still life regia di Jia Zhang-Ke Cina 2006
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still life (2006)

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locandina del film STILL LIFE

Titolo Originale: SANXIA HAOREN

RegiaJia Zhang-Ke

Interpreti: -

Durata: h 1.48
NazionalitàCina 2006
Generedocumentario
Al cinema nel Marzo 2007

•  Altri film di Jia Zhang-Ke

Trama del film Still life

Il vecchio villaggio di Fengjie, é stato abbandonato perché al centro di un territorio dove é stata costruita un'immensa diga. Il villaggio ora é completamente sommerso, ma il nuovo quartiere non é ancora completato. Un minatore, dopo 16 anni, torna al suo vecchio paese in cerca dell'ex moglie e quando s'incontrano decidono di risposarsi. Shen Hong, un'infermiera torna a Fengjie per cercare il marito che non si fa vedere da due anni, ma, dopo aver ballato insieme decidono di divorziare.

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Voto Visitatori:   6,47 / 10 (18 voti)6,47Grafico
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Voti e commenti su Still life, 18 opinioni inserite

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Horrorfan1  @  15/01/2014 14:22:42
   4½ / 10
La trama non si può commentare perché praticamente non esiste, essendo forse solo un pretesto per girare le inquadrature sul fiume e fra le macerie. La Cina ha senza dubbio paesaggi naturali e umani molto belli e interessanti, ma questo film non invoglia certo a visitare il Paese...

Una mia curiosità: ma come fanno i muri di ogni stanza ad essere sporchi e tutti imbrattati di nero fino ad altezza umana? Boh... Sarà così in tutta la Cina?

Infine, le scene "surreali" di astronavi ed equilibristi circensi stanno come la nutella su un piatto di frutti di mare (di quelli surgelati, però).

Mi piacciono le altre culture e sono stato più volte in oriente (anche se mai in Cina), ma questo film non riesco proprio a promuoverlo o a digerirlo: brutti posti e trama inesistente! Anzi: trama brutta (fosse inesistente allora sarebbe un documentario, che apprezzerei senza dubbio).

"Bella" la fotografia, forse... ma fotografia di cosa? Di nebbie, di scale di grigi, di colline spoglie e franose, deturpate da orribili condomini popolari, e di macerie! Alla faccia del bello!

Invia una mail all'autore del commento diderot  @  02/03/2013 12:18:20
   4½ / 10
Credo che questo film/documentario/nonsochè non sia adatto a tutti, la sua profonda lentezza (mai visto qualcosa di simile) diventa insopportabile verso la fine, le storie raccontate sono pressoché inutili. La pellicola racconta semplicemente la quotidianità vissuta di una China che rimane nell'ombra. Degno di nota, per l'eccezionale profondità, è la fotografia, l'unico motivo che da un tono al film. Mi sentirei di consigliarlo solo ad una cerchia molto ristretta di persone!

Project Mayhem  @  24/01/2011 10:41:07
   1 / 10
Credo che la discrepanza tra la mediamente entusiastica valutazione di questa pellicola che qui leggo ed il ricordo che io ho di essa, segni in termini non negoziabili la distanza tra un ignaro (e probabilmente ignorante, etimologicamente) spettatore di film come me ed un cinefilo.
Giuro che le valutazioni che ho letto sono così inattese per me, che cercherò di rivedere il film con diverso spirito.
Anche se ammetto di partire prevenuto, perché a memoria e salvo errore, ricordo una lunga pellicola, così asfittica nella mancanza di dialoghi (che dove invece ci sono, fanno rimpiangere il silenzio testé interrotto) da avermi fatto maledire l'intera rassegna del giovedì d'essai di quell'anno...
Mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa. Ri-visionerò cercando seriamente di cogliere quanto alla prima visione mi é evidentemente sfuggito oppure ho frainteso. Tuttavia, devo necessariamente assegnare il voto che ho assegnato, perché, ad oggi, in buona fede, mai consiglierei questo film a degli amici...

