensieri o virtù, ma lascia qualcosa di personale.

Federico  @  08/10/2013 13:21:32
   6 / 10
film a suo modo interessante. Purtroppo si tratta di un'occasione sprecata perché se è vero che poteva trattarsi di un'idea buona, ci sono cose insopportabili in questo film. Gosling semi-muto e va bene... se ci fossero sguardi che dicono qualcosa.. su questo lasciamo perdere.
Le immagini, invece, mi sono piaciute...

un film comunque coraggioso

Ciaby  @  04/10/2013 17:35:26
   6½ / 10
Sicuramente più gratificante di "Drive", che ho trovato a dir poco furbo, ha la sua forza nell'impianto visivo, che tra regia e fotografia trova i suoi apici. Palesemente ispirato all'ultimo Lynch e, soprattutto, Pen-Ek Ranataruang.
La storia? La storia non c'è, o almeno, non è altro che una serie di ripicche sanguinolente in stile "occhio per occhio", "dente per dente".
Ma non importa. La vera forza del film sta nella sua capacità di sottrarre,ma di mantenere alto l'interesse.

Gosling è forse l'unico attore sulla faccia della Terra a fare UNA sola espressione e, per giunta, da beota rimbambito da riempire di schiaffi (che grazie a Dio arrivano), e sembrare comunque un attore eccellente.

Alla fine del film si ha la stessa sensazione dopo aver visto "Drive": sembra un film furbo, pura superficie, ma inganna di più ed è sicuramente più complesso e affascinante. Merita una visione.

Kit Carson  @  16/09/2013 00:36:00
   8 / 10
Ennesimo grandissimo film di Refn, ma anche questo è un capolavoro per pochi. Lo stesso Refn ha dichiarato a proposito di questa opera: "Chi si aspetta un film di facile visione che eviti pure il mio cinema. O con me o contro di me." Una dichiarazione che dice molto se non tutto. A livello istintivo continuo a preferire le vette sublimi di Valhalla Rising, ma anche qui è Refn allo stato pure. Magnifico.

-Uskebasi-  @  17/08/2013 23:45:12
   7½ / 10
COMMENTO SPOILEROSO

Credo di amare il Refn regista e molto meno il Refn sceneggiatore.
A metà strada tra la notturna Los Angeles di Drive e la natura mistica di Valhalla Rising, c'è la Bangkok sanguinosa di Solo Dio Perdona.
Una storia di vendetta e redenzione con il solito buon Gosling piazzato in personaggi ermetici, e una sontuosa regia rosa del giovane danese che però si inceppa troppe volte. Le parti oniriche sono il freno maggiore, degne dei più spocchiosi spot di profumi.
Julian osserva le sue mani, quelle mani sporche del suo stesso sangue e simbolo di un eterno senso di colpa. Sarà una liberazione perderle, tagliate dalla lama ferma di Chang, il re indiscusso del film. Pansringarm infatti buca lo schermo, un Angelo della Morte glaciale che grida vendetta, e dovrebbe gridarla soprattutto perché niente nel resto del film si avvicina alla sua altezza. I siparietti del karaoke creano uno strano contrasto con il suo personaggio, contrasto di cui avrei fatto volentieri a meno.
Fosse stato il mio primo film di Refn, avrei lo stesso pensiero espresso per Valhalla Rising: "...questo regista può sfornare capolavori, ma non è questo assolutamente il caso."

joaomeravigliao  @  22/07/2013 21:04:57
   8 / 10
Refn ,goslin.
il mito drive torna di nuovo al cinema ma.....
la violenza di refn traduda lungo tutta la pellicola che ripropone allo spettatore moderno una tragedia greca .
due figli il maggiore ed il secondogenito gosling vivono nella Bangkok moderna ,refn riesce in modo magistrale a riprodurre le dolci e caduche atmosfere orientali dove la perfezione del gesto rispecchia la perfezione dell anima.echi tarantiniani Kill Bill per l yao della katana,ma la dive tarantino eccelle la scrittura ed il dialogo refn replica con le immagini e la fotografia a dir poco eccezionali,atmosfere cupe umide ,il sudore degli atleti che lottano nella palestra di Julian (gosling) al sudore dei cittadini che si muovono in questa città orientale ,dove a portare ordine irrompe il capo della polizia deus ex machina,giustiziere eviratore di arti e gole ,dove anche il povero Julien l unico della famiglia a mostrare sprazzi di umanità dovrà soccombere.tema centrale la vendetta che e ancora più ardente e sanguinaria quando ad esserne cagione e un membro familiare.una nota per l attrice orientale dimpettaia di gosling algida ed eterea come una foglia di loto.gosling si fa guidare da refn ma cade nel manierismo di se stesso....non a livella di drive ma piacevolissimo ,le mani che uccidono ,le mani che accarezzano ,fenomenologia del tatto.

