the master regia di Paul Thomas Anderson USA 2012
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the master (2012)

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locandina del film THE MASTER

Titolo Originale: THE MASTER

RegiaPaul Thomas Anderson

InterpretiAmy Adams, Joaquin Phoenix, Philip Seymour Hoffman, Laura Dern, Rami Malek

Durata: h 2.18
NazionalitàUSA 2012
Generedrammatico
Al cinema nel Gennaio 2013

•  Altri film di Paul Thomas Anderson

Trama del film The master

Anni Cinquanta. Freddie Quell (Joaquin Phoenix) vive sulla propria pelle le conseguenze del secondo conflitto mondiale, vagabondando per le strade senza alcuna certezza o valori in cui credere. Nel suo errare, si imbatte un giorno in Lancaster Dodd (Philip Seymour Hoffman), un veterano di guerra fondatore e leader carismatico di un gruppo pseudo-religioso basato su metodi piuttosto innovativi. Ammaliato da quell'universo che sembra offrire risposte alle sue domande, Freddie ne diventa uno degli adepti subendo il fascino della figura di Lancaster, divenuto per lui uno spirito guida da ossequiare e seguire.

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Voto Visitatori:   6,38 / 10 (63 voti)6,38Grafico
Voto Recensore:   7,50 / 10  7,50
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Voti e commenti su The master, 63 opinioni inserite

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Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  26/11/2022 00:06:49
   7 / 10
The master è un film strano: uno si immagina che con un soggetto simile Anderson sfornerebbe il solito capolavoro, e invece sceglie di trattarlo in modo diagonale, puntando tutto su un ritmo lentissimo e sui suoi due personaggi principali più che sullo sviluppo della storia. Che per carità, ci può stare (soprattutto perché Hoffman e Phoenix sono spettacolari, roba da ammirarli a bocca aperta per ore ed ore), ma alla fine il film ne esce un po' sbilanciato. Poi vabbè, parliamo sempre di P.T.A., uno dei più grandi di tutti, e quindi il risultato è comunque molto buono; solo dispiace perché sarebbe potuto essere ancora migliore con un po' più di equilibrio, come ne Il petroliere. Ma non si può avere tutto dalla vita.

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Ultima risposta 12/12/2022 09.00.42
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Jokerizzo  @  27/01/2020 15:17:51
   10 / 10
aaaah...se non ci fosse Joaquin Phoenix!

Filman  @  31/12/2018 15:03:38
   9 / 10
Analizzando l'evoluzione dei film di Paul Thomas Anderson, dopo i primi lavori si può distinguere una nuova fase emotivamente contorta ed esteriormente estetizzante, che ricerca insieme l'imperfezione umana e la purezza dell'immagine, come se dietro l'inadeguatezza del mondo ci fosse la chiave della meraviglia, quindi un discorso portato avanti tanto nella forma quanto nella sostanza. Dove Hollywood ha insegnato la vita come avventura e fonte di esperienza per superare le proprie difficoltà, in maniera dolcemente drammatica, il regista californiano rimonta tale percezione cinematografica alla sua maniera, mai totalmente realistica o totalmente illusoria, prendendo a riferimento un personaggio instabile sotto ogni aspetto e regalandolo alle doti da comunicatore di un maestro, un finto profeta il cui amore è riservato esclusivamente a chi lo ama e il cui odio è rivolto a chi non lo rimpiange. Il viaggio intrapreso non è quello di un "on the road" classico, non esiste un inizio chiaro e l'epifania emotiva del protagonista non chiude in realtà alcun cerchio ma esprime la maturità di un uomo americano che riesce ad abbandonare la culla in cui il proprio guru l'ha accudito e ne esalta la sua individualità, compresa di ogni suo errore. THE MASTER è un capolavoro dissonante e difficile da catalogare, ma chiaro e fitto di tematiche umanistiche che vanno al di là del semplice affresco narrativo-visivo e che vengono comunicate cinematograficamente da idee registiche originali e personali, come la divisione a metà dell'inquadratura.

marcogiannelli  @  04/02/2016 22:18:23
   7 / 10
film difficile da commentare, dico solo che è sicuramente un'ottima descrizione di come sono nate associazioni come Scientology
film comunque un pò deludente, ma con 2 mostri a livello recitativo che ben tengono alto l'interesse dello spettatore

wuwazz  @  05/07/2015 14:38:04
   9 / 10
Non so perchè, ma da qualche tempo quando voglio ripescare un film, mi capita sempre più spesso di avere voglia di rivedere un film di Anderson. Non importa quale. Mi va. Mi va proprio.

La prima volta che vidi The Master rimasi un po' deluso. A parte le grandissime interpretazioni, francamente, sentivo di aver perso qualcosa, di non averne compreso il significato.

Mi è capitato qualche giorno fa, di vedere il tanto discusso film su scientology: Going Clear. Appena visto, la prima cosa che mi è passata per la mente è stata: "porca putt@n@. Anderson è un mostro."

E' impressionante la precisione con cui ha dipinto il fenomeno di scientology. Pazzesco. Non ci sono altre parole.
Vedere quel documentario, che tratta più che altro delle persone che hanno aderito e poi lasciato il movimento fondato da Hubbard, mi ha veramente aiutato a capire la genialità di Anderson.

