Joe Gillis, uno sceneggiatore sull'orlo della bancarotta, si rifugia in una vecchia villa apparentemente abbandonata per sfuggire ai suoi creditori. In realtà si tratta della dimora di Norma Desmond, una vecchia star del cinema muto, che ha perso ogni legame con il mondo del cinema. In cambio dell'ospitalità, Joe inizierà a scrivere la sceneggiatura che dovrebbe segnare il ritorno di Norma sul grande schermo.
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VINCITORE DI 4 PREMI GOLDEN GLOBE: Miglior film drammatico, Miglior regista (Billy Wilder), Miglior attrice in un film drammatico (Gloria Swanson), Miglior colonna sonora (Franz Waxman)
Sicuramente un gran bel film e, contestualizzato all'epoca, anche molto coraggioso. Secondo me però si vede che iniziarono a girare con appena un terzo della sceneggiatura scritta: il film procede quasi inesorabilmente (anche se non velocissimo) seguendo l'inevitabilità della sua stessa storia. Atmosfera a tratti horror (bellissima fotografia), trovo sia da vedere conoscendo quanto di vero ci sia in quel che si vede. La Swanson e Stroheim (o DeMill e Keaton) interpretano loro stessi (la macchina è della Swanson, il film che vedono è di Stroheim con la Swanson protagonista, etc etc). Questo, per esempio, dà una lettura diversa alla recitazione sopra le righe della Swanson. Non mi piace molto l'incipit raccontato dal morto (ripreso poi tante volte in tanti film) ma è solo questione di gusti (il noir con voce narrante mi ha sempre infastidito a partire dalla versione tarocca di Blade Runner)