this must be the place regia di Paolo Sorrentino Italia, Francia, Irlanda 2011
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this must be the place (2011)

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locandina del film THIS MUST BE THE PLACE

Titolo Originale: THIS MUST BE THE PLACE

RegiaPaolo Sorrentino

InterpretiSean Penn, Frances McDormand, Tom Archdeacon, Shea Whigham, Harry Dean Stanton, Joyce Van Patten, Kerry Condon, Judd Hirsch, Seth Adkins, David Byrne, Eve Hewson, Simon Delaney, Gordon Michaels, Robert Herrick, Tamara Frapasella, Sarab Kamoo

Durata: h 1.58
NazionalitàItalia, Francia, Irlanda 2011
Generedrammatico
Al cinema nell'Ottobre 2011

•  Altri film di Paolo Sorrentino

Trama del film This must be the place

Cheyenne, rock star ormai ritirato dalle scene, parte alla ricerca del persecutore di suo padre, un ex criminale nazista ora nascosto negli Stati Uniti. Nel cuore dell'America, inizia così il viaggio che cambierà la sua vita. Dovrà decidere se sta cercando redenzione o vendetta.

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Voto Visitatori:   6,78 / 10 (187 voti)6,78Grafico
Voto Recensore:   7,00 / 10  7,00
Migliore sceneggiatura (Paolo Sorrentino, Umberto Contarello)Migliore fotografiaMiglior truccoMigliori acconciatureMiglior colonna sonoraMiglior canzone (If It Falls, It Falls)
VINCITORE DI 6 PREMI DAVID DI DONATELLO:
Migliore sceneggiatura (Paolo Sorrentino, Umberto Contarello), Migliore fotografia, Miglior trucco, Migliori acconciature, Miglior colonna sonora, Miglior canzone (If It Falls, It Falls)
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Voti e commenti su This must be the place, 187 opinioni inserite

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sempre  @  17/10/2011 20:08:30
   10 / 10
Questo film mi ha davvero emozionato e colpito e mi ha fatto sentire bene all'uscita dalla sala. Lo ritengo una vera e propria opera d'arte. Ogni immagine, ogni personaggio... sono lì, al posto giusto, con la colonna sonora giusta e la fotografia adatta. Il personaggio di Cheyenne è assolutamente attraente, un catalizzatore per tutto ciò che gli accade intorno. Ma ogni personaggio che appare nel film ha una sua ragione d'essere, anche l'ultima comparsa... La vecchiaia viene raffigurata con un amore e una passione che in altri film non mi è mai capitato di vedere. Le immagini sono come quadri che non ti stancheresti mai di guardare. E' una sorta di museo della vita...
Cheyenne, fermo nell'eterna infanzia della sua vita, capta sensazioni a cui non sa dare un nome, e per la prima volta attraversa il confine che lo porterà a divenire adulto nell'immagine del figlio ritrovato...
Il film lo consiglio solo a chi ama i film lenti e a chi ha desiderio di stupirsi. Secondo me, è meglio non confrontarlo con i precedenti film di Sorrentino. Va guardato senza pregiudizi.

gringo80pt  @  17/10/2011 18:57:03
   6 / 10
Fotografia di ottimo livello, così come le canzoni di sottofondo, che arricchiscono le scene della prima parte del film. Sean Penn molto bravo nell'incarnare il personaggio, soprattutto nella mimica facciale.

Tuttavia la trama non riesce ad esprimere e a trasferire pienamente la redenzione/vendetta del protagonista. A tratti la sonnolenza prevale sulla lentezza delle scene (troppe le 2 ore per il contenuto). E poi la scena finale ha abbattutto definitivamente ogni giustificazione del prezzo del biglietto.

NON CONVINCE!

Gruppo REDAZIONE K.S.T.D.E.D.  @  17/10/2011 18:13:21
   6½ / 10
Fuori dai confini nazionali, Sorrentino sembra perdere di vista il suo cinema, o meglio quell'aspetto del suo cinema che gli ha nel tempo permesso di girare pellicole riconoscibili e intrise di una personalità così coinvolgente da costringere occhi e cuore a non staccarsi dallo schermo per l'intera durata delle stesse. Ci si riferisce alla capacità di rendere viva la parte più intima della pellicola, di portarla in primo piano con facilità disarmante, palesando tutte quelle emozioni che lo spettatore, a quel punto, non deve far altro che far sue.