Un regista immenso, votato alla perfezione della forma e con un linguaggio proprio ed inimitabile. Un linguaggio non diretto, non perfettamente ed immediatamente comprensibile. Così come non lo è la vita.

kikkokonti  @  25/03/2015 23:43:33
   6½ / 10
Da guardare assolutamente se si vuole capire cosa vuol dire essere grandi attori.

Il film l' ho trovato eccessivamenre lento.
A tratti quasi grottesco.

La recitazione magistrale alza decisamente il voto.
7 -

Grandissimi Joaquin e Phiip... come sempre.

Goldust  @  20/02/2015 11:29:59
   6 / 10
Un rapporto maestro - alunno sui generis, in cui due personaggi si incontrano per caso e scoprono di avere molto in comune, pur comportandosi e pensando in maniera completamente antitetica. Un rapporto dicevo fatto di grande suggestione e figlio di una sudditanza psicologica non pienamente compresa dal suddito, un disadattato sociale dalle forti intemperanze fisiche e mentali. Grazie all'apporto di due attori in stato di grazia, specialmente il Phoenix dal labbro leporino, il film di Anderson funziona bene come duetto a due ( si veda il primo, memorabile esercizio tra i nostri sul battello ), molto meno come saggio sulla mente umana. La lunghezza e la lentezza di una trama a tratti fin troppo didascalica poi non aiutano la visione.
Cast di contorno fin troppo sacrificato; la fotografia invece è bellissima.

s.boffelli2  @  19/01/2015 22:52:00
   7½ / 10
Buonissimo film che indaga nel profondo le emozioni, condito da ottime interpretazioni.

perryperry1  @  27/03/2014 12:19:31
   8 / 10
affresco perfetto del disagio di un dopoguerra cinico e spietato
belle interpretazioni,storia convincente

il ritmo lentissimo è usato come escamotage per meglio focalizzare gli aspetti emozionali degli avvenimenti,ma come spesso accade rischia di abbassare la soglia di attenzione dello spettatore

tre attori diversi e pieni di sfumature,immenso Philip Seymour Hoffman,che lascia vuoto difficilmente colmabile per questo tipo di caratterizzazioni

floyd80  @  19/02/2014 09:03:19
   7 / 10
Il punto debole di The Master è quello che volente o nolente lo spettatore si trova a fare: confrontarlo con Il Petroliere. Vero gioiello del regista.
The Master non ha la stessa potenza visiva e non coinvolge ugualmente, viste anche le tematiche "poco italiane" (le pseudoreligioni che in America imperversano mentre da noi "per fortuna" latitano).
Per il resto però la pellicola ci presenta tre attori in stato di grazia (anche il compianto Hoffman) una fotografia meravigliosa e un film complesso dove per capirlo al pieno bisogna entrare all'interno della pellicola stessa scavando tra i volti dei protagonisti, ma soprattutto ascoltando le affascinanti parole.

TonyStark  @  08/02/2014 20:54:23
   7 / 10
eccellente prova dei due attori principali, ma il film non mi è parso coinvolgente.

hitmanboy47  @  08/02/2014 16:12:28
   7 / 10
"The Master" è uno di quei film che andrebbe rivisto per capire al meglio la trama. Avendolo visto una volta sola mi ricordo che guardavo quanto mancava alla fine del film, il che per me è grave, perchè vuol dire che mi sto annoiando o il film lo trovo troppo banale o stupido. Secondo me "The Master" è un film complesso, ma tecnicamente è veramente stupendo. Insomma, quando hai 3 attori formidabili come Joaquin Phoenix, Philip Seymour Hoffman, che purtroppo è morto 6 giorni fa, e Amy Adams il biglietto è ben speso. Se poi aggiungiamo una grande regia di Paul Thomas Anderson e la fotografia Mihai Malaimare Jr., il film acquista grande pregio. Nonostante ciò non riesco a darli più di 7 perchè, come ho detto prima, la trama è troppo contorta o forse il film è troppo lento per farcela capire appieno ( la prima ora andava bene, poi nella seconda parte del film ho capito poco). Del regista ho apprezzato moltissimo il film "Il Petroliere" anche se era una pellicola lenta. In conclusione, non me la sento di consigliare questo film drammatico, psicologico a tutti.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  24/12/2013 11:59:33
   9 / 10
The master", giudicato da alcuni imperfetto, è un complesso scavo dietro le apparenze dei rapporti di forza che si creano tra esseri umani, e dentro i rapporti di dipendenza, dominio e sudditanza psicologica. Temi cari al suo autore. Non ha la potenza di un capolavoro come "There will be blood" ("Il petroliere"), ma è l'appassionato approfondimento di un discorso, sempre più ricco di sfumature. E si avvale di due mostruose interpretazioni di J. Phoenix e P.S. Hoffmann.

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Ultima risposta 24/12/2013 18.22.48
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR 1819  @  20/10/2013 14:12:45
   7½ / 10
Ottima e interessante rivisitazione dell'ascesa di scientology. La regia è curata, ma l'intero film risulta valido sotto ogni aspetto, risultando coinvolgente nonostante il tema trattato non sia dei più leggeri.
Semplicemente straordinaria l'interpretazione di Joaquin Phoenix, per fortuna ha deciso di tornare a recitare.