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Ultima risposta 07/07/2011 22.52.54
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Invia una mail all'autore del commento piernelweb  @  20/07/2007 12:44:42
   5½ / 10
Se il giovane e semisconosciuto regista Jia Zhang-ke avesse optato per realizzare un vero e proprio documentario, molto probabilmente i consensi per questo "Still Life" sarebbero arrivati unanimi da mezzo globo e non soltanto dalla mostra di Venezia. Fin dal primo lunghissimo pianosequenza, infatti, le potenzialità visive e descrittive della pellicola sono abbaglianti: il ritratto della provincia cinese, in completa ristrutturazione, devastata dalle macerie del vecchio e dall'abnormità impattante del nuovo che avanza è molto eloquente. La rinascita economica travolge i destini della povera gente, a vantaggio di pochi, scempi ambientali e condizioni lavorative e di vita estreme sono la regola vigente. Fotografia e location assolutamente notevoli premiati da un digitale di grande profondità. Purtroppo, la narrazione delle vicende dei quattro personaggi principali non è assolutamente all'altezza dell'impianto tecnico. Due storie d'amore dall'esito diverso raccontate blandamente con freddezza e distacco: dialoghi scialbi, recitazione aprossimativa e improbabile (vedasi ad esempio l'obrobriosa sequenza dell'addio tra Shen Hong e consorte). E allora la forza visiva di Still Life viene vanificata dalla inconsistente sceneggiatura, dalla ridondanza e dall'inutilità di numerosi segmenti. Il Leone d'oro è dunque immeritato e dimostra l'eccessiva tolleranza verso un cinema che è sì formativo, ma che perde completamente di vista l'importanza della storia, dei personaggi, della dialettica e delle azioni. E' molto più facile sottointendere piuttosto che esplicitare; bisognerebbe non dimenticarlo.

viagem  @  10/04/2007 21:46:49
   5 / 10
Mi stupisco del voto che sto dando, boccio un film cinese: ma son passati giorni dalla visione del film e mi è rimasto dentro davvero poco, ma forse già il titolo "Still life" - nature morte - doveva mettermi in guardia.
Still life vuole narrare 2 storie parallele legate ad una nota vicenda di cronaca: la costruzione della diga delle Tre gole, che ha sconvolto l'ambiente di una vasta regione cinese, costringendo centinaia di migliaia di persone ad emigrare.
Entrambe le storie raccontano due tentativi di ricongiungimento, due tristi vicende d'amore, ma lo stile è troppo minimalista, asciutto e le emozioni trasmesse scarseggiano. Non si ha mai l'idea di cosa il regista stia cercando di dirci, anche la consueta estetica orientale, che spesso dice più di quel che le parole e le azioni facciano, in questo caso non viene in aiuto e un ossessivo filtro bianco azzurro rende ancor più fredda e lugubre l'atmosfera.
Tutte da interpretare poi le intromissioni extraterrestri: metafora per la fuga dell'anima della natura da queste ferite profonde che l'uomo le infligge?
Unica nota positiva, e sorprendente, un'attenzione alle tematiche del rispetto dell'ambiente, e della tutela delle condizioni di lavoro degli operai che non ricordavo nei film cinesi.Film sociale e moderno dunque, ma troppo poco per risultare il migliore al festival del cinema di Venezia secondo me (non ce lo scordiamo..).

RudyGonzo  @  26/03/2007 17:20:15
   5 / 10
Attenzione!
In tempi di intercettazioni e spioni di varia sorta, siamo finalmente riusciti ad entrare in possesso dei parametri valutativi segretissimi che i giurati devono verificare in un film per poter assegnare il Leone D'Oro.
Ve li proponiamo in esclusiva:

1-La lontananza geografica e/o culturale - la Cina va benissimo - dell'autore;
2-L'assenza pressochè totale di un qualsiasi racconto, e/o di un suo qualsivoglia (seppur impercettibile) sviluppo narrativo, fatti salvi alcuni spunti minimi che servano almeno a far dire o fare qualcosa ogni tanto ai personaggi;
3-La durata di ogni inquadratura e di ogni tempo morto ben al di là del doppio di quella che sarebbe comunque considerata una durata eccessiva;
4-L'orgogliosa mancanza di cura per la composizione dell'immagine;
5-L'assenza di ironia;
6-Qualche trovata visionaria, gratuita, ingiustificata, e possibilmente isolata, in modo da far sorgere un coro di "e allora?" alla maggior parte degli spettatori;
7-Un'ambientazione disastrata e di povertà assoluta abbinata a un'ostentata povertà di mezzi produttivi;
8-Lo sforzo di fare un film che sarebbe - forse - stato considerato interessante da una nicchia della critica una ventina di anni fa;
9-La presenza, anche sporadica, di un riferimento al Socialismo Reale e ai suoi padri, magari con una bella inquadratura che contenga i ritratti di Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao, che serve sempre a risvegliare nostalgie di gioventù ormai lontane;
10-L'oggettiva noia e inutilità di ciò che sta passando sullo schermo.

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Ultima risposta 24/07/2007 09.55.56
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