TheLegend  @  20/07/2013 16:26:49
   6½ / 10
Probabilmente il lavoro più difficile di Refn insieme a Valhalla Rising.
La tecnica e le atmosfere sono comunque buone ma a mancare sono la storia e le emozioni.

spoonji  @  20/06/2013 10:50:52
   7½ / 10
Nicolas torna a "casa", con un film che non si preoccupa di piacere, e ha dentro di sé tutto lo stile Refn.
Come al solito: pochi dialoghi, storia ridotta al minimo, ma molteplici livelli di lettura.
Un film in cui non è la sceneggiatura a comandare, ma sono le diverse sfaccettature psicologiche dei protagonisti, personalità complesse che da sole bastano e avanzano a sostenere un film.
Un evidente omaggio a Jodorowsky (per fortuna c'è ancora qualcuno che se lo ricorda) e un'atmosfera scura e oppressiva completano il quadro.
Ryan Gosling come nel precedente Drive perfetto nella parte del protagonista in stile Refn. Ma spero che per il prossimo ritorni a lavorare con Mads Mikkelsen, a mio parere immensamente più bravo del biondino.

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Ultima risposta 24/06/2013 10.31.19
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Dexter '86  @  17/06/2013 15:27:59
   6 / 10
Sufficienza di stima molto stiracchiata per questo mezzo passo falso di Refn.
La componente tecnica è molto curata, la fotografia è affascinante, peccato che vengano a mancare componenti fondamentali come la storia e i personaggi che avrebbero dovuto conferire un'anima a questa bella confezione vuota.
Durante la visione è facile intuire come dietro ogni scena ci sia un significato che va oltre a quello percepibile con gli occhi, il problema è che lo spettatore viene tenuto lontano dalla vicenda e quindi arriverà a queste conclusioni tramite un freddo ragionamento razionale mentre il messaggio dovrebbe essere trasmesso in modo naturale tramite la forza delle immagini e del coinvolgimento emotivo, soprattutto quando si affrontano tematiche ancestrali come in questo caso. Magari qualcuno proverà a farsi coinvolgere però il fatto che i due protagonisti principali siano totalmente inespressivi dalla prima all'ultima scena potrebbe scoraggiare i più volenterosi.
Nonostante tutto bisogna riconoscere al regista il merito di aver partorito un film molto personale rimanendo fedele alla propria cifra stilistica quando avrebbe potuto benissimo cavalcare l'onda del successo di "Drive" e realizzare un film per il grande pubblico. A questo punto non rimane altro da fare che rimanere fiduciosi in attesa del prossimo giro.

maco  @  16/06/2013 15:20:37
   6 / 10
cito altri che hanno messo lo stesso voto :

estetismo estremo. cadute di ritmo enormi. Monoespressività .Un viaggio negli inferi privo di anima .
bella la colonna sonora .


ps. Might_is_right ha visto bene

slint  @  15/06/2013 01:10:07
   6 / 10
I rimandi a lynch sono fin troppo evidenti,ma in quei momenti non riesce a trasmettermi nulla..ne tensione,paura o altro psichedelia??? hahah!
Nel complesso guardabile,ma tornando indietro al cinema mai!

halflife  @  13/06/2013 10:47:41
   6 / 10
ho dato questo voto per le risate che mi sono fatto!!
soprattutto per la parte canora.
a parte gli scherzi la storia e' carina, ma il regista ha voluto dare importanza al film usando la tecnica del rallenti', ma ha funzionato solo con odissea nello spazio...il risultato e' pessimo, ryan gosling monoespressione...
forse avrei dovuto mettere un 4 ma gli do' sei...bella la colonna sonora

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  11/06/2013 14:52:39
   6 / 10
Solo Dio perdona. Il perdono è una qualità divina e pur essendo alla portata dell'uomo, non viene quasi mai utilizzata. In questo film meno che mai. La violenza e la vendetta è una spirale che una volta innescata finisce con la totale distruzione dell'avversario come nei combattimenti all'ultimo sangue di Valhalla rising. Ma nel contesto dell'ultimo film di Refn, non è più la natura selvaggia a dominare ma una metropoli irreale, opprimente ed angosciosa nelle splendide rappresentazioni notturne.
Julian è un personaggio che conserva la fissità dello sguardo dell'autista di Drive (d'altronde Goesling non è il massimo dell'espressività), ma è totalmente inerme e passivo agli eventi. La famiglia invece di un rifugio diventa la condanna per il protagonista con un padre ucciso, un rapporto conflittuale con il fratello maggiore e un altro controverso ai limiti del morboso con una madre dispotica. Quindi ci troviamo di fronte ad un uomo costretto a fronteggiare faide esterne e gestire quelle interne al nucleo familiare. Un uomo segnato dal destino già in partenza.
Le intenzioni erano buone ma l'estetismo estremo e il tono ieratico di tutta la pellicola rischia di soffocare tali buone intenzioni proprio in questo formalismo fin troppo ostentato, causando delle cadute di ritmo enormi. Un non sense le canzoni del poliziotto o almeno così come sono state presentate, senza sottotitoli. E' probabile che siano degli intermezzi o una divisione in parti dello stesso film, magari a dare più spessore al personaggio del poliziotto, però presentate in questa maniera è solo una pausa inutile.

Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  11/06/2013 12:57:33
   6½ / 10
Puro esercizio di stile per Mr. Refn. Alcune sequenze ricordano il suo Valhalla, altre rievocano atmosfere lynchiane, quello che rimane però è un viaggio negli inferi colorato di rosso, blu e giallo ma privo di anima. Nemmeno una sfumatura.

francis81  @  10/06/2013 22:57:42
   7½ / 10
personalmente mi è piaciuto e penso che il commento-spoiler di "might is right" racchiuda tutto quello che c'è da dire su questo film.
Bella fotografia ,ambientazione ,quasi un film muto sarei rimasta a guardarlo per ore.
Non è un film per tutti.

valis  @  10/06/2013 20:01:41
   7½ / 10
perverso, lynchiano e ostico.
carrellate lentissime, sguardi immobili e ambienti sempre oscuri, con personaggi diretti verso un destino inevitabile quanto annunciato in un turbinio di violenza, sangue e follia.
pecca del film, il poliziotto thailandese, che a mio parere non aveva proprio il fisique du role, basso, magrolino e pure anzianotto.
ridicolo lo scontro con gosling, la differenza di stazza tra i due era così marcata che ryan sembrava un papà che andava a riprendere il figlio alle scuole elemetari.

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Jambalaya  @  09/06/2013 22:06:00
   6½ / 10
Non è un film per tutti, una decina di persone si sono alzate dopo appena venti minuti; secondo me una persona si dovrebbe un pochino informare prima di andare a vedere film del genere..
Anyway, ho apprezzato tantissimo tutta la parte tecnica del film, che come già scritto da altri, ricorda molto lynch, però nonostante questo e nonostante aver colto il messaggio e i simbolismi del film, non mi ha coinvolto quasi per niente perciò non l'ho apprezzato del tutto.

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Ultima risposta 10/06/2013 10.17.07
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Leonardo76  @  09/06/2013 18:36:56
   7 / 10
Per i miei gusti il film ha qualche stramberia per intellettuali di troppo (il rapporto ambiguo della madre-boss con i suoi 2 figli, simbolismi sulle mani) ma la baracca viene salvata dal poliziotto orientale che da solo vale il prezzo del biglietto già solo come si muove. Qualche scena un po' fortina ma nel complesso un film godibile. Non ci sono dialoghi alla Tarantino, rendiamo grazie al Signore.

LemureGatta  @  09/06/2013 10:15:41
   9 / 10
Astenetevi dal vederlo se non avete voglia di riflettere

Con questo film Refn si riconferma quello che è: un regista per pochi.



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Might_is_right  @  09/06/2013 09:48:38
   9 / 10
*TUTTO IL COMMENTO E' INSERITO IN SPOILER*
Grandissimo film.
Dopo la svolta più "pop" di Drive, Refn torna all'esamina più intima e psicologica dei personaggi coinvolti. Si torna ai rossi paesaggi di Valhalla Rising.

