La mano infernale
Regia di Lorenzo Buscaino
Anno: 2012 Italia
Cast: Eros Bosi, Lorenzo Acquafredda, Annalisa Mancuso, Mauro Pietrini, Maria Teresa Federici, Giacomo Martinelli, Andrea Buscaino, Carlo Buscaino
Durata: 57 minuti
Film liberamente visibile su YouTube
Questo film amatoriale, prodotto in mediometraggio, è frutto di idee del tutto indipendenti e lontane dal mercato più convenzionale. L'opera è uscita nel 2012, ed ha avuto un badget di solo un paio di centinaia di euro. Il film, praticamente a costo zero, sta dando cospicue soddisfazioni agli autori, ha infatti ricevuto numerosi e autorevoli consensi critici, convalidati da una competente visione on line del pubblico.
In effetti, fin dal primo impatto visivo, si rimane colpiti da una andatura scorrevole e attraente, che mostra contenuti originali e uno stile di ripresa che fa brillare il racconto di luce propria, coinvolgendo, in una modalità cinema dal sapore pregnante di avventura (un tempo tipico di questo genere), sensi e intelletto, nonché sfere psichiche di forti sorgenti emozionali e inconscio.
Il film piace anche in virtù di una sceneggiatura semplice ma attenta a costruire dettagli in grado di completare le esposizioni sintattiche del linguaggio visivo, rilasciando una soddisfazione per l'occhio e per la mente di indubbio valore. I particolari chiave della storia sono dal punto di vista logico ben strutturati.
Da sottolineare anche il lavoro di squadra, lodevole per intelligenza e impegno, che riesce a tradurre la sceneggiatura nei modi più efficaci, sia fotograficamente che con le composizioni sceniche nel loro complesso. Pregevoli per puntualità nel montaggio ed effetto moltiplicativo del piacere dello spavento per il pubblico, le musiche horror, composte tra l'altro dallo stesso regista Lorenzo Buscaino.
Nel film lo stile amatoriale rafforza il senso di realtà delle immagini in movimento mettendo ancor meglio in risalto, forse per un misterioso paradosso, la creatività formale, musicale, contenutistica del film , che appare salubremente lontano da quei noti codici visivi eretti professionalmente che diventano dopo un po' di tempo modelli di imitazione sopratutto per la posizione che ricoprono nei media e non tanto per il loro reale valore.
L'autore del film, Lorenzo Buscaino è un giovane regista autodidatta, assai dotato visivamente, rigoroso libero studioso, orgoglioso del proprio modo originale di esprimersi ma molto attento a quanto storicamente il cinema ha già espresso, tanto da cercare spesso con esso un confronto sincero e aperto.
Lorenzo Buscaino è abile anche nel dirigere la recitazione, che in questo film è capeggiata dai protagonisti Eros Bosi (Sebastian) e Lorenzo Acquafredda (Fux), una recitazione la cui parola stessa appare paradossale in quanto di fatto essa nel film è una pseudo recitazione, qualcosa che nei modi in cui si manifesta sembra subito molto lontana da ogni scuola di formazione di attori, cosa che va tutto a beneficio del buon sapore amatoriale del film.
In questo film in un certo senso i personaggi non esistono, in quanto gli attori che li incarnano rappresentano se stessi, ossia riflettono quello che sono in una dimensione indubbiamente di fiction ma dove nella narrazione è avvenuto qualcosa di straordinario, un evento magico ma minaccioso, ambiguo, che li sollecita a immaginare come avrebbero potuto reagire a ciò nella loro vita di tutti i igiorni.
Ciò va a beneficio del film che guadagna in stile familiaristico e in spontaneità delle scene, aspetti virtuosi quest'ultimi del cinema amatoriale, un cinema che è risaputo, riesce sovente a suscitare al meglio, con i suoi dialoghi e i suoi modi rappresentativi, potenti forme empatiche tra i personaggi e il pubblico.
E' una recitazione quella proposta da Buscaino lontana da ogni forma stilistica estetizzata, così frequente nel cinema professionale dove tra l'altro non sempre è in grado in di dare risultati di godimento soddisfacenti.
Questo film ha un pregevole equilibrio tra realtà e fantasia, con effetti speciali che agiscono senza eccessi nel tessuto narrativo rafforzandone lo spessore di credibilità, essi funzionano nella narrazione come cerniera ricompositiva tra il mondo più comunemente percepibile e l'enfasi metafisica dei fatti in corso.
Il film mantiene anche bene il ritmo dell'azione, riuscendo in diverse occasioni a creare, con una certa efficacia, suspense e situazioni tese i cui effetti emozionali sono certamente paragonabili, in buona parte, a quelli procurati dal cinema professionistico.
Il film trae liberamente ispirazione dal racconto dell'orrore "La zampa di scimmia" di William Wyrmark, Jacobs, edito in Inghilterra nel 1902 e reperibile come lettura sul sito: http://www.scheletri.com/racconto1212.htm
La mano infernale narra del ritrovamento casuale da parte di un cane, ai giorni nostri, di un sacchetto di plastica misterioso, che risulterà contenere una mano mozzata appartenente a un animale, la mano è stata sotterrata in un bosco nel 1833 da due ragazzi molto spaventati, essa ha dei poteri misteriosi, da una parte realizza i desideri richiesti ma poi trasforma i doni concessi in incubi, come accade con la bella ragazza voluta da Sebastian che dapprima soddisfa i desideri richiesti dal ragazzo e poi si trasforma in un mostro accecato dalla voglia di uccidere chi prima aveva sedotto. Tutto ciò sembra quasi sottolineare la scissura psichica dell'uomo civile, l'ambiguità di un certo desiderare umano che sta attraversando gli ultimi due secoli di civiltà.
Riusciranno i protagonisti a chiarire il mistero della mano e ad allontanarsi dai poteri della cosa paurosa?