the collector (2009)

In modo spiazzante (non mi aspettavo nulla), devo dire che mi è piaciuto molto, seppur le critiche riguardo la mancanza di logica e di psicologia dietro trama e killer ci stanno eccome e sono inattaccabili.

Piatto, semplicissimo, illogico, eppure ti tiene incollato allo schermo alla grande, non annoiando neanche un attimo (e l'ho visto pure senza sottotitoli!).

Molti rimandi a Saw, e del resto il regista viene da quella serie.

Curiosissimo di vedere il sequel (e del resto i finali - uno c'è anche dopo i credits - sono aperti); viuuulenza, cattiveria, inverosimiglianza, atmosfera a mille, ritmo elevatissimo, fotografia avvolgente, per una piacevolissima sorpresa.

Mix tra horror, thriller ed home invasion, come meglio non si potrebbe.

La prima volta che lo vidi mi piacque. Poi rivedendolo, mi sono accorto che è sempre la solita minestra riscaldata.
Trama banalissima, regia/fotografia prese pari pari da Saw, solito killer indistruttibile, qualche trappola carina ma niente di particolarmente memorabile, sceneggiatura mm... c'era?
Poi se c'è una cosa che non sopporto è proprio questa malata strategia di farne una saga. Perchè il film è costruito ad hoc per avere dei sequel.
E difatti, pur essendo stato un flop questo The Collector avrà un sequel, girato dallo stesso regista, e si chiamerà The Collection.
E questo mi manda in bestia.
Perchè di cosa parla questo film? Del nulla! Che senso ha farne un sequel? L'unica cosa che si sa è questa (Momento trash di alto livello):

"Chi e' quel tipo? e cosa vuole?
Lui non uccide le persone... Le colleziona!"
ahahahahh XD (lascio a voi i commenti)

Nonostante sia surreale all'ennesima potenza si salvicchia per alcune scene e alcuni dialoghi che mi hanno fatto sbellicare dalle risate,come film horror non è riuscitissimo ma come film da ridere ha un suo perchè,a me ricorda mamma ho perso l'aereo versione horror.

Bene l'idea e la musica, il resto è però esagerato e incompiuto. Un killer super-operativo che dissemina a tempo record infinite trappole, la maggior parte delle quali sarebbero state inutili e nascoste, non fosse per il nostro sventurato ladro protagonista. E' un film comunque interessante e che si lascia guardare. Tolgo mezzo punto perchè non ho capito un'emerita mazza di che cosa centrino gli insetti spesso inquadrati, al di là della provenienza del killer.
Sembra in lavorazione un sequel, perlomeno per dare uno straccio di giustificazione in più del come e del perchè faccia questa particolare collezione.

E' buio pesto nella ridente e romeriana Pennsylvania (il film è però girato a Mansfield, in Louisiana).
Dopo una presumibile serata di bagordi, un'arzilla coppietta di quarantenni sta rincasando, ciucchissima, barcollante e soddisfatta, all'interno della propria mega-villetta sperduta nelle campagne; la notte si prospetta davvero calda e movimentata per i due maturi piccioncini, anche se il piatto forte non cuocerà nei loro ribollimenti ormonali... Durante la loro opportuna assenza infatti, qualcuno, a sorpresa, ha pensato bene di lasciar loro un bel regalino al piano superiore: un grosso baule da prestigiatore ambulante.
La tentazione di darci un'occhiata troppo forte sarà e l'uomo nero incappucciato questa cosa già la sa...

