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Nola Caverth è ricoverata nella clinica psichiatrica del Dr. Raglan, dove viene sottoposta ad una nuova cura chiamata psicoplasmica. Molto presto alcune delle persone a lei care, la madre, il padre, la meastra di sua figlia perderanno la vita per mano di alcune strane creature.
Quinta pellicola di Cronenberg, "The brood" contiene già quella che è tutta la sua tematica: la trasformazione del corpo che tenta di dar vita e di estendere le proprie pulsioni e istinti più reconditi è la principale. Vero e proprio horror, questo film riesce ad impressionare non soltanto con l'alto impatto visivo di alcune immagini davvero forti, ma anche per il messaggio insito in esse, davvero molto profondo e di non facile comprensione e lettura. Possono i nostri desideri più reconditi, i nostri istinti, le nostre paure ataviche, trasformarsi in qualcosa di pericoloso, farci compiere azioni inaspettate, proiettarsi nella realtà? Cronenberg ne è convinto, tanto da dare vita a queste pulsioni con un vero e proprio parto dal quale nascono dei nanetti deformi, che altro non sono se non l'estensione della nostra mente e dei suoi anfratti più reconditi.
Nola (l'agghiacciante Samantha Eggar), affetta da turbe psichiche si rivolge al famoso Dr. Raglan (l'enigmatico Oliver Reed) che sta studiando una nuova pratica psichiatrica da lui chiamata "psicoplasmica". Ogni volta, a seconda del paziente, interpreta alla perfezione il ruolo di una persona da questi temuta, odiata. Un padre severo, una madre violenta, un marito assente. Tutto sembra andare per il meglio, se non fosse che Frank, il marito di Nola, comincia a vedere degli strani segni sul corpo di sua figlia Candice, che si reca ogni week-end a fare visita a sua madre. Insospettito, decide di non fare più andare la sua bambina dalla mamma, ma Raglan si oppone strenuamente, aumentando ancora di più il sospetto. Da questo momento in poi cominciano a susseguirsi numerose tragedie: la nonna di Candice, Juliana viene assassinata nel suo appartamento da una strana creatura. Il suo ex-marito, Barton accorso alla notizia, non tarda a fare la stessa fine per mano della stessa stranissima creatura: un piccolo nanetto dalle sembianze deformi. Nel frattempo Frank, quasi disperato, chiede aiuto alla maestra della piccola Candice, Ruth che non si tira indietro e si prodiga per aiutare la bambina e il suo papà. Ma, mentre una sera tiene compagnia alla bambina, riceve una strana telefonata minacciosa da parte di Nola e il giorno dopo, mentre fa lezione ai bambini, viene assalita da due delle strane creature e brutalmente assassinata.
I morti cominciano ad essere troppi e Frank si reca da alcuni ex pazienti del Dr. Raglan, per saperne di più. Questi sono tutti affetti da alcune malattie, come il tumore e i loro corpi sono ricoperti da orrendi bubboni. Nel frattempo, anche lui viene assalito da una creatura, ma riesce a difendersi e a farla fuori. In questo modo riesce a farla esaminare da alcuni esperti e la scoperta che ne scaturisce è agghiacciante: queste creature sono prive di ombelico e quindi probabilmente non sono mai nate.
Frank continua a brancolare nel buio, ma quando sua figlia Candice scompare (rapita dalle due creature che hanno ucciso Ruth), si reca risoluto nel casolare del Dr. Raglan per ottenere risposte, ma soprattutto per riavere sua figlia. Una volta arrivato, davanti ai suoi occhi si para l'inaspettata e tragica verità e grazie a due estremi sacrifici, riesce a trarre in salvo la piccola Candice.
La covata malefica è proprio il classico film cronenbergiano, suadente, affascinante ma al tempo stesso pauroso ed insinuante. Comincia in una maniera folgorante: due persone sedute su un palco recitano come se fossero a teatro con una platea completamente ammutolita come pubblico. Ben presto comprendiamo che non si tratta affatto di due attori, bensì del magnetico Dr. Raglan e di uno dei suoi pazienti affetto da turbe psichiche. Ma l'abile e navigata mano del regista ci offre molte di queste scene che rimangono impresse per la maestria con la quale sono girate, ma soprattutto per l'ampia dose di emozioni (che possono andare dall'orrido al sensazionale) che riescono a trasmettere: come quella dell'omicidio di Ruth davanti a dei bambini che non riescono a reagire rimanendo inermi a guardare la loro maestra morire dissanguata o quella dell'omicidio di Juliana per mano di quel mostriciattolo armato di matterello, o quella (la più forte di tutte) di Nola che si strappa a morsi una placenta mostruosa fuoriuscitale dall'addome, per partorire un'altra delle sue creature malefiche.
Particolarmente interessante è la fotografia quasi completamente monocromatica, incentrata sui toni freddi, se non freddissimi che contribuiscono ad accrescere l'angoscia che man mano si impossessa di Frank e della piccola Candice, entrambi al centro delle ossessioni possessive di Nola. La colonna sonora è poi quanto di più indicato ci si potesse aspettare e riesce alla perfezione a sottolineare la tensione e il terrore che contrassegnano la pellicola e la sceneggiatura non ha intoppi e falli e scorre liscia mantenendo alta non solo la paura, ma anche l'interesse di conoscere la reale natura delle strane creature e soprattutto i destini dei protagonisti.
Protagonisti tutti discretamente interpretati, soprattutto quello fondamentale di Nola che ha gli occhi sgranati e terrificanti di Samantha Eggar, che riesce a dar vita a tutte le più recondite pulsioni insite nel suo personaggio.
"La covata malefica", dunque, non è semplicemente un film dell'orrore, ma è una pellicola che trasmette con classe con stile alcuni messaggi di non poco conto che continuano a martellare nella mente dello spettatore e farlo riflettere anche a distanza di tempo dalla visione.
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Recensione a cura di A. Cavisi - aggiornata al 19/03/2010
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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