Commento più ampio sul mio nuovo bellissimo blog: http://houndolcettoentra.blogspot.com/

4 risposte al commento
Ultima risposta 29/10/2011 12.45.54
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uzzyubis  @  17/10/2011 15:43:25
   8 / 10
Dopo due giorni dalla visione, per descrivere l'ultimo film di Sorrentino credo che la definizione più azzeccata sia: pellicola a rilascio lento.
Mi spiego. Il film da subito non mi ha regalato una storia avvolgente che nutre le mie discussioni all'uscita della sala come con Le conseguenze dell'amore, o una serie di genialità filmiche come ne Il Divo ma una sensazione che prende forma con il passare delle ore ripensando a questa chicca firmata Sorrentino-Penn.
Il film, in cui la lentezza è parte integrante del protagonista, gioca su due temi principali: nonostante tutto non è mai troppo tardi e l'importanza di affrontare le proprie ombre per poter riemergere ad un futuro più consapevole.
Il viaggio fisico di Cheyenne è un viaggio interiore in cui l'america di provincia mette l'accento sul grottesco di un ex cantante dark oramai tramontato e i personaggi che incontra lungo la sua strada sono piccole pungolature che danno al protagonista la possibilità di dare e ricevere in egual misura, elementi preziosi verso una nuova fase della vita.
Penn è semplicemente fantastico nel caratterizzare il personaggio con una camminata blanda, con una parlata claudicante o con un soffio ad un ciuffo ormai ben poco ribelle, Sorrentino è straordinario nel regalare fotogrammi come quadri o sequenze come chicche di fantasia e vette d'artigianato filmico, il tutto "condido" da una musica che è dissonante nelle sonorità rispetto al dark di Cheyenne...Del resto Cure e Talking Heads sono un pò diversi no?
Insomma un film riuscito che verrà a parer mio verrà rivalutato in futuro anche sentendo e vedendo i giudizi che la gente a su The must be the place.

willard  @  17/10/2011 15:35:40
   7½ / 10
Paolo Sorrentino appartiene alla generazione cresciuta cinematograficamente negli anni '80-'90 a suon di Gus Van Sant ("My Own Private Idaho"-1991), Wim Wenders (l'apparizione di Harry Dean Stanton la dice lunga a questo proposito, se ricordate "Paris, Texas"-1984), Tim Burton ("Edward Mani Di Forbice"-1990), lo stesso David Byrne (che qui canta, interpreta sé stesso ed è autore della colonna sonora) e il suo "True Stories" del 1986, una schiera di registi dai tempi cinemografici lunghi e riflessivi, in cui a parlare sono più le immagini che le parole.

Con una produzione hollywoodiana e una regia che non ha niente da invidiare ai registi suddetti, Sorrentino dà grande sfoggio di tutto quello che ha appreso dagli stessi: "This Must Be The Place" è soprattutto uno spettacolo per gli occhi, che siano le tranquille strade di Dublino, le sterminate pianure americane su cui corrono nastri asfaltati senza fine o i primi piani del volto di Cheyenne (il protagonista, interpretato da un grande Sean Penn), la fotografia accesa, abbagliante di luoghi e volti rimarrà impressa per sempre nella retina dello spettatore.

La storia segue due corsi: nella prima parte, che si svolge in Irlanda, leggermente più esuberante della seconda, viene presentata la vita annoiata di una rockstar, interpretata dal già citato Sean Penn, i cui virtuosismi espressivi ci mostrano tutta la sua classe, con un personaggio dall'aspetto che è un misto tra Robert Smith dei Cure ed Edward Scissorhands, non più in attività a causa di un tragico evento avvenuto molti anni prima, che vive nell'agiatezza grazie ai suoi vecchi successi, con la moglie (la brava Frances McDormand) e la figlia, interpretata da Eve Hewson, figlia di Bono degli U2 (e tornano ancora riferimenti alle torride atmosfere di un "Joshua Tree", una delle icone epocali nella discografia del gruppo irlandese, agli anni '80 e alle atmosfere dell'Altra America); tra episodi seri e semiseri, si approda alla seconda parte in cui la storia si trasferisce negli States e si trasforma in un road-movie in grande stile, ma con un incedere più lento, racconto di una ricerca fatta di incontri e scoperte, nel tentativo di raddrizzare una situazione personale, su un sottofondo dai risvolti universalmente drammatici come l'Olocausto durante la II Guerra Mondiale.

