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Shunji Iwai raggiunge l’assoluzione con il suo terzo capolavoro (dopo “undo” e “All About Lily Chou Chou”), un film che è totalmente sperimentale immerso in una sorta di filia per il cinema: l’amore assoluto di un Shunji Iwai per il suo regista preferito.
Film muto, accompagnato solo dalla sublime colonna sonora composta da Iwai stesso e da splendide immagini di repertorio. Interessante soprattutto l’approfondimento sulla moglie di Ichikawa, sua sceneggiatrice. Un film sperimentale, ma non intellettualoide: sconvolgente, delicato, sublime. Il ritratto del cinema del ventunesimo secolo. Potente la fotografia. Incredibile.