steve jobs (2015)

In questo ennesimo biopic sulla vita del geniale Steve Jobs l'affilata penna di Sorkin fa già da sola più della metà del lavoro e costruisce un reticolato da interni fatto di dietro le quinte, dove la vita professionale e personale del nostro viene vivisezionata o messa alla berlina con precisione quasi chirurgica. Ne esce così il ritratto di un uomo dal carattere difficile, non incline alla critica o al perdono, carismatico nelle sue visioni ma anche incapace di dare un senso compiuto alla sua vita privata. Il tutto in interni, come detto, in una sorta di teatrino dell'assurdo ( si parte dal 1984 e ai tempi il personal computer voleva veramente dire fantascienza ) che gira intorno al personaggio a ritmo vorticoso e con una serie di dialoghi acuminati. Ecco non è una visione per tutti e due ore di questo tenore potrebbero spaventare qualcuno; e la regia di Boyle, solitamente più leggera, questa volta si fa coinvolgere dalla serietà della sceneggiatura per farsi più rigida. Tutti all'altezza gli interpreti.