Imperdibile per gli estimatori di Paolo Sorrentino e per gli amanti del cinema alternativo "on the road".

Ottima la colonna sonora come in tutti i film di Sorrentino, stavolta con ancora più enfasi in quanto curata da David Byrne, che fa anche una sua apparizione nel film nei panni di sé stesso.
Va sottolineato anche il fatto che il titolo del film è tratto da una vecchia canzone dell'ormai disciolto gruppo dei Talking Heads di cui Byrne è stato il carismatico leader.

ultraspezia  @  17/10/2011 11:08:46
   6½ / 10
Tutto sommato un buon film.
Partiamo dal fatto che Sean Penn da solo tiene su tutta la baracca.La sua interpretazione e' a dir poco SUPERLATIVA.
Il finale e' sicuramente originale e non scontato come si poteva pensare.
Pero' all'uscita dalla sala mi sembrava che mancava qualcosa...non saprei dire cosa.
Forse non mi e' stato chiaro qualche passaggio della pellicola, o forse devo solo riguardarlo per aggiungere qualche tassello (come spesso succede alla seconda visione).
Comunque un film che vale la pena di essere visto.

UNA DOMANDA:

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  16/10/2011 19:40:38
   9 / 10
Che goduria l'ultimo Sorrentino.

La cosa più bella dell'andare al cinema a vedere un suo film è che ti aspetti una certa cosa,ma poi lui capovolge completamente le carte in tavolta.
This Must be the Place non assomiglia a nessun altro film oggi nelle sale; il che può portare reazioni differenti alla sua visione: odio magari,o amore viscerale. Di certo è una pellicola che con il suo stile barocco e unico si distingue da tutto il resto,il che in sé è già un gran merito (e che musiche!). Ma non venga la malsana idea che sia tutto fumo e niente arrosto perché uno dei pochi motivi di dubbio alla fine è che nel suo film americano Sorrentino abbia toccato un pò troppi argomenti. Dubbi che però non intaccano per nulla il grande valore finale.

Ed effettivamente per i primi dieci minuti ho avuto non poca paura; infatti l'esagerazione dello stile bizzarro e del personaggio di Cheyenne erano talmente evidenti che il timore che Sorrentino si fosse montato la testa e l'avesse fatta fuori dal vaso era enorme. Fortunatamente è un preludio necessario ad un film di ampio respiro e dai tempi dilatati e lenti,mai stanchi. Sorrentino non compie l'errore di tanti europei che sbarcati in America tentano di ingraziarsi il pubblico girando all'americana; lo stile è sempre il suo,forse con qualche strizzatina d'occhio in più del solito ma con paesaggi che solo un non americano potrebbe ritrarre con tanta particolarità (e la fotografia è meravigliosa).
Film costruito attorno al suo personaggio simbolo,Cheyenne,ovvero un Penn da oscar e in una delle interpretazioni più eccentriche e coraggiose della sua carriera. Una costante dei lavori del regista napoletano,quella di costruire tutta l'opera attorno ad un personaggio che questa volta non ha la familiare mimica di Servillo o di Rizzo ma di un Penn che non sfigura davanti gli altri due (anche perché sinceramente Servillo,secondo il mio parere,non ha nulla da invidiare all'attore americano se non i soldi).
E allora il ritmo è lentissimo e il film si prende tutto il tempo che vuole a dispiegare sullo schermo come un 'opera d'arte la vita di Cheyenne,il suo passato,il suo cambiamento da eterno Peter Pan col mascara,rossetto e lacca per giungere ad una maturazione che passa attraverso la vendetta,la redenzione e la riscoperta delle radici.
Si superano in fretta i primi minuti,si viene coinvolti come in una sorta di ipnosi in un road movie magico e semplice,sempre ironico e "strano" come le risatine del suo protagonista,il suo parlare lento e il suo sguardo perennemente annoiato.
Ad aiutare Sorrentino nella costruzione di scene spesso ai limiti della perfezione nel loro essere barocche o glaciali (come quella del concerto di Byrne,o delle diapositive dei campi di sterminio) c'è un cast di attori che sanno il fatto loro,come una simpatica McDorman e in una particina anche il mitico Harry Dean Stanton,uno che una parte marginale ma importante ce l'aveva pure in un road movie semplice ma geniale di un altro grande artista di nome David Lynch.

