vento selvaggio (1941)

Mastodontico polpettone hollywoodiano di quelli che solo DeMille riusciva a realizzare.
Uno spreco di mezzi sensazionale per un melodramma pacchiano e ipertrofico, sempre in conflitto tra umorismo e avventura picaresca, pieno di momenti inutilmente leziosi e di contorti intrallazzi sentimentali fra i tre capricciosi protagonisti, ma anche divertente, sgargiante, avvincente oltre che tecnicamente all'avanguardia per l'epoca (potremmo definirlo un film "post-moderno" sotto questo punto di vista).
L'impressione di un "via col vento in poppa" resta, non c'è l'eleganza e il gusto artistico e scenico del capolavoro di Fleming, ma è comunque uno spettacolo di massa senza pretese, nobilitato dalla presenza di ottimi attori (per quanto mi riguarda, la giovane e luminosa Hayward ruba spesso la scena alla chapliniana Goddard, mentre Milland sfoggia un memorabile ciuffo alla rockabilly che gli fa perdere il confronto in fascino con l'aitante Wayne) e dalla celeberrima sequenza subacquea della lotta finale con la piovra.