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Sepolcrale ed inquietante debutto del grande regista giapponese, "Ori" (conosciuto anche come "The Cage") sembra riallacciarsi ad un concetto di surrealismo estremo, affibbiato da sempre al geniale Bunuel e al suo "Un Chien Andalou". Qui Terayama sperimenta figure inquietante in un unico colore: il verde, ovvero la speranza, ma anche la morte. Il movimento chiave del corto è l'orologio che compare con insistenza: Sia rotto che intatto, a simboleggiare la fugacità effimera di una vita distruttiva. Un esordio fulminante e decisamente straniante, trattenuto ed incorniciato da un'aliena colonna sonora ipnotica.