L'essere riusciti ad andare al di là del trucco e della stranezza di un personaggio come Cheyenne mettendone a nudo l'anima vuol dire aver centrato l'obiettivo finale del film,costruendo un'altra maschera tragicomica dalla premiata ditta Sorrentino/Penn.
Perché inutile dire che This Must Be The Place è Cheyenne-centrico, come il Divo era Andreotti-centrico e Le conseguenze dell'amore sempre incentrato sul suo personaggio principale,e chi si aspetta qualcos'altro rimarrà solo deluso dal film.

Vabbè,chissà se riuscirà a prendere qualche oscar. Penn sicuramente sarà in lizza,ma per quanto mi riguarda Sorrentino è quanto di meglio c'è sulla piazza e dovremmo esserne fieri.

9 perché uscendo dalla sala mi sono sentito bene,cosa che mi capita solo con un certo genere di film.

h.chinaski  @  16/10/2011 19:22:04
   6½ / 10
Tanta tecnica ma poco cuore,tutto il contrario della musica new wave anni 80.
L'occhio di sorrentino si vede(pianosequenza,un certo surrealismo il gusto musicale, l'amore per il brutto) ma il film pecca in drammaticità.

vicvega79  @  16/10/2011 18:26:11
   7½ / 10
Film lento. Film a tratti soporifero. Personaggi, a parte il protagonista, poco approfonditi ed usati per qualche minuto per poi esser abbandonati al proprio destino...........qualcuno si chiederà il motivo del 7.5......
Sean Penn crea e tratteggia un personaggio che ricorderò per sempre, colonna sonora fantastica ed alcune scene davvero toccanti...un film che ami o odi, non ci sono mezze misure..

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento williamdollace  @  16/10/2011 16:01:12
   7½ / 10
piani sequenza di sfondi bianchi e motel disfatti con la leziosità troppo fotografata di un sottofondo di indulgenza e inserti improbabili: solo sean penn rimane molto DOD [denominazione d'origine depressa] fatiscente indolente rappreso istintivo e splendido nella sua decadenza come il disfacimento disintegrato del vuoto che porta con sé i fasti claudicanti di una decisione prolungata, dal “un giorno farò” al “peccato non averlo fatto è troppo tardi” il balzo è un passo claudicante e malfermo, ma sicuro e violento, come una catena in piena faccia.

David333  @  16/10/2011 14:47:38
   6 / 10
Film dalla trama interessante ma a mio parere con troppi momenti sottotono, ottima l'interpretazione di Sean Penn e bella anche la fotografia, film ben girato ma che scorre lento dall'inizio alla fine...nessun colpo di scena e nessuna trovata particolare un film che trae spunto dai classici stereotipi della Rockstar depressa con la carriera ormai alla fine mischiando nella storia qualche spunto originale per un finale un pò fuori luogo.
Da un mio punto di vista avrei preferito un finale diverso, è come se il protagonista fosse ossesso da qualche cosa e alla fine trova la soluzione nel modo più inaspettato raggiugendo una sorta di redenzione dopo una vita passata a nascondersi dietro un immagine da Rockstar per teenager, ma in fondo a mio parere non avrebbe risolto niente...la musica è una altra cosa.

Certamente il film ti lascia qualcosa ma avrei preferito un finale meno scontato...