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Ultima risposta 17/06/2013 15.29.53
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Spera  @  07/06/2013 15:59:51
   6½ / 10
Io amo questo regista. "Drive" e "Solo dio perdona", a mio avviso, non sono il vero REFN ma solo la sua evoluzione artistica, risultato di un percorso lungo fatto di circa 8 film prima di questi due.
Bisogna apprezzarne e conoscere il regista per dare il giusto valore a questa pellicola.
Nonostante adori REFN rimango un pò basso come votazione perchè ho dato 7 a Drive che ho apprezzato un pò di più.
La cosa che ho trovato sublime come nella maggior parte dei film di REFN è la regia e la fotografia. I ritmi sono rallentati, gli ambienti cupi e colorati di tinte aggressive come il rosso e il giallo intenso. Insieme a questo il silenzio surreale e i pochi dialoghi ovattano l'atmosfera rendendo l'ambiente quasi infernale. Pare che il nostro protagonista viva all'inferno, forse Julian vede la sua vita proprio come noi stiamo vedendo il film.
Ho visto molte analogie con Valhalla rising, non solo nella lentezza di alcune sequenze ma soprattutto nell'ambientazione sospesa in un limbo tra realtà e inferno che spesso coincidono.
La trama è semplice e va bene ma qui nascono i problemi. Attraverso una prima visione mi è sembrato che nella sceneggiatura ci fossero non pochi buchi. Forse è stata un 'impressione dovuta al fatto che un film con così pochi dialoghi e con una potenza visiva del genere ha bisogno di una seconda visione per arrivare scorrevolmente alla fine e senza dubbi. In definitiva l'andamento della storia fila ma in modo un pò tortuoso e di difficile interpretazione in certi punti.
Veniamo ora ai temi. REFN è solito porre un contesto di sfondo alle sue storie, come per Drive era il modo delle corse e delle automobili, qui invece è la Thai boxe, bangkok e la vita di un quartiere malfamato all'interno di questa città . Questo sfondo però racchiude dentro di se temi molto ostici da trattare come la pedofilia, la prostituzione e la droga. Temi che REFN non doveva trattare così superficialmente, nè usarli come sfondo alla personalità triste e introspettiva di Julien. Questi andavano trattati con il giusto peso, rendendoli più parte integrante della storia, facendoli risaltare dallo sfondo e intrecciandoli di più con la storia personale del protagonista.
Veniamo ora ai personaggi. Io non riesco a capacitarmi di come REFN non abbia spiegato a Gosling che non stavano più girando Drive. Ma scherziamo??
Io ancora rimpiango il grandissimo Mads Mikkelsen con cui REFN ha lavorato fino ad alcuni anni fa. A mio avviso sarebbe stato azzeccatissimo sia per Drive che per quest'altra pellicola. Adoro i film senza dialoghi o ridotti all'osso ma Gosling ragazzi è mono espressivo all'ennesima. Inoltre è un personaggio piatto, senza carattere, senza azione...e un personaggio senza azione è una storia senza mordente. Vabbè....il problema è che non ho trovato interessante neanche il personaggio dell'ex poliziotto, caratterizzato male, non mi ha suscitato nessuna emozione o sensazione. Piatto. E poi anche qui: tirare il sasso della corruzione e poi non sviluppare non far capire bene la situazione di questi poliziotti. Inoltre al cinema ho odiato il fatto che non ci fosse traduzione delle sue cantilene!!
L'unico personaggio secondo me degno di nota è la madre. Lei si che stava iniziando ad avere un pò di carattere e proprio nel momento in cui inizia a coinvolgerti...Lei muore!!!!! E proprio nel momento in cui ho pensato che il film sarebbe decollato!!!!! Finisce...togliendo a Julien l'unico modo di tirare fuori il suo personaggio e quindi di conoscere anche meglio ciò che passa nella sua testa. Il ricongiungimento alla madre morta è fatto da dio ma far finire il film così mi ha davvero deluso. Non mi aspettavo la vendetta. Mi aspettavo di capire qualcosa di più, di avere una soddisfazione in più.
Alla fine Julien è un uomo turbato e confuso, privo di carattere, che ha un rapporto morboso con la madre della quale è succube, anche se non voglio entrare in discorsi filosofici riguardo il rapporto madre e figlio.
Questo tema è sicuramente molto forte e sentito ma anche qui la sceneggiatura non ha il mordente giusto per il coinvolgimento pieno.
Musiche non degne di nota anche se sono davvero integrate alla perfezione su questa pellicola. Ho apprezzato.
REFN a mio avviso ha dimostrato in passato di fare un uso della violenza unico e mai gratuito. A parte che non ho trovato il film molto violento ma non vi è quello stesso coinvolgimento che ho trovato in Pusher3, Bleeder, Valhalla Rising. Qui è tutto molto surreale e infernale tanto da ricordarmi la povera ragazza di Suspiria in quel rosso sangue intenso delle luci, tanto che sembra più di stare a guardare gli attimi che Julien si vede passare davanti agli occhi prima di morire che la sua vera vita.

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Ultima risposta 11/06/2013 14.33.22
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Neoslevin  @  07/06/2013 01:45:48
   8 / 10
Perdonare non è sintomo di debolezza, ma di forza.Solo pochi ci riescono, perchè è un dono raro, divino.Julian è divino, , non perchè ha super-poteri, ma solo perchè riesce a capire il concetto di giustizia.Una giustizia un pò totalitaria e tiranna, ma pur sempre con una logica.Il montaggio è affascinante e il ritmo lentissimo è tossico.Si tratta però di un tossico dolce e ammaliante che incanta.Gli sguardi sostituiscono le parole la maggior parte delle volte e ciò lascia più chiavi di lettura e di interpretazione.Le luci la fanno da padrone e tutto si basa su inquadrature e fotografia davvero ricercate.Film fruibile per pochissimi, che per carità non sono i buoni e gli altri i cattivi, ma è davvero difficile apprezzare la particolarità della pellicola.Il complesso di Edipo e la giustizia.La coerenza e l'accettazione.La violenza e la sudditanza.La mente e la forza.Clima surreale e canti onirici.

