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Scorsese presenta questa pellicola immergendoci all'istante in una autentica tragedia sociologica attinente alla periferia newyorkese anni '70. Travis Bickle personifica in modo alquanto atipico la solitudine,la noia,la stanchezza di vivere.A tratti bislacco e disinibito ,in altri tetro e insidioso il protagonista ,dai finestrini del suo yellow taxy ,osserva il mondo esterno procedendo lentamente lungo il percorso della follia incarnata dalle strade caotiche e fumiganti di una New York notturna viziosa e malsana.Travis ingenuamente ignaro della sua perversione e della sua rabbia recondita cerca persone in grado di capirlo,di parlare la sua stessa lingua ,di masticare la sua stessa visione del mondo(un boccone piuttosto amaro).La disperazione di questo emblematico personaggio (incarnabile con l'uomo comune che è a contatto con il mondo sempre più degradato)è dovuta anche al suo vissuto per nulla trascurabile che ricalca un altra grande tragedia inerente alla guerra in Vietnam che il regista plasma inserendo in un contesto che fonde a quest'ultima la tragedia sociale attinente ai giorni nostri:il degrado,il deterioramento della società(estremo in alcune città).Scorsese si fa artefice di un film divenuto ormai CULT rivelando un eccelso Robert de Niro e una personale capacità di fare del cinema che considero singolare e invidiabile.