Frogger  @  16/10/2011 13:24:58
   5½ / 10
2 ore vuote in cui viene fuori solo la maestosità di quel fantastico attore che è Sean Penn, che prende spunto in maniera inequivocabile da Ozzy. Il film resta però abulico, sconsclusionato e vuoto, non trasmette nulla di memorabile. Se volete vedere un vero film che "trasuda" States, guardatevi una storia vera di Lynch e capirete il vero valore di questo film.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Egobrain  @  16/10/2011 13:13:50
   7 / 10
"Non c'è nulla di peggio che morire vivendo"

Un film non dovrebbe suscitare la ricerca forsennata dell'emozione,l'impulso deve essere naturale e quando questo viene meno emergono delle perplessità.
This must be the place mi ha lasciato questo,un senso di vuoto e incompiutezza notevoli considerando che il film in se stesso è convincente e la prova di Sean Penn è da Oscar.
Sorrentino amalgama tanti,troppi elementi in una pellicola validissima senz'altro,che però lascia spiazzati in quanto mi sarei aspettato sinceramente qualcosa in piu...

googar  @  16/10/2011 12:37:52
   9 / 10
a prescindere dal lavoro tecnico del regista,sono rimasto sbalordito dalla prestazione di Sean Penn che si è dimostrato uno dei migliori attori in circolazione!
Tronando sulla regia Sorrentino mette sù una pellicola molto intensa e piena di cambi di rotta; una trama che si snoda tutta attorno alla rockstar con personaggi marginali che appaiono ma che alla fine risulteranno fondamentali per il cammino redentivo del mitico Cheyenne!

laky  @  16/10/2011 12:25:27
   8 / 10
Un bel film che a prima vista potrebbe sembrare superficiale, ma che nasconde tematiche molto profonde. Da vedere a mente libera, senza pregiudizi.

kerkyra  @  16/10/2011 12:06:43
   5½ / 10
Mi ha delusa, il talento di Penn qui non è stato adeguatamente contenuto.
Penso che sia il solito road-movie che puntualmente il regista europeo ci propina ogni volta che va negli States...
Peccato... una bella occasione sprecata...

2 risposte al commento
Ultima risposta 24/10/2011 10.55.00
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crayon  @  16/10/2011 12:00:08
   6½ / 10
C'è un po troppa roba dentro e Sorrentino non è proprio magistrale nel tenerla tutta in mano, anzi sembra troppo preso dai movimenti della macchina da presa. Manieristico e barocco, però ci piace così. Inutile dire che sul tema del declino della star è difficile dire qualcosa dopo The Wrestler di Aronofsky. Sean Penn bravo, ma c'è qualcosa di forzato e manieristico anche nel suo modo di recitare, che ho condensato in quel soffio sui capelli: fuori luogo. Bella l'America vista dall'europeo.
In generale godibilissimo anche con il passo lento. Non mi sono stati chiari alcuni flash back o flash forward.


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Così come non è chiaro il


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Peccato aver abbandonato il rapporto con la ragazza:


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Scandaloso il product placement ad inizio film con la Pizza Valsoia.

jorge2388  @  16/10/2011 10:11:56
   7 / 10
Un film incompiuto. Così mi viene da definire "This Must Be The Place". Ha tutto per essere un grandissimo film; un attore che interpreta alla perfezione il ruolo della rock star in "pensione" la regia di Sorrentino come sempre ricca di ispirazione e ottimi spunti e una colonna sonora perfetta. Cosa manca? Personalmente è riuscito a coinvolgermi solo a tratti nella storia e in dei punti sembra perdersi un pò e diventare troppo lento. Parte bene rallenta e torna forte nei ritmi solo nel finale. Il 7 è meritato per i motivi iniziali però un pò di rammarico rimane.

tonnorefanio  @  16/10/2011 10:07:45
   8½ / 10
Un voto a caldo, in attesa di una seconda visione. Film che io ritengo più maturo dei precedenti di Sorrentino, perché dopo un cinema degli uomini soli, sconfitti, il regista passa a un registro più emotivo, e per la prima volta si intrecciano storie di altri personaggi non descritte marginalmente come negli altri suoi film. E' un film corale, anche se parla di un uomo depresso. Non anticipo niente, ma già il finale vale da solo la visione.