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Ultima risposta 07/06/2013 19.22.16
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TheGame  @  07/06/2013 00:15:10
   6½ / 10
C'è da essere indecisi se inca**arsi o meno di fronte a quest'ultimo Refn, un "vorrei, ma non posso", sicuramente orientato a sottotesti da Cinema d'autore, ma completamente smarrito in una trama di genere. Alla fine il "Lynch che incontra Van Damme" diverte e ammalia visivamente il giusto.

googar  @  04/06/2013 08:57:10
   8 / 10
Un esperienza di cinema molto interessante che ho apprezzato moltissimo.
Il film è un connubio perfetto tra fotografia e montaggio delle scene che seguono due filoni narrativi: uno che racconta le vicende di vendetta e violenza mentre l altro segue la psicologia dei personaggi, scavando nel subconscio e mettendo alla berlina le paure e ed i complessi dei protagonisti.
Ed è proprio l introspezione psicologica il punto forte del film che, senza dialoghi, ci permette di conoscere a pieno i protagonisti(su tutti Gosling).
Decisamente un film anti commerciale.
NON PER TUTTI.

paride_86  @  04/06/2013 02:22:56
   7½ / 10
Film di chiara matrice lynchana che affronta il complesso di Edipo in maniera disarmante e sanguinosa.
"Solo Dio perdona" è un film dalle belle atmosfere e dai colori intensi, una storia senza mezze misure: o si odia o si ama.
Io, personalmente, sono rimasto catturato dal fascino di un film morboso e disturbante, carico di dolore represso trasfigurato in sordida violenza.
Davvero particolare.

sugarFranfraa  @  02/06/2013 20:05:09
   9 / 10
Ogni volta che mi siedo sulla poltrona di una sala cinematografica tento di fare tabula rasa dei miei pregiudizi e delle mie aspettative e preparo il mio cervello ad accogliere nel miglior modo possibile l'opera che mi viene proposta.
L'ho trovato un film valido? Sì, molto.

Ciò che mi ha colpito maggiormente, oltre alla fotografia spettacolare e alla violenza un po' splatter che in Refn non manca mai, è la caratterizzazione dei personaggi. Sappiamo che i dialoghi sono pochi ed essenziali, ma ciò non ha privato il regista di darci dei personaggi a tutto tondo. Mi è quasi sembrato di stare davanti ad un'opera modernamente "shakespeariana", ma anche sofoclea. Infatti il tema principale è quello del complesso di Edipo.

La fotografia e le musiche rendono meravigliosamente l'ambientazione e il senso di pesantezza che pervade tutta la situazione. La mancanza di dialoghi non è un deficit, lo splatter non è un espediente per attirare il pubblico e, a parer mio, la trama si protrae in un climax ascendente che continua a farti chiedere: "E ora? Come andrà a finire?". Non è affatto un film noioso, come molti lo hanno trovato. Trovo che, seppur raramente, capiti che un'opera buona non venga accolta per una mancanza del pubblico. Anche noi fruitori abbiamo una responsabilità davanti a ciò che stiamo per ricevere.

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Ultima risposta 02/06/2013 20.09.49
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lucasssss  @  02/06/2013 11:30:04
   7 / 10
SURREALE

PSICHEDELICO

SUPERBO

ONIRICO

CUPO

ma soprattutto

DISTURBANTE







sinceramente meriterebbe 1 perchè è un film senza senso ma anche un 10 perchè è un capolavoro

non è facile dare un voto a questo film (se notate i voti dei precedenti, vanno dallì1 al 10)

per non alterare la media, dato che sono indeciso tra l'1 ed il 10 metto quello della media in questo momento.........

Invia una mail all'autore del commento Atmosferico  @  02/06/2013 02:30:51
   10 / 10
Non è un film...è un'esperienza da gustare fino all'ultimo...

