Un sassofonista, dopo aver ricevuto da uno strano individuo cassette in cui viene ripreso in casa sua durante la sua vita quotidiana, viene accusato dell'omicidio della propria moglie. Ma, una volta in carcere, si trasforma in un'altra persona, che viene scarcerata e inizia una vita in qualche modo parallela a quella precedente...
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Questo film è cinema allo stato puro. Punto. E l'essenza più vivifica, più traboccante, più magnifica e recondita di un autore il cui disturbo mentale è direttamente proporzionabile alla sua genialità, alla sua essenza ermetica che non lascia trasparire niente di un film pieno di scatole cinese che si aprono e si richiudono a loro piacimento, in un vorticoso tornado di allegorie e simboli, di falsi piani narrativi, della non più netta distinzione tra realtà e sogno, allucinazione e incubo. Un'esperienza unica che il solo voto di un utente che sia 1 o 10 non potrebbe mai dimostrare la completa veridicità di un'opera tra le più raffinate e le più complete che abbia mai visto. "Strade Perdute" va assaporato, gustato, provato, sudato, iniettato in endovena, solleticato, sospinto... Altre parole sono superflue...