Invia una mail all'autore del commento marlamarlad  @  16/10/2011 09:41:46
   6 / 10
Non uno dei suoi migliori film. Avrei dato un 7 , ma in alcune sequenze la vicenda perde 20 punti (per esempio nel penoso cliché che vuole si menta ad una ragazza per conquistarne la simpatia, oppure nella eccessiva rappresentazione del protagonista come tutto sommato di un brav'uomo). Do' un 6 perché se stamattina ancora penso a questo film vuol dire che mi ha lasciato qualcosa.

Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  16/10/2011 01:53:54
   6½ / 10
Il cinema di Sorrentino, con un inutile movimento di macchina, precipita nel vuoto assoluto, ma in maniera disgustosamente deliziosa.

Sean Penn interpreta il paracadute. Basterà?

3 risposte al commento
Ultima risposta 27/10/2011 20.15.01
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polbot  @  15/10/2011 21:51:51
   7½ / 10
Non è il miglior film di Sorrentino. Sisa, per questo regista le trame vengono dopo i personaggi da conoscere e raccontare. E così anche questa volta e Sean Penn è divino nell'interpretazione. Anche se tematiche e ambientazioni son molto diverse, nella strutura ricorda Le conseguenze dell'amore. Sempre di valore musiche e fotografia. Nel soggetto non capisco però una cosa che mi sembra un po' forzata:

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The Legend  @  15/10/2011 20:29:37
   2 / 10
E' difficile riconoscere dietro a un filmetto così insulso la mano dello stesso regista delle Conseguenze dell'Amore. Mio dio, come può essere lo stesso Sorrentino ?

This must be the place è un guscio vuoto che non trasmette emozioni, personaggi troppo deboli e una storia priva di spessore che non si sa dove vuole andare a parare.

D'accordo: negli altri film c'era Servillo che praticamente reggeva da solo la baracca, ma qui mancano anche le musiche speciali di Sorrentino, le sue battute fulminanti, le trovate sceniche sorprendenti che avevano fatto di questo giovane regista (meritatamente) la nuova stella nascente del firmamento italiano.

Paolo mio, non è che hai tirato di coca anche tu prima di incominciare le riprese ?

3 risposte al commento
Ultima risposta 04/11/2011 00.34.33
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PabloScott  @  15/10/2011 12:16:36
   6 / 10
Il personaggio del cantante meledetto ormai invecchiato non è una novità. Ricorda troppo Ozzy via diciamolo.Si poteva aggiungere qualcosa di più. La trama è banale e sviluppata poco bene a mio avviso.Ci sono personaggi che inizialmente sembrano essere importanti e che poi scompaiono del tutto.La lentezza in un film a me non dispiace quando serve a sottolineare qualcosa o qualcuno ma qui si esagera.Le note positive sono la recitazione la regia e le musiche che sono impeccabili.

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2 risposte al commento
Ultima risposta 15/10/2011 14.15.19
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seifier  @  15/10/2011 01:58:58
   7 / 10
Davvero un bel film, che nonostante il tema di fondo risulta molto divertente grazie alla stupenda interpretazione di Sean Pean che riesce ad entrare pienamente nella parte! Il film risulta per lo più scorrevole anche se non ci si può distrarre un secondo, infatti il regista cerca di dare molti messaggi,soprattutto nel finale, che creano,forse, un pò di confusione. Ma resta il fatto che il film è assolutamente ben realizzato e godibile.

marinax  @  14/10/2011 22:56:43
   8 / 10
Il "solito" grandissimo Sean Penn e il "solito" bravissimo Sorrentino. Ottima la fotografia e le musiche, ma un dubbio però viene: non è che c'è una strizzatina d'occhio all'Oscar?
In ogni caso uno dei migliori film in circolazione, da non perdere

ErAgOn  @  13/10/2011 23:12:18
   7½ / 10
Sono il primo? Ah che figo vedere i film in anteprima :D Comunque a mio parere il film è molto bello, nonostante a tratti risulti molto lento ( tipico dei film francesi ho letto in giro.. ). Sean Penn si cala veramente bene nel personaggio rendendolo comico, triste, felice.. Senza mai cambiare espressione! Davvero gran recitazione! Anche le musiche sono bene inserite lungo la storia, molto coinvolgenti! Comunque consigliato vivamente!

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