Crazymo  @  01/06/2013 23:16:42
   9 / 10
Il capolavoro di Nicolas Winding Refn; davvero, non riesco a capire chi l'ha criticato, soprattutto i fan del regista: qui c'è tutto Refn portato al limite, lanciatosi all'estremo del genere e creando qualcosa di mai visto prima, pochissimi dialoghi, tanti silenzi, esplosioni di violenza mai fine a se stessa che porta a un film interpretabile in tantissimi modi che è uno spettacolo per gli occhi dall'inizio alla fine senza nessuna scena sbagliata! Fotografia e regia da oscar, il pensiero di Refn portato a pieno compimento senza la minima sbavatura. Quanto è bello il personaggio di Gosling? La sua impotenza nei confronti della realtà, le sue esplosioni di rabbia coperte da un mare di dubbi, e il personaggio di Chang, l'angelo della vendetta, il Dio del titolo, con i suoi sguardi glaciali e imperscrutabili; il suo piangere mentre canta una dolce canzone in un locale illuminato da luci rosse al neon, luci che pervadono tutto il film in scene mozzafiato, da sequenze di sogni che rievocano Lynch dando al tutto un significato e senza lasciare nulla al caso, fino a scene di inseguimenti sotto luci perfettamente realistiche riprese da movimenti di camera che rimangono nel cuore. La violenza, la violenza che parte dalle mani, mani che vengono tagliate che come dice Refn sono il punto cardine della violenza in ogni uomo, senza le mani ognuno di noi sarebbe un povero essere inoffensivo: la rabbia repressa che viene sfogata nel giro di pochi secondi in tripudi di rumori, inquadrature che si susseguono e ossa che si rompono, l'arrivo della madre di Julian che altro non è che una matrigna che rappresenta il mondo occidentale, sperduto e incompreso in un paese così spirituale come Bangkok, dove la violenza è sempre il riflesso di azioni altrettanto gravi: le offese rivolte dalla madre di Julian a perfetti sonosciuti sono l'incarnazione della nosta società, del nostro "essere civili": violenza senza motivazione, un modo di essere che non viene capito dal Dio del film. Inquietante nella sua bellezza, nei suoi colori accesi, nel suo essere così vivido e così crudo. Il film più bello del 2013 e secondo me degli ultimi 2 anni: capolavoro gente.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  01/06/2013 23:06:24
   7 / 10
Rino Tommasi direbbe che la mia statistica con Refn è troppo giovane per aver valore. Nel senso che io del
talentuosissimo regista danese ho visto soltanto le ultime due opere, l'indecifrabile e affascinante Valhalla Rising ( a mio modo di vere la miglior fotografia nel cinema recente) e il meraviglioso Drive, anche questo in qualche modo film unico nel suo genere.
Insomma, vado a vedere Only God Forgives con un 2 su 2 mica da ridere.
Beh, sono rimasto deluso, e non poco.
Credo che Refn abbia voluto firmare il suo capolavoro lasciandosi trasportare un pochino troppo dal suo talento.
Il film racconta la vendetta della vendetta della vendetta della vendetta, un incredibile domino di conti da regolare nello scenario ora putrido e fatiscente, ora lussuoso e lucente di Bangkok,
Proprio le ambientazioni sono qualcosa di unico, dai luridi e stretti vicoli del mercato alle incredibili suite a 5 stelle, Refn l'occhio per le location ce l'ha, mamma mia se ce l'ha. E tutte queste location sono restituite all'occhio dello spettatore da un'ancor magnifica fotografia, che gioca con le penombre e con i colori in modo da far girar la testa, specie con quel rosso della residenza di Gosling. Alcuni movimenti di macchina sono da pelle d'oca, su tutti, a mio parere, una carrellata avanti lentissima in quella specie di officina che è talmente bella da restarci secchi.
Ora, però...
Perchè in un film così nudo e crudo, violento e vendicativo fare il Lynch ogni 3 minuti?
Va bene esser visionari, va bene mischiare la realtà con il sogno, ma perchè così tante volte?
E poi, soprattutto, come Refn giustifica tutto questo?
Sapete cosa c'è di strano in sto film?
Che tutto sembra fatale, ieratico.
Ogni scena, ogni personaggio, ogni parola sembra racchiudere al suo interno quest'aura misteriosa, trascendentale, non so come spiegarmi meglio se non con il termine "fatale".
Tutti parlano poco, tutti sembrano IL personaggio per eccellenza, nessuno sembra avere un appiglio un pò più duro con la realtà. Sembra che ci siano 6,7 guru nel film. E' un caso raro per cui tutti i personaggi, il poliziotto, Gosling, alcuni scagnozzi, la madre di Gosling, tutti sembrano dei in terra, esseri superiori che con i loro gesti e le loro parole (poche) diventano dispensatori e depositari del bene o del male.
Difficile spiegarmi.
Non sono *****ni alla Tarantino malgrado il film, alla fine, sia praticamente una copia di un suo film con Lynch a sostituirlo 2 giorni a settimana alla regia (io ho visto tanto Twin Peaks in alcune atmosfere, voi?).
Le scene cult non mancano (la cena con la madre, la sparatoria, la tortura con gli spilloni) e con questo film abbiamo la conferma che Refn la violenza la sa mostrare come pochi.
Ma la sensazione che ogni sequenza tenti di essere LA sequenza mi ha lasciato perplesso.
Ho vissuto le stesse sensazioni avute con Sorrentino ma là le emozioni che mi sono rimaste addosso sono state tantissime, qua praticamente nessuna.
Starei cauto a gridare al capolavoro perchè pur avendone i crismi la sensazione di trovarsi davanti a un film sbagliato è davvero forte.
Una cosa però non la dimentico di certo, lo sguardo incredibile di quel bambino in quell'officina.
Non esagero, ma quello sguardo vale quasi il prezzo del biglietto.
Vedere per credere.