Badu D. Lynch  @  18/09/2013 14:47:48
   9 / 10
Paul Thomas Anderson : creatore di storie profonde, immerse completamente nella luce e nell'oscurità del mondo - dell'esistenza umana. Universi interiori, dubbi e insicurezze. Paradossalmente, The Master è il suo lungometraggio più "oscuro" : Tra le migliori pellicole del 2012. Enigmatica e affascinante. Una potenza implosiva che destabilizza lo spettatore - minuti, ore, giorni, mesi, anni dopo la visione. Un'opera che si insinua sotto la pelle. Perfetta nella sua incompletezza filmica - incompleti sono i suoi protagonisti, incompleti siamo noi, incompleto è il mondo - eternamente. Dolore.

Alex22g  @  16/05/2013 23:46:20
   9 / 10
Un film assurdo... queste sono le prime parole che mi vengono in mente adesso che ho appena finito di vederlo, anche se, sono certo di non averlo compreso appieno. Mi ci vuole una seconda visione e il tempo per assimilare il tutto. Comunque il mio voto è 9 solo per la splendida e sottolineo SPLENDIDA interpretazione del protagonista (Phoenix) che secondo me meritava l' oscar per la bravura dimostrata; davvero incredibile e solo lui vale il prezzo della visione secondo me . Anche il resto del cast è notevole , e la storia raccontata è profonda emotivamente ma poco spettacolare/dinamica potendo cosi' di fatto annoiare se non si è predisposti a questa tipologia di film.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  31/03/2013 10:30:27
   7 / 10
Mi trovo davvero in estrema difficoltà nel commentare un film, come non mai, e nel valutarlo. The Master ha una sceneggiatura che ricostruisce perfettamente la vera storia a cui è ispirata (i primi passi di Scientology, anche se nell'economia della pellicola i dati reali "alterati" sono di secondaria importanza) però è anche tremendamente incompleto. Non si capisce bene il motivo ma Anderson che è un ottimo regista molto originale e raffinato ha sempre avuto la tendenza ad essere frammentario ma in questo caso si è superato in negativo.
The Master è un'opera profondamente disarticolata, poco esplicita e chiara nei suoi intenti, ambiziosa ma anche troppo criptica e ossessiva. I due attori protagonisti, un Phoenix che doveva prendersi l'oscar e Hoffman, giocano a chi è più bravo e salvano in corner il risultato finale perché a parte loro i centri di interesse non esistono e alla lunga diviene frustrante seguire ed essere coinvolti. Non ci sono risposte né facili certezze e quindi non si può prendere le parti del protagonista Freddie, ubriacone con seri problemi esistenziali, e altrettanto problematico è inquadrare Dodd che invece promulga un culto assurdo come se ci credesse davvero fino in fondo (forse è cosi). Entrambi hanno le proprie manie e tutti e due riescono a svicolare da una semplicistica analisi del loro rapporto vittima/carnefice anche se il risultato finale è di grande ambiguità. Inoltre sono moralmente pieni di falle ma anche di lati positivi. Insomma, è uno scacco dal quale è difficile uscire, un rapporto cerebrale troppo complesso da sviscerare.

Ma in onore di Anderson va detto pure che se in una pellicola poco riuscita, claudicante e supponente (ripeto, incompleta) riesci a piazzarci non solo due performance memorabili ma anche due o tre scene straordinarie allora vale la pena vederlo in ogni caso e dimostri di essere un autore di razza anche quando la fai fuori dal vaso.

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Ultima risposta 17/04/2013 09.51.04
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TheLegend  @  07/03/2013 21:34:35
   7½ / 10
Film che mi ha stimolato la mente e coinvolto.

spoonji  @  04/03/2013 10:18:51
   8 / 10
Di solito dai film la gente vuole risposte, certezze. L'unica cosa che lascia questo film sono invece domande e incertezze. Forse è per questo che non è stato capito.
Chi è il vero pazzo? Chi il bugiardo? Chi l'amico? Chi il truffatore?
Con lo scorrere del film le differenze nette fra i due protagonisti appaiono sempre più sottili, il "buono" e il "cattivo" non si sa più chi sono e si è costretti a rifletterci su per giorni.

guidox  @  19/02/2013 21:59:32
   7½ / 10
film ambizioso che a mio parere non riesce perfettamente a trasmettere tutto quello che vorrebbe, ma che rimane dentro molto a lungo dopo la visione, una specie di domanda continua alla quale non si riesce a dare una risposta definitiva, proprio come durante il primo dialogo fra i due protagonisti, che per inciso, sono meravigliosi nella loro interpretazione.
il tema non è facile e talvolta ci si perde un po', ma nei punti cardine è sviluppato con molta maestria ed originalità, il tutto in un'ambientazione rasente la perfezione, sia come contesto storico, sia come introduzione al mondo della Causa.
esteticamente impeccabile.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  19/02/2013 17:24:12
   8 / 10
L'ultima fatica di Paul Thomas Anderson è un'ennesima conferma del suo talento.
La prima scena, quella sulla spiaggia, è un vero e proprio spettacolo per gli occhi. Magistrale.
La storia non è quella che forse il grande pubblico si aspettava ma è decisamente amara e toccante. E' la storia dell'incontro tra due uomini, tra due solitudini incredibilmente lontane ma anche simili.
Un film retto da due interpretazioni straordinarie di Phoenix e Hoffman.
Angosciante e bellissimo.

