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Da un certo punto di vista bisogna dare atto a Fessenden di aver fatto un film horror a tematica ecologista quando ancora il riscaldamento globale non era al centro dell'attenzione come in questi ultimi tempi. Ed affronta il problema in modo diretto senza tante perifrasi. The last Winter è uno di quei film che si insinua sottopelle. E' semplicemente la Natura che rende pan per focaccia ciò che gli stiamo facendo. Hoffman e Pollack sono le due facce della stessa medaglia con il primo a mostrare i rischi dovuti al cambiamento climatico repentino mentre il secondo, specchio dell'avidità umana. Un'umanità isolata in una sperduta stazione dell'Alaska in cui malgrado i grandi spazi aperti la claustrofobia e l'angoscia la fanno da padrone contro un nemico invisibile ed indefinito. Esagera un po' nel finale con la CGI, tuttavia l'immagine finale del film è la chiusura perfetta per un film che merita di essere rivalutato.
Piuttosto inutile stare a cogliere le analogie -per lo più ambientali- con "La Cosa", perchè "The last winter" prende in fretta e furia una direzione lontana anni luce dal capolavoro di Carpenter. C'è la base polare in mezzo al ghiacciato nulla, un team di ricercatori ed ovviamente una minaccia che col passare dei minuti si fa sempre più pressante. Ma non siamo dalle parti dell'horror manifesto, il lavoro di Larry Fessenden è tutt'altro che eclatante sotto il punto di vista dello shock visivo, scegliendo la via della tensione suggerita, insondabile, difficile da inquadradare, fino a raggiungere un epilogo brillante ma rovinato da effettacci in CGI davvero mediocri. Non eccelsa la scrittura dei personaggi al servizio di una visione profetica molto pessimistica: si salvano parzialmente il sempre bravo Ron Perlman, emblema dell'umanità più ottusa, cieco ed avido anche davanti al disastro imminente e James Le Gros, nei panni di un ecologo rassegnato all'inevitabile. L'idea della reazione da parte della natura è molto interessante ma viene fin troppo secretata nel nome di un'enigmaticità che spesso finisce col rallentare una trama già povera di accadimenti. Il regista (ambientalista militante e convinto) raggiunge comunque un risultato degno di nota con un eco-vengeance molto particolare, reso alieno dal paesaggio circostante sempre in grado di suggerire atmosfere sospese tra sogno ed incubo, e tutto giocato sull'attesa costruita su ipotesi e rivelazioni centellinate.
un horror in cui le ambientazioni gelide, ricordanti "La Cosa", fanno da contorno ad una vicenda che si poteva sviluppare in modo da rendere piu' coinvolgente il film. Alla fine e' un film sulle allucinazioni e sugli stati alterati che l'uomo puo' raggiungere senza rendersi conto di cio' che accade. Naturalmente questa soluzione esplicativa non spiega vari accadimenti cui si assiste e che paiono invece comprovare l'esistenza di..... da vedere una volta
Film carino ma niente di che. Bella la location e la fotografia e bravi tutti gli attori ma il film si perde dopo una prima parte abbastanza interessante e misteriosa e diventa un po noioso. Sicuramente una pellicola ben fatta ma poteva essere meglio. Da vedere senza pretese.
Ottima la location e la fotografia. The Last Winter non è un film horror al 100%, ha un risvolto drammatico e avventuroso, oltre a contenere un messaggio ecologista evidentissimo e volutamente non nascosto. Per certi aspetti ricorda il più famoso "E Venne Il Giorno", ma non si può certo dire che abbia copiato, perchè The Last WInter è precedente ad esso.
La natura, in qualche modo, si ribella, sia nella realtà che nei film: nella realtà, regalandoci un clima sempre più caldo e instabile, mentre nei film la vendetta ha la forma
se si vedono fantasmi o spiriti che aleggiano nell'aria, in realtà essi vivono solo nell'immaginazione dei protagonisti, che li vedono proprio perchè sono contagiati dal gas che la natura ha liberato dal sottosuolo per colpa del riscaldamento del permafrost. Bellissima trovata in questo senso è il fatto che uno dei fantasmi sia un gigantesco dinosauro: a ricordarci che, se questo pianeta ha avuto in passato ben altri dominatori che poi però si sono estinti, non è detto che questo non tocchi anche a noi...