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Ultima risposta 09/06/2013 02.24.57
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Badu D. Lynch  @  01/06/2013 16:30:26
   9 / 10
La paura, il costante malessere di una vita che urla all'interno del protagonista. Castranti vuoti metafisici, suoni spasmodici dentro la carne : richiami di ribellione che non appartengono alle anime distrutte, ai corpi morti in partenza - si nasce anche per sbaglio, senza sentirsi mai realmente vivi. Ossa rotte dalla nascita, esistenziali deformazioni congenite. Disintegrati dentro. Le movenze di una madre che grida giustizia, affascinante e seducente come un'apocalisse interiore che non lascia via di scampo. Un mistico ed esasperato amore materno, che conduce il figlio verso strade inesplorate, in direzione di irraggiungibili percorsi coscienziali. La ricerca del dolore, della fine, per comprendere la verità edipica che si nasconde dietro una disinteressata vendetta. Una famiglia sospesa nel tempo, inesistente ; anime perse per sempre, destinate all'abisso, al vuoto, all'inferno. Julian, in realtà, non vuole vendicare la morte di Billy, ma piuttosto riempire l'insoddisfatto ventre materno ; vivisezionare la passione viscerale che lo lega a lei ; sondare il grembo mefistofelico della madre e capire dove sta l'errore antropologico ; tuffarsi ancora una volta nella sostanza spirituale e ancestrale che lo ha generato, e scoprire che il liquido amniotico è diventato sangue : Janne gli ha donato la morte - una fatiscente vita. Julian scruta la madre, la penetra, tocca con rabbia l'essenza della sua adorata creatrice attraverso un indispensabile squarcio filosofico, necessario per capire che non si può rinascere, per comprendere che l'equilibrio non esiste. Il protagonista è inconsciamente predisposto ad una sorta di "abnegazione femminea" : schiacciato dalla voluttà ineluttabile che gli trasmette Jenna - una dipendenza catastrofica che lo rende psicofisicamente vulnerabile e debole ; soffocato da un innato senso di inadeguatezza - senza forza, sconfitto in partenza ; fragile e insicuro, pronto a diventare carne da macello. Il personaggio di Gosling è una trasversale e impotente figura cristologica, che lotta per i peccati commessi dagli altri, che si sacrifica per espiare le colpe di questa umanità corrotta (la famiglia), ma in tutto ciò non c'è salvezza, non c'è redenzione, non c'è morte e non c'è risurrezione : ad attenderlo è solo un'eterna punizione terrena per essersi fatto portavoce della falsità, del male, dell'infamia. Una pellicola ipnotica e silenziosa : le parole diventano sangue e sguardi distrutti, i lividi prendono il posto dei dialoghi, la tristezza e la paura si traducono in carne tumefatta, lacerata ; quella presente nel film è una comunicazione fisica, quasi cronenberghiana. La sofferenza del protagonista è un dolore interno, imploso : non ha ancora elaborato il suo lutto, non ce la fa, schiacciato da quella tremeda madre/amante. Chi cerca di ripristinare l'equilibrio è Chang, un vendicatore spietato e cinico, senza compassione, che riporta l'ordine nella città attraverso metodi brutali ; un angelo malvagio o forse un diavolo benevolo?
Chang e Julian - il primo agisce in nome del bene collettivo, compiendo azioni di inaudita crudeltà ; il secondo agisce in nome della malignità matriarcale, perpetrando lavori sporchi attraverso azioni di inspiegabile e impercettibile magnanimità ; due facce della stessa medaglia. Chi ha torto? Forse entrambi, forse nessuno - nichilismo coscienziale. Solo Dio Perdona comunica tramite archetipi potentissimi, come fossero urla dal suono familiare, già udite in passato, di neonati disperati che presagiscono l'impossibilità di un'esistenza tranquilla e serena. Il film di Refn è una mancata tragedia greca dal sapore onirico e visionario. Un'opera dalla forza straordinaria che si insinua sotto la pelle dello spettatore, cibandosi delle sue insicurezze esistenziali.

Manticora  @  01/06/2013 12:22:39
   7½ / 10
Refn mi ha abituato al suo stile rarefatto, lento ma implacabile, inanzitutto questo suo ultimo film si sposta completamente nel tempo e nello spazio, in un ambientazione esotica, la Thailandia, dove ricchezza e povertà, innocenza e violenza coabitano in maniera non univoca. Solo Dio perdona è un film sulla violenza, ancora più di Drive dove la solitudine lasciava spazio all'amore, qui invece non c'è redenzione, Refn usa Gosling, decostruendo i personaggi in maniera disumana, alienati che si muovono in maniera lenta ma inesorabile, ognuno seguendo quel poco che rappresentano i proprii principi. Ma se il personaggio di Julian è succube della madre, una Kristin Scott Thomas sboccata, arrogante ma fondamentalmente inetta, che ha abbandonato i proprii figli, tra cui il maggiore Bill. il quale è diventato uno psicopatico che annega la propia rabbia nrlla violenza contro le donne. Julian ha invece scelto di non fare più uso della violenza, guardando le sue mani, che hanno ucciso il padre. Igni azione porta una reazione, così l'incontro con l'eminenza vestita di nero, e armato di similspada thailendese, Vithaya, poliziotto che propina la sua "giustizia" inesorabile e invincibile. tutto è ineluttabile, solo Dio perdona, mentre uomini e donne non hanno nessuna intenzione di farlo. Ora però mi aspetto un salto di qualità da parte di Refn, altrimenti rischia di ripetersi...

