Una giovane coppia si reca in un'isola remota per mangiare in un ristorante esclusivo dove lo chef ha preparato un menu sontuoso, con alcune sorprese scioccanti.
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Un film estremamente pretenzioso che cerca di nascondere col messaggio intellettualoide una vuotezza quasi totale. Sceneggiatura approssimativa con personaggi per nulla approfonditi, tutto rimane in superficie, come quei piatti privi di gusto e di amore per la cucina, pensati ed eseguiti meccanicamente come le fasi di una distillazione in un laboratorio chimico. Il problema è che il film procede per allungamenti di brodo (è il caso di dirlo) grazie a situazioni che vorrebbero passare per geniali, e che invece sono solo delle immani forzature. Qualche esempio nello Spoiler. Tensione pari a zero, con un picco improvviso/jump scare che risveglia dalla sonnolenza quando il sous-chef fa quella cosa, per poi ripiombare nel torpore un istante dopo. Un peccato perché il potenziale c'era, sfruttare il tema oramai inflazionato dell'alta cucina ma in una innovativa chiave thriller, e Fiennes e la Anya sono bravissimi attori. Ma anche loro non possono salvare un film che pecca di tecnica registica, di approfondimento psicologico, di sceneggiatura piena di sciocchezze, e che rimane un esercizio di stile vuoto e confuso, con troppa carne al fuoco (è di nuovo il caso di dirlo) che non viene mai amalgamata e resa coerente nel piatto offerto allo spettatore. Questo cuoco annoiato e deluso guida la sua brigata come una setta depensante e vorrebbe che anche i suoi commensali, e lo spettatore, diventassero suoi adepti. Spiace deluderlo ulteriormente, ma non abbocchiamo.
1 - Né i commensali né la brigata fanno veramente nulla per ribellarsi. Inducendo lo spettatore al cringe e alla derisione. 2 - Tutta la questione della chiamata d'emergenza si rivela una... messa in scena dello chef? Cos'è, si diverte a giocare al gatto col topo così, perché è un simpatico e sadico mattacchione? Sequenza senza alcun senso messa lì per allungare il brodo 3 - Se bastava ordinare un cheesebuerger per salvarsi, appena visto che Anya se la filava sana e salva, fossi stato nei commensali avrei alzato la mano gridando tutti "Anch'io un cheeseburger!!" - solo che così finiva per sembrare un film di Alvaro Vitali, ma del resto era quella la naturale conseguenza di una scena tanto insulsa.