danielplainview  @  25/01/2013 12:51:09
   7 / 10
Come nel petroliere il film si basa prevalentemente sulle interpretazione dei personaggi (Joaquin Phoenix da oscar), ma, al contrario del 'petroliere', qui la sceneggiatura è troppo frammentata, non si capisce bene quello su cui vuole andare a parare il regista, non permettendo, quindi, allo spettatore di immedisimarsi fino in fondo nella storia.
Ragguardevole la fotografia, ma, amio avviso, un film che oltre alla perizia tecnica e interpretativa, lascia vermante poco allo spettatore.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  16/01/2013 17:15:38
   7½ / 10
Jumpy  @  13/01/2013 19:01:26
   7½ / 10
Un film che, sul piano personale, mi ha toccato molto. Produzione eccellente, Phoenix probabilmente nella migliore interpretazione che abbia mai visto, quella dell'uomo in perenne ricerca, perennemente inquieto, insoddisfatto.
La trama è debole ed esile però, ed i personaggi di Lancaster e Quell son gli unici delineati con particolare cura ed attenzione, mentre tutti gli altri sembrano soltanto un contorno.
C'è da dire però, che, nonostante alcuni passaggi un po' lenti, le oltre 2 ore non pesano affatto.

paride_86  @  13/01/2013 04:42:51
   6 / 10
Perfetto nella fotografia e nelle musiche, eccezionale per le interpretazioni, soprattutto quella di Joaquin Phoenix. Tolto questo, "The Master" è un film molto esile nella sceneggiatura: descrive dei personaggi che non racconta mai veramente e fa lo stesso con la storia che narra.
Sembra di vedere una fotografia dal soggetto sfocato e poco luminoso.
Peccato, un'occasione perduta.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Egobrain  @  13/01/2013 01:59:57
   6½ / 10
Tanta,tantissima carne al fuoco in The Master.Qualcosa però è andato storto nella cottura.

Anderson propina poesia visiva e tanta introspezione psicologica.Cio che lascia perplessi e sgomenti è la mancanza di una sceneggiatura,una storia che regga il peso di una fotografia forte,con temi altrettanto delicati.

The Master avrebbe potuto seriamente rispettare le premesse di capolavoro annunciato,cosi non è,peccato davvero.

kako  @  12/01/2013 20:03:14
   6 / 10
è da apprezzare il lato non commerciale di questa pellicola, il suo affrontare un tema particolare e difficile, ma per me qualcosa non ha funzionato e il film non mi ha quasi mai preso, lasciandomi abbastanza distaccato e non restandomi impresso nella mente a fine visione. Alcune immagini sono di grande impatto, ma la storia l'ho trovata un po' vuota, seppur il rapporto che si instaura tra il "predicatore" e l'ex militare ha dei risvolti interessanti, ma viene sviluppato in una maniera che per quanto mi riguarda rischia di scadere nella noia e di non intrigare a sufficienza chi guarda il film. Eccezionali invece le interpretazioni degli attori, Joaquin Phoenix in un'interpretazione superlativa, sentita e riuscitissima accompagnato da un'ottimo Philip Seymour Hoffman e da una molto buona Amy Adams. Gli attori per quanto mi riguarda sono il vero punto di forza del film, che si regge sulla loro ispirazione per una storia che nonostante spunti interessanti non decolla, seppur non risulti certamente brutta. Bella fotografia e regia curata. Alla luce di questo mi sento di dare una sufficienza ma penso che si sarebbe potuto ottenere molto di più.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  11/01/2013 12:24:43
   7 / 10
Paul Thomas Anderson torna ancora una volta a parlarci di solitudine e disperazione scommettendo tutto su di un attore che era sparito dalla circolazione e che in questo personaggio ci mette qualcosa di personale.
Phoneix, come il resto del cast, riempie di valore la pellicola e ci regala alcuni dialoghi davvero interessanti, anche se spesso senza senso.(Non a caso il trio di star ha ricevuto la nomination all'oscar)
Quindi da premiare anche la sceneggiatura, fondamentale in un film fatto quasi esclusivamente di dialoghi.
Un film che lascia comunque un po' di amaro in bocca, il messaggio (molto dubbio anche questo) si perde in un finale troppo criptico e mio avviso poco indovinato che lascia troppi punti di domanda.
Sta allo spettatore capire, magari con una seconda visione per chi ha il coraggio, di individuare le parti di sogno e di reale.

John Nada  @  09/01/2013 11:59:46
   6½ / 10
Mah. E' uno di quei classici film che trovo controversi, che apprezzo ma allo stesso tempo non mi convincono, per questo motivo non riesco a capire (o meglio non riesco a concordare) ne i commenti entusiastici da "10 sulla fiducia" (o "10 perchè si") ne con quelli che lo bollano come schifezza senza nulla di valido.