Invia una mail all'autore del commento INAMOTO89  @  01/06/2013 03:03:02
   7½ / 10
Visivamente è perfetto ma la trama è davvero banale ( tutto il discorso sulla sindrome di edipo non basta x giustificare una tale pochezza narrativa ) e le moltissime scene crude non colpiscono come dovrebbero, sembra solo tutto un gran bell esercizio di stile fine a se stesso.
La monoespressivita' glaciale di tutto il cast e i personaggi cosi' inumani e fuori dagli schemi rendono poi difficilissimo se non impossibile patteggiare per qualcuno o quantomeno immedesimarsi un minimo in cio' che si sta vedendo.
Peccato perchè avevo mille aspettative su sto film, mi sarei giocato le palle che sarebbe stato il film dell'anno,perfino meglio di Drive, e invece non è stato cosi...:(

N.B : fyga a badilate !!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  31/05/2013 21:18:44
   9 / 10
L'attesa non è stata vana per questo nuovo film di Refn.
Se vi aspettate un nuovo "Drive" lasciate perdere, questa è una pellicola completamente diversa e più simile a "Fear X" o "Valhalla Rising". Sicuramente ci troviamo di fronte ad un film che in pochi apprezzeranno, stiamo parlando di un'opera che più anticommerciale di così non si può (e che credo abbia ottenuto una buona distribuzione solo grazie alla presenza nel cast di un ormai affermatissimo Gosling), però le critiche ricevute a Cannes mi sembrano fuori luogo da parte di una giuria che dovrebbe avere un certo buon gusto: forse al di là delle alpi stanno cercando di abbassarsi allo stesso deprecabile livello raggiunto negli ultimi anni dall'academy degli Oscar.
"Solo Dio Perdona" è un film su cui riflettere (proprio come successo con "Valhalla Rising") ma ciò che colpisce, al di là dei simbolismi, è il talento registico sconfinato di Refn, in grado di mozzare letteralmente il fiato. Purtroppo la sua personale rappresentazione del complesso di Edipo non avrà un grande successo di pubblico.

rockyeye  @  31/05/2013 16:27:03
   10 / 10
capolavoro... tutto perfetto!

John Nada  @  31/05/2013 11:56:44
   6½ / 10
Peccato, le premesse per un capolavoro c'erano tutte, invece...

Invece se la fotografia e le musiche sono perfette, il resto latita. Trama abbozzata (e vabbe'), dialoghi scarni e banalotti, personaggi caratterizzati non benissimo (anzi, non trasmettono nulla).

Un film che non emoziona (ne in positivo ne in negativo): se vuole far empatizzare con i personaggi non ci riesce, se vuole risultare un pugno nello stomaco idem (non e' disturbante o spiazzante, a tratti annoia perfino).
Non ci sono scene cult o "particolari" o dialoghi memorabili, solo qua e la' qualche scena ben concepita.

Un esercizio di stile insomma, che cerca di essere piu' di quello che in fondo e', che ad un ottima fotografia e a delle belle musiche aggiunge poco altro (e' probabile che chi adora queste due caratteristiche in un film lo trovera' ottimo sorvolando sul resto).

Un'ampia sufficienza comunque la merita.

Mister Pink  @  31/05/2013 11:01:59
   9 / 10
Dopo averlo atteso con enormi aspettative, non posso che rimanere esterrefatto davanti a questo 'quasi' capolavoro.
Refn anche questa volta sorprende con delle ambientazioni ed una fotografia magnifiche. Le musiche meravigliose donano alle immagini una potenza surreale. Gli sguardi e le interpretazioni degli attori sono favolose.
Dimenticatevi Drive. Qui siamo davanti a tutt' altro. Gosling seppur sempre bravissimo passa in secondo piano. È tutto il resto che ti colpisce. Film pieno di simbolismi. Il messaggio è celato ma non troppo.
Dopo essere stato shoccato da Bronson ed essermi innamorato di Drive, davanti a
Only God Forgives rimango Diabolicamente incantato.
La natura umana. La sofferenza. La giustizia. La redenzione.
Non c e altro da dire. Vedere per credere.

Stebre  @  30/05/2013 22:45:50
   8½ / 10
Only God Forgives: bomba. Una summa di tutto il Cinema di Refn, altro che "Drive 2": è più un Valhalla Rising se devo trovare delle similitudini. Atmosfera incredibile, regia perfetta, fotografia da urlo (una delle migliore che ho visto al Cinema), ambientazione psichedelica, violenza grafica ai massimi livelli, ma mai fine a se stessa: film fatto con due soldi ma per me questa è davvero arte. Molti simbolismi (ma carpibili facilmente) e trama forse un po' messa in secondo piano a favore dell'estetica\simoblogia, della psicologia e dei rapporti fra i personaggi( il poliziotto thailandese è grandioso. Ruba la scena a tutti). Non è affatto leggero, preparatevi ad incontrare il Diavolo, nel vero senso della parola.

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