splendid hotel (2023)

Rimbaud in Africa dopo aver abbandonato la poesia. Parafrasando il suo celebre Una stagione all'inferno, questo momento della sua vita sembra un circolo vizioso infernale. Quel carico di armi da portare in Etiopia che fatica ad arrivare, l'organizzazione per la consegna, i permessi che non arrivano. La voce narrante del protagonista descrive con efficacia la deriva di una situazione frustrante e l'interminabile attesa che gradualmente lo consuma. Un piano di riscatto economico che rischia di saltare in aria a causa di un contesto ambinetale quasi immutabile e ripetitivo. Un film che possiede elementi positivi, ma che il regista sovraccarica di elementi onirici e con sequenze un po' fuori contesto, togliendo sobrietà in un opera che rimane incompiuta.