La prova degli attori è ottima (soprattutto Phoenix), l'atmosfera c'è, la ricostruzione e le musiche pure, ma è nella sceneggiatura che il film non arriva al centro: troppo vuota ma allo stesso tempo insinuante (dove ad esempio Mgnolia metteva molta più carne al fuoco e qualche pezzo era decisamente gustoso, qui invece prende un pezzo di carne e lo condisce con tante cose ma alla fine resta sempre un condimento e non la "ciccia").
Gli spunti di riflessione ci sono ma ci sono troppe cose che vengono accennate e non approfondite (non che sia necessario, ma si ha come l'impressione che il film voglia "significare" qualcosa di più di quello che è: una bella ricostruzione storia con bravi attori ma vuota).

E' quasi come se il film rimanga sempre in un limbo: quando sembra schierarsi o mostrare le sue carte, nella scena successiva rimescola il tutto, furbo Anderson nel farlo (ci si può sbizzarrire su tante cose: la questione del rapporto tra i due protagonisti, il finale ambiguo, il modo con il quale viene trattata la pseudo-religione del Maestro, la figura della moglie ecc ecc ecc), ma come ho detto a me sembra che di "ciccia" effettiva ce ne sia poca.

Difficile quindi dare una valutazione numerica a tutto questo: c'è del buono in questo film, c'è del ruffiano e c'è pure dell'indolente e strafottente.

forzalube  @  09/01/2013 05:46:04
   6½ / 10
Coloro che si sono entusiasmati per questo film hanno portato delle argomentazioni interessanti, ma a me il film non mi ha convinto. Troppo ostico, lungo e nebuloso. Condivido le osservazioni di Ferro84 sul fatto che non si capisce dove voglia andare a parare.
Restano comunque da menzionare le 2 grande interpretazioni degli attori protagonisti.

1 risposta al commento
Ultima risposta 10/01/2013 15.43.23
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Manticora  @  07/01/2013 18:49:27
   10 / 10
leggo i commenti e penso, questi non hanno capito nulla! Chi è rimasto deluso, chi si concentra sui protagonisti a scapito della storia, altri commenti ameni, chi dice che la storia è poco chiara, probabilmente perchè è semplice...
Tralasciando il fatto che Anderson è un REGISTA maiuscolo posso dire per conto mio che il film è eccezionale, escatologico ma per nulla complicato, il tutto sostenuto oltre che dalla sceneggiatura perfetta di Anderson da delle prove attoriali magnifiche. Joaquin Phoenix in stato di grazia, mi regala una interpretazione psicosomaticamente intensa, senza essere semplicemente un folle, ma i suoi rictus che accompagnano le sue battute, la schiena curva, lo sguardo torvo, il volto solcato dalle rughe, sono la necessaria sovrastuttura di un un uomo solo, psicotico e violento, sessualmente deviato(?) represso e ossessionato, ma privo di carisma, eppure il suo stato risveglia il maestro. P.S.Hoffman sornione, mellifluo, carismatico e gentile, ma soprattutto un perfetto mistico, che sà sfruttare dubbi e debolezze dei suoi accoliti, anche se il figlio non lo sopporta, perchè inventa tutto ogni giorno, di nuovo.
Non ha metodo, come Freddy anche lui è un animale, ma là dove Phoenix è istintivo e violento lui è freddo e calcolatore. Probabilmente the Master è uno dei film più forti e potenti, di questo 2013, dopo il petroliere e la dittatura del capitale che "vince" la superstizione della religione, Anderson crea un altro affresco magnificamente versatile e potente, dotato di vita propria, che mette in scena la superstizione che vince sull'individualismo, l'individuo assuefatto alla logica della causa. Tutto ha uno scopo, tutti hanno un maestro, tutti sono pronti a seguirlo, tutti sono pronti a cambiare.
Ma ciò che non cambia è la natura umana, e qui Freddy alla fine troverà che è meglio essere soli, che cambiare, in peggio....
Musiche stranianti ma azzeccate, vedremo agli oscar come andrà...

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Ultima risposta 11/01/2013 12.05.48
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noordwijk  @  06/01/2013 19:58:50
   8 / 10
Dopo "Il petroliere" è difficile tenere testa alle aspettative, ma l'interpretazione dell'attore principale è veramente degna di nota e da sola è in grado di reggere l'intero film che del resto si basa quasi totalmente su questa bravura e su inquadrature così in primo piano che solo l'espressività di un bravo attore può reggere con coerenza.

Da notare una certa somiglianza tra "Freddy Quell" impersonato da Joaquin Phoenix e Daniel Day Lewis (l'attore principale de "Il petroliere).