Lo sceneggiatore degli ultimi quattro SAW decide questa volta di mettersi in proprio, elaborando una propria "originalissima" variante di torture-porn trappolistico, tirata ben benino a lucido secondo gli oramai imperanti canoni estetici cupo/patinati, rigorosamente dettati dall'andazzo horror post-2000 più accomodante. Una veste grafica lussuosa e perfettina, in realtà già testata e brevettata molto prima della comparsa nelle sale di quel bigotto pupazzo dalle gote paonazze, dalla voce cavernosa e dalle pedalate cigolanti. Un abito formale e contenutistico calcolato e su misura, fatto di cromatismi scuro-verdognoli, omicidi sadico-brutali, sviluppi disperatamente nichilistici (Seven-1994), prigionieri stipati in luoghi ristretti e diabolici tranelli senza scampo (Cube-1997).
Dunstan si da umili arie da mr "io non ripercorro pedissequamente il filone come Antal, Stockwell, Joffe e Bertino" e inserisce oculatamente la pedina di un protagonista "salvatore outsider suo malgrado" ma ci tiene anche a sventagliare animosamente la propria "coolness" cinefila, ripescando parallelismi entomologici vetero-argentiani e robusti fac-simili tarantiniani alla Marcelus Wallace.
Estraniandosi dal contesto generale, c'è da ammettere che sul versante sfx alcuni momenti splatter risultano ben congegnati (è il caso del giovinastro scaraventato lungo lungo sulla caterva di maxi-tagliole ultra-dentellate), nonostante purtroppo una dvd version italica pesantemente alleggerita (ossimoro abituale...), ma per quanto possano sforzarsi oltre maniera, le pancine horrorofaghe più scafate continuano rumorosamente a brontolare.
Impossibile non accusare la sensazione epidermica di un genere davvero arrivato alla frutta: un folle assassino antagonista che manca di qualsiasi appeal, profondità psicologica, motivazioni sociologiche e background di sorta; un meccanismo di trappole disseminate in un ambiente chiuso che si rivela senza senso e senza scopo; personaggi/vittime di cui prevediamo già in anticipo vita/morte/miracoli e dei quali gradualmente non ci arriva a fregare più una mazza (quello che il gergo tecnico definirebbe "scarsissimo coinvolgimento emotivo da deja-vu orchitico"); continue metafore "aracnoidee" sparpagliate a regola d'arte per tutto il film che provocano solo intensa orticaria e stra-abusati ralenties che finiscono per dissolvere definitivamente qualsiasi volenterosa predisposizione all'accondiscendenza verso un prodotto parassitario come questo.

Diciamolo apertamente, THE COLLECTOR è il classico serial-killer movie riservato a tutta quella fetta di pubblico poco propensa a lasciare la strada vecchia per la nuova; un prodotto per spettatori belli che assuefatti a certe dinamiche reiterate, (brava) gente in crisi d'astinenza desiderosa unicamente di poter rivivere all'infinito le medesime situazioni da brivido pre-confezionato e ri-masticato.
A loro questo prodotto servirà, almeno per il tempo di durata dei suoi effetti...

Ultima raccomandazione di ordine igienico-sanitario: che qualcuno passi a riprendersi quei maledetti ragni sparsi per casa e giardino !!!

Bè togliendo la discreta colonna sonora, e i tanti rimandi agli aracnidi ( passione comune tra me e il killer), il resto è solo una mera versione di "mamma ho perso l'aereo" elaborata in chiave torture porn.

Che poi, detto tra noi non capisco la necessaria somiglianza tra gli occhi dell'assassino e quelli dei nostri amici a 8 zampe, e sì mi sa che il regista di aracnidi non se ne intendeva moltissimo, per la cronaca i ragni non hanno un gran vista, ( è comunque vero che esistono esemplari che ci vedono benissimo tipo i salticidae ) ma questi occhi alla Riddick non mi sono sembrati tanto eccelsi, e questo "all'occhio di chiunque" possono risultare ambigui. Ma non è finito, dato che l'intero film si basa su trappole ingegnate dal killer che mi sarà pratico chiamare "il ragno" ( dato il chiaro riferimento dello stile di caccia di molti aracnidi) mi rimane di nuovo il dubbio del perchè? I ragni ti fanno finire in trappole per poi mangiarti, ma "il ragno" non fa niente di tutto ciò, ancora una volta è stato tirato in ballo il regno animale, con allusioni e cenni insensati, c'è ben poco da fare l'unico animale sadico che si diverte a far violenza senza uno scopo ben preciso è sempre l'uomo.
Rimango della stessa idea di Romero, i torture porn sono fine a se stessi e assolutamente privi di significato...
Inizialmente mi aspettavo un altro genere di horror, o qualcosa incrociato alla fantascienza dato il rimando ai ragni ( Arachnophobia), o qualcosa alla Death Silence ( il cassone portatile del killer deve avermi tratto in inganno), invece il film sembra voler annaspare in acque "nuove", nuove trappole, nuove torture, un nuovo killer, ma la realtà è ben differente, è sempre la solita solfa, ho apprezzato l'assenza di spunti moralistici, ( che in film come Saw o Martyrs ho trovato tremendamente di cattivo gusto), ma l'impronta sawiana è fin troppo presente e i tanti riferimenti fanno perdere credibilità al prodotto, c'è ben poco da fare Saw e Hostel hanno proprio inventato un genere, ma pare che i loro nipotini non siano molto all'altezza. Perciò alla fine visto uno li hai visti tutti, il problema principale è che sono molto ripetitivi. Bocciato!
Ahiahiai, questo sotto-genere sta precipitando a picco, mancano le idee...