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1968… Il Maestro David Lynch sfodera dalla sua "folle" mente un cortometraggio davvero inquietante e "macabro"; il regista "farcisce" il suo film con delle suggestive animazioni e con delle brevissime e importantissimi recitazioni (la bambina sul letto); Lynch riesce ad inquietare lo spettatore grazie alle immagini e al sonoro, da notare, celebrare le "cantilene" infantili (un coro allarmante recita le lettere dell'alfabeto). Il visionario regista esprime in modo pazzesco le sue idee grazie alle immagini, da notare le "particolari" lettere dell'alfabeto che si "introducono" cinicamente nel meccanismo concettuale infantile dei bambini. Infatti "The Alphabet" è un cortometraggio che milita nella metafora, le scene, le animazioni svolgono ovviamente funzioni allegoriche, la suggestione, la tensione sono elementi che nascono e si diffondono grazie a queste "maledette" animazioni che, grazie a particolari inquadrature, devastano in tutti i sensi lo spettatore.
"The Alphabet" nasce come denuncia subliminale ai metodi oppressivi, sistematici dell'educazione, del comportamento, della cultura, notiamo la ragazza nel finale, il sangue, il vomito, il disprezzo per il tutto… (importante è precisare che Lynch nella sua infanzia amava logicamente dedicarsi all'arte "sbarazzina", ovvero l'educazione "statica", ferrea era boicottata da David, il Maestro amava l'arte figurativa…)
In linea di massima "The Alphabet" è una grandissima Opera "Lynchana" , ovviamente il regista pone le sue concezioni su pellicola in modo agghiacciante (a volte il tutto è "enfatizzato" ma va bene così!); questo corto è una sorta di anteprima di "Eraserhead", da notare le ambientazioni tetre, il sonoro e quei maledettissimi vuoti di silenzio che atterriscono in modo beffardo lo spettatore. Lode per il Maestro della concezione…