-Uskebasi-  @  06/01/2013 16:39:26
   8 / 10
COMMENTO SPOILEROSO

Uno di quei film che ti fa sentire piccolo piccolo, perché credi di non aver colto qualcosa, perché sei convinto di non averlo capito del tutto. Uno di quei film da metabolizzare con calma, nel viaggio verso casa, a letto.
The Master si presentava con ottime probabilità come film dell'anno, accompagnato da nomi importanti.
Quello di Anderson, regista dallo stile affascinante che ha sempre sfornato cose particolari ed interessanti, nemmeno troppo simili tra loro. Giovane e già grande.
Quello di Phoenix, che torna da protagonista con una prova impressionante, da immenso attore (e pensare che abbiamo rischiato di non vederlo più).
Quello, soprattutto, di Seymour Hoffman, che lo stadio di immenso attore l'ha già superato. Ormai è su un livello superiore per pochi eletti. Non è che recita bene, semplicemente... non recita.
Devo ammettere che sono uscito abbastanza deluso dalla sala. Non per colpa dei 3 nomi sopracitati, ma mi aspettavo più dal punto di vista della storia. Quando però un film, una volta concluso, ti dà da parlare per oltre un'ora, deve pur aver un significato. E allora pensando a bocca aperta viene fuori qualcosa, giusta o sbagliata che sia, qualcosa che gli dà un senso e gli fa acquistare un'anima. Sono sensazioni senza prove, che però ritengo giuste.
Tutti hanno un Maestro dice Lancaster, e il suo è sua moglie.
E' lei che nel caos generale di una festa (mamma mia che scena!) è l'unica immobile, impassibile, che si accorge dello sguardo di Freddie; è lei che detta il libro; è lei che fa qualche passo avanti con Freddie facendogli vedere cose che non ci sono, ed è lei che riesce a sbloccarlo e farlo scappare da Doris, forse proprio per paura dell'inevitabile fallimento.
Lancaster non è nient'altro che il suo preziosissimo e carismatico burattino, che può anche sbagliare abbassandosi agli istinti animali o umani, l'importante è che né The Master né la comunità della Causa lo vengano a sapere. Chi gli sta vicino sembra saperlo (il figlio afferma che si inventa tutto al momento), altri veramente interessati (come il personaggio della Dern) sembrano iniziare a dubitare, così che la Causa appare destinata ad un declino costante. Qualche anno dopo in Inghilterra credo che il fondo sia stato toccato, solo familiari, con uno studio in un angolino di una stanza immensa. L'ultima speranza risiede in Freddie, colui che potrebbe risollevare la dottrina. L'unico discepolo disturbato che potrebbe essere la prova vivente del loro Credo, se solo fosse in qualche modo guarito, grato e desideroso di riabbracciarsi alla Causa. In realtà è solo il loro definitivo fallimento.
Freddie non è nient'altro che un povero reduce di guerra, che non può essere curato, che vede ovunque càzzi e fìche, ma che comunque può prendersi gioco di loro...

Gioiia  @  06/01/2013 15:25:49
   10 / 10
:)

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Ultima risposta 09/01/2013 15.59.42
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  05/01/2013 15:23:51
   7½ / 10
Si è parlato un po' a casaccio di coralità. Forse perché come Altman, in parte l' Hopper del cinema, la parte delle notti esterne americane, anche Paul Thomas Anderson è interessato alla solitudine nella moltitudine. Alla condizione mentale inflitta da esperienze di vita, piuttosto che allo stato fisico dell' isolamento, o a quello ambientale della desolazione.
Persone sole nel baccano, sotto le luci di entusiasmi fumosi. L' euforia poco coerente del post-guerra, in questo caso.
Quello di P.T. Anderson è poi anche un cinema per il cinema, bellissimo a godersi ma non così funzionale.
Ad ogni modo Freddie Quell, col volto monumentale di Phoenix (spalle curve, ghigno triste e occhi socchiusi), è un personaggio che "arriva", e indugia anche dopo la fine del film. Il sonno vicino alla donna di sabbia è un' immagine che non dimenticherò.
Philip Seymour Hoffman si muove sulla scena come un cliente nel suo bar di fiducia. Ormai neanche lo si nota più.

4 risposte al commento
Ultima risposta 07/01/2013 12.28.08
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PATRICK KENZIE  @  04/01/2013 21:12:02
   7 / 10
Durante e dopo la visione non ho ancora capito se questo film l'ho trovato grandioso e magistrale e se mi ha lasciato indifferente... Ma credo che nonostante tutto un film cosi bene diretto,con attori di un calibro strepitoso!!!!,una fotografia fantastica e musiche grandiose non puo che rendermi felice della sua visione...
Addentrarsi nell'analisi del film è molto difficile e non lo farò,perche voglio seriamente studiarmi le interviste e commenti del podereso Paul Thomas Anderson per capire la sua visione del tutto..
Un film che parla di menti deviate e di culti religiosi,di persone smarrite che cercano un posto che possano chiamare casa in cui essere accettati. Un film difficile senza dubbio e non per tutti (molti durante la visione sono usciti dalla sala),ma che andrebbe visto senza alcun dubbio...
Il mio piu grande dubbio è sul finale (SPOILER) che spero mi diciate cosa ne pensate della mia idea...

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Ultima risposta 07/01/2013 20.09.22
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  04/01/2013 14:46:55
   8 / 10
Leggo commenti e recensioni e sinceramente rimango un po' basito: io credo che Anderson non volesse raccontare nient'altro che la solitudine dei suoi personaggi. E lo fa da sempre: Magnolia, Ubriaco d'Amore e Il Petroliere ne sono la dimostrazione pratica. E'sempre il solito registro: dal film corale, all'incontro/scontro falso predicatore/arrivista al servizio del dio denaro, fino ad arrivare a questo The Master, pellicola in cui il tema conduttore non vuol essere la "setta" o "il culto" - è questo che ha deluso la gente, secondo me - quanto piuttosto l'ennesima messa a nudo di due personalità schifosamente sole, che non fanno altro che confrontarsi durante tutta la durata del film. E a dirla tutta, è esattamente ciò che mi aspettavo di vedere. Il finale secondo me rappresenta l'unico punto debole, ma il resto del film è grandioso, senza contare che PTA con la telecamera è in grado di fare ciò che vuole. Stilisticamente perfetta tutta la prima parte - la sequenza in spiaggia, lascia senza fiato - claustrofobica oltre ogni logica la seconda, con il chitarrista dei Radiohead capace ancora una volta, dopo Il Petroliere, di tradurre in musica tutte le ossessioni rappresentate dal regista. Qui siamo ben oltre la storiella della setta miliardaria che spilla i soldi alla gente: per quello ci sono i documentari e Wikipedia.