Ho trovato ottima la regia e la recitazione degli attori. Per me un film assolutamente consigliato, magari non agli amanti dei torture movies ma piuttosto agli amanti di horror più soft.
E finalmente un horror che contiene anche un messaggio! Un applauso in più.
Inquietante e angosciante con un mistero che aleggia nell'oscurità. Realizzazione molto semplice e lineare, ma che rende molto bene l'atmosfera di isolamento e impotenza dei protagonisti. Ipotesi di fondo originale e interessante.
Il confronto con un Capolavoro del Cinema come La cosa ci può stare per l' ambientazione polare e per la conduzione dell' esistenza e della paranoia all' interno dei containers ma è giusto premettere che l' opera di Carpenter è decisamente di un altro pianeta, tanto per rimanere in tema. Detto doverosamente ciò ho trovato comunque piuttosto ben realizzato questo horror dai risvolti ecologisti sottintesi e che gioca molto come dicevo precedentemente con la psicologia dei personaggi. Ottima la recitazione di questi ultimi infatti ( Ron Perlman e il ragazzo che impazzisce su tutti) che riescono a trasmetterti quel senso di smarrimento e di inquietudine che solo un luogo desolato come quello polare può effettivamente incutere. Il regista si diverte, a ragione a parere mio, a non mostrare troppo, o meglio si sforza di non essere chiaro, anche se qualcosa negli oscuri orizzonti polari è celato, qualcosa che in qualche modo viene risvegliato e che vorrà il suo tributo. Il finale forse frettoloso ci farà capire cos' è e.........., fantasia a parte, il messaggio è ampiamente recepito. Non è un film diretto o convenzionale, bensì gioca più con i nervi dello spettatore e io lo premio con un voto in più.
L' ambientazione è la stessa che in "The Thing" di Carpenter,(come è già stato fatto notato nei commenti precedenti) ma la tensione molto molto minore, idem il cast, in cui si salva solo Ron Perlman che c'ha una faccia che spacca . Si può vedere se uno non ha nient'altro da fare!
Se l'intenzione del regista era quella di trasmettere un messaggio sul surriscaldamento della terra ed i suoi effetti, il film è più che accettabile; per il resto invece non mi ha soddisfatto del tutto, ci sono parecchie scene un pò noiosette, e la fine lascia parecchi dubbi.
insomma nn mi ha convinto molto questo film! e' difficile considerarlo come horror in molti aspetti e' piu' un thriller! l'idea c'era la scenografia e' molto bella purtroppo e' stato realizzato non bene molte scene sn ripetitive e noiose! 6!
Un film molto interessante questo di Fessenden..per molti versi ricorda "la cosa" del grande Carpenter (con le dovute proporzioni ovviamente)..stessi luoghi..stessa location all'interno dei container in mezzo al ghiaccio e al nulla assoluto. La tensione è papabile per buona parte della pellicola..che cos'è realmente l'entità che si avverte tra i ghiacci? Cos'è che sta facendo letteralmente uscire di senno tutti gli uomini in quel luogo? Il vedo/non vedo del regista che lascia molto spazio all'immaginazione però viene vanificato da un finale in cui l'entità verrà invece effettivamente mostrata..pur non dando nessuna spiegazione di cosa realmente sia..e forse questo è stato un mezzo passo falso del regista. In definitiva questo film si può definire un horror molto ecologista..perchè di fatto tutto accade in conseguenza dell'avidità umana che in nome del denaro e del progresso sta letteralmente consumando il pianeta..e la prima conseguenza è proprio il surriscaldamento della tundra artica in quel luogo che dovrà essere zona di trivellazione per estrarne petrolio..finale forse un po' scontato ma lineare con il resto della pellicola..rimane un buon film che vale la pena vedere.