Un sassofonista, dopo aver ricevuto da uno strano individuo cassette in cui viene ripreso in casa sua durante la sua vita quotidiana, viene accusato dell'omicidio della propria moglie. Ma, una volta in carcere, si trasforma in un'altra persona, che viene scarcerata e inizia una vita in qualche modo parallela a quella precedente...
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In "Strade Perdute", Lynch compie un'evoluzione del suo cinema (Anche "Twin Peaks" fa parte di questa evoluzione, ma è una componente troppo complessa, dato che è una serie TV, cui Lynch stesso ne perderà progressivamente un po' le redini, causa vicissitudini televisive). I precedenti "Velluto Blu" e "Cuore Selvaggio" si potevano classificare come neo-noir con una certa componente di grottesca (tanta) e onirica (meno). "Strade Perdute" diminuisce il grottesco, spinge più sul surreale, l'onirico, l'allucinatorio. Lynch catapulta lo spettatore in un incubo, ma senza poter dare una via d'uscita. Un incubo senza via d'uscita che è anche per il protagonista Fred, intrappolato forse in un loop (vedi inizio e fine)? Ma sono tante le situazioni che Lynch mette davanti allo spettatore e le risposte non ci saranno, se non solo supposizioni. "Strade Perdute" è una pellicola magnetica che non da scampo.