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Ultima risposta 08/01/2013 11.46.19
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  04/01/2013 13:26:44
   7 / 10
ATTENZIONE, COMMENTO SPOILEROSO

Mi dispiace, mezza delusione. Non vi nascondo le incredibile aspettative che avevo per questo film. Sarà per il regista, quell' Anderson che mi aveva sempre così affascinato (ma, ora che ci ripenso, mai fatto gridare al capolavoro) con Magnolia, Ubriaco d'amore e Il Petroliere, sarà per la presenza di quello che senza appelli considero il più grande attore vivente, Seymour Hoffman ( vero e proprio The Master, ma in recitazione) e di quell'altro straordinario attore che è Phoenix (grazie di essere tornato, grazie), sarà per l'interessante soggetto, sarà per aver visto come un blog che stimo moltissimo (Nuovo Cinema Locatelli) avesse considerato il film come il migliore della passata stagione, ma io ero convinto di trovarmi davanti un capolavoro senza se e senza ma. Invece, malgrado l'elevatissima cura tecnica e la prova mostruosa degli attori mi è rimasto poco o nulla. E meno male gli ultimi 2 minuti, due piccolissimi minuti, perchè altrimenti non sarei andato oltre la sufficienza credo.
I problemi principali sono due. Il primo è la difficoltà a capire cosa in fondo Anderson ci volesse raccontare (anche se quei due minuti forse svelano molto di più di tutto il resto del film), l'altro è l'incapacità, la mia almeno, di sentirsi coinvolti emotivamente o intellettualmente col film. Troppo lungo, ripetitivo, statico. Film probabilmente a tesi ma quello che vuole dimostrare è raccontato in maniera troppo accademica e "scientifica". E il gioco degli esperimenti ripetitivi se all'inizio affascina poi comincia con lo stancare, e non poco.
Prima di soffermarmi su quel finale vorrei dire due cose su quella che è forse dal mio punto di vista la caratteristica più interessante del film.
Chi è The Master?
Credere che sia il personaggio interpretato da Hoffman sarebbe un errore madornale a mio parere.
The Master è lei, sua moglie (interpretata da un'incredibile Amy Adams, per me superiore anche ai due maschietti). Se si capisce questo il film acquista senz'altro valore. Lancaster Dodd non è altro che un fantoccio al suo sevizio, la figura maschile obbligatoria, specie ai tempi, per dare credibilità a questa specie di "setta" filosofica-scientifica-spirituale qui ribattezzata "La Causa". Troppi i punti in cui si può evincere questo. Lei che detta a lui cosa scrivere (anche se Anderson furbescamente mette una pausa nella scrittura di Hoffman mentre lei continua a parlare), lui che beve di nascosto e lei che gli sussurra che può far qualsiasi cosa basta che non lo sappia (mentre intanto lo masturba, gesto "animale" di cui un eletto non "puro", com'è lui,ogni tanto ha bisogno), lui che quasi non sa di cosa parli il libro o ancora lei che molto più incisivamente di lui riesce ad ipnotizzare Freddie.
Per non parlare dell'importantissima frase che nel finale Dodd dice a Freddie "tutti abbiamo bisogno di un maestro". Lui per primo, dipendente com'era da sua moglie.
Freddie invece sembra essere avvolto nelle spire del Maestro ma in realtà il suo pensiero è stato e sarà sempre un altro (la scena dei nudi al ballo ce lo esplicita e anche lì lo sguardo consapevole della Adams manifesta la sua superiorità rispetto al marito, scena magnifica,del resto tutto il film gioca sugli sguardi in modo mirabile).
Sembra un film sul rapporto padre-figlio, maestro-discepolo, Dio-fedele, ma in realtà credo che il personaggio di lei sia la vera architrave di tutto.
Ma perchè, mi chiedo, insistono tanto in Freddie tanto da richiamarlo in Inghilterra? Non è possibile che ognuno degli adepti avesse avuto un trattamento simile. Forse perchè Freddie per Dodd rappresenta la parte animale dell'uomo che tanto vorrebbe ancora essere ma ormai non può più mentre per lei, la vera The Master, il ragazzo è la dimostrazione che qualsiasi pazzia o deviazione possa essere comunque soggiogata dalla o alla Causa.
Ma quei due minuti, quella scena di sesso e quella successiva con lui vicino alla ragazza di sabbia ci dicono molte più cose del resto del film.
Freddie non aveva bisogno di una figura paterna ma di quella materna, della Donna, dei seni femminili, del sesso. Se il suo trattamento fosse stato portato avanti dalla Adams probabilmente sarebbe riuscito. Non è un caso che nell'unica volta che lei gli parla e gli dice di prefissarsi un obbiettivo nel futuro lui il giorno dopo fugge con la moto per tornare da Doris. Ah, tra l'altro, le sequenze con la moto sono splendide, cariche di tensione e girate splendidamente.
Quei due minuti ci dicono anche che Freddie è molto più "intelligente" di quello che sembra, forse più di tutti gli adepti messi insieme. Quell' "ora rimettilo dentro che è uscito" mentre scimmiotta il suo vecchio maestro è magistrale, racconta tutto. Freddie non ha mai creduto nelle dottrine della Causa, ma solo nell'uomo che gliele sciorinava.
Alla fine per lui, per la sua psiche, aveva più forza ed attrattiva una donna di sabbia che un uomo in carne ed ossa.
In carne ed ossa sì, ma con dei fili che lo manovravano.

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Ultima risposta 09/01/2013 12.05.47
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Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  03/01/2013 20:08:03
   6½ / 10
Purtroppo per molti motivi deludente l'atteso ritorno di Anderson che orchestra un dramma umano, incrociando le vite di un reduce e quello di un nascente leader spirituale. Le aspettative del pubbliche vengono costantemente smontate grazie ad uno stile secco e molto solido e mai retorico. Anderson infatti non cerca l'immagine suggestiva, ma si affida ad un occhio freddo per descrivere situazioni a tratti sgradevoli e che trasmettono un profondo disagio. Un pregio notevolissimo in anni in cui molti celebrati autori si perdono in manierismi irritanti ed inutili.

Infatti più di un momento ha un'intensità (ed una capacità di far rivolgere verso se stessi una propria domanda interiore) quasi insopportabile, tuttavia non si riesce ad essere davvero partecipi del complicato rapporto che si instaura tra i personaggi, a causa di alcuni scivoloni nel melodrammatico e/o situazioni forzate. Manca una vera cattiveria che moltiplichi l'impatto sgradevole di alcune sequenze (la prima ipnosi ed un ballo immaginato nudo) e seppur ben raccontato il film si conclude malamente. Un passo più avanti in questa direzione avrebbe probabilmente aiutato The Master a superare certe carenze narrative.

Non per tutti i gusti, ma un cinema coraggioso e non attento alle mode. Visto che si parla di cinema americano (anche se d'autore) non è mai una qualità da dare per scontata.

Dispiace non vedere un attore straordinario come Phoenix, come spesso li accade, al servizio di un film davvero valido.

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Ultima risposta 04/01/2013 11.21.03
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Gruppo COLLABORATORI atticus  @  14/09/2012 23:13:00
   8 / 10
Un grande film sull'America e sulle sue illusioni. Ancora una volta, Anderson si serve di un racconto esemplare per indagare le fragilità e l'inesauribile ricerca di certezze di un paese dalle mille ombre che cercava di rimarginare la ferita bellica anche attraverso la magnifica menzogna rappresentata da un venditore di fumo agghindato da guida salvifica.
Solo idealmente ispirato alla biografia di L. Ron Hubbard, capo fondatore della setta di Scientology, il film in realtà è un poderoso melodramma al maschile che scruta ossessivamente il rapporto tra Dodd, un patetico imbonitore di sapienza magnificamente reso dall'interpretazione di Hoffman, e Quell, un marinaio disturbato e disperato, ossessionato dal sesso e dall'alcol e che sfugge ai suoi demoni con la violenza, cui Joaquim Phoenix conferisce una brutale ed entusiasmante potenza animalesca; il tormentato legame tra i due protagonisti, ai limiti del morboso, è l'elemento più potente del film, capace di proiettare lo spettatore in un antro di oscuri territori della mente dove il reale cede facilmente il passo al plagio.
Nonostante alcune fragilità di racconto, mai davvero coeso, "The master" colpisce per le caratterizzazioni psicologiche complesse, perfettamente riflesse in alcuni duetti recitativi da applausi (da non dimenticare neppure l'apporto della bravissima Adams) e in un apparato visivo tanto magniloquente quanto indispensabile a rendere l'ineluttabile costrizione della psiche in una dimensione suggestionata dalla ricerca di risposte.

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Ultima risposta 05/01/2013 02.33.09
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  06/09/2012 01:57:54
   8 / 10
Secondo me questo film è una scommessa vinta, ha una potenza visiva e psicologica straordinaria (occhio ai dialoghi) e per questo andrebbe visto una seconda volta, magari lontano dalle cineteche affollate, nel silenzio di un salotto, davanti alla tv di casa... come negare la grande dimensione epica del rapporto paterno di Hoffman verso il figlio prodigo o adottato? Ricchissimo di riferimenti biblici e filosofici, uno di quei film che rischiano sempre di cozzare nel frammentario, nel disordine creativo, che però è dimensione dei grandi cineasti capaci come in questo caso di rendere meraviglioso e affascinante anche i difetti stilistici

Invia una mail all'autore del commento kampai  @  03/09/2012 12:36:12
   6 / 10
una delusione questo film.non è altro che la rappresentazione dei metodi discutibili di lavaggio del cervello di scientology.i personaggi non hanno spessore, tutto si limita ha un rapporto maestro discepolo, padre e figlio putativo.un compitino pulito pulito.phoenix calca troppo la mano , sembra una macchietta.

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